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recettore podalico (posturologia e biomeccanica), Essays (university) of Biomedicine

Master posturologia e biomeccanica università palermo

Typology: Essays (university)

2020/2021

Uploaded on 07/21/2021

Raffaello12345
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RECETTORE PODALICO
Il recettore podalico è, insieme all’occhio, un recettore fondamentale del sistema posturale.
Nell’evoluzione della specie che ha portato all’uomo erectus sono subentrati adattamenti di vario
genere legati ad una postura che è cambiata da un essere quadrupede a un essere in stazione
bipede certamente più impegnativa per tutto il sistema neuro/fisiologico soprattutto con
contrapposizione con la forza di gravità.
La forza di gravità esercita sull’organismo umano elevate forze che siamo chiamati a sopportare.
Nella maggior parte dei solidi Il carico cambia la linearità della superficie e provoca una
deformazione. Quando si rimuove il carico che causa la deformazione, riprende la forma iniziale.
Nell’uomo succede una cosa simile; in assenza di gravità l’uomo tende a ritornare alle
strutture molli di quando era immerso nel liquido amniotico (l’osso si decalcifica, la
muscolatura si atrofizza).
Il piede (insieme alle vertebre) è una struttura poliarticolata: Dopo la nascita tutte le strutture
poliarticolate ossee somatiche sono progressivamente e indefinitamente trasformate dalle
sollecitazioni che si esercitano al loro livello.
Marcia bipodalica: La marcia bipodalica è una caratteristica dell’uomo durante la quale il peso del
corpo è sopportato in maniera alternativa dagli arti inferiori. La marcia è un processo appreso.
Di conseguenza ogni persona mostra (in accrescimento) caratteristiche proprie determinate
da diversi fattori: taglia, peso, sesso, ambiente circostante e stimoli propriocettivi.
CONCETTI FONDAMENTALI PER LO STUDIO DELLA POSTUROLOGIA
Concetto di Somatizzazione: lo squilibrio di un recettore provoca immancabilmente uno
squilibrio tonico posturale. L’insieme si adatta a questo squilibrio.
ES: un ipertono crea deviazione, il muscolo vince sull’osso
Concetto di disponibilità del sistema: se il sistema è indenne da tutti i compensi, può
facilmente recuperare gli squilibri di un recettore, ma se il sistema è già sollecitato da
compensi vecchi, non può giocare il suo ruolo tampone e i dolori compariranno a livello
delle zone di tensione muscolare.
Concetto di terreno: se un soggetto è iperlasso (fluorico), i compensi rispondono più
facilmente¸ viceversa se il soggetto è un retratto con aponeurosi corte (carbonico,
tubercolinum, fosforico), gli adattamenti saranno difficili e la comparsa del dolore più rapida,
al contrario le correzioni saranno maggiormente stabili e durature.
Concetto d’interdipendenza: i differenti recettori possono essere tutti elementi che causano
lo scompenso, ma essi possono ugualmente adattarsi allo squilibrio che viene da un altro
recettore.
MOVIMENTI DEL PIEDE
1. Piano sagittale: dorsiflessione e plantiflessione
2. Piano frontale: inversione ed eversione
3. Piano trasversale: abduzione e adduzione
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RECETTORE PODALICO

Il recettore podalico è, insieme all’occhio, un recettore fondamentale del sistema posturale. Nell’evoluzione della specie che ha portato all’uomo erectus sono subentrati adattamenti di vario genere legati ad una postura che è cambiata da un essere quadrupede a un essere in stazione bipede certamente più impegnativa per tutto il sistema neuro/fisiologico soprattutto con contrapposizione con la forza di gravità. La forza di gravità esercita sull’organismo umano elevate forze che siamo chiamati a sopportare. Nella maggior parte dei solidi Il carico cambia la linearità della superficie e provoca una deformazione. Quando si rimuove il carico che causa la deformazione, riprende la forma iniziale.  Nell’uomo succede una cosa simile; in assenza di gravità l’uomo tende a ritornare alle strutture molli di quando era immerso nel liquido amniotico (l’osso si decalcifica, la muscolatura si atrofizza). Il piede (insieme alle vertebre) è una struttura poliarticolata: Dopo la nascita tutte le strutture poliarticolate ossee somatiche sono progressivamente e indefinitamente trasformate dalle sollecitazioni che si esercitano al loro livello. Marcia bipodalica: La marcia bipodalica è una caratteristica dell’uomo durante la quale il peso del corpo è sopportato in maniera alternativa dagli arti inferiori. La marcia è un processo appreso.  Di conseguenza ogni persona mostra (in accrescimento) caratteristiche proprie determinate da diversi fattori: taglia, peso, sesso, ambiente circostante e stimoli propriocettivi. CONCETTI FONDAMENTALI PER LO STUDIO DELLA POSTUROLOGIAConcetto di Somatizzazione: lo squilibrio di un recettore provoca immancabilmente uno squilibrio tonico posturale. L’insieme si adatta a questo squilibrio. ES: un ipertono crea deviazione, il muscolo vince sull’osso  Concetto di disponibilità del sistema : se il sistema è indenne da tutti i compensi, può facilmente recuperare gli squilibri di un recettore, ma se il sistema è già sollecitato da compensi vecchi, non può giocare il suo ruolo tampone e i dolori compariranno a livello delle zone di tensione muscolare.  Concetto di terreno : se un soggetto è iperlasso (fluorico), i compensi rispondono più facilmente¸ viceversa se il soggetto è un retratto con aponeurosi corte (carbonico, tubercolinum, fosforico), gli adattamenti saranno difficili e la comparsa del dolore più rapida, al contrario le correzioni saranno maggiormente stabili e durature.  Concetto d’interdipendenza: i differenti recettori possono essere tutti elementi che causano lo scompenso, ma essi possono ugualmente adattarsi allo squilibrio che viene da un altro recettore. MOVIMENTI DEL PIEDE

  1. Piano sagittale: dorsiflessione e plantiflessione
  2. Piano frontale: inversione ed eversione
  3. Piano trasversale: abduzione e adduzione

POSTURA E ADATTAMENTI

In condizioni di perfetta normalità, il nostro organismo tende a mantenere un perfetto equilibrio psico– fisico – metabolico con la minore spesa energetica possibile e senza dolore. Una buona programmazione posturale deve tendere in ogni momento a mantenere una condizione corrispondente alla omogeneità delle tensioni e al silenzio dei sensori ossia alla normalità posturale ragionatamente fatto per gli schemi essenziali. Tensegrità= caratterizza la capacità di un sistema di stabilizzarsi meccanicamente tramite forze di tensione e di decompressione che si ripartiscono e si equilibrano fra di loro. le ossa del corpo sono i pilastri di compressione, mentre i sistemi legamentosi e i tessuti miofasciali del corpo rappresentano la tensione continua. I sistemi di adattamento e di difesa devono reagire di fronte alle aggressioni o alle informazioni imperfette, seguendo tre regole:

  1. salvaguardare le funzioni ergonomiche
  2. sopprimere o evitare il dolore
  3. minimizzare le conseguenze e ricreare equilibrio  Tutto ciò darà origine a compensi e vizi posturali, ovvero posture che garantiranno di ricevere il minore disaggio e la minore perdita di funzionalità. Questo provocherà delle deformazioni strutturali di alcune parti o di tutto il corpo che possono interessare l’uomo a qualsiasi età. nelle fasi iniziali non si accompagnano a danni organici, ma se questi vizi persistono nel tempo e non vengono corretti possono portare inevitabilmente a forme patologiche (dolori articolari, muscolari, algie vertebrali ecc.). Si avvia dunque un sistema causa- effetto che può andare avanti finché il corpo è in grado di “compensare”. Il PIEDE BIOMECCANICO Il corpo umano ha 206 ossa principali. Ogni piede ne ha 26 quindi in totale ne ha 52. Il 25% delle ossa del corpo umano è nei piedi, un altro 25% e nelle mani il piede ha oltre 100 legamenti che lo compattano e lo rendono funzionale alle diverse attività da svolgere. Funzioni del piede:
  4. ORGANO DI SENSO : Podoneuroposturologia: il piede è un insieme propriocettivo ed esterocettivo eccezionale. Il piede contiene: o dei recettori, suscettibili che informano con precisione il sistema nervoso centrale. o Recettori periferici (sensoriali propriocettivi e esterocettivi) che sono dei trasduttori. o Nervi che trasportano segnali periferici elettromagnetici; o Complessi neuronali centrali che elaborano e programmano delle risposte appropriate; o Nervi deputati a trasportare i segnali verso la periferia; o Muscoli, tendini, articolazioni che si adattano ai programmi ed ai segnali.

piede con il quale il paleocervelletto è in relazione) inducono il tono attraverso l’attivazione delle vie olivo, rubro e vestibolo – spinali. Le altre due aree del cervelletto coinvolte nello scambio propriocettivo sono: neocervelletto : Nella stazione eretta e in particolare durante il cammino il neocervelletto, in rapporto con il sistema alterato dei lombricali – interossei e quadrato di Silvio, controlla tutti i movimenti somatici, regolando l’alternanza dei muscoli agonisti – antagonisti sia pendolari (deltoide del gluteo) che del tronco (scoliosi fisiologica alternata ) Archicerebello: L’archicerebello è coinvolto nel mantenimento e ripristino dell'equilibrio per la stazione eretta, la deambulazione e di coordinazione del movimento di testa e occhi. È connesso a: flessore breve e adduttore dell’alluce. Durante il cammino è il piùsollecitato durante la fase di appoggio unipodale. Tipi di recettori:

- Meccanocettori ad adattamento rapido: risultano essere sensibili al movimento. Sono responsabili del controllo posturale o corpuscoli di Meissner , altrimenti denominati FA-1 (Fast Adaptation-1), -- Sono essenzialmente ritrovabili a livello del derma. Rispondono ai cambiamenti di forza meccanica applicata al derma e alla sua direzione. In particolare percepiscono i movimenti oscillatori della cute con rapidità di movimento; si adattano rapidissimamente interrompendo la scarica in pochi decimi di secondo. o corpuscoli del Pacini o FA-2 (Fast Adaptation-2), localizzati nel tessuto sottocutaneo, sono i recettori cutanei più voluminosi. Sono sensibili a movimenti molto piccoli e a cambiamenti di moto rapidissimi. - Meccanocettori ad adattamento lento: o Dischi di Merkel o SA-1 (slow-adaptation-1), sempre localizzati nel derma. Mostrano recettività sia nei confronti del movimento, che nei confronti dell’intensità dello stimolo meccanico a cui sono sottoposti; in particolare rispondono all’aumento perpendicolare della pressione, ma hanno una sensibilità estrema: sono sufficienti 50 nano micron per attivarli. La loro risposta ha due componenti: una prima fasica che dura 0, secondi ed è caratterizzata da scariche ad alta frequenza, e una tonica caratterizzata da una risponda che rimane anche dopo la rimozione dello stimolo per circa 8-10 minuti. o Recettori di Ruffini: Organi specificatamente propriocettivi. anno un campo ricettivo ampio, rispondono a deformazioni meccaniche tangenti alla cute con la risposta lenta ad instaurarsi, ma duratura e regolare nel tempo.

Propriocezione: LA SENSIBILITÀ PROPRIOCETTIVA riguarda la percezione delle strutture corporee adibite al movimento:  i muscoli (attraverso i fusi neuromuscolari e gli organi tendinei di Golgi)  le articolazioni (attraverso terminazioni "a fiorame" e corpuscoli di Pacini nelle capsule articolari)  la posizione della testa nello spazio (attraverso i canali semicircolari, il sacculo e l'utricolo, che nel complesso formano il cosiddetto "apparato vestibolare"). La propriocezione, a differenza della esterocezione, raggiunge in maniera meno precisa la coscienza , ma permette di avere sempre sotto controllo la posizione del corpo nello spazio (ad esempio: sai come sono posizionate le dita dei tuoi piedi anche se hai delle scarpe chiuse e non puoi vederle, semplicemente perchè puoi "sentirle"... è un vero e proprio sesto senso!) È ovvio che la divisione è didattica, visto che a livello funzionale anche la nocicezione influenza vistosamente il movimento (pensa al riflesso da evitamento, ecc.…).  Esterocezione : LA SENSIBILITÀ ESTEROCETTIVA è quella che ci permette di percepire l'ambiente esterno, ovvero, riguarda la sensibilità tattile discriminata e non, la sensibilità termica e quella dolorifica, tutte possibili in virtù di apposite strutture sensoriali più o meno complesse situate nella cute e nel sottocutaneo. Ad esempio per il tatto ci sono parecchi organelli (corpuscoli di Pacini, di Ruffini, di Meissner, di Merkel). Da notare che in piccola parte queste strutture sensitive sono poste anche negli organi interni, e costituiscono la cosiddetta enterocezione (meno fine e meno localizzata). Le afferenze esterocettive raggiungono diffusamente la corteccia ( e quindi la coscienza ), momento per momento, in maniera normalmente precisa e localizzata. Il piede raccoglie informazioni che provengono dall’ambiente esterno grazie agli esterocettori cutanei che si trovano sulla pianta del piede. In particolare informazioni tattili per il riconoscimento dei caratteri fisici del suolo che vengono in contatto con la pianta; PELLE: è un recettore Multistrato. Interfaccia con l’ambiente esterno, grazie alla sua doppia matrice di analisi orizzontale e verticale, è in grado di trasferire informazioni statiche, dinamiche e cinematiche. Ogni movimento genera stiramenti dermici che permettono la percezione degli strati mobili ed immobili di tutti i segmenti corporei.

Fasi terapeutiche  Da 6 a 16 anni si può intervenire, anche senza dolore. Dopo i 16 è meglio non intervenire finché il corpo non lo richiede (dolore) Ciclo del passo Fasi del passo

3. COMPONENTE DELLA POMPA VENOSA DI RITORNO

L’area cerebrale del piede è per 2/3 sensoriale e per 1/3 motoria. IL PIEDE IN POSTUROLOGIA Il piede è il punto di unione tra uno squilibrio d’ origine alta e il suolo, esso si adatterà sempre per riarmonizzare l’appoggio, è il tampone terminale del sistema posturale. Inizialmente questo adattamento è reversibile, in un secondo tempo si fissa rendendo la correzione podale indispensabile. Sul piano posturale ci sono 4 tipi di piedi :

  1. Causativo : è responsabile dello squilibrio posturale. Dal momento che si instaura uno squilibrio nel piede, anche di lieve entità, inerente alla sua mobilità o al sul appoggio, ci sarà obbligatoriamente uno squilibrio posturale nei segmenti superiori del corpo. Ha tre origini: - Congenito : sono le famiglie di piedi cavi, piatti, metatarsi vari, asimmetrie ecc. - Acquisito : causato da traumatismi (distorsioni di caviglia che provocano instabilità, adattamenti patologici che si fisseranno in seguito, riduzioni di mobilità che in seguito destabilizzeranno il piede e il sistema posturale), da un inizio prematuro del cammino (girello!), da scarpe inadeguate. - Iatrogeno : concorrono due grandi cause: le solette ortopediche “classiche” che distruggevano il sistema propriocettivo del piede e le scarpe con la volta plantare sostenuta
  2. Adattativo : è il piede che si è adattato ad uno squilibrio che viene dall’alto. È la conferma che il piede è il tampone terminale, che si deforma, si torce, si bilancia per riarmonizzare l’appoggio. Può a sua volta essere: - Reversibile: Nel caso di piedi reversibili adattativi, la correzione della causa primaria è sufficiente per correggere il sistema posturale. - Fissato: Alla fine di Dieci mesi, un anno le deformazioni adattative finiscono per fissarsi, e si è in presenza di un piede adattativo fissato la cui correzione è indispensabile per riprogrammare il sistema posturale.

ANOMALIE PODALICHE E LORO CONSEGUENZE POSTURALI

  1. IL PIEDE PIATTO VALGO: Sul piano posturale è un piede causativo ed è caratterizzato da un indebolimento, da un cedimento e da una caduta dell’arco interno.  Secondo il concetto classico il piede piatto è provocato da una lassità legamentosa anomala. Questo è vero, tuttavia bisogna considerare due punti importanti: - I piedi piatti costituzionali associano spesso una lassità legamentosa eccessiva: questi sono i piedi valghi. Ma esiste una seconda categoria caratterizzata dalla caduta del medio piede provocata dal cedimento della capriata podalica, spesso in concomitanza con un sovrappeso ponderale attuale o passato; essi non sono sempre valghi, ma possono essere paradossalmente Vari! - Se l’iperlassità del piede fosse la regola, è importante sottolineare che si localizza esclusivamente nel piede e non altrove. Infatti i soggetti iperlassi spesso presentano piede cavo retratto! Cosi come spesso si evidenzia un piede piatto nei soggetti retratti. Nella genesi dei dolori a livello del piede, del ginocchio, dell’anca, e del rachide intervengono sia fattori meccanici, che “contraintes” (ovvero sollecitazioni muscolari anomale).  Il piede valgo o piede piatto di primo grado è spesso accompagnato da una iperlordosi lombare e da una ipercifosi dorsale. Solo quando il medio piede cede appare anche la posterizzazione del piano scapolare; più il piede è piatto, più il piano scapolare tende a posteriorizzarsi.  Il soggetto portatore di piede piatto clinicamente decompensa prima a livello del dorso, poiché il ginocchio e l’anca sopportano meglio le rotazioni interne e il valgo piuttosto che il loro contrario.

 A livello lombare le articolazioni posteriori sono orientate per lavorare fisiologicamente con un angolo sacrale di 32° e una lordosi normale. L’aumento di questi due parametri provoca la comparsa di ipertensioni articolari anomale ed eccessivi contatti articolo-istmici.  Le catene muscolari posteriori saranno accorciate, le anteriori rilasciate.

2. PIEDE CAVO VARO

È un piede causativo. È per definizione accompagnato da un talo varo, “caduta astragalo- calcaneare esterna che trascina la gamba in rotazione esterna. Le conseguenze posturali sono in tutti i loro punti contrarie alle precedenti. Dal basso verso l’alto:

  • Varo calcaneare
  • Rotazione esterna di gamba e coscia
  • Posizionamento esterno delle rotule che terminerà con una iperpressione femoro-patellare esterna, e quindi la correzione del piede sarà il primo trattamento da effettuare.
  • Tendenza al recurvatum
  • Rotazione esterna del femore che provocherà difetto di copertura anteriore della testa femorale
  • Retroversione iliaca
  • Verticalizzazione sacro e diminuzione lordosi lombare (glutei piatti, dorso piatto)

 Il piede varo è spesso accompagnato da dorso piatto;  I soggetti portatori di piede varo cominciano a soffrire prima a livello degli arti inferiori (nell’ordine: ginocchia, anche, piedi) piuttosto che dal dorso. Prevalgono iperpressione esterna delle rotule e difetto di copertura della testa femorale.

3. PIEDI ASIMMETRICI

Sono di due tipi: -i piedi piatti asimmetrici

  • piedi cavi asimmetrici. Con questo tipo di piedi compaiono, a livello posturale, bascule e rotazioni. Piedi piatti asimmetrici essi sono generalmente dei piedi misti in quanto associano un versante causativo e uno adattativo. In altre parole sono, all’inizio dei piedi causativi che hanno dovuto secondariamente adattarsi ad uno scompenso alto del sistema posturale. Sono accompagnati da un valgo asimmetrico del retro piede.  Generalmente troviamo il lato più valgo a sinistra nel destrimane, a destra nel mancino.  Gli squilibri posturali che avvengono sono quelli del piede piatto, e si produrranno nei tre piani dello spazio.  Affrontando il problema dal basso: il valgo asimmetrico del retro piede causa una rotazione asimmetrica degli assi tibiali e femorali; la coppia di forza testa-cotile non ha più la stessa distribuzione delle pressioni a destra

e a sinistra il bacino ruota sul suo asse e bascula lato più basso e più anteriore corrisponderà al piede più valgo.  A partire da questo momento la colonna vertebrale può adattarsi in due modi:

  • Adattamento armonioso, è l’attitudine scoliotica
  • Adattamento disarmonioso, sono i bloccaggi vertebrali a vari livelli  Affrontando il problema dall’alto: stessi disturbi ma la patologia è discendente. È la componente adattiva che produce l’asimmetria! Piedi cavi asimmetrici Sul piano posturale posso essere sia misti e sia causativi puri.
  • Nel caso di piede misto: ragionamento identico al piede piatto asimmetrico. Il versante causativo è rappresentato dal varismo, il versante adattativo dalla componente asimmetrica

 Squilibri che si verificano agli arti inferiori: coxartrosi, iperpressione esterna rotule, epifisite tibiale anteriore  Dolori compaiono prima dal lato più varo. Dorso generalmente piatto.

  1. PIEDI DISARMONICI Definiamo due retro piedi con caratteristiche opposte: varo da un lato, valgo dall’altro. Estremamente frequenti, hanno un carattere sempre adattivo.  Un femore si posizionerà in leggera rotazione interna (appoggio valgizzante), l’altro in leggera rotazione esterna (appoggio varizzante). Prevale quindi una torsione elicoidale, soprattutto a livello del bacino: - Antiflessione dal lato valgizzante - Estensione dal lato varizzante  Generalmente nei destrimani la tendenza valgizzante è a sinistra, la tendenza varizzante a destra. Nel mancino avviene il contrario.

5. PIEDE A DOPPIA COMPONENTE

È difficile sapere se è adattativo o causativo, probabilmente raccoglie entrambe le caratteristiche.  Dorso piatto con piano scapolare anteriore. Esiste a livello lombare una falsa iperlordosi legata al piano scapolare anteriore con una predisposizione alla spondilolistesi.  I due ultimi livelli lombari sono sottoposti a enormi sollecitazioni muscolari di traslazione anteriore; i muscoli paravertebrali restano contratti in permanenza per compensare lo squilibrio anteriore del busto.  - tensioni cervico dorsali

  • Dolori “a barra” lombare bassa
  • Dolori ai trocanteri
  • Tendinite zampa d’oca
  • Dolore ai polpacci
  • Dita ad artiglio e calli ai piedi