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L'impatto delle tecnologie digitali sull'educazione: una storia d'amore instabile, Summaries of Science education

Riassunto de "Le insidie dell'ovvio"

Typology: Summaries

2014/2015

Available from 05/24/2015

prynceton818
prynceton818 🇩🇪

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Le insidie dell'ovvio
La tecnologia cambierà l'educazione?
Per molti autori l'impiego delle tecnologie digitali implica una serie di cambiamenti che riguardano
il nostro modo di concepire l'istruzione e l'apprendimento:
ripensare il ruolo dell'insegnante, ossia passare da una concezione dell'insegnamento come
trasmissione di conoscenze da uno (l'insegnante) a molti (la classe) ad una visione
dell'insegnamento come guida e facilitazione dei processi d'apprendimento
ripensare la natura dell'insegnamento, muovendo dalla figura di un insegnante che opera in
isolamento a quella di un insegnante che lavora per progetti insieme ai colleghi;
ripensare il ruolo dello studente, concependolo non più come passivo fruitore ma come
componente attiva che opera in gruppo per creare nuove conoscenze ed applicarsi alla
risoluzione di problemi;
ripensare la collocazione delle istituzioni educative all'interno della società attraverso azioni
integrate con il resto della comunità in grado di farle uscire dall'isolamento;
ripensare il ruolo dei genitori, i quali dovrebbero essere sempre più coinvolti nelle attività
della comunità scolastica.
Altri autori rappresentano i cambiamenti dei sistemi educativi in termini più forti e con toni
drammatici. In queste prospettive, le tecnologie renderebbero sostanzialmente inutili sia la scuola
sia l'università, sia gli studenti che gli insegnanti.
Il cambiamento digitale dell'educazione è inevitabile.
Da una parte, la necessità del cambiamento viene interpretata come una conseguenza della
diffusione delle tecnologie digitali in tutti gli ambiti della vita; dall'altra, vi sono pressioni interne al
mondo stesso dell'educazione laddove delle tecnologie digitali vengono viste come dotate della
capacità intrinseca di trasformare in meglio molti aspetti dell'educazione, in pratica esistono
imperativi interni per un maggiore uso delle tecnologie digitali in contesti educativi.
Imperativi sociali
Le pressioni sociali al cambiamento sono sempre state piuttosto forti e lo sono ancora oggi. Prova
ne è il fatto che le tecnologie a scuola vengono spesso usate come strumento per attrarre l'interesse
dei genitori e quindi aumentare il numero delle iscrizioni.
Da un lato prevale un generico bisogno di “ rimanere al passo” con i tempi, dall'altro, la necessità di
adeguarsi al cambiamento non è dettata semplicemente dall'astratta preoccupazione fine a se stessa
di rimanere aggiornati: si sostiene da più parti che i sistemi educativi abbiano il dovere di
aggiornarsi e allinearsi ai cambiamenti economici e sociali sollecitati dalla tecnologia.
Imperativi professionali e life-skill
Un altro degli imperativi si lega all'idea secondo cui gli studenti devono sviluppare abilità
informatiche per trovare lavoro nell'economia della conoscenza e dell'informazione.
Molte professioni si basano oggi sull'elaborazione delle informazioni e l'uso delle tecnologie per
creare e manipolare prodotti digitali. Queste professioni richiedono lavoratori più flessibili,
adattabili e tecnologicamente attrezzati. I soggetti che non hanno l'opportunità a scuola di
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Le insidie dell'ovvio

La tecnologia cambierà l'educazione?

Per molti autori l'impiego delle tecnologie digitali implica una serie di cambiamenti che riguardano il nostro modo di concepire l'istruzione e l'apprendimento:

  • ripensare il ruolo dell'insegnante, ossia passare da una concezione dell'insegnamento come trasmissione di conoscenze da uno (l'insegnante) a molti (la classe) ad una visione dell'insegnamento come guida e facilitazione dei processi d'apprendimento
  • ripensare la natura dell'insegnamento, muovendo dalla figura di un insegnante che opera in isolamento a quella di un insegnante che lavora per progetti insieme ai colleghi;
  • ripensare il ruolo dello studente, concependolo non più come passivo fruitore ma come componente attiva che opera in gruppo per creare nuove conoscenze ed applicarsi alla risoluzione di problemi;
  • ripensare la collocazione delle istituzioni educative all'interno della società attraverso azioni integrate con il resto della comunità in grado di farle uscire dall'isolamento;
  • ripensare il ruolo dei genitori, i quali dovrebbero essere sempre più coinvolti nelle attività della comunità scolastica. Altri autori rappresentano i cambiamenti dei sistemi educativi in termini più forti e con toni drammatici. In queste prospettive, le tecnologie renderebbero sostanzialmente inutili sia la scuola sia l'università, sia gli studenti che gli insegnanti. Il cambiamento digitale dell'educazione è inevitabile. Da una parte, la necessità del cambiamento viene interpretata come una conseguenza della diffusione delle tecnologie digitali in tutti gli ambiti della vita; dall'altra, vi sono pressioni interne al mondo stesso dell'educazione laddove delle tecnologie digitali vengono viste come dotate della capacità intrinseca di trasformare in meglio molti aspetti dell'educazione, in pratica esistono imperativi interni per un maggiore uso delle tecnologie digitali in contesti educativi. Imperativi sociali Le pressioni sociali al cambiamento sono sempre state piuttosto forti e lo sono ancora oggi. Prova ne è il fatto che le tecnologie a scuola vengono spesso usate come strumento per attrarre l'interesse dei genitori e quindi aumentare il numero delle iscrizioni. Da un lato prevale un generico bisogno di “ rimanere al passo” con i tempi, dall'altro, la necessità di adeguarsi al cambiamento non è dettata semplicemente dall'astratta preoccupazione fine a se stessa di rimanere aggiornati: si sostiene da più parti che i sistemi educativi abbiano il dovere di aggiornarsi e allinearsi ai cambiamenti economici e sociali sollecitati dalla tecnologia. Imperativi professionali e life-skill Un altro degli imperativi si lega all'idea secondo cui gli studenti devono sviluppare abilità informatiche per trovare lavoro nell'economia della conoscenza e dell'informazione. Molte professioni si basano oggi sull'elaborazione delle informazioni e l'uso delle tecnologie per creare e manipolare prodotti digitali. Queste professioni richiedono lavoratori più flessibili, adattabili e tecnologicamente attrezzati. I soggetti che non hanno l'opportunità a scuola di

sviluppare le abilità tecnologiche adeguate rischiano di essere esclusi dal mondo del lavoro. Al di la delle questioni economiche la capacità di utilizzare le tecnologie digitali viene anche considerata una life-skill essenziale per i cittadini che vivono nella odierna “società dell'informazione”. Imperativi pedagogici Gran parte dei vantaggi e benefici vengono ricondotti al potere che le tecnologie hanno o avrebbero di supportare i processi cognitivi dell'allievo: si ritiene infatti che le tecnologie influiscano positivamente sulla motivazione degli studenti, che migliorino l'apprendimento, in particolare i processi di ritenzione, che rendano l'apprendimento più attivo, interattivo e coinvolgente, che aumentino la produttività della classe, migliorando prestazioni individuali e collettive. Imperativi organizzativi in questo caso, le tecnologie digitali vengono percepite come uno strumento adeguato per la “modernizzazione” della scuola e l'università. Un altro beneficio organizzativo riguarda la maggiore efficienza delle modalità di erogazione.

Che cosa possiamo imparare dalla storia?

Un primo passo importante per pensare al futuro delle tecnologie educative è costituito da una maggiore e migliore comprensione del passato. Un approccio storico consente di far valutazioni sulla lunga durata e di comprendere con maggiore profondità le tecnologie che si sono susseguite sulla scena tecnologico-didattica, poi, si riesce ad avere una buona comprensione di una nuova tecnologia solo se si possiede un'adeguata conoscenza delle tecnologie che l'hanno preceduta. Infine lo studio e la comprensione del passato possono fornire una base per costruire un presente migliore.

Educazione e tecnologie: una “storia d'amore instabile”

Il rapporto tra educazione e tecnologie ha una lunga storia. Il ventunesimo secolo è stato caratterizzato da un intenso e un rapido sviluppo tecnologico. Queste tecnologie hanno conosciuto grande fortuna in tutti i settori sociali, tuttavia, il loro uso in ambito educativo si è rivelato spesso più problematico. Usi educativi del cinema e dei film i primi esempi di uso educativo del cinema risalgono alla seconda metà del XIX secolo negli USA e in Europa. Qui alcune scuole cominciarono a sperimentare l'impiego di immagini fisse proiettate in sequenza utilizzando il filmstrip : si trattava di strisce di fotogrammi che venivano proiettate in successione come un film per mano dell'insegnante che si occupava del riavvolgimento della pellicola. Fu la diffusione delle immagini in movimento a segnare una svolta, contribuendo alla crescita di popolarità dell'istruzione audio-visuale. Da una parte, l'impiego didattico delle immagini in movimento sembrava fornire una risposta adeguata al bisogno di accrescere e migliorare l'efficacia e l'efficienza dell'istruzione. Dall'altra, quando il cinema intorno agli anni Venti si afferma come una delle maggiori forme culturali orientate allo spettacolo di intrattenimento e all'informazione l'impiego in senso didattico ed educativo di questo medium viene sollecitato e spinto anche dall'interesse specifico verso lo sviluppo di questa tecnologia. Dopo questa fase iniziale, un numero crescente di scuole negli USA cominciò a introdurre il cinema d'insegnamento nell'offerta didattica, furono prodotti su commissione anche contenuti educativi ad hoc sugli argomenti che si prestavano e per tutti i livelli scolastici. L'uso delle immagini in movimento fu considerato come un simbolo ufficiale dell'insegnamento “moderno” e “progressista” Mentre il cinema diventava sempre più popolare come strumento di intrattenimento, non accadeva

La storia delle tecnologie in educazione è anche caratterizzata dalla tendenza ad ignorare i risultati, spesso in efficaci o non sostenibili, derivanti dall'impiego delle tecnologie. Se infatti la storia si ripete ciclicamente dobbiamo trarne che non si impara mai da ciò che è stato fatto e dagli eventuali errori del passato. In ogni caso se l'andamento è ciclico qualcosa forse si può imparare dalla storia. Alcune innovazioni, infatti, riflettono semplicemente il progressivo cambiamento delle tecnologie, favorendo il miglioramento di qualcosa che già esiste. Lezione n°3- Oltre il determinismo tecnologico duro Nelle prospettive deterministiche “si ritiene che la tecnologia sia il risultato di un processo neutrale basato sulla ricerca scientifica e lo sviluppo piuttosto che il prodotto dell'interazione tra forze sociali, politiche ed economiche complesse. Ne consegue che alla tecnologia viene imputata la capacità di avere effetti, produrre cambiamenti psicologici e sociali, indipendentemente dal modo in cui viene usata e dai contesti e i processi sociali in cui intervenire. Lezione n°4- L'innovazione tecnologico-educativa come fatto multidimensionale e complesso Molteplici sono i fattori in gioco che possono intervenire, ostacolando o favorendo i processi di innovazione tecnologico-educativa. Alcuni di questi fattori sono di natura più tecnica e pratica, altri, hanno a che fare con dimensioni di carattere organizzativo. Eccone alcuni: Accessibilità e qualità delle strumentazioni il basso grado di integrazione delle tecnologie nella didattica dipende da ragioni di carattere logistico e infrastrutturale. Le strumentazioni tecnologiche sono spesso inappropriate, fragili e quantitativamente limitate: non si riesce a garantire un accesso adeguato ad esse per via di vincoli relativi all'uso dei locali scolastici e degli orari. Inoltre il supporto tecnico di cui gli insegnanti possono disporre a scuola è solitamente limitato e anche quando le strumentazioni sono disponibili e facilmente accessibili, scarsa è l'offerta di programmi e contenuti adeguati e di buona qualità da poter utilizzare con gli allievi. Implementazione dell'innovazione Dal cinema educativo al''impegno didattico del computer, queste tecniche sono state introdotte non tanto per rispondere ai bisogni di insegnanti o studenti, quanto per soddisfare imperativi esterni e secondo modalità prevalentemente top-down. Il problema è che spesso i riformatori pensano che l'innovazione scolastica sia solo una questione tecnica e non comprendono che il cambiamento avviene in modo lento e progressivo. Esiste infatti una “grammatica della scuola” in quanto istituzione che tende a resistere alle trasformazioni radicali, in particolar modo quando provengono all'esterno. La scuola e le sue routine Gli ambienti di lavoro condizionano e influenzano il comportamento degli individui che in essi operano. Ciò vale anche per la scuola dove lo spazio è fisicamente organizzato in un certo modo, i contenuti sono strutturati per livelli di difficoltà, il tempo è suddiviso in relazione ai vari compiti da svolgere nell'arco della giornata lavorativa, determinate regole governano il comportamento degli studenti e degli adulti. La natura del ruolo professionale dell'insegnante Un ulteriore fattore che incide sui processi di innovazione riguarda la cultura professionale dell'insegnante. In alcuni casi, l'uso delle tecnologie può entrare in conflitto con credenze profonde degli insegnanti quali quelle relative al''insostituibilità del rapporto umano diretto; spesso coloro che integrano le tecnologie nelle loro pratiche didattiche lo fanno in virtù delle loro credenze filosofiche sull'insegnamento o sulla natura di ciò che insegnano.

Lezione n°5-La tecnologia non può essere considerata una “panacea” per i problemi dell'educazione la storia delle tecnologie in educazione ci insegna che le tecnologie non possono essere considerate come un “toccasana”, una panacea, un viatico sempre valido da chiamare in causa per risolvere ed affrontare tutti i problemi dell'educazione. La tecnologia sta trasformando le nuove generazioni di studenti?

Nativi digitali, nuove identità e nuove pratiche sociali

I nativi digitali sarebbero radicalmente diversi dalle generazioni che li hanno preceduti non solo perché pensano diversamente, ma anche perché sono e si comportano i modo diverso dai loro genitori. I membri della Net Generation sarebbero dotati di un'alta stima di sé e ciò in virtù delle caratteristiche specifiche dei media digitali: il loro uso aumenterebbe il senso di auto efficacia e la produttività, influendo positivamente sulla percezione che i giovani hanno di sé. Nel mondo digitale, bambini e adolescenti agirebbero da attori protagonisti piuttosto che da spettatori, come accadeva all'epoca della tv o dei mass media tradizionali.

Nativi digitali Vs Immigrati digitali

Una delle tesi sui nativi digitali è che sono radicalmente diversi dalle generazioni che li hanno preceduti, i cui membri, vengono definiti “immigrati digitali”. Un immigrato a differenza di un nativo, non apprende in modo naturale e spontaneo la lingua del paese in cui approda, ma deve studiarla e acquisirla, spesso con fatica e conservando anche un accento più o meno forte che lo contraddistingue. Ugualmente gli immigrati digitali, pur adattandosi al nuovo ambiente socio- tecnologico conserverebbero tuttavia il loro accento, restando fermi ad un passato che non c'è più. In breve: Nativi digitali Immigrati digitali Studente Insegnante Veloce Lento Giovane Vecchio Futuro Passato Pensiero multi-tasking Pensiero sequenziale Immagini Testi Divertente Seri Sguardo in avanti Sguardo indietro Digitale Analogico Azione Conoscenza Connessione costante Isolamento

“Education 1.0” Vs “Studenti 2.0”

Formale Vs informale

Tecnologie digitali e nuove generazioni tra rischi e opportunità

Per rappresentare i rischi e le opportunità che si accompagnano all'impiego delle tecnologie digitali disponiamo del progetto di ricerca EU Kids online, espressamente dedicato al rapporto tra nuove tecnologie e minori. I ricercatori hanno classificato i rischi e le opportunità in relazione a 3 potenziali ruoli, più o meno attivi, che il bambino o l'adolescente può assumere o svolgere in rapporto alla rete e considerando 4 diversi ambiti a seconda che si tratti della sfera dei rischi o di quella delle opportunità. Per quanto riguarda i rischi i ricercatori li hanno raggruppati in 3 tipologie: 1- rischi sul versante dei contenuti; 2- rischi sul versante dei contatti; 3- rischi sul versante della condotta. Anche le opportunità sono state raggruppate in relazione ai tre ruoli potenziali del bambino/adolescente: 1- opportunità sul versante dei contenuti; 2- opportunità sul versante dei contatti; 3- opportunità sul versante della condotta. Rischi sul versante dei contenuti un primo elemento di preoccupazione riguarda la credibilità e la qualità dell'informazione online. La convergenza dell'informazione e dei canali mediali può influire sui giudizi relativi alla credibilità confondendo l'utente a vari livelli. Infine in internet vi sono anche siti che diffondono intenzionalmente informazioni false, scorrette o fuorvianti spesso per ragioni ideologiche ma anche commerciali. Si parla a questo proposito di Web Deception. Rischi sul versante dei contatti sul versante relazionale i rischi derivano dalla possibilità di incorrere in contatti non desiderabili o di essere oggetto di comportamenti aggressivi. La condizione di anonimato relativamente garantita dalla comunicazione via web può portare a fenomeni di deresponsabilizzazione che nella direzione dall'adulto al bambino possono tradursi in comportamenti lesivi verso i giovani, e nella direzione bambino-bambino e/o bambino-adulto in atti di cyberbullismo. Rischi sul versante della condotta nella relazione con gli altri il gioco dell'identità può facilmente scivolare nell'inganno o indurre all'assunzione di identità pericolose. L'anonimato consentito dalla comunicazione via web, la natura asincrona dell'intenzione online, l'assenza relativa di meccanismi o figure di garanzia e l'effimera natura dei legami che uniscono i membri di una comunità online possono condurre ad ingannare gli altri, a restituire false rappresentazioni di sé, delle proprie competenze e motivazioni. Opportunità sul versante dei contenuti Potenziali vantaggi sul versante dei contenuti sono riconducibili alla maggiore facilità con cui oggi è possibile accedere alle risorse digitali e produrle, con risvolti interessanti sul piano formativo e professionale. Opportunità sul versante dei contatti L'anonimato rende gli spazi online dei luoghi narrativi, per così dire “privi di rischi” in cui esplorare le proprie identità, lavorare sui problemi personali o anche “agire” i conflitti irrisolti. L'opportunità di “assumere il ruolo degli altri” può aiutare la persona a riflettere su chi è e su chi vorrebbe essere, in un gioco continuo di proiezioni, oppure può suscitare anche una maggiore attenzione e sostenibilità verso le prospettive altrui, favorendo atteggiamenti più tolleranti. Opportunità sul versante della condotta Le opportunità possono essere individuate nella possibilità di partecipare ad esperienze di apprendimento collaborativo e di dare vita a nuove forme di impegno civico.

Formazione, valutazione, ricerca

Da un lato gli organismi internazionali sottolineano che il tema dei rischi connessi all'uso delle ICT debba essere affrontato nel contesto del loro potenziale positivo. Dall'altro molti autori evidenziano come il passaggio dai potenziali benefici dei media e delle tecnologie alle reali opportunità non sia assimilabile ad un processo spontaneo e automatico, ma richieda interventi mirati specie sul piano della formazione e dell'educazione alla media e digital literacy, o della competenza digitale. Sul piano teorico, la riflessione intorno ai concetti dei media e digital literacy/competence ha raggiunto livelli avanzati di analisi e anche ragionevoli punti di intersezione. Sul piano applicativo per promuovere un'educazione orientata allo sviluppo di queste competenze, occorre un ulteriore passaggio che coinvolge la prassi didattica e formativa, la valutazione e anche la ricerca.

Formazione

La media e digital literacy/competence non si sviluppano spontaneamente ma occorrono specifici percorsi formativi e la scuola può svolgere un ruolo importante da questo punto di vista. Sul piano metodologico, si tratta di allestire situazioni didattiche capaci di coniugare o di alternare azione e riflessione, produzione e analisi, creatività e attenzione critica, esperienza e analisi metacognitiva..

Valutazione

Comunemente quando si parla di tecnologie digitali e valutazione di competenze, il primo pensiero va alla Patente europea del computer (ECDL) o strumenti similari. L'ECDL si focalizza, però, su conoscenze tecnico-procedurali e abilità informatiche di base legate all'impiego di specifici software. In questo quadro un primo lavoro è quello dell'Educational Testin Service (ETS) che ha sviluppato l'iCritical Thinking, uno strumento multi-target in grado di valutare non solo abilità tecniche di base, ma anche capacità critiche di ricerca, selezione e valutazione di risorse. Un altro strumento è quello messo a punto negli USA dal National Assesment Governing Board, denominato NAEP. Esso verrà utilizzato per una valutazione delle competenze tecnologiche degli alunni della scuola dell'obbligo a livello nazionale e si articola in 3 principali sezioni: 1-comprensione dei principi tecnologici; 2- sviluppo di soluzioni; 3- comunicazione e collaborazione. Un approccio più centrato sulle dimensioni cognitive, metacognitive ed etico-sociali legate all'impiego delle tecnologie caratterizza gli strumenti elaborati dal gruppo di ricerca DCA-Digital Competence Assesment. Il team ha sviluppato due tipologie di strumenti: 1- Instant DCA; 2- Situated DCA. Il primo è uno strumento a largo spettro pensato come un mezzo rapido di verifica, utilizzabile ad interi istituti scolastici o da docenti di singole classi. Più specificatamente gli item dell'iDCA sono stati organizzati in 3 dimensioni:

  • dimensione cognitiva: che comprende le due sotto categorie → applicativa e astratta;
  • dimensione cognitiva: che include attività come estrarre un testo, valutare l'affidabilità di un'informazione, comprare informazioni contrastanti, organizzare dati con tabelle;
  • dimensione etica: riguarda tematiche di ordine etico e sociale

Ricerca

Si tratta di sviluppare una maggior consapevolezza sulle dimensioni più strettamente pedagogico- didattiche, attraverso studi e ricerche volte a verificare metodi e approcci che risultino didatticamente più efficaci.

Tecnologie e apprendimento: quali evidenze?

Systematic review commissionate dal governo canadese

  • non esistono evidenze chiare e coerenti circa l'impatto positivo delle ITC sullo sviluppo delle competenze linguistico-espressive;
  • per l'area matematico-scientifica vi sono evidenze più confortanti che attestano il verificarsi di effetti più positivi, ma non vale per in modo generale per tutti i tipi di software o contenuti
  • tra gli studi individuati molti si basano su impianti teorici deboli e metodologie di ricerca inadeguate e applicate in modo scorretto. Hettie Ha considerato 800 revisioni sistematiche della letteratura per valutare quali tecnologie in educazione superassero la soglia del suo barometro di 0,4. le tecnologie impiegate sono:
  • video interattivi,multimedia,ipermedia / 0,
  • simulazioni e videogiochi / 0,
  • istruzione programmata / 0,
  • istruzione a distanza / 0, Russel Ha raccolto molti studi in un'ottica storico-comparativa, cioè prende gli studi in un determinato tempo storico ampio e li compara. Dopo questa comparazione lui afferma che NON esiste una differenza significativa tra interventi basati sulle tecnologie e interventi non basati sulle tecnologie. Clark a metà degli anni '80 diceva che le tecnologie possono essere paragonate a un camion che trasporta alimenti, cioè, come il camion non modifica la qualità degli alimenti così l'utilizzo della tecnologia non modifica l'informazione. Eppi Center È attivo dal 2000 e la sede è al Londra. Ha sviluppato una metodologia che consiste in una revisione sistematica della letteratura, cioè, si parte da una domanda e si fa una ricerca sistematica, si valuta la qualità scientifica, si estraggono i dati che interessano e viene fatta una sintesi.