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Igiene esame slides università, Study notes of Geology

Prevenzione e malattie infettive

Typology: Study notes

2018/2019

Uploaded on 06/12/2019

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IGIENE
CONCETTO DI SALUTE
Se prima la salute era considerata come la semplice assenza di
malattia nel 1948 l’O.M.S introduce il nuovo concetto di salute
inteso come
“uno stato di completo benessere sico, mentale e sociale.”
La tutela della salute è adata alla medicina preventiva e curativa.
L’Igiene è un ramo della medicina PREVENTIVA, ed ha come ne il
mantenimento inalterato dello stato di salute, sico e psichico, di un
individuo no al termine del suo ciclo vitale.
Obiettivo del Servizio Sanitario Nazionale è la PREVENZIONE.
La medicina preventiva ha risultati meno immediati ma radicali.
Possono cancellare in maniera denitiva la malattia in una
popolazione,
La medicina curativa ha risultati immediati ma rivolti al singolo
individuo.
Ciò non impedisce che gli altri individui di una popolazione non si
ammalino.
LA PREVENZIONE
In medicina per PREVENZIONE si intende l’insieme delle azioni
dirette a impedire il vericarsi o il diondersi di eventi non
desiderati o dannosi per la salute.
La prevenzione può essere attuata attraverso tre livelli che sono:
Prevenzione primaria
Prevenzione secondaria
Prevenzione terziaria
La PREVENZIONE PRIMARIA ha lo scopo di proteggere i soggetti sani
annullando o riducendo il rischio di malattia.
Si può svolgere secondo tre indirizzi :
Inattivazione o rimozione dell’agente causale
Risanamento e protezione ambientale
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IGIENE

CONCETTO DI SALUTE

Se prima la salute era considerata come la semplice assenza di malattia nel 1948 l’O.M.S introduce il nuovo concetto di salute inteso come

“uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale.”

La tutela della salute è affidata alla medicina preventiva e curativa.

L’Igiene è un ramo della medicina PREVENTIVA, ed ha come fine il mantenimento inalterato dello stato di salute, fisico e psichico, di un individuo fino al termine del suo ciclo vitale. Obiettivo del Servizio Sanitario Nazionale è la PREVENZIONE. La medicina preventiva ha risultati meno immediati ma radicali. Possono cancellare in maniera definitiva la malattia in una popolazione, La medicina curativa ha risultati immediati ma rivolti al singolo individuo. Ciò non impedisce che gli altri individui di una popolazione non si ammalino.

LA PREVENZIONE

In medicina per PREVENZIONE si intende l’insieme delle azioni dirette a impedire il verificarsi o il diffondersi di eventi non desiderati o dannosi per la salute.

La prevenzione può essere attuata attraverso tre livelli che sono: Prevenzione primaria Prevenzione secondaria Prevenzione terziaria La PREVENZIONE PRIMARIA ha lo scopo di proteggere i soggetti sani annullando o riducendo il rischio di malattia. Si può svolgere secondo tre indirizzi :

  • Inattivazione o rimozione dell’agente causale
  • Risanamento e protezione ambientale
  • Aumento delle difese individuali e adozione di uno stile di vita favorevole al mantenimento della salute.

A volte l’intervento su uno di questi tre fattori è sufficiente ad eradicare la malattia. Ad esempio bonificando l’ambiente ( depurazione acque ) si ha la riduzione delle infezioni legate al ciclo fecale – orale, che si trasmettono tramite l’acqua inquinata.

In altri casi non è sufficiente intervenire su uno solo dei tre fattori, ma bisogna agire su tre fronti, come nel caso della Tubercolosi.

VANTAGGI

L’attuazione immediata ed efficace di un intervento preventivo primario può evitare del tutto l’insorgere della patologia nella popolazione target.

Così facendo si riducono sia i costi dell’ospedalizzazione che delle terapie.

SVANTAGGI

La difficoltà che incontra il medico nell’attuare un intervento preventivo primario è quello di rivolgersi a una popolazione SANA che quindi può non accettare di buon grado l’intervento stesso , dal momento che non conosce i rischi della patologia target.

In poche parole può esserci una scarsa compliance. IL NOSTRO SSN

Per quanto riguarda i vaccini dal 2008 è stata introdotta tra le vaccinazioni consigliate quella contro l’HPV. Secondo uno studio del NEJM del 2011 è stato osservato come il vaccino anti HPV protegga efficacemente anche i maschi dall’infezione e questo ridurrebbe l’incidenza di tumori del cavo orale e della faringe causati dal virus. Per questo è stato proposto in Italia di estendere il vaccino anche alla popolazione maschile.

PREVENZIONE SECONDARIA

La PREVENZIONE SECONDARIA consiste nella individuazione e nella correzione di condizioni di rischio o di stati patologici in fase

rientrano nell’ambito degli interventi di prevenzione terziaria o riabilitativa.

VANTAGGI

  • Il miglioramento della qualità della vita.
  • L’aumento della speranza di vita negli anziani.

SVANTAGGI

Non è più possibile eradicare la malattia o impedirne lo sviluppo in quanto si agisce su una fase patologica conclamata clinicamente.

IL NOSTRO SSN

Sono previsti interventi di prevenzione terziaria di vario tipo:

  • Dalla riabilitazione fisica e psichica per soggetti con disabilità
  • Agli interventi protesici delle grandi articolazioni
  • Questo tipo di prevenzione si sta evolvendo sempre di più anche in ragione dell’invecchiamento globale della popolazione. EDUCAZIONE SANITARIA

Attraverso l’informazione relativa ai problemi della salute e delle malattie, mira a suscitare nella popolazione atteggiamenti e comportamenti, adatti a migliorare la salute ed a combattere le malattie.

L’informazione sanitaria deve riguardare :

  • Le cause delle malattie;
  • I fattori che danneggiano la salute;
  • I progressi della medicina preventiva e curativa;
  • I vantaggi ed i limiti dei singoli interventi.

CAMPI DI INTERVENTO

Possono essere i più vari, come:

■ Promozione alla partecipazione ai programmi vaccinazione e di screening

■ Educazione contraccettiva ■ Istruzione delle gestanti e delle madri

OBIETTIVO FINALE

E’ la sostituzione di:

Comportamenti nocivi e irrazionali con Comportamenti favorevoli alla salute. Occorre adottare opportuni metodi educativi che rigurardino:

La chiarezza del messaggio educativo;

Il suo adeguamento alle componenti psicologiche e sociali della popolazione a cui esso è diretto.

La scelta dei mezzi di comunicazione.

PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE MACRO OBIETTIVI 2014-2018.

▲ Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili.

▲ Prevenire le conseguenze dei disturbi neurosensoriali. ▲ Promuovere il benessere mentale nei bambini, adolescenti e giovani. Prevenire le dipendenze da sostanze.

“epi”, ovvero “sul”

“demos”, ovvero “popolo”

“logos”, ovvero “studio”.

In pratica il termine indica “ la scienza che ha per oggetto lo studio sulla popolazione ”, e, in campo medico, sulla salute della popolazione.

L'epidemiologia è la scienza che ha per oggetto lo studio del fenomeno della insorgenza delle malattie nelle popolazioni di esseri umani, con particolare riguardo:

Alle condizioni ed ai fattori che le determinano; Alle conseguenze che esse hanno sulla popolazione.

PREVENZIONE E CURA DELLE MALATTIE Per un intervento preventivo occorre conoscere EZIOLOGIA delle malattie (la causa che le provoca).

Per un intervento curativo (terapeutico) occorre conoscere PATOGENESI delle malattie (il meccanismo di produzione dei danni).

Gli epidemiologi studiano gruppi di soggetti, non singoli individui, e mettono a confronto una popolazione sana ed una malata per trovare le differenze cruciali tra i sani e i malati.

La differenza è solo di scala: il biologo molecolare studia una molecola, il clinico una persona, l’epidemiologo una popolazione.

APPROCCI DI RICERCA EPIDEMOLOGICA

A prescindere dal tipo di studio, in Epidemiologia possono esservi diversi approcci di ricerca, quali:

Descrittivo, analitico, sperimentale, teoretico.

EPIDEMOLOGIA DESCRITTIVA

Questa branca dell’epidemiologia:

Misura la frequenza di una malattia in una popolazione.

Studia la sua distribuzione secondo le variabili della persona, del tempo e dello spazio. Confronta gruppi o popolazioni con caratteristiche diverse.

STUDI IN EPIDEMOLOGIA DESCRITTIVA I più comuni tipi di studio sono:

▲ Analisi dei dati di mortalità, ▲ Studi di prevalenza,

▲ Studi di incidenza,

▲ Analisi dati derivanti dai registri di malattia,

▲ Indagini su popolazioni isolate geograficamente.

EPIDEMOLOGIA ANALITICA

Valuta l’associazione tra un fattore di rischio ed una malattia, oppure ricerca una associazione confrontando differenti individui.

Tipi di studio:

■ Studio caso-controllo o retrospettivo.

■ Studio trasversale.

■ Studio prospettivo. ■ Studio longitudinale storico.

EPIDEMOLOGIA SPERIMENTALE

  • Valuta l’efficacia di una cura.
  • Confronta individui o gruppi sottoposti o non sottoposti ad una misura terapeutica o preventiva.

Tipi di studio:

▲ Esperimento clinico controllato (Clinical trial),

STUDI LONGITUDINALI: GLI OBIETTIVI:

  • Descrivere il cambiamento nel tempo di variabili quantitative in rapporto alla intensità di esposizione a possibili fattori di rischio;
  • Analizzare l'associazione di un possibile fattore di rischio con l'incidenza futura della malattia;
  • Indagare il destino a distanza di tempo di pazienti trattati da differenti istituzioni sanitarie.

STUDI CASO-CONTROLLO O RETROSPETTIVI

Consistono nella rilevazione "retrospettiva" di dati da due gruppi di soggetti paragonabili. I due gruppi sono:

  • “casi”, cioè i soggetti portatori di una specifica malattia o esito;
  • “controlli”, cioè i soggetti sani o comunque non portatori della malattia o dell’esito in oggetto. STUDI CASO-CONTROLLO: GLI OBIETTIVI

Sono molto utili per svolgere una iniziale esplorazione del ruolo di possibili fattori di rischio, particolarmente per le condizioni patologiche rare. Essi, tuttavia, risentono molto delle conseguenze di una scelta errata dei casi e soprattutto dei controlli (la scelta dei controlli e dei criteri di appaiamento ai casi è la chiave di volta dello studio).

MISURE IN EPIDEMOLOGIA

Gli studi epidemiologici si basano su misure, ed i principali tipi usati sono: Frequenze Tassi Rapporti Prevalenza e incidenza Misure di rischio

FREQUENZE

Sono le più semplici misure, e consistono nell’esprimere il numero di casi osservati, secondo la formula generale N(tx) Ovvero: numero di casi in un certo tempo (es.: 10 casi di influenza in un certo giorno). Si tratta di una misura troppo semplice, perché non permette confronto tra gruppi diversi.

Dove NX = prima variabile, NY = seconda variabile, K = costante.

Es.: rapporto percentuale della mortalità per tumore polmonare tra M e F:

Tasso mort M/ tasso mort F x 100

PREVALENZA La si può valutare in due modi:

Prevalenza puntuale: il numero di casi presenti in una data popolazione in un dato momento.

Prevalenza periodica: il numero di casi presenti in una data popolazione durante un certo periodo di tempo (in genere un anno).

L’incidenza è diversa perché si riferisce solo ai NUOVI casi comparsi nel periodo!!!

EPIDEMOLOGIA E SCELTE POLITICHE

L’Epidemiologia non fornisce dati che servono solo ai medici ed ai ricercatori.

La maggior parte dei dati epidemiologici, infatti, fornisce indicazioni ANCHE sulle condizioni sociali della popolazione, e quindi ha importanza anche per gli amministratori pubblici!

INDICATORI SOCIO-SANITARI

Sono una serie di indicatori numerici, ricavati in parte dall’epidemiologia ed in parte da altre fonti di dati (demografia, econometria etc.) che permettono di capire “come sta” una certa popolazione.

Ne conosciamo 4 tipi: positivi, negativi, diretti, indiretti.

PIRAMIDE DELL’ETA’

Fa parte degli indicatori positivi diretti ed è la rappresentazione grafica della distribuzione di una popolazione per età e sesso. Si prepara affiancando due istogrammi a barre orizzontali, uno per maschi ed uno per le femmine, con le fasce di età più giovani in basso.

FORME DELLA PIRAMIDE

L’epidemiologia ambientale studia gli effetti sulla salute di esposizioni non volontarie ad agenti presenti in diverse matrici dell’ambiente di vita (acqua, aria, cibo, suolo). Essa ricorre spesso a misure indirette (indicatori), quali i livelli ambientali degli agenti inquinanti, ma la validità di questi indicatori dipende dalla loro capacità di integrare le possibili sorgenti di variabilità dell’esposizione.

STUDI EPIDEMOLOGICI AMBIENTALI

Studi analitici: basati su misure personali ripetute, per valutare l’esposizione individuale del soggetto e le relative conseguenze. Studi ecologici: basati su stime dell’esposizione media in gruppi di soggetti (es. residenti nell’area circostante un insediamento industriale, utilizzatori di acqua di una falda acquifera contaminata, etc).

IN CONCLUSIONE

L’epidemiologia studia gli eventi e i fattori che li influenzano; dai dati ricavati fornisce notizie utili ai fini dell’attuazione di misure sanitarie.

Gli studi epidemiologici non avendo a disposizione tutti i dati della popolazione se non in via teorica, hanno spesso bisogno di un campione che deve essere rappresentativo e generalizzabile.

I criteri di inclusione ed esclusione del campione se non corretti possono falsare l’intero studio epidemiologico.

EPIDEMOLOGIA MALATTIE INFETTIVE

Le malattie infettive rappresentano un vasto gruppo di affezioni, contagiose o meno, causate da numerosi organismi parassiti dell’uomo quali:

ORIGINE DELLE MALATTIE

Le malattie possono avere una origine Esogena cioè si manifestano come fenomeno spontaneo e non controllato nella comunità o come manifestazione nosocomiale nei servizi ospedalieri.

Endogena manifestandosi come il risultato del viraggio del commensalismo e/o simbiosi tra agente ed ospite dovuto a :

  • Diminuizione immunità naturale
  • Farmaci
  • Stati immunopatologici
  • Sostanze chimiche ECOLOGIA MICROBICA

Micro- e macro-organismi convivono sul nostro pianeta da sempre. In base al rapporto “microbo-ospite” li dividiamo in: ■ SAPROFITI: vivono nell’ambiente (es.: flora batterica sulle superfici) ■ COMMENSALI: vivono in simbiosi con un macro-organismo (es.: flora batterica nell’intestino)

INFEZIONI DA OPPORTUNISTI

Sono le infezioni prodotte da microrganismi saprofiti o commensali, che non sono in grado di infettare un ospite sano.

Questi microrganismi divengono patogeni se l’ospite perde le sue difese: ustionati, soggetti con immunodepressione (AIDS, chemioterapia, irradiazione), portatori di protesi cardiache etc.

RAPPORTO OSPITE- PARASSITA

Sin dal primo contatto, l’ospite (sano) oppone una serie di difese al parassita. Consideriamo:

■ BARRIERE NATURALI: cute, mucose, secrezioni, lacrime, saliva, aciditá gastrica etc.

■ IMMUNITA’: produzione di anticorpi ed intervento di cellule specializzate (fagociti)

■ REFRATTARIETA’: resistenza naturale, geneticamente determinata (specie, razza)

INFEZIONE E MALATTIA INFETTIVA

Non sempre la penetrazione di un patogeno (infezione) produce danno (malattia infettiva).

Dopo l’infezione occorre tempo al patogeno per iniziare a svilupparsi (periodo d’incubazione), e la malattia puó essere:

■ ASINTOMATICA: decorre senza segnali evidenti.

■ ACUTA: inizia e finisce in breve tempo, con un esito “certo” (vince il patogeno o vince l’ospite).

■ CRONICA: inizia ma dura molto (o non finisce mai) perché si crea un equilibrio tra patogeno e ospite.

ELEMENTI DELL’INFEZIONE

La comparsa della malattia mette in gioco le caratteristiche di tre diversi elementi:

AGENTE – OSPITE – AMBIENTE

A questi tre elementi se ne deve aggiungere un altro di uguale rilevanza rappresentato dalle:

MODALITA’ DI TRASMISSIONE

CATENA CONTAGIONISTICA

Questi elementi correlati rappresentano la catena contagionistica: