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La Sociologia di Durkheim: La Società, l'Educazione e la Stratificazione Sociale, Cheat Sheet of Sociology

Emil durkheim, padre della sociologia moderna, descrive la natura della società, l'educazione e la stratificazione sociale. Egli distingue tra società segmentaria e organica, analizza la definizione sociologica dell'educazione e spiega la stratificazione sociale come continuum di posizioni sociali ordinate gerarchicamente. Anche l'influenza del capitale culturale sulla scuola e la funzione della scuola nella conservazione sociale.

Typology: Cheat Sheet

2022/2023

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Sociologia dell’educazione
Sociologia come approccio alla lettura della società: si occupa di analizzare come la società cambia,
si evolve, si modifica.
Che cos’è?
-Durkheim afferma che nella società accadono dei fatti con caratteri specifici, esterni
all’individuo che hanno un potere di coercizione. Quanto questi fatti sono legati ad una
libera scelta o c’è questo potere? Secondo Durkheim questo potere è molto forte ed è dato
dall’appartenenza ad un gruppo sociale.
-Weber afferma che la sociologia è una scienza, che ha delle regole, che ha come obiettivo
l’agire sociale, quali sono le cause attraverso un metodo scientifico, raccogliendo dati
verificati ed avendo un metodo lavorativo
-Smelser afferma che è un modo di studiare gli esseri umani, si propone di scoprire perché
gli uomini si comportano in un certo modo, si riuscono in gruppi, pregano, si sposano,
insomma qualsiasi attività avviene quando gli esseri umani agiscono. La sociologia può
essere definita come lo studio scientifico della società, delle istituzione e dei rapporti sociali.
-Giddens afferma che è una disciplina che studia con metodo scientifico le diverse forme di
vita allo scopo di costruire un sapere teorico, razionale e sistematico della “società”. Ci
spinge a dire che quanto noi consideriamo inevitabile può anche non essere tale.
Il sociologo deve considerare una molteplicità di ipotesi e raccogliere dati, anche se a volte
quanto consideriamo naturale dipende da fattori storici e sociali. Questo è l’insegnamento
della sociologia.
-Archer afferma che la sociologia ha il compito irritante di scoprire i legami tra struttura ed
agire. La contrapposizione è tra
chi ritiene che gli individui siano materiale indeterminato che viene unilateralmente
modellato dalla società, le cui proprietà olistiche hanno il completo monopolio della
causalità
chi ritiene che la società sia la semplice conseguenza dell’aggregazione delle attività degli
individui, sui quali è incapace di reagire. Le persone monopolizzano il potere causale, che
opera in una sola direzione, verso l’alto.
Chi è il sociologo?
Sociologia e senso comune
Il senso comune:
è il pensiero in cui siamo immersi nel quotidiano, il pensiero dell’ovvio, funziona come una
sorta di automatismo che preserva ciascuno dal dover continuamente risolvere problemi che
si sono già presentati e che hanno già trovato una risposta soddisfacente.
E’ pensare “come al solito”, tiene i dubbi fuori dalla porta, significa dare per scontato:
usiamo le nostre categorie e le attribuiamo agli altri, anche se si possono commettere gravi
errori interpretativi
Funziona come un sistema condiviso di credenze, si basa sulle nostre esperienze pregresse
E’ necessario ma non sufficiente a vedere la società.
La sociologia vede le relazione sociali mentre le altre discipline vedono individui e cose
(oggetti e strutture materializzate)
La sociologia è una scienza:
concezione antropologica: quale idea di essere umano sottende allo studio del sociale?
Approccio analitico (che analizza): monodimensionale/multidimensionale;
conflittuale/consensuale; micro/macro
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Sociologia dell’educazione Sociologia come approccio alla lettura della società: si occupa di analizzare come la società cambia, si evolve, si modifica. ✗ Che cos’è? -Durkheim afferma che nella società accadono dei fatti con caratteri specifici, esterni all’individuo che hanno un potere di coercizione. Quanto questi fatti sono legati ad una libera scelta o c’è questo potere? Secondo Durkheim questo potere è molto forte ed è dato dall’appartenenza ad un gruppo sociale. -Weber afferma che la sociologia è una scienza, che ha delle regole, che ha come obiettivo l’agire sociale, quali sono le cause attraverso un metodo scientifico, raccogliendo dati verificati ed avendo un metodo lavorativo -Smelser afferma che è un modo di studiare gli esseri umani, si propone di scoprire perché gli uomini si comportano in un certo modo, si riuscono in gruppi, pregano, si sposano, insomma qualsiasi attività avviene quando gli esseri umani agiscono. La sociologia può essere definita come lo studio scientifico della società, delle istituzione e dei rapporti sociali. -Giddens afferma che è una disciplina che studia con metodo scientifico le diverse forme di vita allo scopo di costruire un sapere teorico, razionale e sistematico della “società”. Ci spinge a dire che quanto noi consideriamo inevitabile può anche non essere tale. Il sociologo deve considerare una molteplicità di ipotesi e raccogliere dati, anche se a volte quanto consideriamo naturale dipende da fattori storici e sociali. Questo è l’insegnamento della sociologia. -Archer afferma che la sociologia ha il compito irritante di scoprire i legami tra struttura ed agire. La contrapposizione è tra

  • chi ritiene che gli individui siano materiale indeterminato che viene unilateralmente modellato dalla società, le cui proprietà olistiche hanno il completo monopolio della causalità
  • chi ritiene che la società sia la semplice conseguenza dell’aggregazione delle attività degli individui, sui quali è incapace di reagire. Le persone monopolizzano il potere causale, che opera in una sola direzione, verso l’alto. ✗ Chi è il sociologo? Sociologia e senso comune Il senso comune: ➔ è il pensiero in cui siamo immersi nel quotidiano, il pensiero dell’ovvio, funziona come una sorta di automatismo che preserva ciascuno dal dover continuamente risolvere problemi che si sono già presentati e che hanno già trovato una risposta soddisfacente. ➔ E’ pensare “come al solito”, tiene i dubbi fuori dalla porta, significa dare per scontato: usiamo le nostre categorie e le attribuiamo agli altri, anche se si possono commettere gravi errori interpretativi ➔ Funziona come un sistema condiviso di credenze, si basa sulle nostre esperienze pregresse ➔ E’ necessario ma non sufficiente a vedere la società. ➔ La sociologia vede le relazione sociali mentre le altre discipline vedono individui e cose (oggetti e strutture materializzate) La sociologia è una scienza : ➔ concezione antropologica: quale idea di essere umano sottende allo studio del sociale? ➔ Approccio analitico (che analizza): monodimensionale/multidimensionale; conflittuale/consensuale; micro/macro

➔ rapporto individuo/società: quanto il nostro agire è libero o è condizionato dalle strutture esterne? Dipende da vari fattori: dalle esperienze vissute, dalla società…siamo liberi di fare quello che vogliamo ma abbiamo delle conseguenze La sociologia è la scienza delle relazioni, la scienza che studia la società e le relazioni sociali. E’ una disciplina scientifica che ha come oggetto la società , il sociale, è la scienza della società.

  1. A cosa serve? Ha numerose implicazioni pratiche sulla nostra vita:
  • consapevolezza delle differenze culturali
  • ricadute sul nostro modi di pensare/agire
  • programmazione e valutazione delle politiche
  • sviluppo del welfare state
  • autocomprensione (di sé e della propria collettività)
  • grammatica fondamentale delle altre scienze sociali ✗ chi è il sociologo? Il lavoro del sociologo dipende dall’immaginazione sociologica. Charles Mills afferma: la capacità di riflettere su se stessi liberi dalle abitudini familiari della vita quotidiana , al fine di guardare la realtà con occhi diversi
  • Riesce a liberarsi dai condizionamenti della situazione personale collocando le cose in un contesto più vasto, rivelando anche il senso contro-intuitivo dei fenomeni. ✗ Che cos’è la società? ( dal latino societas, derivante dal sostantivo socius cioè “compagno, amico, alleato”)
  • Un insieme di individui dotati di diversi livelli di autonomia, relazione ed organizzazione che, variamente aggregandosi, interagiscono al fine di perseguire uno o più obiettivi comuni (es. famiglia, amici, gruppo classe) La sociologia è la scienza della società: la definizione di società è conseguenza del mostro modo di osservarla, descriverla ed interpretarla. ✗ Cos’è la società oggi? Il concetto di società è
  • complessa: nel passaggio dalla tradizione alla contemporaneità gli scambi diventano più complessi (solitamente il termine complesso ha un’accezione negativa, non in questo caso che indica un qualcosa di stratificato)
  • polivalente: (più valori) ogni epoca storica l’ha intesa a suo modo e questi significati si sono sovrapposti e stratificati nel corso dei secoli sulla base delle tradizioni culturali (es. cultura italiana è composta da varie stratificazioni culturali → impero romano, varie invasioni) DURKHEIM pag. 70 il problema dell’ordine (l’ordine è la possibilità che le cose siano ognuno al posto giusto, a livello sociale significa che ognuno svolge il proprio ruolo in base alla sua età, tutto funziona quando ognuno rispetta il ruolo che gli è assegnato. Se non c’è questo ordine è più complicato vivere) Nel contesto storico di Durkheim: avvento della III repubblica con la conseguente necessità di ristabilire un nuovo ordine politico, basato sull’economia della società borghese. Problema centra della sociologia: come è possibile fondare l’ordine sociale sulla coesione, sulla solidarietà, sulla condivisione di valori comuni?
  • l’azione esercitata da una generazione di adulti su quelle che non sono ancora mature per la vita sociale, la maturità dipende dal contesto culturale
  • ha come obiettivo quello di suscitare e sviluppare nel fanciullo un certo numero di stati fisici, intellettuali e morali che gli sono richiesti tanto nella società nel suo insieme, quanto nell’ambiente particolare al quale è in modo specifico destinato Durkheim e la definizione sociologica dell’educazione:
  • in ogni società, il sistema educativo è contemporaneamente uno e multiplo
  • in un certo senso, esistono tante specie diverse di educazione quanti sono i differenti ambiti sociali di questa società
  • queste “educazioni speciali” non esauriscono tutta l’educazione: esse riposano tutte su una base comune
  • non v’è popolo nel quale non esista un certo numero di idee, di sentimenti e pratiche (coscienza collettiva) che l’educazione deve inculcare ai fanciulli indistintivamente, qualunque sia la categoria sociale alla quale appartengono Quale è la natura e il ruolo dell’educazione nella società? → al servizio della società/variabile dipendente dall’ordine sociale. E’ il mezzo con cui la società si assicura la sua sopravvivenza, rendendo l’essere umano un essere sociale, la società sviluppa un certo ordine che garantisce la sua sopravvivenza → il fine dell’educazione è sociale: costruzione dell’essere sociale → non è costrizione sociale , ma indispensabile per realizzarsi come individuo, data la natura morale dell’ordine sociale → sistema educativo scuola centrico: (la scuola assolve il compito educativo)
  • nella società segmentaria: processo educativo diffuso centrato sulla religione
  • nella società organica: tecnica sociale finalizzata a ridurre le tendenze privatistiche degli individui Emerge il carattere sociale dell’educazione:l’educazione è il mezzo con cui la società si assicura la sua stessa sopravvivenza In ognuno di noi esistono due esseri:
  • uno è fatto di tutti gli stati mentali che si riferiscono solo a noi stessi e alla nostra vita personale (essere individuale), ciascuno di noi ha una vita con se stesso, sono quei momenti in cui riflettiamo sulla nostra vita
  • l’altro è un sistema di idee, di sentimenti e di abitudini (tradizioni nazionali, credenze religiose, politiche e morali) che esprimono il gruppo o i gruppo di cui facciamo parte. Il loro insieme forma l’essere sociale possiamo distinguere questi due aspetti, in momenti di crisi o rottura ci portano a riflettere Il fine dell’educazione è costruire questo essere sociale in ciascuno di noi. Infatti, questo essere sociale non è precostituito nella primitiva costruzione dell’uomo e non è neppure il risultato di uno sviluppo spontaneo Occorre quindi che all’essere individuale, egoista e asociale, che viene al mondo, se ne sovrappongo uno nuovo, capace di condurre una vita sociale e morale. Questo essere nuovo è l’essere sociale e il compito dell’educazione è proprio quello di costruire questo essere EDUCAZIONE=SOCIALIZZAZIONE Può sorgere il dubbio che questa società, che modella gli individui secondo i propri bisogni, sottoponga questi ultimi ad un’intollerabile violenza. In realtà, gli individui sono interessati a questa sottomissione, perché l’essere sociale, edificato dall’educazione, esprime quanto di meglio di più umano, c’è in ognuno.
  • L’essere sociale costituisce l’umanità dell’uomo, l’uomo è uomo solo in quanto vive in società (quando l’uomo sta con gli altri sviluppa la sua parte umana) Potere dell’educazione, i mezzi di azione. L’azione educativa è stata paragonata alla suggestione ipnotica:
  • il giovane, come l’ipnotizzato rispetto all’ipnotizzatore, si trova in uno stato di passività nei confronti del maestro. Lo spirito del giovane, come quello dell’ipnotizzato, è quasi ridotto ad una tabula rasa , una specie di vuoto realizzato nel cosciente. L’idea suggerita dal maestro (ipnotizzatore) può installarsi incontrando un minimo di resistenza
  • questo vuoto della coscienza del giovane , come di quella dell’ipnotizzato, non è mai completo. Quindi l’idea del maestro come quella dell’ipnotizzatore, deve contenere per imporsi una potenza d’azione particolare pag. 75 La morale è strettamente in rapporto con la natura della società , poiché cambia quando le società cambiano. Cioè essa dipende dalla vita in comune E’ la società infatti che fa uscire gli individui dall’egocentrismo, che li obbliga a tenere conto di interessi diversi da quelli di ciascuno, che insegna a dominare le passioni e gli istinti, a dare loro una legge, a sacrificarsi, ad avere soggezione. L’uomo , se ha potuto oltrepassare lo staio al quale gli animali si sono arretrati, lo deve innanzitutto al non essere ridotto al solo frutto dei propri sforzi personali, ma di cooperare regolarmente con i propri simili Aree problematiche: aree che presentano alcune disconformità. Le sue teorie applicate al contesto funzionano ma se cambiamo aspetto temporale qualcosa non funziona → ultra socializzazione → concezione passiva del bambino non è un contenitore vuoto da riempire → ruolo marginale della famiglia, nei processi educativi è la scuola, l’unica forma pubblica, che guida il bambino. Le famiglie creano la differenza pag. 82 classe→ ambito economico
  • classe possidente (possesso di beni)
  • classe acquisitiva (utilizzo di beni) ceto→ appartenenza originaria, orientamenti culturali, considerazione sociale, ideale educativo, cultura di ceto gruppo\stato→ posizione del ceto nella stratificazione sociale ceto→ cultura → economia → potere → educazione → politica Il problema del conoscere sociologico
  • il riferimento ai “valori”
  • il metodo come garanzia di oggettività della conoscenza sociologica
  • i valori sono “avalutativi”→ questione di fede
  • cultura : sezione finita dell’infinità priva di senso del divenire del mondo, alla quale è attribuito senso e significato dal punto di vista dell’uomo
  • la sociologia studia l’agire sociale , attraverso la formulazione di tipi ideali

La situazione di ceto può fondarsi su una situazione di classe ma essa non è determinata da questa soltanto. D’altra parte una situazione di ceto può condizionare parzialmente o totalmente una situazione di classe, pur senza identificarsi con essa (ufficiale, funzionario, studenti) ceto: pluralità di persone che all’interno di un gruppo sociale, aspirano ad una particolare considerazione o monopolio di ceto

  • una società deve essere definita “fondata sul ceto”quando l’articolazione sociale avviene di preferenza in base al ceto e “fondata sulle classi” quando essa avviene di preferenze in base alle classi
  • tra le “classi”, la classe sociale è quella più vicina al “ceto”, la classe acquisitiva è quella più lontana
  • ogni società fondata sul ceto è ordinata convenzionalmente mediante regole di condotta della vita; perciò essa crea condizioni di consumo economicamente irrazionali e in questo modo impedisce, mediante appropriazioni monopolistiche e mediante l'esclusione della libera disponibilità della propria capacità acquisitiva, la formazione del mercato libero SIMMEL pag. 90 Il nocciolo dell'educazione nella società moderna è definito a partire dall’analisi delle forme della sociabilità. Condizioni del processo di socializzazione:
  • ogni individuo vede nell’altro nella sua specifica collocazione sociale
  • ogni elemento di un gruppo non è soltanto parte di un gruppo ma è anche colto nella sua individualità
  • la società è una formazione composta da elementi disuguali ed è caratterizzata da innumerevoli intrecci di funzioni. Ogni elemento occupa un posto individualmente determinato e la vita della società scorre come se ogni elemento fosse predestinato alla sua posizione in questa totalità e intercorre fra questi un rapporto unitario. La possibilità dell’individuo di appartenere alla società e di avere una sua posizione è garantita dalla professione
  • l’attenzione al soggetto costituisce il punto di partenza di una concezione dell’educazione che associa il significato di questa individualità all’universalità delle strutture e delle forme di associazione.
  • Secondo Simmel gli individui cercano l’unicità e la particolarizzazione per conservare la loro esperienza personale
  • è quindi cero che la società moderna offre una possibilità di emancipazione dell’individuo ma c’è anche il rischio che ciò conduca allo sradicamento rispetto a un preciso ambito di vita
  • l’educazione deve a questo punto promuovere complessivamente l’umanità , essendo la sola che rende l’uomo pienamente uomo
  • l’autonomia di pensiero e l’individualità dello studente sono i due obiettivi educativi dissi degli studi di Simmel pag. 109 LA RIVOLUZIONE EDUCATIVA COME COMPORTAMENTO DELLA SOCIETÀ’ MODERNA Si espone in sintesi il “mito educativo” tipico della modernità dall’Illuminismo in poi. L’accento è posto sulla cultura che ha dato forma a determinate pratiche ed istituzioni educative. Educazione e modernità:
  • Razionalizzazione e individualizzazione: tendenze fondamentali delle società modernizzate ➔hanno definito l’educazione in rapporto ad esse. L’illuminismo porta ad una razionalità nelle scelte, basata su criteri oggettivi e l’importanza che ciascun individuo ha nella società, non più in base al proprio ceto o classe ma sulla base dell’individuo stesso
  • La modernità ha sviluppato e prodotto la sua educazione che ne rappresenta apice e compimento
  • Il progetto culturale della società moderna si concretizza nell’ istituzionalizzazione dei percorsi formativi
  • Il problema della natura della società moderna e di come essa cambia alle radici più profonde della scienza sociale. L’importante è come cambia la società e l’educazione Come l’educazione diventa la “funzione educativa cruciale” della modernità?
  • Istituzioni educative pubbliche
  • Scolarizzazione di massa
  • Realizzazione di una società universalistica e acquisitiva Pag. 110 Talcott Parson:
  • trasferisce il dibattito sociologico europeo in ambito statunitense
  • porta a compimento l’impegno cruciale della sociologia moderna (problemi dell’ordine e dell’integrazione sociale )
  • autore estremamente interessante per la sociologia dell’educazione, perché assegna un posto centrale alla socializzazione, processo che consente la riproduzione sociale e la produzione della personalità individuale obiettivo dell’integrazione tra teoria dell’azione sociale e teoria dei sistemi ➔ ambizione di una spiegazione sociologica globale di tutta la società e di tutte le società secondo ipotesi di evoluzione organico-culturale ➔ non c’è soluzione di continuità tra le relazioni nel piccolo gruppo e quelle dei sistemi sociali complessi concezione omologa dei fenomeni sociali Parsons-società: caratteri della teorizzazione:
  • status di sistema teoretico (capace di previsione e non solo di descrizione)
  • capacità di spiegare sia i sistemi semplici che quelli complessi ( differenziazione struttural- funzionale tra sottosistemi , lungo la direzione di una maggior complessità
  • modello cumulativo (struttural-funzionale) di funzionamento della società, analizzabile con 4 variabili modello ( AGIL )
  • formulazione della teoria in uno schema d’azione (dell’ attore di sistema/dell’agente )
  • possibilità di esprimersi in concetti operativi I problemi\requisiti del sistema (AGIL) 1. (A)ADATTAMENTO → sottosistema economico → denaro → industrie, banche SISTEMA BIOLOGICO→ adattamento corporeo ed economico: la società e l’individuo devono adattarsi ai cambiamenti 2. (G)CONSEGUIMENTO DELLO SCOPO: (si riferisce all’individuo) → sottosistema politico → potere → partiti, burocrazia **SISTEMA PERSONALITÀ’ (si riferisce all’individuo)
  1. (L) LATENZA**

STRATIFICAZIONE

  • ascrittiva: basata su caratteristiche ereditate
  • prestazionale/acquisitiva: basata su achievement (impegno) Selezione basata su continua dicotomizzazione tra chi si ferma e chi passa al livello superiore. Perché non conflittuale?
  • condivisione principi meritocratici
  • identificazione con i “pari” e non con gli insegnanti
  • livelli di istruzione presuntivamente ascritti
  • modello riproduttivo non deterministico: mobilità ascensionale resa possibile dall’incremento di ruoli sociali che richiedono elevata qualificazione processo di socializzazione:
  • centrato sullo status-ruolo
  • basato sull’azione di: → famiglia si basa sulla gratuità (socializzazione primaria) costruzione della personalità di base → scuola sulla prestazione (socializzazione secondaria) mantenimento dell’equilibrio sociale attraverso:
  • socializzazione → apprendimento di ruolo
  • selezione → mantenimento della stratificazione sociale Il problema: socializzazione e selezione: La funzione di socializzazione può essere definita come lo sviluppo negli individui degli impegni e delle capacità che costituiscono i prerequisiti essenziali per l’attuazione del ruolo futuro. Gli impegni possono dividersi in due sottospecie:
  • impegno a mettere in pratica i valori sociali più comuni
  • impegno all’attuazione di un ruolo specializzato Anche le capacità possono dividersi in due sottospecie:
  • la competenza o l’abilità di adempiere ai compiti specifici di ruolo;
  • la “responsabilità di ruolo”, ossia la capacità di rispondere alle aspettative delle altre persone per quanto riguarda il comportamento personale inerente a questi ruoli. pag. 133 LA CRISI DELLA FORMAZIONE STORICO-SOCIALE ED EDUCATIVA MODERNA disuguaglianze e differenza nei processi formativi Pierre Bourdieu→ “le disuguaglianze di fronte alla scuola e alla cultura” Radice delle disuguaglianze:
  • Soltanto per un fenomeno di inerzia culturale si può continuare a considerare la scuola un canale di mobilità sociale, secondo l’ideologia della “scuola liberatrice” , quando invece tutto tende a dimostrare che è uno dei più efficaci fattori di conservazione sociale, in quanto dà una veste di legittimità alle disuguaglianze sociali e ratifica il bagaglio culturale ereditario, il dono sociale considerato come dono naturale. → (la scuola non libera dalla disuguaglianza ma le riproduce: se vieni da una famiglia ricca o povera, la scuola non riuscirà a modificare questo perché avrai dei riferimenti familiari che ti condizioneranno sempre)
  • L’analisi sociologica sembra in grado di spiegare i motivi della disuguaglianza nella riuscita, che invece si attribuisce generalmente ad una disuguaglianza di doni.
  • Ogni famiglia trasmette ai suoi figli un certo capitale culturale e un certo ethos, un sistema di valori impliciti e profondamente interiorizzati: essi sono responsabili della disuguaglianza iniziale e, di conseguenza, dei differenti tassi di riuscita.

La trasmissione del capitale culturale:

  • Si può dedurre l’influenza del capitale culturale dal rapporto tra livello culturale globale della famiglia e la riuscita scolastica dei ragazzi
  • La parte più importante e (scolasticamente) più efficace dell’eredità culturale si trasmette in maniera osmotica, anche in assenza di sforzi metodici e di azioni manifeste.
  • In questo modo i membri della classe colta si rafforzano nella convinzione che quelle conoscenze, quelle attitudini e quegli atteggiamenti non siano il risultato di apprendimento, ma piuttosto doni innati La scelta del destino:
  • Le aspirazioni delle famiglie riproducono in qualche modo la stratificazione sociale, che si ritrova poi nei diversi tipi di scuola.
  • Le aspirazioni e le esigenze sono definite nella forma e nel contenuto dalle condizioni oggettive che escludono la possibilità di desiderare l’impossibile.
  • Il principio di iperselmmezione dei ragazzi delle classi popolari e medie si definisce così: i ragazzi di queste classi sociali che, in assenza di un capitale culturale, hanno meno possibilità degli altri di ottenere un successo eccezionale, devono tuttavia dimostrare una riuscita eccezionale per accede alla scuola superiore. Il funzionamento della scuola e la sua funzione di conservazione sociale:
  • • L’eguaglianza formale cui obbedisce tutto il sistema scolastico è in realtà ingiusta.
  • In effetti, perché siano favoriti i più favoriti e sfavoriti i più sfavoriti, è necessario e sufficiente che la scuola ignori, nel contenuto dell'educazione trasmessa, nei metodi e nelle tecniche di trasmissione e nei criteri di giudizio, le diseguaglianze culturali tra i ragazzi delle diverse classi sociali.
  • Il sistema scolastico trasmette ed esige una cultura aristocratica e, soprattutto, un rapporto aristocratico con tale cultura.
  • Coloro che la scuola ha “liberato”, maestri e professori, mettono la loro fede in una scuola liberatrice al servizio di una scuola conservatrice, che deve al mito della scuola liberatrice una parte del suo potere di conservazione. Istruzione ed uguaglianza: ISTRUZIONE, requisito necessario per entrare nel mercato del lavoro → BENE AMBITO→ fonte di disuguaglianza concezioni della società ugualitaria:
  • UGUAGLIANZA FORMALE come possibilità di accesso a posizioni che rimangono diseguali
  • UGUAGLIANZA SOSTANZIALE come accesso a posizioni uguali (abolizione di ogni discriminazione) Concezione della stratificazione sociale:
  • integrazionista
  • conflittualista
  • multidimensionale\relazionale Uguaglianza formale: STRATIFICAZIONE sociale come:
  • continuum di posizioni differenziate, occupate dagli individui in relazione a motivazioni, capacità, competenze , indipendentemente dall’origine familiare (status ascritto)
  • caratterizzata da mobilità individuale ascendente o discendente elemento conflittuale circoscritto alla competitività individuale

lezione 07/11/ Le migrazioni in Italia: tra falsi miti e nuove partenze mito educativo: qualcosa che tutti sanno, che non si fonda su basi reali, non corrispondono completamente alla verità.

1. Rappresentazione e concettualizzazione del “migrante”: alcune riflessioni I movimenti della popolazione sul territorio assumono la valenza di un fenomeno sociale che sta trasformando le società, più che di un evento fortuito ed emergenziale (Ambrosini 2008; Cesareo 2015). Questi spostamenti non riguardano il turismo ma è un elemento che sta diventando globale. Emergenza perché non si è riusciti a trovare un modo efficace per gestire la situazione; I fenomeni migratori costituiscono eventi sociali. Definirli diventa dunque un processo di costruzione sociale e politica (Massey 2002) Ma chi sono i protagonisti di questi fatti sociali? Come possono essere definiti? Quale è l’origine delle diverse definizioni e rappresentazioni sociali al riguardo? Le categorie utilizzate nello studio dei fenomeni migratori non esistono per sé, ma sono socialmente situate e costruite. Basta pensare ai nostri nonni e al modo in cui definiscono gli immigrati. Se lo si chiede ai nostri genitori, utilizzeranno delle parole diverse. Sono il risultato di scelte politiche, di ordinamenti giuridici a cui si riferiscono, di atteggiamenti della popolazione, di sentimenti custoditi nella memoria collettiva. 1.1 Migranti e stranieri: alcune definizioni Glossario EMN (2019) sull’asilo e la migrazione, prodotto e aggiornato dalla Rete Europea sulle Migrazioni (EMN). Uno strumento il cui obiettivo è quello di migliorare, attraverso la comprensione e l’uso comune delle definizioni contenute, la comparabilità della terminologia in uso tra gli stati membri dell’Unione Europea. 1.1 Migranti e stranieri: alcune definizioni - MIGRANTE: racchiude le seguenti definizioni - EMIGRATO/IMMIGRATO: chi arriva e chi parte. Immigrati sono chi viene a vivere in Italia e emigrati gli italiani che risiedono all’estero per un certo periodo. - EXTRACOMUNITARIO: indica le persone che venivano dal nord Africa o dal medio- oriente, si trattava di coloro che non facevano parte dell’unione europea. Tecnicamente gli svizzeri sono extracomunitari tanto quando i marocchini, i giapponesi, gli americani, oggi un cittadino della gran Bretagna è un immigrato. Nel senso comune l'extracomunitario era un soggetto con una condizionale sociale disagiata dal punto di vista economico, pochi considerano gli svizzeri o i giapponesi extracomunitari. Rientra il discorso di classe sociale e di benessere economico - RIFUGIATO: pag. 19 - RICHIEDENTE ASILO : prima si è richiedente asilo e poi rifugiati, se lo stato accetta la domanda. La presenza e il proliferare di così tante categorie in riferimento al fenomeno in questione dimostra che queste non sono immutabili o esaustive, ma piuttosto sottoposte a una continua ridefinizione… 1.2 Expat: tra conflitti semantici e identitari Aperto è il dibattito circa il lessema “expatriate” (letteralmente “espatriato”, in italiano). L’abbreviazione “expat” sin dai primi lavori sulle recenti migrazioni è stato associato a un particolare tipo di “migrante” (Romero 2002; Gatti 2009). Se però espatriato ed emigrante da un lato, espatriato ed expat dall’altro, possono essere considerati sinonimi in alcuni specifici contesti…

“expat soprattutto per chi si definisce tale non è mai sinonimo di emigrante: le due categorie all’interno del campo di relazioni semantiche che è l’emigrazione appaiono essere antinomi” (Di Salvo 2017).

2. L’evoluzione dei processi migratori in Italia L’Italia ha una lunga tradizione migratoria, strettamente legata alle sue caratteristiche sociali, economiche e geografiche che definiscono la Penisola, da un punto di vista storico già nel XIX ed in parte nel XX secolo, quale terra di emigrazione per eccellenza. Ed oggi? Nella prima metà del XXI secolo, l’Italia si dimostra essere un vero e proprio “crocevia migratorio” (Pugliese 2018), registrando nuovi arrivi e altrettante partenze verso l’estero. L’italia registra sia nuovi arrivi che altrettante partenze per l’estero. 2.1 L’immigrazione: tra emergenze e falsi miti Secondo i dati ISTAT (2020) al 1 gennaio 2020: - la popolazione straniera residente è pari a 5.382.000 unità, in crescita di 123.000 unità (+2,3%) rispetto a un anno prima. - costituisce dunque l’8,9% del totale. Per quanto il fenomeno dell’immigrazione in Italia venga comunicato facilmente con toni emergenziali attraverso l’utilizzo di una retorica dell’assedio o dell’invasione, molte delle statistiche disponibili sul tema descrivono una realtà più articolata e complessa (Ambrosini 2020). Popolazione residente in Italia ai Censimenti 1981- 2011 per cittadinanza (residenti in migliaia) censimenti 1981 1991 2001 2011 Italiani 56.346 56.422 55.661 55. stranieri 211 356 1335 4028 Altri FALSI MITI da sfatare riguardano: - la composizione della popolazione immigrata; - la presenza delle nuove generazioni dal background migratorio; - il mondo del lavoro; - il mercato immobiliare. 2.2 L’emigrazione: cervelli in fuga ma non solo

+70% → L’aumento dal 2006 al 2019 del numero degli italiani che hanno scelto a vario titolo di

lasciare l’Italia

5,288,281 → Il numero degli attuali cittadini italiani iscritti all’AIRE nel 2019, ne erano poco più

di 3,1 milioni nel 2006 Le emigrazioni stanno interessando sempre di più gli studiosi del fenomeno soprattutto nel contesto italiano. 2.2 L’emigrazione: cervelli in fuga ma non solo Saldo migratorio-Anni 1971/2014 valori in migliaia e tassi per 1.000 abitanti anni Saldo migratorio 1971 -

  1. Dimensione emotiva e psicologica dei familiari coinvolti
  2. Dimensione relazionale
  3. Assistenza transnazionale
  4. Circolazione delle cure 1.1 Famiglie transnazionali: distanze e tempi delle relazioni nella migrazione La migrazione può produrre:
  • Un indebolimento dei legami familiari a causa della distanza fisica
  • Un indebolimento dei legami familiari a causa della distanza culturale fra i parenti e le generazioni successive
  • Un adattamento della famiglia alla cultura ricevente
  • Una chiusura da parte della famiglia nei confronti della società ricevente 1.2 Famiglie miste: culture differenti e rapporti di parentela Chi sono le famiglie miste? Coppie e famiglie con genitori di origine straniera diversa e figli nati da quest’unione. Segnale di integrazione e di cambiamento sociale a causa di (Kraler et al., 2010):
  1. diversificazione culturale delle società europee;
  2. crescente mobilità fra le popolazioni; 3. la proliferazione dei mercati del matrimonio globalizzati e delle istituzioni associate. 1.2 Famiglie miste: culture differenti e rapporti di parentela La sfida della famiglia mista:
  • Combinare e negoziare le differenze culturali
  • Elaborare nuove regole e paradigmi per vivere assieme
  • Ridefinire le proprie identità in maniera flessibile e senza eliminare le differenze
  • Ridefinire la struttura e i ruoli familiari La presenza di famiglie di origine straniera in Italia: alcuni dati Residenti 1191 2001 2011 1991 su 2001 2001 su 2011 residenti 127,000 415,759 1,376,546 3,3 3, residenti 108,000 255,565 600,604 2,4 2, 3. Relazioni familiari in migrazione: dinamiche e sfide generazionali 3.1 Separazioni, ricongiungimenti e strategie di inclusione Tre forme di riunione dei familiari dopo l’evento migratorio (Ambrosini 2019):
  1. Migrazioni per matrimonio
  2. Migrazioni di intere unità familiari
  3. Ricongiungimenti familiari = principale mezzo (Della Puppa 2015) → Regolamentati dalla legge n° 40/1998 (Legge Turco-Napolitano) → La tipologia di parenti che possono essere ricongiunti a un residente straniero è limitata al coniuge e ai figli minorenni. → Alcuni requisiti: disponibilità di alloggio, reddito annuo e assicurazione sanitaria. 3.1 Separazioni, ricongiungimenti e strategie di inclusione Cosa avviene dopo la ricomposizione della famiglia? I membri della famiglia possono assumere tre diversi atteggiamenti (Gozzoli, Regalia 2005):
  4. essere pronti o aspirare a un inserimento stabile nel paese ospitante;
  5. mostrare indifferenza verso l’inserimento e vivere in una situazione provvisoria;
  1. rifiutare l’inserimento e attuare strategie di rifiuto come la chiusura etnica INTEGRAZIONE >< ESCLUSIONE Il processo di inclusione:
  2. Difficoltà linguistiche > risolvibili in tempi brevi (servizi istituzionali)
  3. Difficoltà socioculturali > più complesse, tempi lunghi. Possono portare la famiglia a: → Chiusura nei confronti della società italiana → Comprensione della cultura e integrazione nella società italiana 3.2 I figli dei migranti: seconda, terza e ... generazione
  • Prima generazione: i bambini nati all’estero e giunti in Italia per ricongiungimento familiare, asilo politico, immigrazione clandestina;
  • Seconda generazione: figli di migranti, nati in Italia o giunti in Italia da neonati;
  • Terza e successive generazioni: nate nel paese di arrivo e già da genitori a loro volta nati lì. La velocità e modalità di integrazione fra le diverse generazioni è diversa (Valtolina e Marazzi 2006; Mazzuccato e Schans 2011). Differenze fra generazioni a livello di integrazione:
  1. La prima generazione svolge lavori pesanti, poco retribuiti; mantengono lo stile di vita del paese di origine; lentezza nell’integrazione nella società ricevente.
  2. La seconda e terza generazione ambiscono a lavori qualificati, ben retribuiti; sono scolarizzati nel paese di arrivo e ne condividono lo stile di vita; sono ampiamente integrati nel tessuto sociale. Con le seconde e terze generazioni si interrompe il modello di “inclusione subordinata” (Valtolina e Marazzi 2006), secondo cui i migranti sono ben tollerati se occupano i gradini più bassi della società. Famiglia è cruciale per l’integrazione del figlio. Dalla capacità e volontà di integrazione della famiglia dipende anche l’integrazione e il rapporto del figlio con la cultura italiana. La famiglia cerca di:
  • mediare fra i due mondi culturali del figlio, quello di origine e quello di nascita o accoglienza;
  • offrire le risorse culturali e valoriali necessarie per affrontare le sfide e i conflitti che la società pone;
  • superare le differenze linguistiche e sociali ;
  • superare i conflitti che nascono fra il figlio e il mondo circostante, a scuola e col gruppo di coetanei. **_CAPITOLO TERZO Processi migratori, generazioni e mutamento sociale
  1. Lo studio dei processi migratori attraverso le generazioni_** Adottare un approccio generazionale nello studio dei fenomeni migratori significa, ipotizzare che costi e benefici della transizione migratoria siano visibili nel tempo, sottolineando la natura processuale delle migrazioni (Ambrosini 2011). Attraverso la nascita e la crescita delle giovani generazioni si palesa, per le società riceventi, un processo rilevante e cioè l’insediamento stabile di popolazioni immigrate in un paese diverso da quello di origine. 2. Seconde generazioni: una definizione plurale Il concetto di seconda generazione pone non pochi problemi definitori. Le diverse definizioni mettono in luce la complessità dell’oggetto di studio.

La famiglia rappresenta una vera e propria protagonista delle dinamiche migratorie, dal momento che definisce le strategie di sopravvivenza e di inserimento, oltre a mettere in campo azioni di protezione e di sostentamento dei suoi membri (Regalia et al. 2008; Ambrosini 2019). Nella vita quotidiana, l’ambiente familiare rappresenta uno dei potenziali spazi di mediazione tra codici, lingue, tradizioni e relazioni che, soprattutto le seconde generazioni, si trovano a vivere (Ambrosini 2011). Tra genitori immigrati e figli di seconda generazione sia in gioco un processo più complesso rispetto alla tradizionale gestione della distanza tra le generazioni. La diversa velocità nell’acquisire le competenze e i comportamenti sociali da parte di genitori e figli, non solo può causare una diversa capacità di lettura della realtà circostante, ma può anche produrre un indebolimento dei legami e dell’autorità genitoriale (Foner, Kasinitz 2007) e un maggiore conflitto tra le generazioni (Choi et al. 2008). Si possono osservare, in particolare, alcuni esiti problematici (Ambrosini 2005):

  • il fenomeno del rovesciamento dei ruoli;
  • la possibile perdita di autorevolezza e di capacità educativa dei genitori;
  • la tendenza dei giovani a distaccarsi dall’immagine sociale e valoriale dei genitori con cui la società continua invece ad associarli;
  • la tensione e/o un rifiuto dei modelli culturali ispirati alla società di origine;
  • la ribellione contro le aspettative di mobilità sociale dei genitori quando i figli manifestano desideri differenti;
  • le problematiche di genere che riguardano soprattutto le figlie e i processi di emancipazione femminile. Considerando l’esperienza delle famiglie transnazionali, si osserva come le seconde generazioni si inseriscano in un caratterizzato da legami che attraversano i confini tra la società di origine e quella di arrivo (Lewitt 2009). Rispetto al rischio di frammentazione che l’evento migratorio introduce nella vita personale e relazionale, saper integrare e quindi far dialogare e convivere le diverse anime e le diverse parti della propria esperienza di vita sembra essere una risorsa cruciale per le generazioni più giovani. 3.2 I percorsi scolastici e “il passo seguente” L’educazione viene considerata come uno degli indicatori più importanti per valutare la posizione complessiva delle seconde generazioni nelle società nelle quali sono nate e/o cresciute. La scuola, grazie al fatto che nel suo ambito l’interazione avviene su basi formali tra pari, è anche il luogo in cui dovrebbe essere più facile intrecciare amicizie, proprio in virtù della “forzata” interazione interpersonale 3.2 I percorsi scolastici e “il passo seguente” Facendo riferimento alle statistiche MIUR 2018:
  • Nell’anno scolastico 2016/17 gli alunni con cittadinanza non italiana erano circa 826mila, pari al 9,4% della popolazione scolastica.
  • Il 90,3% frequentava scuole statali, mentre il 9,7% scuole paritarie.
  • Nell’ambito delle scuole secondarie di secondo grado, 53.240 frequentavano i licei (27,8% dei cittadini stranieri frequentanti le scuole superiori), 71.877 gli istituti tecnici (37,5%) e 66.546 gli istituti professionali (34,7%). Le tendenze evidenziate in relazione agli studenti con background migratorio ci restituiscono l’immagine di un sistematico svantaggio dei primi rispetto agli alunni italiani (Riniolo 2019). Questo gap riguarda diversi aspetti come (Riniolo 2019; Zanfrini 2018):
  • il tipo di istituto frequentato (più favorevolmente istituti tecnici e professionali);
  • il numero di anni di studio;
  • i tassi di abbandono scolastico;
  • i livelli di istruzione e apprendimento raggiunti;
  • i ritardi nella carriera scolastica. Alcuni indicatori, però contribuiscono a delineare un progressivo miglioramento delle seconde generazioni nate in Italia: l’incremento degli iscritti negli istituti tecnici e nei licei, la riduzione della frequenza presso gli istituti professionali, l’aumento, seppure lieve, tra gli studenti con CNI tra i top performer (Santagati, Colussi 2019). Si tratta di evidenze che comprovano quanto non sia tanto l’origine straniera a condurre al fallimento scolastico o a innescare processi di esclusione sociale e/o lavorativa (Caneva 2011), quanto altri fattori (es contesto socio economico). A partire dal secondo decennio degli anni 2000, gli studi riguardanti le seconde generazioni e il sistema formativo si sono maggiormente concentrati sulle valenze della formazione professionale e su quello che Lagomarsino e Ravecca (2014) hanno definito “il passo seguente”(Lagomarsino, Ravecca 2014; Bozzetti 2018). 4. Percorsi di integrazione, appartenenze, identità transculturali La condizione delle seconde generazioni, così come osservata anche nei percorsi di socializzazione, nella famiglia attraverso i rapporti intergenerazionali o nei percorsi scolastici, è per definizione ambigua, in bilico tra appartenenza ed estraneità, tra aspirazione e realtà (Ambrosini, Molina 2004; Premoli, Pasta 2016). Secondo i paradigmi post-assimilazionisti, le affiliazioni primarie e i legami transnazionali non devono necessariamente dissiparsi con le generazioni, ma possono anzi svolgere un importante ruolo di supporto ai percorsi di emancipazione individuali (Zanfrini 2018). I giovani di seconda generazione, più degli altri, sembrano quindi in grado di portare avanti un processo di transculturazione (Todorov 1997). CAPITOLO QUARTO: migrazioni, educazione e intercultura 1.1 L’importanza dell’educazione in una società multiculturale Ruolo centrale della scuola nella gestione delle delle differenze e per una ridefinizione dei processi educativi interculturali. Ad oggi, la discussione sui fenomeni migratori continua a focalizzarsi primariamente sulle necessità essenziali dei migranti e lascia poco spazio al dibattito sulle strategie educative per la scuola e per la formazione. PLURALITÀ, FLESSIBILITÀ E MODULARITÀ→ nuovi criteri per definire il mandato educativo delle istituzioni scolastiche 1.2 Minori di origine straniera, relazioni familiari e scolastiche: opportunità e problematiche
  • Giunti in Italia con i propri genitori attraverso un percorso migratorio
  • Divenuti migranti per ricongiungimento familiare
  • Stranieri non accompagnati
  • Nati all’estero da genitori italiani Figli di coppie miste
  • Arrivati in Italia per adozione internazionale
  • Nati in Italia da genitori stranieri Il ruolo della scuola nei processi educativi interculturali:
  • Accogliere i bambini stranieri
  • Facilitare l’inserimento scolastico
  • Mediare tra le famiglie di origine straniera e la società ospitante
  • Favorire la socializzazione
  • Favorire la trasmissione delle caratteristiche culturali identitarie