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Il Medioevo: Società, Potere e Cultura nell'Alto Medioevo, Summaries of Law

La società, il potere e la cultura nell'alto medioevo, analizzando esempi concreti come la figura di dhuoda e il suo insegnamento al figlio, la gestione delle curtis e la separazione tra regno e sacerdozio. Offre una panoramica di come la società medievale si organizzava e funzionava, evidenziando aspetti come la vita quotidiana, le relazioni di potere, la religione e la cultura.

Typology: Summaries

2022/2023

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giorgia-giovannini-5 🇬🇧

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Fonti Senatore
Un monaco e l’invasione dei longobardi
(fonte narrativa)
I longobardi invasero la penisola italiana
nel 568 occupandone buona parte,
abbiamo pochissime fonti tra cui la
Historia Langobardorum di un monaco
longobardo Paolo Diacono, passi
dell’opera relativi alla morte del re Alboino.
Si dice che i Longobardi elessero Clefi,
dopo la sua morte rimasero dieci anni
senza re e stettero sotto il comando dei
duchi, dopo elessero come proprio re
Autari figlio di Clefi a cui attribuirono
l’appellativo di Flavio. Poi dice che nel
regno longobardo non c’erano violenze né
si tramavano insidie, non c’erano furti o
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E’ un testo che ci vuole raccontare una
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Fonti Senatore Un monaco e l’invasione dei longobardi (fonte narrativa) I longobardi invasero la penisola italiana nel 568 occupandone buona parte, abbiamo pochissime fonti tra cui la Historia Langobardorum di un monaco longobardo Paolo Diacono, passi dell’opera relativi alla morte del re Alboino. Si dice che i Longobardi elessero Clefi, dopo la sua morte rimasero dieci anni senza re e stettero sotto il comando dei duchi, dopo elessero come proprio re Autari figlio di Clefi a cui attribuirono l’appellativo di Flavio. Poi dice che nel regno longobardo non c’erano violenze né si tramavano insidie, non c’erano furti o rapine. E’ un testo che ci vuole raccontare una

storia, l’occupazione dell’Italia da parte dei Longobardi caratterizzata da assassini e depredazioni, le città furono distrutte, le popolazioni sterminate e i romani sottomessi. Dopo dieci anni senza re, i capi longobardi eleggono re Autari. La semplicità narrativa con cui viene descritta è solo apparente. Interessante quando dice che dopo la morte di Clefi molti nobili romani furono uccisi da chi voleva impadronirsi dei loro bene mentre i restanti furono costretti a pagare un tributo ai nuovi dominatori. Parla della violenza dei duchi in cui spogliano chiese, uccidono sacerdoti e rovinano le città, un disastro con stragi e distruzioni. Poi si definisce ai Longobardi chiamandoli hospites ossia “ospiti” in riferimento al principio dell’hospitalitas secondo cui i

potuto dire ma che ha scelto di non dire. Per esempio è interessante come non parli dell’origine mitica dei longobardi come avviene nelle storie dei Franchi presentati come discendenti dei troiani tramite Enea, troiani che furono sconfitti dai greci, i longobardi solo descritti come un popolo venuto dal Nord e dunque assolutamente estraneo al mondo romano. Paolo raccolse tradizioni orali della storia dei longobardi come nell’Origine della stirpe dei Longobardi, una fonte o Secondo di Non o di Trento che narra le fasi più difficili della conquista di cui ebbe esperienza diretta, lo stesso vocabolo di hospites lo usa Secondo. Poi Paolo dice che non c’erano violenze e non si tramavano insidie, affermazione in cui Paolo evoca la pace e la giustizia che un tempo regnavano tra i longobardi. Si fa

condizionare dalle sue esperienze come per il fatto che essendo monaco cattolico giudica negativamente l’arianesimo dei primi longobardi, gli eccidi dei romani e il saccheggio delle chiese, in quanto longobardo pero era fiero della storia del suo popolo e riteneva opportuno tramandarlo ai posteri. Ci sono contraddizioni nel brano. Ci si chiede cosa successe veramente ai romani in occasione dell’invasione longobarda, ci sono state varie discussioni come Manzoni che nel saggio Discorso sopra alcuni punti della storia longobarda in Italia dice che i romani erano tutti asserviti ma oggi lettura manzoniana ritenuta scorretta, nessuno di questi passi afferma esplicitamente che l’intera popolazione romana fosse resa schiava, inoltre i longobardi per quante devastazioni e

Un coccio e la fine dell’età antica (la fonte materiale) Un grande piatto di ceramica tondo, oggetto molto comune, usato per mangiare prodotto nell’attuale Tunisia, in Africa, fatto di terracotta fabbricata modellando un impasto d’argilla con acqua e cuocendolo in forno, ceramica definita “sigillata”. Ceramica africana era un prodotto di grande successo commerciale che si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo, è una sigillata africana D. Le partiti scure del piatto sono originali, il resto è ricostruito. Il piatto era rotto e i frammenti superstiti sono stati riattaccati tra loro nella crypta balbi. Il piatto è un reperto guida, una prova la datazione è legata allo stato di terreno in cui si trova. Inoltre se un piatto prodotto in Africa si trova a Roma vuole dire che

qualcuno ce lo ha portato e qualcun’altra aveva denaro e il desiderio di comprarlo, grazie a materiali come ciò è possibile studiare l’economia del passato, consente di stabilire che lo strato di terreno in cui si trova risale alla seconda metà del 8 sec. Ma perché i cocci finiscono sottoterra? Sia per eventi naturali che umani che causano l’innalzamento del livello del suolo, lo strato sopra è necessariamente posteriore a quello sotto, metodo detto stratigrafico perché basato sulla datazione degli stati del terreno. Inoltre la rappresentazione dell’alto medioevo come periodo di arretramento generale della civiltà come età buia viene smentito da fonti come questa, vediamo come nonostante ciò esistevano forme di organizzazione per soddisfare le proprie esigenze di vita nonostante il calo demografico. Per

prodotti alimentari e che Roma era inserita in queste reti commerciali, probabile che nelle anfore africane ci fosse olio, in quelle palestinesi vino. Interessante come l’archeologia sia importante per lo studio dell’economia e della società, quei cocci buttati via non avrebbero avuto nessun valore se estrapolati dallo stato di terreno in cui si trovavano, oggi ci danno informazioni profonde. Nonostante il calo demografico, decadimento urbanistico e le invasioni barbariche danneggiarono ma non distrussero del tutto la struttura economica del Medioevo. Come anche riguardo alla questione pireniana di Pirenne che considerava che il sistema economico e commerciale non finì con le invasioni germaniche ma con l’espansione islamica, le conquiste dell’Islam dopo la

morte di Maometto per lui ruppero l’unità economica del Medioevo con la scomparsa dei mercanti orientali e della moneta d’oro dall’occidente dove le città entrarono in crisi spopolandosi. Come afferma il suo saggio Senza Maometto non ci sarebbe stato Carlo Magno, oggi tesi di Pirenne rifiutata in quanto vediamo come i commerci a lunga distanza nel Mar Mediterraneo erano sostenuti e l’Europa carolingia non era del tutto priva di commerci. Pirenne contestato per aver tratto conclusioni generali da poche attestazioni documentarie relative solo ad alcune aree geografiche, può dire che il commercio a lunga distanza abbia interessato solo alcune aree o che Roma sia stata un’eccezione, problema di generalizzare.

affinché lui si possa ricordare di lei, che lui con l’aiuto di Dio fosse in grado di comprenderlo e troverà in questo tutto ciò che desidera imparare in poco tempo e troverà scritta anche la data della sua nascita. Parla del suo matrimonio avvenuto nella corte di Aquisgrana con il padre Bernardo da cui nacque lui, poi anche suo fratello e afferma che la sua più grande angoscia è quella di poterlo rivedere un giorno poiché il padre lo ha affidato nelle mani del re Carlo. Gli dice di cercare tra tutte le cose il regno di Dio, di non trascurare la sua obbedienza al padre. Gli dice infatti di amare in primo luogo Dio poi il padre da cui deriva la sua condizione, prega anche per i genitori di tuo padre che a lui lasciarono in eredità i loro beni e infine di pregare per colui che ti adottò come figlio in Cristo ossia

Teodorico ma che ora è morto, se non lo fosse stato ti avrebbe educato e amato in ogni occasione. Ribadisce al figlio di avere rispetto nei conforti del padre, imperatore, dei suoi consiglieri, sacerdoti e vescovi, la lotta interiore contro i vizi, l’esercizio delle virtù e la preghiera. Bernardo era duca di Settimania e imparentato con gli imperatori carolingi, apparteneva all’aristocrazia imperiale caratterizzata dal legame personale con l’imperatore per parentela e per fedeltà vassallatica, anche Dhuoda doveva appartenere all’aristocrazia imperiale infatti si sposò nel palazzo di Aquisgrana costruito da Carlo Magno. Era appassionata di numerologia come si vede nelle diverse date che si ricorda come quella del matrimonio, della nascita del primo figlio

composizione che definisce in vari modi tra cui libretto, opera, codicetto, manuale che è l’espressione che preferisce e vuole che il figlio lo legga continuamente. Il manuale è lo strumento con cui lei è vicina al figlio, il modo con cui assolve al suo ruolo tradizionale di madre e educatrice, leggendolo Guglielmo impara come comportarsi e si ricorda della madre. Il manuale fa vedere anche che le donne dell’aristocrazia franca ricevevano un’istruzione religiosa e letteraria, lei è infatti in grado di leggere e scrivere latino e di citare le scritture. Si mostrano anche in parte le sue emozioni ma il manuale non è una confessione autobiografica ma proprio in età carolingia era in voga il genere dello specchio dei principi e ne erano stati composti svariati e lei deve essere stata influenzata da queste opere.

Si ribadisce il fatto che Guglielmo deve sapersi comportare bene, prestare obbedienza ma c’è una gerarchia delle obbedienze al primo posto c’è Dio, poi il padre Bernardo e al terzo posto imperatore. Guglielmo è vassallo e al tempo stesso ostaggio di Carlo il Calvo, lei vuole che il suo insegnamento consenta al figlio di operare nel migliore dei modi in un mondo difficile e violento. Bernardo fu accusato da Carlo il Calvo di tradimento e fu giustiziato, poi anche Guglielmo si ribellò a Carlo e mori dopo 4 anni. La donna nonostante ha nostalgia per i figli che il marito le ha sottratto non mostra risentimento verso il marito, ma non mostra neanche affetto, ciò che non dice è più importante di ciò che dice, non usa nei confronti del marito aggettivi affettuosi come fa per il figlio, la donna

autorità pubblica. E’ un atto ufficiale dell’imperatore emesso a Lucca, diplomi di questo genere istituivano diritti e riconoscevano prerogative a enti, in questo caso la diocesi di Parma e a privati. Il diploma di Ottone autorizza il vescovo di Parma e i suoi successori a governare la città come fosse un conte del palazzo imperiale, i conti erano i funzionari pubblici dell’impero carolingio, godeva di funzioni che oggi chiamiamo legislativa, giudiziaria e esecutiva. Il potere trasferito al vescovo è poi descritto più concretamente con riferimento a una serie di prerogative, di oggetti e di persone su cui esso è esercita. Il potere si esercita sul muro della città, sulle vie regie, sui corsi d’acqua tutto ciò che fa parte della res publica ossia dello stato. Il vescovo può e deve occuparsi delle mura

cittadine e delle strade pubbliche e ripararle, rinforzarle e controllare assicurando così la difesa della città, può esercitare il districtum ossia arrestare, multare e eseguire una sentenza. Ma chi è soggetto al vescovo? Il documento è contraddittorio, in alcuni punti dice la città e un’area per tre miglia fuori dalla città, in altri punti ci si riferisce non a un territorio ma alle persone e ai loro beni. Nella competenza vescovile rientrano anche le cose e i servi di tutti costoro dovunque si trovino. Un uomo del vescovo di Parma, laico o chierico, libero o servo obbedirà a lui e a lui ricorrerà. Il potere è donato come fosse una proprietà privata, il vescovo non diventa un funzionario dell’imperatore, non è nominato come un conte e neppure diventa feudatario di Ottone, se fosse funzionario il vescovo