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Analisi sonora di 'Metropolis' di Fritz Lang: critica sociale con la musica, Essays (university) of Policy analysis

Un'analisi dettagliata della colonna sonora del film muto 'metropolis' diretto da fritz lang, produzione del 1927, e della sua riedizione del 1984 a opera di giorgio moroder. Come la musica di gottfried huppertz e di moroder contribuisca a creare l'atmosfera distopica del film e come critica la società del tempo, con un particolare focus sul divario tra ricchi e poveri. Il documento include una descrizione dettagliata di ognuna delle scene musicali e dei loro effetti sonori, oltre a una discussione sulle tematiche sociali e politiche che emergono dal film.

Typology: Essays (university)

2019/2020

Uploaded on 02/10/2020

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bg1
Film muto del 1927 diretto da Fritz Lang, musica di Gottfried Huppertz che sfrutta le classiche situazioni del cinema muto.
Riedizione del 1984 di Giorgio Moroder.
Il film è ambientato nel 2026 (cento anni dopo che è stato girato) e con la sua ambientazione distopica vuole criticare il divario nella società fra i lavoratori,
rappresentati come operai ridotti a pedine meccanizzate, e i ricchi al potere, dipinti a vivere nel lusso passando il loro tempo in stadi o giardini irreali a giocare e
ridere.
Scena
Originale
Moroder
Apertura
Musica incalzante, caotica, a tratti addirittura inquietante, in sincrono con gli
ingranaggi, punta a dare l'idea di meccanizzato e di progresso e nel momento in
cui viene inquadrato l'orologio lascia una sorta di aspettativa, segnala l'arrivo di
qualcosa di diverso.
Cambio turno
Musica lenta e riflessiva, una nenia malinconica che sembra osservare i lavoratori
più che accompagnare la loro marcia (commento alla scena), dissonante rispetto
alla marcia e al ritmo meccanizzato di poco prima, d'altronde il turno è finito e
ciò che resta sono le vite sfibrate dei lavoratori.
Nota: quelli che arrivano sono molto più lenti di quelli che se ne vanno.
Si conclude con una transizione quasi misteriosa, che crea aspettativa per ciò che
sta per accadere e lascia a chiedersi dove stiano andando i lavoratori che si
allontanano per le strade.
Una vera e propria canzone con tanto di testo.*
Meno malinconica dell'altra, sembra più porsi dal
punto di vista dei lavoratori. Non c'è granché
aspettativa, più una sorta di rassegnazione.
Stadio
Motivetto allegro, in netto contrasto con tutto ciò che è accaduto prima,
coincidenza con il taglio del traguardo (chapeau).
Niente musica, solo effetti sonori tipici di uno
stadio, principalmente vociare di folla.
Giardino
Musica soave, quasi fiabesca, con il ritmo di un valzer.
Solo una musichetta lieve e soave, insieme a suoni
di risate di fanciulle e similia.
Comparsa di Maria
Musica dolce, clarinetto a fare da melodia, segnala l'innamoramento del
protagonista.
Altra canzone molto romantica con rispettivo testo.
**
Freder nelle profondità
Ripresa del tema 1 con lievi modifiche, incalza di nuovo e dà l'idea di un pericolo
imminente.
Ripresa del tema 1 con lievi modifiche, sebbene non
sia tanto incalzante quanto macchinoso e ritmato,
sebbene ci sia sempre l'idea di pericolo.
Moloch
Ottoni in evidenza a richiamare la musica antica, per dare l'idea di rituale.
Operai morti
Ripresa del tema 2, fra questa scena e la seguente non c'è soluzione di continuità
che viene invece data dalla transizione della musica.
Non riprende il tema 2.
Padre
Musica minacciosa.
Canzone con testo.***
Di minaccioso non ha assolutamente nulla, anzi fa
molto diva.
Racconto di Freder a
Josaphat
Ripresa del tema 6 e del tema 2, a citare ciò che Freder ha vissuto, per poi
riprendere il tema 7 non appena il padre rientra nella scena.
Scena integrata a quella sopra.
*Circles of the human chain
Turning for the wheels of gain
A system with a power of its own
To draw blood from a stone
Every hour like the last
Tomorrow like the day just past
Bearing down upon the flesh and bone
To draw blood from a stone
Cold machines that never stop
Even if a man should drop
Mercy never lets her face be shown
They draw blood from a stone
**Our two worlds met in strange
surprise
I hid my love in thin disguise
I tried to leave, how could I stay?
What if my heart gave me away?
Love can't hide...
Though it tries...
Hearts catch fire...
So has mine...
Here's my heart...
***Cage of freedom
That's our prison
We're the jailer and captives combined
Cage of freedom
Cast in power
All the trappings of our own design
Blind ambition
Steals our reason
We're soon behind those invisible bars
Cage of freedom
There's no escaping
We've fabricated a world of our own
World of our own
World of our own
Metropolis
martedì 24 settembre 2019
17:48
Musica negli audiovisivi Pagina 1

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Film muto del 1927 diretto da Fritz Lang, musica di Gottfried Huppertz che sfrutta le classiche situazioni del cinema muto. Riedizione del 1984 di Giorgio Moroder. Il film è ambientato nel 2026 (cento anni dopo che è stato girato) e con la sua ambientazione distopica vuole criticare il divario nella società fra i lavoratori, rappresentati come operai ridotti a pedine meccanizzate, e i ricchi al potere, dipinti a vivere nel lusso passando il loro tempo in stadi o giardini irreali a giocare e ridere. Scena Originale Moroder Apertura Musica incalzante, caotica, a tratti addirittura inquietante, in sincrono con gli ingranaggi, punta a dare l'idea di meccanizzato e di progresso e nel momento in cui viene inquadrato l'orologio lascia una sorta di aspettativa, segnala l'arrivo di qualcosa di diverso. Al di là del sottofondo alla premessa, che fa da tema 1, più che musica vera e propria è più un susseguirsi di effetti sonori: meccanismi, ticchettii e il suono delle lancette dell'orologio. Cambio turno Musica lenta e riflessiva, una nenia malinconica che sembra osservare i lavoratori più che accompagnare la loro marcia (commento alla scena), dissonante rispetto alla marcia e al ritmo meccanizzato di poco prima, d'altronde il turno è finito e ciò che resta sono le vite sfibrate dei lavoratori. Nota: quelli che arrivano sono molto più lenti di quelli che se ne vanno. Si conclude con una transizione quasi misteriosa, che crea aspettativa per ciò che sta per accadere e lascia a chiedersi dove stiano andando i lavoratori che si allontanano per le strade. Una vera e propria canzone con tanto di testo.* Meno malinconica dell'altra, sembra più porsi dal punto di vista dei lavoratori. Non c'è granché aspettativa, più una sorta di rassegnazione. Stadio Motivetto allegro, in netto contrasto con tutto ciò che è accaduto prima, coincidenza con il taglio del traguardo (chapeau). Niente musica, solo effetti sonori tipici di uno stadio, principalmente vociare di folla. Giardino Musica soave, quasi fiabesca, con il ritmo di un valzer. Solo una musichetta lieve e soave, insieme a suoni di risate di fanciulle e similia. Comparsa di Maria Musica dolce, clarinetto a fare da melodia, segnala l'innamoramento del protagonista. Altra canzone molto romantica con rispettivo testo. ** Freder nelle profondità Ripresa del tema 1 con lievi modifiche, incalza di nuovo e dà l'idea di un pericolo imminente. Ripresa del tema 1 con lievi modifiche, sebbene non sia tanto incalzante quanto macchinoso e ritmato, sebbene ci sia sempre l'idea di pericolo. Moloch Ottoni in evidenza a richiamare la musica antica, per dare l'idea di rituale. Un coro di voci indistinte che echeggiano, spiritico sì ma senza l'idea di antichità che dà la versione di Huppertz. Operai morti Ripresa del tema 2, fra questa scena e la seguente non c'è soluzione di continuità che viene invece data dalla transizione della musica. Non riprende il tema 2. Padre Musica minacciosa. Canzone con testo.*** Di minaccioso non ha assolutamente nulla, anzi fa molto diva. Racconto di Freder a Josaphat Ripresa del tema 6 e del tema 2, a citare ciò che Freder ha vissuto, per poi riprendere il tema 7 non appena il padre rientra nella scena. Scena integrata a quella sopra. *Circles of the human chain Turning for the wheels of gain A system with a power of its own To draw blood from a stone Every hour like the last Tomorrow like the day just past Bearing down upon the flesh and bone To draw blood from a stone Cold machines that never stop Even if a man should drop Mercy never lets her face be shown They draw blood from a stone **Our two worlds met in strange surprise I hid my love in thin disguise I tried to leave, how could I stay? What if my heart gave me away? Love can't hide... Though it tries... Hearts catch fire... So has mine... Here's my heart... ***Cage of freedom That's our prison We're the jailer and captives combined Cage of freedom Cast in power All the trappings of our own design Blind ambition Steals our reason We're soon behind those invisible bars Cage of freedom There's no escaping We've fabricated a world of our own World of our own World of our own

Metropolis

martedì 24 settembre 2019 17: Musica negli audiovisivi Pagina 1