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Una panoramica del periodo storico noto come 'lungo ottocento', analizzando le trasformazioni sociali, economiche e politiche che hanno caratterizzato l'europa e il mondo tra la fine del xviii secolo e l'inizio del xx secolo. Temi come la rivoluzione industriale, l'ascesa del capitalismo, l'emergere del proletariato, l'imperialismo e la prima guerra mondiale, offrendo una prospettiva critica e analitica su questi eventi cruciali.
Typology: Schemes and Mind Maps
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La storiografia ha definito che dopo le tre fasi classiche:
scuole in quelle nazioni. Ci furono a riguardo delle tensioni: le Elite occidentalizzate contribuirono a riscoprire le radici endogene delle loro culture e le Elite tradizionali facevano leva sulle popolazioni perché si ribellassero alla perdita delle loro radici. Gli europei per spiegare il fenomeno di paesi in decadenza sul piano politico che non volevano adeguarsi al progresso tecnologico elaborarono la tesi dell’immobilismo cinese che era contrapposto alle civiltà progressiste dell’Occidente. Durante l’Ottocento tutte le regioni del mondo condivisero l’ideologia di progresso e di conseguenza l’indipendenza nazionale e l’organizzazione di nazioni entro schemi del modello di costituzionalismo rappresentativo. (Alla fine dell’Ottocento il leader cinese Sun Yat-sen iniziò una lotta per l’abbattimento del potere imperiale e riuscì a varare una prima Repubblica nel 1911, nella guerra russo giapponese del 1904, 1905 si vide una potenza che sconfisse il potere dell’impero zarista, inoltre, nel 1908 nell’impero ottomano, si ebbe la rivolta di un movimento, i giovani turchi, che riuscirono ad imporre al sultano delle modifiche costituzionali e una modernizzazione in stile europeo). Divenne palese questo coinvolgimento globale con la Prima guerra mondiale, con i negoziati della pace di Parigi nel 1919 i principali vincitori misero mano ad un ridisegno globale della carta del mondo che toccò tutti i continenti. Da quel momento si parla di storia mondiale.
Con lo sviluppo dell’industrializzazione la concentrazione di grandi masse operaie nelle città che vivevano in pessime condizioni igieniche e con bassi salari finiva per alimentare il conflitto sociale: crebbe il timore verso le masse pericolose e la criminalità. Lo shock costituito dal 1848 in Europa si deve sia alla rivendicazione generalizzata del principio costituzionale sia alla presenza visibile di operai sulle barricate a Parigi e a Berlino. L’intensificarsi di queste agitazioni, l’emergere di una questione sociale e le radicalizzazioni politiche non fecero che alimentare i timori dell’opinione pubblica moderata nei confronti del ceto operaio.
intermediari nel rapporto tra datori di lavoro e lavoratori. Durante i moti rivoluzionari del 1848 fu teorizzato e poi messo in pratica dal governo della seconda Repubblica il principio del diritto al lavoro garantito dallo Stato attraverso l’istituzione degli opifici nazionali: fabbriche statali creati per dare lavoro ai disoccupati (Lavori pubblici). In seguito, nacquero partiti che si richiamavano ai valori socialisti e volevano rappresentare gli interessi della classe operaia. Nei paesi in cui si instaurarono avevano posizioni più moderate, attente alle richieste di riforme sociali per le classi inferiori, e posizioni più radicali che rifiutavano il dialogo con i partiti borghesi in nome dei principi della rivoluzione. La contrapposizione si dispose dopo la Seconda guerra mondiale anche per effetto dell’impatto simbolico della Rivoluzione russa. Tra le due guerre nacquero movimenti di massa operai e alcuni riuscirono a ottenere i risultati non di poco conto: il grande sciopero delle Trade Unione inglesi nel 1926. Nel 1929 con la crisi economica si compì una svolta che portò un maggior intervento dello Stato nell’economia che ebbe ripercussioni sulle relazioni tra sindacati e imprenditori. L’industrializzazione ha allargato l’area del ceto medio modificandone la composizione interna a favore di nuove figure sociali. Il lavoro impiegatizio è stato visto come una sorta di proletariato intellettuale e la differenziazione delle sue funzioni è stata ampia.
Al 1914 che viene che viene chiamata belle èpoque. indizio del fatto che l’economia stava rallentando e una delle cause è la diminuzione di spesa da parte dei consumatori a cui seguì il rallentamento della produzione. La disoccupazione in Germania era aumentata e la banca di Vienna sospese i pagamenti ai correntisti. Negli anni precedenti si era creduto che il miglior modo di far proliferare le economie fosse lasciare il mercato libero di agire e a partire dagli anni 30 si affermò la tendenza a incentivare il ruolo dello Stato in tutte le attività economiche. Una delle politiche che blocco l’espansione economica degli Stati Uniti fu l’eccessiva attenzione a non aumentare il deficit del paese. Se altri paesi attuarono deliberatamente una politica di deficit spending gli Stati Uniti solo nel 1938 decisero di spendere oltre il proprio budget per incrementare la ripresa dei consumi. La mancata redistribuzione delle entrate ottenute con le tasse la mancanza di investimenti privati pesarlo ulteriormente. In Germania, fallita l’esperienza della Repubblica di Weimar, i nazisti presero il potere e attuarono una politica economica che eliminò completamente la disoccupazione usando un sistema di cedole parallelo alla carta moneta. Era un modo per aggirare il divieto di stampare banconote, uno dei vincoli del gold standard. Inoltre, vide attuato un vasto programma di opere pubbliche nelle quali vennero impiegati molti lavoratori. Questa espansione fu attuata a spese di parte della società tedesca, tra cui dissidenti politici e sindacali ebrei e attraverso una politica militare espansiva. Nel 1938, con la missione dell’Austria, cominciò la politica dello spazio vitale per il quale la Germania estese progressivamente i propri confini fino a diventare un vasto sistema che realizzava lo sfruttamento economico di milioni di essere umani in condizioni di schiavitù. Durante la Seconda guerra mondiale la Germania nazista fu indirizzata a un tipo di economia che è stata definita di vampirismo. Durante la Seconda guerra mondiale attraverso gli accordi di Bretton Woods del 1944 si decise di trasformare il sistema di gold standard. Da quel momento in poi non fu più l’oro il punto di riferimento dei cambi ma il dollaro in quanto gli Stati Uniti detenevano la maggior parte delle riserve mondiali di oro.