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La Musica nel Cinema: Tipologie e Caratteristiche di una Produzione Audiovisiva, Essays (university) of Social policy

Il processo di allestimento di una produzione audiovisiva, con particolare attenzione alla musica e ai suoi diversi tipi e caratteristiche. Dal ruolo del regista e dell'Editor Musicale, alle produzioni tematiche e motiviche, passando per la minimalista e elettronica, il testo offre una panoramica intima e dettagliata del mondo della colonna sonora cinematografica. Vengono inoltre discusse le differenze tra la produzione artigianale e industriale, i cambiamenti apportati nel doppiaggio e la pubblicazione di colonne sonore su CD.

What you will learn

  • Che ruoli svolgono il regista e l'Editor Musicale nella produzione di un film?
  • Come la musica di repertorio viene utilizzata nel cinema?
  • Quali sono le differenze tra la produzione artigianale e industriale di un film?
  • Come la musica tematica e motivica si adatta a produzioni cinematografiche?
  • Come la minimalista e elettronica musica si adatta a produzioni documentaristiche?

Typology: Essays (university)

2019/2020

Uploaded on 02/10/2020

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adele1231241234 🇮🇪

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Musica negli Audiovisivi:
Obiettivo → Capire funzionamento di musica e suono nell'universo degli
audiovisivi (film, documentario, universo video, ecc...).
Suono negli audiovisivi: è composto dall'insieme delle voci, musica, rumori,
suoni e dialoghi → Costituisce la Colonna Sonora.
Realizzazione della colonna sonora:
1. Pre-Produzione: Fase in cui il regista ragiona sul progetto da realizzare e
si confronta con lo sceneggiatore, i protagonisti, i tecnici del suono,
rumoristi e con il produttore; è forse la fase più importante.
2. Produzione: Fase in cui il compositore inizia a comporre e deve pensare
alla musica da montare con le immagini;
3. Post-Produzione: Fase articolata in quattro punti:
Montaggio Musicale;
Mixaggio dei livelli musicali (scelta di quale strumento attribuire
maggiore risalto);
Montaggio associato ai rumori, voci, dialoghi ed effetti sonori;
Mixaggio della colonna sonora.
L'allestimento di un prodotto audiovisivo è un processo molto difficile e
coinvolge l'intera equipe di produzione, composta da:
Regista: colui che coordina tutte le operazioni e ha la responsabilità
maggiore, anche nella composizione del suono;
Produttore: Può avere un peso determinante nell'allestimento sonoro ed
esigere particolari richieste e attori; egli è colui che finanzia la produzione.
Montatore (o Film Editor): colui che assieme al regista e al produttore
decide come montare le scene audio/video;
Supervisore Musicale: fa da tramite tra il regista e il compositore;
Editor Musicale: Music Editor o Montatore del Suono:
I Music Department erano quegli organi dediti alla produzione musicale della
colonna sonora: la cosiddetta Tipologia Artigianale, diffusa tipicamente in
Europa prima degli anni '30, prevedeva la realizzazione della produzione entro
le mura domestiche in un rapporto di stretta sintonia tra regista e compositore;
la Tipologia Industriale, invece, tipicamente americana e diffusasi dopo gli anni
'30, era organizzata secondo un sistema a rete in cui ognuno è chiamato a una
funzione precisa (compositore, ingegnere del suono, arrangiatore,
orchestratore, vocalist ...)
Caratteristiche delle produzioni audiovisive:
1. Sono basati su un'Equipe, quindi in un lavoro di team (squadra);
2. I vari membri dell'Equipe devono saper dialogare tra di loro e confrontarsi
per realizzare la colonna sonora;
3. La colonna sonora è sempre un Work in progress, perchè dopo la
realizzazione del compositore è sempre aperta a cambiamenti e
manomissioni.
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Musica negli Audiovisivi :

Obiettivo → Capire funzionamento di musica e suono nell'universo degli audiovisivi (film, documentario, universo video, ecc...). Suono negli audiovisivi: è composto dall'insieme delle voci, musica, rumori, suoni e dialoghi → Costituisce la Colonna Sonora. Realizzazione della colonna sonora:

  1. Pre-Produzione : Fase in cui il regista ragiona sul progetto da realizzare e si confronta con lo sceneggiatore, i protagonisti, i tecnici del suono, rumoristi e con il produttore; è forse la fase più importante.
  2. Produzione : Fase in cui il compositore inizia a comporre e deve pensare alla musica da montare con le immagini;
  3. Post-Produzione : Fase articolata in quattro punti:
    • Montaggio Musicale;
    • Mixaggio dei livelli musicali (scelta di quale strumento attribuire maggiore risalto);
    • Montaggio associato ai rumori, voci, dialoghi ed effetti sonori;
    • Mixaggio della colonna sonora. L'allestimento di un prodotto audiovisivo è un processo molto difficile e coinvolge l'intera equipe di produzione, composta da:
  • Regista : colui che coordina tutte le operazioni e ha la responsabilità maggiore, anche nella composizione del suono;
  • Produttore : Può avere un peso determinante nell'allestimento sonoro ed esigere particolari richieste e attori; egli è colui che finanzia la produzione.
  • Montatore (o Film Editor) : colui che assieme al regista e al produttore decide come montare le scene audio/video;
  • Supervisore Musicale : fa da tramite tra il regista e il compositore;
  • Editor Musicale : Music Editor o Montatore del Suono: I Music Department erano quegli organi dediti alla produzione musicale della colonna sonora: la cosiddetta Tipologia Artigianale, diffusa tipicamente in Europa prima degli anni '30, prevedeva la realizzazione della produzione entro le mura domestiche in un rapporto di stretta sintonia tra regista e compositore; la Tipologia Industriale , invece, tipicamente americana e diffusasi dopo gli anni '30, era organizzata secondo un sistema a rete in cui ognuno è chiamato a una funzione precisa (compositore, ingegnere del suono, arrangiatore, orchestratore, vocalist ...) Caratteristiche delle produzioni audiovisive:
  1. Sono basati su un'Equipe, quindi in un lavoro di team (squadra);
  2. I vari membri dell'Equipe devono saper dialogare tra di loro e confrontarsi per realizzare la colonna sonora;
  3. La colonna sonora è sempre un Work in progress , perchè dopo la realizzazione del compositore è sempre aperta a cambiamenti e manomissioni.

Rapporto musica-immagini:

  1. Musica e immagini sono considerate indissolubili: se una di queste viene a mancare, la produzione sarà priva di successo;
  2. La musica ha il potere di esternare l'emozione e di comunicare quello che è rappresentato dalla scena cinematografica. Non bisogna cadere in uno standard però. In alcune produzioni tuttavia (es. Arancia Meccanica) la musica rappresenta l'opposto dell'emozione che dovrebbe essere suscitata. Figura del Compositore: La figura del compositore ha subito notevoli evoluzioni nel corso degli anni (dal modello artigianale a quello industriale del Music Department ai giorni nostri): in tempi passati (anni 20-30) egli segnava col gesso sulla pellicola le parti da musicalizzare o se eventualmente era ricco poteva comprare direttamente la pellicola e tagliarla per poi aggiungere le parti in sala di registrazione. Oggi può invece tranquillamente lavorare a domicilio e gestire le composizioni tramite simulazioni software per via autonoma (come ci mostra Paolo Buonvino), superando il modello del Music Department e della diversificazione dei ruoli produttivi: ciò comporta, però, rispetto al passato che egli debba essere una persona molto aperta, preparata e possedere un bagaglio musicale di notevole portata. Il compositore inoltre è sempre in stretto contatto con il regista, per esempio per via telematica o digitale (skype molto usato). Generalmente il compositore realizza fra le mura domesiche tramite computer una composizione di suoni campionati, e dopo può decidere se portarla in sala di registrazione con l'orchestra per la realizzazione vera e propria o meno (es. John Williams con “Star Wars”). Questo è sicuramente più spettacolare, però comporta alcune problematiche non di poco conto:
    1. Innanzitutto il costo di produzione aumenta sensibilmente;
    2. Per contenere i costi spesso si ricorreva a orchestre basse qualitativamente;
    3. Non sempre i risultati erano quelli sperati, con l'aggravante del costo di produzione. La postazione domestica al contrario risulta essere molto più pratica e immediata e permette l'abbattimento dei costi di produzione, anche se rispetto l'orchestra conserva un suono molto più digitalizzato. Il compositore inoltre deve pensare alla produzione musicale a seconda della funzione alla quale vuole attribuire; individuiamo quindi: 1. Musica di accompagnamento : senza una particolare funzione, quindi indipendente dalle immagini; 2. Musica di commento : ha lo scopo di far suscitare emozioni dalle immagini; 3. Film musicali : qui ha una funzione molto importante che va oltre l'accompagnamento e il commento (es. film Disney). Garantire efficaci accompagnamenti musicali in base al contesto è però un lavoro piuttosto complicato: per questa ragione spesso le case produttrici davano delle annotazioni di elementi da tenere in considerazione. I cosiddetti “ Cue Sheet” sono i brani e le melodie presenti in un audiovisivo. Inoltre bisogna tener presente che la musica non è semplice accompagnamento, ma deve andare oltre e raccontare quello che le immagini non riescono a rappresentare. Riadattamento di film muti con tecniche moderne: Dagli anni '80 si cominciò a pensare se fosse possibile riadattare film privi di sonoro con tecniche moderne. Gli obiettivi erano:

indicare lo spezzamento dell'azione precedente tramite l'ingresso in scena del personaggio femminile di Dora, da cui poi il protagonista avrà un figlio, Giosuè. In sottofondo presenta anche una leggera voce di accompagnamento;

  1. Si chiude la parte iniziale e ritorna il tema di Guido (A), energico e allegro, accompagnato dal clarinetto. Abbiamo, dunque, una struttura tripartito (A-B-A). II. Nella seconda parte del film dove la scena si svolge all'interno del lager viene utilizzato,invece, il tema di Dora (B). Tuttavia qui risulta molto più prolungato e presenta toni cupi, facendo una piccola risalita verso l'alto quando Dora sente la voce del figlio; III. Nella parte finale Guido viene ucciso e Giosuè scappando si imbatte in un carro armato americano che lo trae in salvo fuori dal lager e pensa di aver vinto il premio come completamento del gioco. Qui ritorna il tema di Guido (A) mescolato a un gioco di tamburi per accompagnare la marcia militare e il tema di Dora (B) poco dopo con la tromba che ritorna ai valori dilatati quando Giosuè si ricongiunge alla madre. I temi musicali, quindi, sono melodie semplici associate a precisi personaggi e/o scenari (una produzione audiovisiva dovrebbe contenerne al massimo tre, altrimenti si rischia di creare troppa confusione) e ripetute numerose volte nell'arco della durata dell'audiovisivo per rimarcare l'attenzione sull'elemento a cui si riferiscono: la genialità del compositore emerge non solamente dal creare melodie semplici ed efficaci, ma soprattutto dal non cadere in ripetitività e saper adattare ogni melodia, come visto, al contesto adatto sfruttando il fenomeno della variazione, utilizzando microelementi che adattano la melodia di volta in volta al contesto pur mantenendosi fedele. Ne “La Vita è Bella” i temi musicali sono legati ai personaggi di Guido e Dora e vengono riproposti spesso nell'arco della produzione, ad esempio per rimarcare un'azione o un determinato contesto in cui il personaggio si viene a trovare; tuttavia a seconda della situazione in cui si vengono a trovare i personaggi, vengono adattati con alcuni accorgimenti (es. strumentali, ritmici o diversa tonalità) che meglio lo inseriscono nel contesto. “Profondo Rosso” di Dario Argento “Profondo Rosso” di Dario Argento è, invece, la perfetta rappresentazione di come nel cinema horror più del tema musicale sia importante l'effetto. La melodia iniziale, infatti, (eseguita da “I Gobbi”, band emergente in quegli anni) non è in realtà un tema, in quanto non viene associata ad alcuna situazione particolare ed è solo fine a se stessa, con l'obiettivo di suscitare inquietudine nello spettatore: è basata su un modulo principale costituito da costanti ripetizioni della stessa melodia alle quali seguono delle leggere modifiche ancora ripetute per poi ritornare al modulo principale. La musica di apertura viene spezzata tramite un flashback essenziale per il film nel quale si intravede qualcuno che uccide qualcun'altro con un coltello; la scena è accompagnata da una ninna-nanna infantile e la presenza di un giradischi nella stessa stanza dove viene consumato l'omicidio sembra suggerire che la musica fosse realmente presente nella stanza in quel momento. Poco dopo la musica principale riprende il sopravvento sul flashback. Produzioni Hollywoodiane: Nel corso degli anni '30-'40 ci fu un vero e proprio boom nella produzione cinematografica hollywoodiana: moltissimi compositori, come Mario

Castelnuovo-Tedesco e Max Steiner, emigrarono qui durante questo periodo e portarono con sé l'intero bagaglio musicale di cui disponevano, gli studi svolti e le loro innumerevoli conoscenze e abilità produttive. Fu proprio in questo periodo che nacquero ad esempio i cantanti affiancati alle colonne sonore e la musica jazz. Hollywood divenne il centro in cui confluivano i migliori artisti e, dunque, divenne presto centro di raccolta di moltissimi generi musicali diversi e produzioni cinematografiche. “Vertigine” di Otto Preminger “Vertigine” (1947) può essere considerato come uno dei migliori esempi di musica collegata a una produzione di genere noir: nel genere noir (e qui in particolare) la musica svolge un ruolo di fondamentale importanza, in quanto deve sottolineare la suspence e la tensione , si accentua di tonalità quando sale la tensione e ritorna a un livello più basso quando la situazione ritorna normale; anche qui ritornano i temi musicali come parte integrante della colonna sonora, qui composta da David Raskin, riadattati però in chiave noir piuttosto che da commedia. Il film tratta di una donna scomparsa, Laura, e di un poliziotto che indaga sull'accaduto. Alla fine si scopre che la ragazza era semplicemente in vacanza e riappare sulla scena indenne, sciogliendo il clima di tensione e suspense che caratterizza l'intero film. Di notevole importanza diventa però comprendere come viene adattata la musica a seconda delle diverse situazioni:

  1. Durante i titoli di testa viene anticipato il contenuto del film tramite la produzione musicale: abbiamo una sequenza con schema tripartito A (2+2), B (2+2) e una ripetizione A (2+2) e B (2+2); la musica qui serve anche a rimarcare l'importanza della prima immagine che appare nel film, cioè il quadro di Laura, fondamentale non solo per anticipare la figura della donna e la sua sparizione, ma anche perchè proprio guardando quel quadro il poliziotto si innamorerà di lei. La musica deve tradurre sensualità, ma essere anche molto cantabile e melodica per comunicare stati d'animo ed emozioni.
  2. L'attenzione si sposta successivamente sul flashback di Laura che emerge dall'interrogatorio tra il poliziotto e il presunto omicida di Laura: il tema di Laura riappare qui, apparentemente suonato dal vivo dentro la scena da tre musicisi (un pianista e un chitarrista e un violinista improvvisati), per poi venire riadattato a orchestra nel momento del flashback per sottolinearne meglio importanza e carattere.
  3. Abbiamo ora il poliziotto che si trova in casa di Laura alla ricerca di indizi: la musica qui accompagna i movimenti del poliziotto e si alza di tono all'aumentare della tensione interna e ritorna a livelli normali quando il livello di suspence si abbassa. Quando il poliziotto si addormenta, la musica cala di colpo. Poco dopo Laura entra in casa e l'equivoco viene svelato. La grandezza di questo film sta nel fatto di possedere una colonna sonora monotematica , cioè avente un solo tema (Tema di Laura) , che però verte moltissimo sulle variazioni come visto. Si tratta di un esempio unico e perfettamente riuscito. “Psycho” di Alfred Hitchcock Psycho (1960) è uno dei più celebri capolavori di Alfred Hitchcock: esso racconta di una donna di nome Marion, che decide di raggiungere il suo compagno in un'altra città e di fuggire con lui; prima di darsi alla fuga, la ragazza sottrae dei soldi dalla sua azienda, e quindi decide di scappare prima

Nicola Piovani, però è un Piovani totalmente diverso, in quanto la musica non è più costituita da temi musicali ben precisi, quanto piuttosto da un seguito di frammenti, cioè piccoli gruppi di note ripetuti, che non costituiscono un pensiero musicale compiuto, quanto melodie irrilevanti (colonna sonora motivica). Celebre è l'episodio del “Mal di Luna”, nel quale si narra di un contadino che soffre di epilessia durante le notti di luna piena, e non rivela questo particolare alla moglie. La musica accentua le situazioni di suspence anche qui e diventa più intensa più la situazione si fa critica, tuttavia non possiamo parlare di temi musicali, poiché a sottolineare la tensione intervengono solo battute di tre note; inoltre, viene enfatizzato molto il paesaggio sonoro (es. rumore dei grilli). Piovani, invece, nella parte centrale di questa produzione riprende una canzone popolare siciliana sul mal di luna in chiave drammaturgica e la fa propria prendendo l'incipit originale e ideando una melodia nella quale esso viene ripetuto (musica diegetica): questa melodia potrebbe essere considerata come l'unico tema presente, ovvero quello della luna , che è l'elemento attorno a cui tutto ruota nella produzione, tuttavia esso compare solo nel mezzo del racconto, quando la gente rientra a casa dal lavoro, e non costituisce quindi parte integrante della produzione, poiché non viene costantemente ripetuto. Piovani qui è, come detto, totalmente diverso da quello visto in precedenza, poiché abbandona i temi musicali e sceglie di cambiare stile (grandezza di Piovani), prendendo canzoni popolari e componendo melodie efficaci per il racconto. “La Notte di San Lorenzo” dei fratelli Taviani “La Notte di San Lorenzo” (1982) è un film che tratta dello scontro tra gruppi di fascisti e gruppi di partigiani. La colonna sonora anche qui è stata realizzata da Piovani. Possiamo identificare tre diverse sequenze principali:

  1. Nella prima sequenza una musica molto forte con due grandi accordi lascia presagire l'imminenza dello scontro. Poi la musica si chiude e viene dato risalto solo a rumori, urla e spari, per sottolineare la brutalità dell'evento. Una riflessione molto cruda della situazione è visibile quando due amici si trovano coinvolti nelle fazioni opposte nella battaglia.
  2. Nella seconda scena la musica fa da raccordo tra la sequenza iniziale e quella finale e ritorna presente all'interno della scena.
  3. Durante la scena finale i toni crudi e riflessivi presenti in precedenza lasciano posto a scene grottesche, come quella in cui i partigiani trasformandosi all'improvviso in opliti trafiggono il ragazzo fascista, uccidendolo. Come musica di accompagnamento troviamo il Requiem di Giuseppe Verdi, composto da orchestra, ottoni e voci, al fine di esaltare i partigiani come eroi e permettere quel salto dal reale all'epico. Anche qui torna visibile la grandezza di Piovani, capace di diversificare totalmente le diverse produzioni senza mai cadere nella banalità/ripetitività e di saper adattare a qualunque situazione il corretto accompagnamento musicale. Colonne Sonore Minimaliste Oltre alle colonne sonore tematiche (o motiviche), a quelle frammentarie e a quelle che si adattano in maniera significativa alla scena da rappresentare, degne di note sono anche quelle minimaliste. Il minimalismo è una corrente musicale nata in America nel dopoguerra per opera di compositori come Terry Riley, Steve Reich e Philip Glass, i quali ritenevano che la musica necessitasse di essere ridotta a pochi elementi semplici rifiutando le complessità precedenti.

Secondo quest'ottica di riduzione, la musica minimalista prevede che:

  1. Il Ritmo sia regolare e ripetitivo;
  2. Le Melodie siano costituite da piccoli moduli di note uguali a se stesse, che vengano ripetute molte volte una dopo l'altra. Poichè la ripetizione ossessiva dello stesso modulo sarebbe inascoltabile, è necessario che alcuni elementi del modulo subiscano variazioni minime, creando una leggera varietà nell'uniformità;
  3. La Struttura sia stratificata (stratificazione), ovvero, partendo da un primo livello musicale si viene a creare una sovrapposizione di differenti livelli che fanno sì che il brano aumenti di complessità man mano che avanza. Caratteristiche fondamentali della musica minimalista sono, dunque, ripetitività (isoprona, quando è sempre uguale. La ripetitività è un valore ripreso dalle filosofie orientali, nelle quali, se associata alla musica, assume un valore di catarsi o purificazione) e stratificazione (o sovrapposizione) di vari livelli musicali: i brani generalmente iniziano con un unico livello musicale fatto di blocchi di note costantemente ripetuti e variati solo in minima parte, a cui man mano vengono aggiunti ulteriori livelli musicali alla stessa maniera; il brano in questo modo, pur partendo da una base semplicissima, acquista man mano una complessità sempre maggiore. Fu in sostanza un movimento che causò una forte rottura con i sistemi precedenti. Nonostante il suo carattere estremamente riduttivo, il minimalismo ha prestato i suoi compositori anche al cinema, trovando diffusione soprattutto nella produzione documentaristica , essendo il documentario un genere che non fa riferimento a racconti e narrazioni ed essendo la musica minimalista una musica fortemente anti-narrativa , che ben si presta a tali produzioni. Koyaanisqatsi fu il primo documentario in cui venne utilizzata la musica minimalista (P. Glass, anni '60): esso mostra la distruzione di edifici mediante cariche di dinamite, iniziando da una panoramica generale degli edifici accompagnata da musiche distese e lunghe, passando poi a sovrapposizioni musicali e strutture più complesse man mano che l'inquadratura si sposta verso l'altro e iniziano a crollare gli edifici. La musica minimalista, come si nota dall'esempio, riesce a dare grande risalto alle immagini in movimento, e, essendo anti-narrativa, nel cinema ha una funzione di coinvolgimento più che di informazione (si dice, infatti, che “non messaggia informazioni, ma piuttosto massaggia”). Il minimalismo, tuttavia, non è sempre stato usato in maniera così rigida nelle produzioni cinematografiche: Michael Nyman, compositore, infatti, ha cercato una mediazione tra musica minimalista e tematica, ben visibile nel film “Lezioni di Piano” (1993), in cui il modello minimalista è sempre presente con i suoi caratteri di ripetitività e microvariazioni, tuttavia qui è molto diverso dalle produzioni di artisti come Glass, poiché è mitigato da una melodia piacevolmente ascoltabile (la musica suonata dalla donna al pianoforte in riva al mare) ed è legato a un principio tematico, ovvero quello donna-pianoforte. In questa maniera Nyman riuscì a trovare una mediazione tra i principi del cinema e quelli propri del minimalismo, rendendo la musica minimalista non più adatta solo a produzioni documentaristiche, ma anche a vere e proprie opere cinematografiche. La Musica Elettronica nel Cinema La musica elettronica nel cinema comincia anche qui a trovare diffusione nel corso dei primi anni '50, ma ha radici ben più lontane: Fu, infatti, un inventore russo, Theremin, nel 1919 il primo a creare queste sonorità, ideando uno strumento, il Theremin appunto, in grado di produrre delle sonorità elettroniche

“Gladiator” (“Il Gladiatore”) Per concludere, “Il Gladiatore” (2000) è il perfetto esempio di come la musica tematica non sia stata utilizzata solamente in anni passati, ma sia ancora oggi un elemento molto utilizzato. All'interno della colonna sonora de “Il Gladiatore” (composta da Hans Zimmer) vi sono tre temi principali: ➢ Tema Eroico: Subito dopo lo scorrimento dei titoli iniziali accompagnati da musica etnica e seguito da un effetto di sospensione intermedio, compare il primo tema, quello eroico, con l'apparizione dell'accampamento romano: vengono utilizzati ottoni, ottimi per descrivere una situazione di guerra, tuttavia la musica risulta piuttosto schiacciata da rumori come il passo dei cavalli e quelli prodotti dal campo militare; ➢ Tema Lirico: Compare nel momento chiave della lotta: a suoni di guerra, urla e battaglia si sostituisce il tema del gladiatore attraverso un climax che esalta la vittoria e le gesta dell'impero romano. Il tema lirico qui presente è fortemente rallentato e contribuisce a esaltare l'epicità dell'evento; ➢ Tema della Disperazione: si apre quando il protagonista torna a casa e ritrova i corpi della sua famiglia impiccati; è composto da movenze di canto folklorico. Per Concludere...Breve Sintesi Generale: Finora sono state analizzate le fasi di Pre-Produzione e di Produzione vera e propria (o scrittura). Fino agli anni '80 i compositori lavoravano in sala di registrazione a stretto contatto con i music editor, oggi, invece, svolgono il lavoro da casa, creando delle produzioni (mock-up) che consegneranno poi al regista. I quattro tipi di musica analizzati sono: ➢ Musica Tematica : E' caratterizzata da melodie semplici e ben definite associate a uno specifico personaggio o situazione che ricorrono per tutto l'arco della produzione e che sono soggette di volta in volta a minime variazioni al fine di adattarle meglio alla situazione da descrivere e non cadere nella ripetitività. Si adattano perfettamente alle produzioni a carattere narrativo (“La Vita è Bella”, “Vertigine”, “Il Gladiatore”...); ➢ Musica Motivica : E' un tipo di musica opposta alla musica tematica, poiché non ha alcun carattere narrativo e non viene riproposta nel corso della produzione, ma si adatta perfettamente alla situazione da rappresentare, enfatizzandola agli occhi dello spettatore (“L'Eclissi”, “Kaos”...); ➢ Musica Minimalista : E' anch'essa un tipo di musica anti-narrativa, caratterizzata da melodie costantemente ripetute e sovrapposte a più blocchi che ben si adatta alle produzioni documentaristiche (“Koyaanisqatsi”...). Musica minimalista e tematica, tuttavia, possono anche convivere assieme, come dimostrato da Nymann in “Lezioni di Piano”; ➢ Musica Elettronica : E' caratterizzata da sonorità artificiali che ben si prestano al genere fantascientifico (“Ed Wood” di Tim Burton). Antonioni, tuttavia, va oltre e la utilizza anche per rappresentare situazioni umane, tra cui la psiche (“Il Deserto Rosso”). “Psycho”, invece, è un po' particolare come caso: si tratta di musica composta appositamente per il cinema con l'intento di suscitare suspence e terrore nello spettatore (i rumori vengono fortemente accentuati a tale scopo); non è musica di semplice accompagnamento, ma diventa piuttosto parte integrante della scena, con l'obiettivo di enfatizzarla al massimo. Ora comincia la fase di Post-Produzione (Montaggio, Mixaggio, Rumori...).

Fase di Post-Produzione : Terminata la fase di produzione o scrittura, la musica non è ancora un prodotto finito, ma può andare incontro a una serie di cambiamenti/adattamenti anche abbastanza radicali. Una volta questo processo veniva svolto in sala di registrazione, oggi invece il compositore, come già detto, può lavorare tra le mura domestiche e inviare la partitura originale (mock-up) al regista e poi scegliere se andare in sala di registrazione o applicare la partitura così com'è. Nel periodo dei music department si andava in sala di registrazione con i fogli pentagrammati con segnate le varie partiture (M1, M2, M3...): le sale di registrazione in questo periodo erano luoghi molto vasti, dotati di multisale più o meno grandi a seconda dell'esigenza, nonché luogo di incontro tra vari artisti. Una volta terminata la produzione video e la scrittura musicale entra in gioco la fase del montaggio sonoro, a cura del Music Editor o Montatore del Suono (può essere una persona, ma anche un gruppo di individui): egli è colui che interviene direttamente sulla musica, riadattandola dove necessario e creando una partitura modificata più o meno radicalmente rispetto l'originale, che sarà poi quella montata sul prodotto audiovisivo finale (musica come Work in progress continuo). Il montatore del suono e il regista possono scegliere di tagliare o aggiungere pezzi, anche andando contro il volere del compositore originale. Ecco alcuni esempi di post-produzione associati al montaggio sonoro: ➢ In “Shining” (1980), film diretto da Stanley Kubrick, il regista ha chiesto al montatore del suono di trasformare la musica classica di Bartok in musica da film, con lo scopo di riprodurre in loop come sottofondo costante all'interno della produzione tale melodia al fine di creare angoscia e rappresentare al meglio il disturbo mentale di Jack. Altri elementi a cui attribuisce notevole importanza sono i rumori, specie quelli del triciclo del bambino accompagnati dai cambi di superficie, il rimbombo angosciante della pallina da baseball lanciata nel vuoto da Jack a causa della sua pazzia e il tichettio della macchina da scrivere che sembra inserirsi perfettamente nella musica di sottofondo (quella appunto mandata in loop). ➢ In “Barry Lyndon” (1975), sempre diretto da Kubrick, il regista commissiona al montatore del suono il compito di adattare la musica classica di Schuberth a una produzione cinematografica. Anche qui come nel caso precedente la musica classica viene costantemente ripetuta in loop e adattata a seconda dei cambi di inquadratura e di scena. Come detto in precedenza per il compositore, anche qui la grandezza del montatore sta nell'essere in grado di far assumere alla musica sfaccettature completamente diverse tra di loro. ➢ Ne “Il Padrino” (1972) la composizione del suono era stata inizialmente affidata a Nino Rota, tuttavia la musica nostalgica da lui prodotta venne ritenuta inadatta a evocare correttamente la scena della testa di cavallo, motivo per cui il montaggio del suono venne affidato a Walter Murch, il quale sistemò la traccia composta di Rota con un montaggio per stratificazioni creando delle dissonanze che ben si adattano a un film di mafia. Murch fece, quindi, una modifica radicale alla traccia, seppur quella di base rimase quella prodotta da Rota, al fine di adattarla meglio all'urlo imminente del personaggio, che si risveglia trovando una testa di cavallo mozzata sotto le lenzuola del suo letto. Va giustamente ricordato anche che la colonna sonora non è composta solamente dalla musica, ma anche da suoni, effetti, voci e soprattutto rumori: i rumori , i quali già nel cinema muto venivano utilizzati, non servono solamente a riprodurre ciò che accade nella scena, ma al pari della musica permettono di

componenti sonore; i rumori, invece, entrano in gioco solamente con il suono della sabbia che scorre, il quale viene volontariamente accentuato per creare suspence, e con gli spari e le esplosioni, campionate mediante suoni elettronici e accompagnate da trombe. La musica qui è strettamente collegata ai rumori, e permette loro di integrarsi meglio; ➢ Le produzioni cinematografiche di Jacques Tati, invece, utilizzano lunghe sequenze di rumori che accompagnano scene di immagini: in “Playtime” (1967), ad esempio, due uomini sono in attesa dell'arrivo del terzo membro: questa scena è caratterizzata dalla presenza di un costante ronzio di sottofondo che accompagna il suono dei passi della terza persona, i quali sono stati abilmente ricreati e accentuati utilizzando palline che vengono fatte rimbalzare su tavoli da ping-pong in legno; ancora, ne “Le Vacanze di Monsieur Hulot” (1953) nel corso della scena del colloquio di lavoro, lo sbuffo della poltrona viene ricreato ed esaltato per conferire importanza alla scena e assume un suono diverso a seconda che il protagonista si alzi o si sieda. La presa diretta era il metodo di cattura dei rumori preferita da Antonioni, perchè a suo dire permette di restituire ciò che sfugge all'orecchio umano. Anche il film “Blow Out” (1981) di De Palma è un esempio di presa diretta: esso racconta di un regista, interpretato qui da John Travolta, che mentre sta catturando suoni notturni diventa testimone di un tentato omicidio, quando vede un'auto improvvisamente sbandare e uscire di strada, finendo in acqua. Per salvare i passeggeri decide di tuffarsi, e una volta tornato a casa analizza meglio le sue registrazioni, scoprendo appunto che non si è trattato di una pura fatalità, ma che l'uscita di strada dell'auto è stata volontariamente provocata da qualcuno che ha sparato verso l'auto. Più tardi si scoprirà che al suo interno viaggiava un senatore candidato alle presidenziali. Antonioni nelle sue produzioni cercava sempre di trovare un equilibrio tra la presa diretta, che si svolge in fase di produzione, e la post-produzione, che, invece, riesce ad arrivare dove la presa diretta non è in grado. Va considerato, inoltre, che Antonioni preferiva la presa diretta perchè, come già detto, permette di esaltare ciò che sfugge all'orecchio umano, mentre altri preferivano sempre la presa diretta, ma col fine di riprodurre la scena nel suo vero realismo. Un altro celebre esempio in cui si esalta al meglio la poesia del rumore sono i film western, soprattutto il western italiano di Sergio Leone, il quale differisce da quello americano principalmente per la presenza di primi piani dei volti dei personaggi. In “C'era Una Volta il West” (1968) di Sergio Leone, la colonna sonora composta da Ennio Morricone si caratterizza per il fatto che, durante la scena in cui i tre banditi attendono l'arrivo in treno del protagonista, in 15 minuti non vi è alcun dialogo, tuttavia protagonisti sono i rumori, come l'enfatizzazione dei passi, le gocce che cadono dal soffitto (con tonalità diversa), schiocco delle dita, sbuffi per scacciare la mosca, ronzio della mosca, maneggio della pistola. I suoni sono tutti volutamente accentuati per creare una lunga scena di suspence che si concluderà solo con l'entrata in scena del protagonista; inoltre, è sempre presente per tutta la durata della stessa un rumore in loop di cui non si comprende la sorgente, che sarà svelata solo alla fine della scena, ovvero la pala di mulino ( deacusmatizzazione ). Questo film si può considerare come una vera e propria riflessione sul suono cinematografico, poiché qui emergono chiaramente tutte le potenzialità che il rumore nel cinema può avere. In sintesi il rumorista, al pari del montatore del suono, è una figura di spicco nella realizzazione della colonna sonora ed è una persona dotata di grande fantasia e in grado di dare vita a delle vere e proprie performance musicali,

cercando di volta in volta nuovi espedienti in grado di descrivere al meglio i suoni da rappresentare. Un'altro aspetto che può subire variazioni in fase di post-produzione è quello del doppiaggio, che non è solamente l'esatta traduzione del parlato in una lingua diversa rispetto a quella di produzione, ma esistono addirittura doppiaggi anche in lingua originale, perchè magari la voce di un determinato attore viene ritenuta essere più idonea di quella dell'attore originale (es. Pasolini ne “I Ragazzi di Canterbury” scelse di utilizzare il dialetto bergamasco perchè ben si prestava con il film). Colonne Sonore su CD Solitamente una volta terminate le produzioni audiovisive veniva realizzato un CD contenente la colonna sonora del film, tuttavia all'interno di essi la musica non compare quasi mai identica a quella del film stesso, perchè nel disco la musica viene ascoltata senza l'accompagnamento delle immagini e, dunque, necessita di alcuni accorgimenti: ➢ Alcuni LP contenevano la colonna sonora interamente originale; ➢ Alcune collane, invece, venivano leggermente manomesse per renderle maggiormente fruibili al pubblico, ad esempio, nei temi e nelle situazioni; ➢ Alcune collane, ancora, prendevano spunto dalla colonna sonora originale, ma affidavano ad altri compositori, esempio jazz e rock, la possibilità di riarrangiarla; ➢ Altri ripropongono la musica del film come musica d'ascolto, ma la modificano, affinchè diventi anche musica d'intrattenimento. Musica di Repertorio Abbiamo detto che in fase di post-produzione gli aspetti su cui si lavora maggiormente sono effetti sonori, rumori, voci (doppiaggi, anche in lingua originale, vedi Pasolini ne “I Ragazzi di Canterbury”, ma anche ne “Il Vangelo Secondo Matteo”), musica originaria (la musica composta appositamente per la produzione stessa) e musica di repertorio , ovvero musica che è stata composta da altri (es. Mozart, Beethoven...ma anche musica moderna) e riutilizzata all'interno della produzione stessa. Il più grande maestro nell'utilizzo di musica di repertorio nel cinema è stato senza dubbio Kubrick, a cui va riconosciuto il merito di essere stato capace di adattare composizioni musicali classiche a produzioni cinematografiche (es. “Shining” e “Barry Lyndon”). “Arancia Meccanica” (1971) è, però, probabilmente il lavoro meglio riuscito in tal senso: è sicuramente il film più violento tra quelli prodotti da Kubrick, motivo per cui alla sua uscita venne proibito; esso racconta di una banda di quattro ragazzi che vivono appositamente per fare violenza, commettendo crimini e reati di ogni genere. Nel film vengono utilizzate musiche di Beethoven (che sarebbero un inno alla pace e alla fratellanza) quando il protagonista, Alex, rientra a casa dopo aver commesso vari crimini per rigenerarsi, e musiche di Rossini (che sarebbero associate a situazioni allegre e divertenti) per accompagnare le scene di violenza; in entrambi i casi esse vengono adattate mediante l'utilizzo di sintetizzatori. Kubrick era fortemente convinto che non sempre la musica dovesse riflettere ciò che accade in scena, ma che potesse assumere anche significati opposti: in “Arancia Meccanica”, infatti, la musica mediante antitesi serve a sottolineare la crudeltà della scena. Nella prima scena analizzata, i quattro ragazzi dopo aver commesso un pestaggio, si danno a una folle corsa in auto, accompagnata dalle note di Rossini, come se si trattasse di un gioco divertente per loro; essi poco dopo si

colonna sonora è stata composta da Ennio Morricone mediante l'utilizzo di temi che procedono per variazioni durante l'arco della produzione. Vi sono tre temi principali:

  1. Si sviluppa durante la scena del bar, mediante pianoforte e archi;
  2. Si sviluppa quando Noodles va in stazione (tema di Noodles);
  3. Si sviluppa quando Noodles torna a New York e vaga per la casa (tema del ricordo). Una volta assistita alla scena in cui Fat Moe viene picchiato da quattro sicari, si apre la scena in cui Noodles si trova all'interno di un locale cinese: squilla un telefono di cui non si sente altro che il suono e inizia il flashback di Noodles, in cui ricorda i suoi tre amici (tra cui Max) che sono stati uccisi e la fine dell'epoca proibizionistica; solamente una volta terminato il flashback viene svelata l'origine del suono del telefono che squilla, cioè quello della polizia con cui egli pensa di aver tradito i suoi tre amici. Il flashback viene retto proprio dallo squillo del telefono stesso. Terminato il flashback, entrano nel locale cinese i gangster in cerca di Noodles: la musica tipicamente diegetica, ovvero che sembra suonata per presa diretta dentro la scena stessa, funge da accompagnamento all'entrata dei gangster e aumenta d'intensità con l'avanzare della scena (per esempio quando i gangster scoperchiano il seno a una donna). Il secondo tema, quello di Noodles, entra in gioco quando Noodles scopre che la valigetta che è andato a reperire invece di contenere un milione di dollari contiene solamente vecchi giornali: il tema basato su flauti esprime tutto il suo stato di confusione con la domanda, “Chi ha rubato il milione se tutti i membri della banda a parte lui sono morti?”. Dal tema di Noodles a base di flauti si passa quindi a una melodia con uno stacco seguita da “Yesterday” dei The Beatles, la quale rappresenta l'invecchiamento di Noodles (la narrazione passa infatti qui dagli anni '30 a quelli '60). La scena seguente si apre con Noodles che ritorna presso il bar di Fat Moe a New York: qui dopo un breve dialogo si apre il terzo tema, quello del ricordo, il quale cresce d'intensità e subentra la voce quando Noodles apre la porta dello stanzino nel quale da bambino era solito spiare Deborah; subentra l'ennesimo flashback del protagonista nel quale spiava la ragazza, accompagnato da un altro tema ancora, quello di Deborah appunto. L'aspetto più importante di questa produzione è sicuramente quello legato al ruolo che assume la musica. Possiamo identificare alcune funzioni diverse: ➢ La musica comunica stati d'animo, nostalgia, rammarico e situazioni; ➢ La musica funge da commento dell'epoca, legata al periodo proibizionista; ➢ La musica si muove perfettamente accompagnando i personaggi tra il loro passato e il loro presente; ➢ Vi è un utilizzo magistrale dei rumori, i quali servono a collegare tutti i flashback e la suspence della scena; ➢ Utilizzo della musica diegetica (suonata dentro la scena) con grande resa. Film Musicali I film musicali sono produzioni audiovisive all'interno delle quali la musica non è più solamente una presenza che accompagna le immagini, ma diventa protagonista assoluta della produzione. Possiamo avere tre diversi tipi di film musicali: ➢ Tipologia A: Il protagonista è un musicista e tutto ruota attorno alla musica da lui suonata (quindi diegetica, ovvero suonata dentro la scena). Rientra in questa tipologia “Il Pianista” di Polanski; ➢ Tipologia B: I protagonisti sono persone normali, i quali però hanno

sviluppato uno stretto rapporto con il loro strumento. In questa tipologia spesso i dialoghi vengono sostituiti da performance musicali; ➢ Tipologia C: La musica è l'elemento che fa muovere tutto l'intreccio. Rientra in questa tipologia il film “Il Concerto”. “Note Rosa” (1954) appartiene alla tipologia A, tuttavia qui la musica non è semplice musica diegetica, ma è uno strumento utilizzato per rivelare l'interiorità dei personaggi e l'espressione del proprio io interiore. “Sinfonia d'Autunno” (1977), invece, appartiene alla tipologia C, poiché la musica diventa strumento attraverso cui una madre pianista si serve per rimproverare la figlia anch'essa pianista, secondo lei non sufficientemente abile a suonare e interpretare le note di Chopin, ed esaltare la sua debolezza di carattere. “La Pianista” (2000), ancora appartiene alla tipologia A, incentrando la produzione su inquadrature dall'alto mentre la protagonista suona il pianoforte e utilizzando musiche diegetiche simili a quelle di Kubrick. “Il Concerto” (2009), invece, appartiene nuovamente alla tipologia C ed è probabilmente il miglio esempio di film musicale: esso racconta di un'orchestra russa che è stata invitata a Parigi per intrattenere un concerto, però inizialmente parte stonatissima, sistemandosi solo progressivamente. Durante il concerto parte un flashback in cui si vedono gli stessi protagonisti che suonavano vent'anni prima: la musica in questo film serve ad unire tutti i personaggi tra di loro e a permettere lo sviluppo della storia d'amore progressiva tra la violinista e il direttore d'orchestra. Questa produzione è caratterizzata da un eccellente montaggio musicale, poiché, nonostante la durata reale del concerto fosse stata di circa un'ora, esso è stato proposto ottimamente in venti minuti circa, da un eccellente montaggio delle immagini, poiché, nonostante si intersechino tre diversi piani temporali, la musica nel frattempo continua a scorrere, e da una performance molto credibile e ben riuscita, nonostante nessuno degli attori fosse un musicista professionista. In questo tipo di produzioni possiamo trovare due tipologie di attori, ovvero professionisti (es. “La Pianista”) e non professionisti (es. “Il Concerto”): ovviamente a seconda del grado di professionalità degli attori cambia anche il modo in cui le performance vengono filmate e ci si serve degli strumenti. Il Videoclip Nel corso degli anni '30 si cominciò a prendere consapevolezza del rapporto suono-immagini e fu in questo contesto che il videoclip cominciò a vedere la luce: esso è una breve forma di comunicazione audiovisiva della durata di circa 3-4 minuti, nel quale l'obiettivo è la promozione della musica, ma presenta anche una funzione commerciale, artistica ed estetica. “An Optical Poem” (1938) di Oskar Fischinger può essere considerato come il primo vero esempio di videoclip (esso ha una durata di circa sei minuti), nel quale si insiste molto su figure circolari e geometriche che si ripetono e si dimensionano in perfetto sincrono con il suono. La caratteristica del videoclip è che in pochi minuti le immagini devono descrivere ciò che la musica esprime: Norman McLaren diceva che il videoclip è una forma di raffigurazione del testo di una canzone. Durante gli anni '40 in America nacquero i “ Soundies ”, ovvero dei cortometraggi, parallelamente alla nascita dei Panoram Juke Box (erano come i Juke Box normali, solamente che proiettavano anche video). Il problema che ostacolò, però, la diffusione dei soundies fu che i panoram juke box costavano molto ed erano poco funzionali, per di più le canzoni più importanti si trovavano

comparivano diversi filmini pubblicitari della durata di circa 2-3 minuti ciascuno che raccontavano una storia; essi erano delle vere e proprie performance teatrali a cui venivano applicati gli slogan dei prodotti da pubblicizzare solamente alla fine, che diventavano veri e propri tormentoni. Nel corso degli anni '50 in Italia la TV stava iniziando a trovare sempre più diffusione e ciò fu determinante per la nascita della pubblicità: Carosello, infatti, era il simbolo dell'Italia avviata verso la modernizzazione, di un grande inizio di pubblicità e di un'educazione di massa verso il consumo in un epoca di grande sviluppo tecnologico. Ai giorni nostri la musica nella pubblicità conserva la funzione di potenziare le caratteristiche dell'annuncio pubblicitario e di convincere lo spettatore verso il prodotto da acquistare, ma raramente va oltre i 60 secondi di durata e può essere o un brano musicale compiuto o un frammento musicale o un brano composto appositamente per l'occasione oppure un'unione di suoni e rumori: deve possedere, quindi, un grande impatto emotivo e allo stesso tempo essere breve ma efficace ; inoltre, deve essere in grado di suscitare nell'ascoltatore interesse, informazione, identificazione, coinvolgimento, ricordo dello slogan cantato, comprensione del prodotto, credibilità, coerenza e convinzione. Esistono diverse tipologie di musiche pubblicitarie: ➢ Musica Decorativa: è un semplice riempimento della scena sonora senza alcuna altra funzione particolare; ➢ Musica da Impatto: è parte integrante dello spot pubblicitario; ➢ Jingle: è quella musica che accompagna il logo o il brand aziendale e lo rende facilmente memorizzabile (es. Coca Cola); ➢ Maxi Jingle: ha una funzione identificativa come il Jingle, ma può durare anche per tutto lo spot e addirittura persistere nel corso degli anni (es. Mentos); ➢ Pubblicità d'Autore: è l'unione della cinematografia alla pubblicità, poiché si tratta di spot realizzati con noti registi ed esponenti del grande cinema, da Woody Allen a Sergio Leone, da Fellini (pasta Barilla) a Paolo Sorrentino ecc... ➢ Musica da Trailer: musica composta per il trailer di una produzione cinematografica. Deve essere breve, ma incisiva e specializzata al tipo di produzione; ➢ Spot senza Parole: rinunciano alla parola a vantaggio della musica (spesso minimalista) e all'incisività delle immagini (es. spot Audi). Va da sé, comunque, che non esiste una musica adatta a tutti i prodotti che vengono pubblicizzati, ma a seconda del prodotto esistono musiche più adatte di altre. In ogni caso solitamente nelle pubblicità riscuotono molto successo le musiche di stampo minimalista.