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food production end genetic resources, Study notes of Food Process Engineering

appunti dettagliati presi durante la lezione

Typology: Study notes

2020/2021

Uploaded on 11/01/2021

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INTRODUZIONE
LA CELLULA
La cellula è l’unità all’interno del quale si è sviluppata la vita. Può essere più o meno complessa in base
all’organismo che si prende in considerazione.
La più semplice è la cellula batterica composta da un piccolo involucro di componenti lipidiche che isola la
cellula dall’ambiente esterno. Al suo interno contiene le molecole necessarie alla vita e alla riproduzione di
un particolare batterio.
All’interno della cellula è presente il DNA: la molecola che contiene le informazioni ereditarie (che rendono
la cellula tale). Questa molecola estremamente complessa, contiene un particolare codice che serve per
dare un senso funzionale a ciò che c’è scritto sulla molecola.
Con l’evoluzione (attraverso degli improvement) si sono sviluppate delle cellule più complesse e questo ha
successivamente portato alla differenziazione degli organismi stessi.
La cellula animale e cellula vegetale sono diverse
-a livello strutturale: nelle cellule eucariotiche esiste un involucro (nucleo o membrana nucleare) che separa
il DNA dal resto dell’ambiente cellulare, cosa che prima non avveniva nella cellula batterica.
Questa differenza comporta che esiste una struttura che protegge il DNA dall’ambiente esterno e
aggiungono degli step regolativi che permettono all’informazione contenuta nel nucleo ad uscire e
compiere la trascrizione del dna in rna e la traduzione dell’rna in proteine.
Inoltre, all’interno della cellula esistono delle strutture (strutture subcellulari o organelli) che hanno
sviluppato delle funzione specifiche per il funzionamento degli organismi della cellula.
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INTRODUZIONE

LA CELLULA

La cellula è l’unità all’interno del quale si è sviluppata la vita. Può essere più o meno complessa in base all’organismo che si prende in considerazione. La più semplice è la cellula batterica composta da un piccolo involucro di componenti lipidiche che isola la cellula dall’ambiente esterno. Al suo interno contiene le molecole necessarie alla vita e alla riproduzione di un particolare batterio. All’interno della cellula è presente il DNA: la molecola che contiene le informazioni ereditarie (che rendono la cellula tale). Questa molecola estremamente complessa, contiene un particolare codice che serve per dare un senso funzionale a ciò che c’è scritto sulla molecola. Con l’evoluzione (attraverso degli improvement) si sono sviluppate delle cellule più complesse e questo ha successivamente portato alla differenziazione degli organismi stessi. La cellula animale e cellula vegetale sono diverse

  • a livello strutturale: nelle cellule eucariotiche esiste un involucro (nucleo o membrana nucleare) che separa il DNA dal resto dell’ambiente cellulare, cosa che prima non avveniva nella cellula batterica. Questa differenza comporta che esiste una struttura che protegge il DNA dall’ambiente esterno e aggiungono degli step regolativi che permettono all’informazione contenuta nel nucleo ad uscire e compiere la trascrizione del dna in rna e la traduzione dell’rna in proteine. Inoltre, all’interno della cellula esistono delle strutture (strutture subcellulari o organelli) che hanno sviluppato delle funzione specifiche per il funzionamento degli organismi della cellula.
  • mitocondri : sono le centrali energetiche della cellula, producono energia e calore
  • cloroplasti : sono presenti solo nelle cellule vegetali (gli animali possono muoversi per cercare il cibo, mentre il vegetale non può spostarsi): il vegetale deve prodursi da solo il proprio cibo. Il prodotto fondamentale che permette l’attivazione di tutti i processi metabolici all’interno delle cellule è il glucosio (lo zucchero). Il cloroplasto produce il glucosio attraverso il ciclo di Calvin. Questo ciclo permette attraverso l’assorbimento dal terreno e dall’aria di molecole di acqua e anidride carbonica, la produzione di molecole di glucosio (i cloroplasti sintetizzano il glucosio), utilizzate poi dai mitocondri come benzina per tutti i processi metabolici. Altra differenza: la cellula animale ha una membrana esterna morbida, la cellula vegetale ha una forma ben definita grazie ad una membrana suppletiva rispetto alla cellula animale che si chiama parete cellulare (diverso dalla membrana cellulare delle cellule animali). Doppio strato. Mentre Gli animali per avere una struttura tridimensionale spesso hanno una struttura scheletrica o un esoscheletro. Genesi mitocondri e i cloroplasti: Teoria endosimbiontica : durante l’evoluzione diversi tipi di cellule batteriche si siano messe insieme all’interno di una stessa membrana cellulare, andando così a coesistere, creando un simbionte. L‘attività simbiontica prevede che entrambe le cellule che interagiscono tra di loro hanno reciproci vantaggi vivendo insieme.

-la cuticola : strato ceroso lipofilo che ricopre le foglie e la parete più esposta al sole che previene l’evaporazione dell’acqua (situata nella pagina superiore della foglia). -lo stoma : è una valvola generalmente situata nella pagina inferiore della foglia. Questa valvola permette l’entrata di CO 2 (fondamentale per la produzione di glucosio) e l’uscita dell’ossigeno (prodotto di scarto della fotosintesi e della produzione di glucosio). Gli stomi servono anche per variare la pressione e la temperatura interna alla foglia. Es: una pianta che non ha la valvola sono più fredde perché ha sempre valvole aperte

  1. SOSTENERE SE STESSE: Sostenere fisicamente la struttura della pianta. È stata sviluppata una particolare molecola che è formata da molecole di glucosio legate fra loro, fino a formare la struttura della cellulosa. La cellulosa è la componente fondamentale delle parete cellulari: Questa struttura mantiene le piante in verticale devono poter andare a cercare la luce del sole il più possibile.

3. ASSORBIRE E TRASPORTARE MATERIALE:

Le piante assorbono i nutrienti dal terreno e prodursi successivamente il nutrimento. Hanno bisogno di strutture differenziate che permettono di trasportare in entrambe le direzioni (radici foglie, foglie radici) i nutrimenti. Si sono formate delle strutture: vasi xilematici e floematici che permettono il trasporto delle sostanze.  I vasi xilematici o xilema trasportano in modo unidirezionale (radici gambi foglie) i nutrienti presi dal terreno  I vasi floematici o floemi : trasportano componenti organiche, come i carboidrati, e alcune componenti inorganiche in modo bidirezionale. Bidirezionale perché all’interno del floema ci sono delle barriere che permettono di trasportare i nutrienti anche nella direzione opposta. La forza che permette alle radici di assorbire l’acqua e i nutrienti dal terreno è dovuta all’azione degli stomi contenuti nelle foglie: gli stomi sono delle valvole. Nel momento in cui si aprono, la pressione all’interno delle foglie diminuisce perché con l’apertura delle valvole, si rilascia ossigeno (pressione più bassa nella parte superiore della pianta). La pianta, per ripristinare l’equilibrio della pressione interna, assorbe acqua dal terreno tramite le radici, in modo da riequilibrare la pressione all’interno della pianta. Lo xilema forma dei canali più grandi ed è formato da cellule morte che vengono svuotate dalle barriere/membrane cellulari (funziona a cannuccia). Il floema composto da condotti più piccoli accanto allo xilema che mantengono le barriere. Quando la pianta cresce, i vasi floematici invecchiano, si svuotano e diventano nuovi vasi xilematici. Si spiega perché i tronchi degli alberi crescono in modo cilindrico creando i famosi anelli.

  1. RIPRODUZIONE IN ASSENZA DI ACQUA: L’acqua che serve ai gameti per essere sempre vitali è contenuta all’interno della cellula. Le cellule eucariotiche contengono al loro interno acqua. In questo modo la parte esterna del polline previene e preserva la perdita d’acqua. Per questo la cellula può rimanere più tempo esposto al sole senza diminuire la propria vitalità e può andare a cercare il corrispettivo gamete femminile (ovuli) nell’ambiente esterno, andare poi a creare nuovi embrione che, nel caso delle piante, porteranno alla formazione di semi. Un seme è un embrione di una pianta generato dall’incontro di un gamete maschile e uno femminile. creano un embrione, questo si sviluppa e genera il seme.

Diversi tipi di piante: 3

  • briofite : piante ancestrali, le prime che si sono evolute per colonizzare la terra
  • pteridofite o tracheofite (tracheo = canale): felci, le prime piante che hanno sviluppato dei veri e propri sistemi di trasporto dei nutrienti. -- gimnosperme (conifere): alberi che formano aghi -- angiosperme (piante che hanno sviluppato i fiori) che attualmente include la maggior parte delle piante Briofite : piante più semplici, non hanno sistemi di trasporto di nutrienti.
  • I nutrienti passano dalla radice alle foglie attraverso ogni cellula. I nutrienti passano dalle radici cellula per cellula fino alla parte aerea.
  • Non hanno vere radici, solo strutture simili ai peli della radice chiamati rizoidi (ancoraggio e assorbimento)
  • Vivono in ambienti acquatici o umidi, riproduzione dipendente dall'acqua Es: Muschi, Licheni Tracheofite :
  • hanno sviluppato i condotti che permettono il trasporto dei nutrienti (xilema, floema)
  • hanno sviluppato le strutture fondamentali delle piante (radici, fusto e foglie). Hanno distinto in maniera evidente le funzioni, la forma e la struttura dei loro organi.

radici: assorbono acqua e nutrienti inorganici fusto: supporto e trasporto dei nutrienti foglie: fotosintesi (fegato delle piante) Pteridofite : sono le felci; hanno una struttura con un condotto centrale che poi si divide in altri condotti più piccoli che arrivano alla parte fogliare dove avviene la fotosintesi.

  • Contengono steli orizzontali, appena sotto il suolo, chiamati rizomi.
  • Le radici crescono dai rizomi.
  • Le foglie sono chiamate fronde che contengono le spore.
  • Richiede H2O per lo sperma per nuotare fino all'uovo. Gimnosperme : conifere , non fanno fiori, hanno creato strutture per i gameti (pigne) che gli hanno permesso di sopravvivere in determinati ambienti.
  • 760 specie; le conifere sono le più comuni
  • Habitat freddo e secco
  • Le foglie sono aghi e con uno strato di cute profondo (per ridurre la perdita d'acqua)
  • La maggior parte sono sempreverdi

le due parti della foglia.

CICLO VITALE DELLE PIANTE

Le piante possono creare delle spore (come il polline) che possono successivamente andare a incontrare il gamete femminili (contenuto all’interno della struttura del fiore) per poi andare a formare lo zigote (embrione) che crescerà fino a diventare un seme che germinerà formando una pianta. Le cellule sessuali delle piante (che portano il corredo genetico) sono chiamate gametofito (N) diverse dallo sporofito (2N)N è il numero di copie di molecole di DNA contenute all’interno del gamete. Quando si arriva alla fertilizzazione dell’embrione le cellule sessuali uniscono i loro gameti e si ottengono degli embrioni che contengono due copie identiche delle informazioni genetiche, sporofito (2N).

GENETIC TIMELINE: COME SI È ARRIVATI ALL’ATTUALE STATO DI CONOSCENZA DELLA GENETICA

1859 Discovery: Natural Selection Formulazione scritta dell’idea dell’evoluzione e della selezione naturale di Charles Darwin “On the Origin of Species by Means of Natural Selection, or the Preservation of Favored Races in the Struggle for Life.” Che esistesse l’evoluzione era un dato di fatto, ma Darwin dà la sua interpretazione circa l’argomento. La selezione naturale è stata quella che ha favorito lo sviluppo di alcune specie e la loro speciazione sul nostro pianeta: alcune specie si sono estinte, altre hanno preso il loro posto. (es. estinzione dei rettili

1902 Discovery: Orderly Inheritance of Disease Un fisico inglese, Archibald Garrod , osservò una malattia ereditaria, nota come alkaptonuria, che viene eredita secondo le leggi Mendeliane. Questa malattia veniva ereditata attraverso un carattere recessivo. Con questa scoperta era possibile spiegare gli alberi genealogici di persone in cui compaiono degli individui alkaptonurici. 1909 Discovery: The Word Gene is Coined Viene coniata la parola gene da parte di Wilhelm Johannsen per descrivere l’unità Mendeliana (caratteri o unità). Egli utilizza anche i termini genotipo e fenotipo per differenziare tra i tratti genetici di un individuo e la sua espressione fisica (fenotipica) di particolari caratteri ereditari. 1911 Discovery: Chromosomes Carry Genes Questi geni ipotizzati da Johannsen sono secondo Morgan sui cromosomi. Thomas Hunt Morgan e i suoi studenti studiano i cromosomi del moscerino della frutta. Questi mostrano come i cromosomi portano i geni e come questi geni possono essere vicini nel cromosoma: concetto di linkage genetica. 1920 3 medici: Avery, MacLeod , and McCarty mentre stavano studiavano la patogenesi di Pneumocco Pneumoniae, un batterio responsabile della polmonite dei mammiferi, arrivarono a scoprire che la patogenicità del batterio poteva essere considerato un carattere genetico (che si esprimeva tramite un polisaccaride sulla superficie del batterio che lo rendeva resistente all’attacco del sistema immunitario dell’ospite poteva essere considerato un carattere genetico). Questo carattere genetico (La patogenicità di pneumococco) venne isolata chimicamente, isolando la molecola che sembrava essere il trasportatore di questo carattere: il DNA del batterio stesso. Attraverso un sistema molto semplice che si chiama trasformazione in cui si mettono vicini DNA di batteri morti e batteri vivi, è possibile fare entrare il DNA nelle cellule dei batteri vivi e osservare cosa succede. I 3 medici dimostrarono che prendendo il DNA di batteri patogeni inattivati con il calore (morti), mettendoli a contatto con batteri non patogeni vivi era possibile trasformare questi batteri da non patogeni a patogeni. Questo processo è stata la prima dimostrazione che i caratteri ereditari avessero una natura chimico-fisica e che questa natura potesse risiedere nel DNA. 1941 Discovery: One Gene, One Enzyme Hypothesis La teoria ereditaria basata sul DNA fa un ulteriore passo avanti con la teoria “One Gene, One Enzyme” elaborata da George Beadle e Edward Tatum. I due scienziati facendo degli esperimenti su una particolare muffa, Neurospora crassa , hanno dimostrato che i geni agiscono come regolatori di eventi chimici attraverso dei messaggeri che si chiamano enzimi. Il gene agisce direttamente sulla formazione e sulla struttura di un enzima, condizionandone la funzionalità. 1943 Discovery: DNA Has a Regular Periodic Structure William Astbury , scienziato inglese, ottiene il primo modello di rifrazione dei raggi x del DNA, che mostra come il DNA abbia una struttura regolare e periodica. Inoltre Astbury suggerisce che i nucleotidi sono attaccati gli uni agli altri nella molecola del DNA. 1944 Discovery: DNA Transforms Cells Avery, MacLeod e McCarty dimostrano che il DNA (non le proteine) può trasformare le proprietà delle cellule, chiarendo così la natura chimica dei geni.

Sì è arrivati a capire che il DNA poteva avere un ruolo nella trasmissione dei caratteri ereditari, ma come il DNA esercitasse questo ruolo, ancora era da scoprire. 1944 Discovery: Jumping Genes Barbara McClintock , utilizzando il mais come modello, scoprì che i geni potevano muoversi sui cromosomi. Questo mostra che il genoma è più dinamico di quanto si pensasse. Questi elementi che determinavano questo movimento vennero chiamati trasposoni e si trovano in molte specie. I trasposoni sono molto importanti anche perché sono impiegati nella regolazione di molti geni e nell’interazione tra DNA e ambiente. 1952 Discovery: Genes Are Made of DNA Alfred Hershey & Martha Chase dimostrarono come i geni fossero composti di DNA. Questa scoperta venne fatta utilizzando il sistema batteri e virus batterici e si dimostrò che la propagazione del virus all’interno della cellula batterica avveniva attraverso l‘ingresso del DNA virale e che solo il DNA virale potesse fornire l’informazione per la formazione delle particelle virali. 1953 Discovery: DNA Double Helix Francis H. Crick and James D. Watson formulano la loro ipotesi circa la struttura a doppia elica del DNA. Passo fondamentale nella formulazione della teoria chimica dell’ereditarietà basata sul DNA. Il DNA durante la replicazione è in grado di riprodurre sé stesso in modo fedele e conservato. Questa conservazione dell’informazione ereditaria è ciò che garantisce la trasmissione dei caratteri ereditari. 1955 Discovery: 46 Human Chromosomes Joe Hin Tjio definisce che il corredo del cariotipo umano (l'insieme dei cromosomi di un organismo) è composto da 46 cromosomi di cui 22 coppie autosomiche e 1 coppia di cromosomi sessuali. Scoperta del cariotipo umano fondamentale per sviluppare metodologie per studiare di anomalia nel cariotipo umano e quindi la trasmissione di malattie geniche e cromosomiche nell’uomo e prevenire la trasmissione di queste malattie a livello familiare. 1955 Discovery: DNA copying enzyme Arthur Kornberg riuscì a moltiplicare in vitro il DNA usando un enzima isolato dall’ escherichia coli , che chiamarono DNA polimerasi. Un DNA che coppia molecola di DNA singolo filamento per costituire altre molecole di DNA identiche (replicazione semi conservativa del DNA). 1956 Discovery: Cause of Disease Traced to Alteration Vernon Ingram scoprì che una specifica alterazione chimica nella proteina dell’emoglobina è la causa delle malattie delle cellule. Grazie a questa scoperta, si comprende che le malattie delle persone fossero dovute ad un’alterazione della struttura del DNA. 1958 Discovery: Semiconservative Replication of DNA Matthew Meselson and Franklin Stahl dimostrano che la replicazione del DNA è semi conservativa: solo una delle eliche provenienti dalla molecola di DNA del genitore viene trasmessa alla progenie, fondendosi con una semi elica neosintetizzata (che a livello d’informazioni è uguale a quella copiata). 1959 Discovery: Chromosome Abnormalities Identified Jerome Lejeune identifica una serie di anomalie cromosomiche a cui vengono associate delle sindromi particolari. Tra cui la sindrome di down causata dalla trisomia 21 e altre patologie umane dovute ad anomalie cromosomiche, genomiche e geniche.

1977 Discovery: Introns Discovered Richard Robertsand e Phil Sharp dimostrano che i geni degli organismi superiori, rispetto agli organismi batterici, non sono geni continui, ma geni a mosaico, che contengono molte interruzioni chiamati introni. Le parti codificanti si chiamano esoni e si alternano alle parti non codificanti, che si chiamano introni. Durante la creazione dell’RNA messaggero, si passa attraverso una fase in cui sia introni che esoni vengono trascritti, poi attraverso un meccanismo vengano eliminati introni e porta alla formazione di un RNA messaggero che contiene solo le sequenze esoniche. 1981 Discovery: First Transgenic Mice and Fruit Flies Vengono prodotti i primi mammiferi transgenici: drosofila e topo. Stabilendo delle linee genetiche che esprimevano stabilmente dei transgeni. Questo è stato possibile attraverso lo sviluppo di metodologie transgeniche basate sulle cellule embrionali staminali del topo e la trasformazione con vettori appositi di queste cellule portando alla costituzione di linee transgeniche e che esprimevano stabilmente il transgene. Topi come cavie per studiare malattie e cure umane. 1982 Discovery: GenBank Database Formed Viene creata una banca genetica aperta al pubblico la National Institutes of Health (NIH) 1983 Discovery: First Disease Gene Mapped Viene mappata la prima malattia negli esseri umani: il Morbo di Huntington , trovato sul cromosoma 4. 1983 Discovery: PCR Invented La polymerase chain reaction (PCR) è una tecnica di biologia molecolare che consente la moltiplicazione le molecole di di frammenti di acidi nucleici. Questo processo permette di produrre velocemente miliardi di copie di uno specifico segmento di DNA, permettendo quindi ai ricercatori di studiarlo molto più facilmente. 1986 Discovery: First Time a Disease Gene is Positionally Cloned Viene elaborato un metodo per trovare un gene senza la conoscenza della proteina che codifica il suo sviluppo. Il positional cloning (Metodica molecolare di mappatura dei geni sui cromosomi di organismi superiori) può aiutare nel comprendere le malattie ereditarie come la distrofia muscolare. 1987 Discovery: First Human Genetic Map Viene elaborata la prima mappa genetica di un essere umano; questa comprendeva tutte le sequenze genetiche note e i marcatori molecolari fino ad allora utilizzati. Queste mappe hanno consentito di definire il genoma umano in termini di estrema precisione. 1987 Discovery: Yeast Artificial Chromosomes Vengono prodotti i primi Yeast Artificial Chromosomes (cromosomi formati dal lievito). Attraverso questi cromosomi è possibile clonare l’intero genoma umano contenente milioni di paia di basi, suddividendoli in singoli cromosomi o pezzi di cromosomi entro gli Yeast Artificial Chromosomes. Cromosomi artificiali umano. 1989 Discovery: Microsatellites Are New Genetic Markers La scoperta di marcatori genetici molecolari come i microsatelliti e polimorfismi di singoli nucleotidi è stata la strada che ha aperto alla definizione ultima della mappa dei cromosomi umani e non solo. Nonché la strada per studiare l’ereditarietà delle malattie genetiche e l’ereditarietà dei geni tra genitori e figli sia negli animali che nei vegetali.

1990 Discovery: Launch of the Human Genome Project Viene lanciato il progetto Genoma Umano che ha portato al sequenziamento dell’intero genoma di qualche individuo e alla decifrazione di questi 3.2 billioni di lettere in termini di nucleotidi che costituiscono il genoma umano. 1991 Discovery: ESTs, Fragments of Genes Applicazioni delle conoscenze genetiche molecolari: produzioni di insulina ricombinante 1992 Discovery: Second-Generation Genetic Map of Human Genome 1994 Discovery: FLAVR SAVR Tomato Immissione nel mercato di questa varietà di pomodoro che conteneva un transgene che blocca in modo regolato la produzione dell’etilene (l’ormone della maturazione) del pomodoro stesso. Poco successo sul mercato anche se approvato dalla Food And Drug Administration. 1995 Discovery: Ban on Genetic Discrimination in the Workplace Problema: privacy genetica delle persone può essere facilmente violata ed è possibile identificare nelle persone la presenza di geni malattia o geni di ipersuscettibilità a cause naturali presenti in determinati ambienti di lavoro. Questo può rappresentare un aspetto negativo nel momento in cui si fanno delle discriminazioni basate sulle informazioni genetiche. Attraverso l’American with Disabilities Act è stata estesa la tutela dalle discriminazioni anche nei confronti di quelle genetiche: tutte le informazioni ottenibili dal genoma di un individuo non possono essere utilizzate per discriminazioni sul posto di lavoro. 2000 Discovery: Human Genome Working Draft Completed È stato completato per la prima volta il sequenziamento di un genoma umano. Da questo momento in poi numerosi altri genomi sono stati sequenziati. Sono stati sequenziati anche altri genomi come quello del ratto, importantissimo perché attraverso esso si studiano le malattie e possibili terapie degli esseri umani. FUTURO: -scoprire tutto il significato dell’informazione genetica nell’uomo -mettere in evidenza quali sono le differenze fondamentali cioè i principali polimorfismi genetici in termini di sequenze presenti nell’uomo

  • mettere in evidenza qual è i l significato dell’informazione presente sul genoma umano che non ha un chiaro significato genetico : di tutto il genoma umano, meno di un miliardo di paia di base viene trascritto e tradotto in proteine e rna, il resto non ha ancora un significato chiaro, ma è costituito da sequenze ripetute, trasposoni e altro materiale chiamato junk DNA. (che in realtà ha un ruolo fondamentale per la -scoprire e caratterizzare gli epigeni. L’epigenoma è quella parte di genoma che non è caratterizzabile sulla base delle sequenze di DNA, ma sulla base di modificazioni chimiche del DNA che possono o non possono essere ereditarie.

GENETICA MENDELIANA

Per diversi anni agricoltori e allevatori (breeder) si occuparono di sviluppare animali e piante sempre più performanti dal punto di vista produttivo e di resistenza all’ambiente e alle condizioni atmosferiche. L’ereditarietà era quindi un concetto abbastanza diffuso, però il loro approccio era esclusivamente empirico: avevano acquisito attraverso l’esperienza la capacità di formulare delle “regole a braccio” circa la trasmissione di alcune caratteristiche.

Noi invece sappiamo che negli organismi superiori molti caratteri sono ad ereditarietà continua con una media (Es: altezza, intelligenza nell’uomo). Sono caratteri molti diversi per comportamento fenotipico e per caratteristiche genetiche dai caratteri utilizzati da Mendel. Le piante di pisello hanno organi riproduttivi sia maschili che femminili. Possono dunque auto-impollinarsi o incrociare l'impollinazione con un'altra pianta. Nei suoi esperimenti, Mendel è stato in grado di incrociare selettivamente piante con tratti particolari e osservare il risultato nel corso di molte generazioni. Questo è stata la base per le sue conclusioni sulla natura dell'eredità genetica. Lo strumento utilizzato da Mendel per studiare questi caratteri è stato l’incrocio, 2 tipi di incrocio:

  • incrocio tra piante diverse ( true cross o cross impollination )
  • incrocio in cui elementi maschili e femminili di una stessa pianta vengono utilizzati per l’incrocio ( self pollination ). Nei suoi esperimenti:
    1. esperimenti con cross impollination : tra generazioni parentali mostranti caratteri alternativi tra loro (Es: fiore rosso e fiore bianco) otteneva una generazione F1 che analizzava;
    2. poi faceva esperimenti con self impollination : auto impollinazione di tutti gli individui della F1, ottenendo una F2 in cui andava ad analizzare la presenza, la distribuzione e la frequenza dei caratteri considerati. Osservazioni:
    3. Incrociando 2 genitori che mostravano alternative di uno dei sette caratteri da lui considerati con un a cross pollination, Mendel otteneva una F1 in cui uno solo dei due caratteri si manifestava, mentre l’altro carattere non si manifestava. Mendel chiamò dominante il carattere che si manteneva nella F1 e recessivo quello che non si manifestava incrociando tra di loro generazioni parentali con un carattere dominante e uno recessivo, Mendel otteneva una F1 fatta solo di individui che mostravano il carattere dominante. Ma dove finiva il carattere recessivo? È scomparso del tutto o è soltanto nascosto nei caratteri del F1?
    4. Mendel fece una seconda autoimpollinazione in cui tutti gli F1 venivano autoimpollinati. Da questa autoimpollinazione, Mendel ottenne una F2 che mostrava: -il carattere recessivo, anche se in misura molto piccola, ricompariva -nella F2 era prevalente come numero di individui il carattere dominante. -contando il numero di individui con carattere dominante e il numero di individui con carattere recessivo, questo rapporto si avvicinava ad un rapporto 3:1.
  1. a. Incrociando individui della F2 che mostravano carattere recessivo, per autoimpollinazione, ottenne tutti individui con carattere recessivo.  questi individui della F2 costituivano una linea pura recessiva. b. Incrociando gli individui della F2 che mostravano il carattere dominante, per autoimpollinazione, ottenne tutti individui con carattere dominante. questi individui della F2 costituivano una linea pura dominante c. Incrociando alcuni individui della F2 che mostravano il carattere dominante, per autoimpollinazione, scoprì che c’erano alcun individui che di nuovo segregavano di nuovo 3: carattere dominante e carattere recessivo. Mendel andò poi a calcolare gli individui che nella F2 segregavano il carattere dominante, il numero di individui che erano solo composti da caratteri dominanti e il numero di individui che mostravano anche caratteri recessivi. la F2 da un punto di vista fenotipico era in rapporto 3:1 carattere dominate e carattere recessivo da un punto di vista genotipico 1: 2 : 1 La F3 era composta da una parte di individui linee pure dominante, una parte linea pura recessiva, mentre due erano composte da individui che mostravano il carattere dominante e carattere recessivo. Nel suo progetto di ricerca, Mendel stabilì di non partire con incroci casuali. Nelle piante che scelse come generazione di partenza, che chiameremo generazione parentale (true parental lines) , i caratteri dovevano essere allo stato puro: ciò significa che il tratto prescelto dev’essere costante per molte generazioni. La prima legge di Mendel Nella prima parte del suo lavoro, Mendel scelse piantine di linea pura per forme opposte del medesimo carattere ed effettuò una fecondazione incrociata : raccolse il polline da un ceppo parentale e lo mise nello stigma (organo femminile) dei fiori dell’altro ceppo, ai quali aveva precedentemente tolto le antere (organi maschili). Mendel sapeva che le piante si riproducevano attraverso gameti maschili e femminili. Quando facciamo un