






Study with the several resources on Docsity
Earn points by helping other students or get them with a premium plan
Prepare for your exams
Study with the several resources on Docsity
Earn points to download
Earn points by helping other students or get them with a premium plan
Community
Ask the community for help and clear up your study doubts
Discover the best universities in your country according to Docsity users
Free resources
Download our free guides on studying techniques, anxiety management strategies, and thesis advice from Docsity tutors
All'interno del documento viene trattato il tema degli NFT (Not Fungible Token), come si creano, cosa sono e come funzionano. Inoltre viene spiegato quali sono le nuove forme di Crypto arte e perché si sviluppano.
Typology: Schemes and Mind Maps
1 / 11
This page cannot be seen from the preview
Don't miss anything!
CosÕ la Crypto Art? Chi ne stabilisce il suo valore e che cambiamenti ha portato nel mondo dellÕarte contemporanea?
CosÕ la Crypto Art? Chi ne stabilisce il suo valore e che cambiamenti ha portato nel mondo dellÕarte contemporanea?
CosÕ la Crypto Art? Chi ne stabilisce il suo valore e che cambiamenti ha portato nel mondo dellÕarte contemporanea?
CosÕ la Crypto Art? Chi ne stabilisce il suo valore e che cambiamenti ha portato nel mondo dellÕarte contemporanea?
L’opera,ha iniziato a vivere nel 1 maggio 2007, quando Mike Winkelmann, nome originale dell’artista digitale Beeple, ha pubblicato online una nuova opera d’arte. Ha fatto la stessa cosa il giorno successivo e quello successivo, e quello successivo, creando e postando una nuova immagine digitale ogni giorno, per 13 anni e mezzo. Questi singoli pezzi sono poi stati riuniti nell’opera “EVERYDAYS: THE FIRST 5000 DAYS” un’opera unica nella storia dell’arte digitale. Coniato esclusivamente per Christie’s, il monumentale collage digitale è stato offerto come vendita di un lotto singolo e ha raggiunto la cifra di $ 69,346.250. Christie’s è stata la prima grande casa d’aste a vendere all’asta un’opera puramente digitale tramite un NFT e ad accettare criptovalute, in questo caso Ether. “L’acquisizione del lavoro di Beeple è un’opportunità unica per possedere una voce nella blockchain stessa creata da uno dei principali artisti digitali del mondo.” afferma Noah Davis, specialista in Post-War & Contemporary Art presso Christie’s a New York. FONTI:
La cripto art ha anche portato diversi cambiamenti all’interno del mercato dell’arte, e il motivo per cui l’arte ha aderito a questa tipologia di commercio, verrà spiegata nel seguente capitolo. Innanzi tutto è importante chiarire che la cripto art è strettamente legata alla tecnologia blockchain, ovvero un sistema attraverso il quale viene garantita una vendita sicura delle opere digitali ed anche la prova della loro autenticità e valore commerciale. La blockchain permette di creare una carta d’identità digitale per ogni opera che viene registrata nel sistema: attraverso token e codici crittografici. Per quanto riguarda le transazioni di vendita, esse non si muovono più su sistemi classici e attraverso pagamenti tradizionali, ma si sono proiettati su piattaforme digitali apposite attraverso l’utilizzo di nuove monete virtuali, come ad esempio, i bitcoin.
Ciò che accade a livello pratico è suddivisibile in due step fondamentali: 1.Una foto digitale o una sua documentazione filmata e successivamente salvata in formato digitale viene compressa in una sequenza, tecnicamente chiamata “hash”. 2.Infatti, dal punto di vista informatico, queste versioni digitali non sono altro che una lunga sequenza di numeri, che, comprimendosi, danno origine ad una nuova sequenza molto più corta, chiamata proprio “hash”. Tale processo prende per l’appunto il nome di hashing ed è lo stesso che viene utilizzato come base del criptovalute. Grazie ad esse, le blockchain e altri sistemi distribuiti sono in grado di raggiungere livelli significativi di integrità e sicurezza dei dati. Infatti, chi possiede il documento digitale può facilmente calcolarne l’hash, mentre è più complesso per chiunque altro ricostruire un documento digitale a partire da un “hash”. Successivamente, questo hash viene memorizzato su una blockchain, con una marca temporale associata. Una blockchain è letteralmente una catena di blocchi: una struttura dati, come una formula chimica, caratterizzata da un blocco principale detto di genesi, dal quale si originano una serie di ulteriori blocchi della catena principale, sino ad arrivare ad alcuni blocchi detti orfani, presenti in minoranza. Questi blocchi sono concatenati in ordine cronologico e la loro integrità è garantita dall’utilizzo della crittografia. Questo garantisce alla struttura di rimanere contenutisticamente immutata nel tempo. In seguito, il creatore dell’hash potrà poi utilizzare l’NFT per aggiungere al suo interno il
Ciò che lega cosi tanto l’NFT e l’arte è che fino a prima di esso, un artista digitale poteva creare autentiche opere d’arte senza ottenere una remunerazione e le sue uniche fonti di guadagno si riducevano spesso a collaborazioni con marchi. Ciò accadeva proprio perché chiunque poteva ottenere quella fotografia, quel collage, quell’opera d’arte in questione senza doverla acquistare direttamente dall’artista. Adesso invece, grazie a questo certificato digitale che ne verifica la proprietà, l’opera può essere venduta grazie ad una blockchain che la registra. Tuttavia però, dal punto di vista giuridico, la questione è più complessa: chi acquista un NFT, può affermare con relativa certezza di possederlo, ma quali sono i suoi diritti? Una delle certezze risiede nel fatto che l’acquisto non garantisce al proprietario alcun diritto sull’opera venduta. Gli NFT che trasferiscono la “proprietà” di un’opera, in realtà vanno a trasferirla sulla copia dell’opera stessa, senza impedirne la libera proliferazione sul web. Se ciò non fosse vero, e cioè se si acquistassero ulteriori diritti sull’opera, si sarebbe costretti ad utilizzare un contratto ordinario sia in forme che in tutele, come la cessione di diritti d’autore, ad esempio. Per esempio, s Beeple decidesse un domani si rivendere la sua opera “EVERYDAYS: THE FIRST 5000 DAYS”, variando un semplice pixel e così cambiandone l’hash, sarebbe legittimato a farlo ed i rimedi per impedirglielo sarebbero solo contrattuali e non tecnologici. Un ulteriore punto critico è sicuramente quello legato al copyright. In un mercato non regolamentato e globale come quello degli NFT i casi di violazione di copyright sono all’ordine del giorno ed allo stesso tempo diventa co plesso ottenere una tutela o un risarcimento, se essa viene violata. La creazione di un NFT è piuttosto semplice e ogni piattaforma prevede una procedura guidata in cui viene spiegato cosa bisogna fare e quali informazioni inserire, passo per passo. Tra le piattaforme più conosciute per creare, comprare e vendere NFT vi sono: Rarible, OpenSea, Nifty Gateway e Makersplace. FONTI:
Alcune delle domande che sorgono sportanee quando Arte e NFT si incontrano, potrebbero essere sul contesto museale, se la Crypto Art possa essere o meno musealizzabile, come reagiranno i musei all’evoluzione del mercato NFT e quali saranno le soluzioni che adotteranno. Ad oggi infatti i musei stanno facendo i conti con due grandi cambiamenti: il processo di digitalizzazione e l’urgenza di trovare nuovi flussi di entrate sostenibili. Fino ad ora i musei hanno sfruttato il potere dei social media, i tour virtuali e i live streaming per attirare i visitatori e recuperare quanto perso durante la pandemia, ma c’è un’altra strada che i musei potrebbero non aver preso in considerazione: il fenomeno della Crypto Art e degli NFT. Tra questi il MoCDA, Museum Of Contemporary Digital Art, la cui fondatrice, Serena Tabacchi, che riflette sul futuro della Crypto Art e sull’esigenza della sua musealizzazione. Serena Tabacchi, in un’intervista, afferma che il fenomeno della crypto arte fa parte del nostro presente e in quanto tale troverà un suo spazio all’interno dei luoghi di cultura. Pertanto i musei non potranno ignorare questo fenomeno di massa che sta spopolando tra i nuovi collezionisti e artisti, specialmente coloro che creano in digitale. Se le case d’asta e gli artisti parlano di crypto arte, sarà normale trovare informazioni circa questo movimento sorto già nel 2018 tra le sale di un museo, sia questo fisico o virtuale. Inoltre, la crypto arte ha già segnato un forte cambiamento nell’andamento del mercato, con una veloce adozione da parte di un pubblico giovane, dinamico e attento alle nuove tecnologie. C’è un vero e proprio boom del fenomeno crypto arte ma non bisogna però dimenticare che dietro alla tecnologia ci sono sempre delle persone e che la fiducia nei confronti di un artista o della casa d’asta vanno sempre riposte nei confronti di individui o dei brand che rappresentano. A seguire Damien Hirst ha annunciato di volere accettare crypto pagamenti per The Virtues, una series di edizioni limitate in collaborazione con HENI disponibili per i collezionisti di Hirst anche in Bitcoin o Ethereum. Decisamente un movimento in rapida espansione che è qui per restare e continuare ad impressionare il mondo tradizionale del mercato dell’arte. Inoltre, ci potrà sicuramente essere un rapporto tra il mondo della Crypto Arte e quello della fisicità, La crypto arte, per definizione, si presta prevalentemente all’arte digitale in quanto vive online e on-chain, ma non per questo un’opera d’arte fisica, e quindi materiale, deve essere esclusa da questa evoluzione nel digitale. E’ importante perciò capire come l’opera fisica e il suo doppelganger digitale siano connesse, ed usare la tecnologia blockchain per tutti quei passaggi di mano tra l’artista, il collezionista e i vari enti come gallerie e musei che partecipano nella gestione e mantenimento di un’opera d’arte. FONTI:
Fortunatamente, gli esperti del settore stanno già studiando soluzioni per questo problema, che consentiranno di ridurre il fabbisogno energetico delle blockchain. Esistono soluzioni sostenibili per il mercato della Crypto Arte? È innanzitutto necessario fornire informazioni chiare sull’impatto ambientale della Crypto Arte e su come ridurlo al minimo, ad esempio limitando la quantità di transazioni alle sole necessarie e confermate. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di mplementare Protocolli PoS: è infatti possibile ridurre l’impatto del 99% implementando sulle piattaforme esistenti protocolli di consenso PoS (Proof-of-Stake) in sostituzione di quelli Proof-of-Work (PoW) su cui si basa l’attuale mercato della Blockchain e degli NFT. I protocolli PoS adopera un processo differente per convalidare le transazioni e raggiungere il consenso. Si tratta sempre di un algoritmo crittografico, ma il suo funzionamento consente più alta scalabilità delle transazioni e meno consumo energetico, inoltre sembrerebbe da alcuni dati che abbia anche un’efficenza maggiore. Infine adottare piattaforme sostenibili potrebbe essere un’altra altra soluzione applicabile, che consisterebbe nell’utilizzo da parte degli artisti e dei collezionisti di piattaforme considerate etiche come, ad esempio, hicetnunc,Viv3 o Kalamint. Oggi la discussione è molto polarizzata: da una parte c’è chi sostiene che la Crypto Art non provochi danni all’ambiente come John Crain, Ceo di SuperRare che giudica troppo “sensazionalistica” l’analisi di Atken; dall’altra c’è chi invece manifesta la necessità di modelli più sostenibili capaci di sviluppare il mercato della Crypto Art ma allo stesso tempo rispettare e salvaguardare il nostro pianeta. FONTI: