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Storia dell’architettura. Dell’architettura greca all’architettura cistercense
Typology: Study notes
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Il Partenone, i Propilei e l’Eretteo sull’Acropoli di Atene, sono considerati il punto più elevato dello sviluppo degli ordini dorico e ionico. Il primo tempio di Atena sull’acropoli era stato probabilmente costruito verso la metà del VI secolo, ma verso il 490 a.C. fu posto mano a un edificio più ambizioso, collocato su una piattaforma artificiale di calcare sul pendio meridionale dell’acropoli. Quando i Persiani distrussero gli edifici greci, era stato portato a termine ben poco del tempio era già stato portato a termine, tranne la piattaforma e i rocchi inferiori di alcune colonne. Il Partenone fu edificato sotto Pericle nel periodo aureo dell’architettura greca, sopra il vecchio tempio demolito, in posizione leggermente spostata {sostruzione}. Fu costruito dagli architetti Ictino e Callicrate, dal 447 a.C., e Fidia ne fu il grande e principale scultore. La struttura fu completata nel438 a.C., anno in cui fu consacrato in occasione delle feste Panatenaiche. Rimase ben conservato fino al 1687, quando l’esplosione della polvere da sparo immagazzinata nella cella ne distrusse la parte centrale. È un tempio octastilo periptero, circondato da colonne di ordine dorico rastremate e alte quasi sei volte il diametro di base. Sui fianchi, secondo lo schema canonico, le colonne sono il doppio di quelle del fronte, più una (quindi 17). {peristasi, ma 8x17 colonne al posto di 6x16} È costruito in marmo bianco. La PIANTA è costituita da: Pronao, a cui si accede superando le 8 colonne del fronte e ha 6 colonne Naos (cella), in cui un colonnato dorico su due livelli gira sui tre lati del rettangolo (è escluso il lato con l’ingresso). La pianta rettangolare ha un andamento longitudinale. La porta che conduce al naos è ad est, quindi non nella parte rivolta verso i propilei, ma in quella opposta, obbligando così ad un più lungo percorso. Nel naos si trovava la preziosa statua di Athena Criselefantina in oro e avorio, creata da Fidia, alta più di 12m e modellata intorno a un’anima di legno. Aveva il volto, le braccia e i piedi rivestiti di avorio, con l’abito e altri elementi coperti d’oro. Opistodomo, dalla parte opposta al pronao e con 6 colonne Parthenon (o stanza della vergine), non comunicante con il naos. Si tratta di un’aula a pianta quasi quadrata dedicata alle ancelle. Questo spazio ha una tensione verticale, per esprimere la quale furono usate 4 colonne ioniche a tutta altezza che poggiano su una base.
Nel Partenone si ha la curvatura convessa dello stilobate e della trabeazione, l’inspessimento delle colonne angolari e l’inclinazione verso l’interno di tutte le colonne e delle superfici esterne delle pareti della cella. Molte di queste correzioni ottiche sono minime, quasi impercettibili all’occhio. Entasi è il rigonfiamento presene nel fusto della colonna a 1/3 dell’altezza. Dopo l’entasi la colonna si restringe con maggiore rapidità. Sembra fatto per dare l’idea del peso colossale che la colonna deve reggere. Le scanalature delle colonne conferiscono una precedenza percettiva, mettendo in secondo piano le linee orizzontali dei blocchi sovrapposti. {Per restaurare il Partenone erano stati usati ganci di ferro, che si è arrugginito. Il ferro arrugginito ha un volume maggiore perché si sfolia. Arrugginendosi ha “spaccato” il marmo} Il corpo centrale ha un fregio continuo, detto fregio Panathenaico, senza metope e triglifi, lungo 150m e scolpito in modo molto elaborato. Era collocato in modo poco opportuno: male illuminato e in parte schermato dalle colonne esterne e dall’architrave. Il fregio racconta la storia di Atene e i suoi miti e si estende anche sulle testate sopra le colonne dell’opistodomo e del pronao. Lungo il corpo esterno il fregio presenta triglifi e metope con decorazioni scultoree che raffigurano diverse battaglie tra: dei e giganti, Amazzoni e Ateniesi, centauri e Lapiti. Sui frontoni sono rappresentate la nascita di Atene e la sua contesa con Poseidone per il territorio dell’Attica.
Il tempio, costruito tra il 510 e il 500 a.C. si trova sull’Isola di Egina, presso Atene, ed è dedicato ad Aphaia, l’antica dea della terra, protettrice dei naviganti e dei cacciatori. Fu costruito in pietra calcarea locale vestita di stucco contenente polvere di marmo, dipinta in bianco crema, mentre i vari elementi ornamentali erano dipinti in colori brillanti. In genere i templi erano dipinti di ocra, rosso e blu-azzurro; i colori erano ricavati da ossidi e pietre macinate. All’interno del naos le colonne, che servono anche a reggere il tetto, sono più piccole. Sopra le colonne esterne l’architrave è diviso in due parti: la parte inferiore è liscia, mentre quella superiore presenta triglifi. Il frontone è scolpito con scene della guerra di Troia. Si è sostenuto che l’entasi, quasi impercettibilmente riproposta nel Partenone, sarebbe stata adottata per correggere l’impressione di affondamento nel mezzo che le colonne perfettamente rettilinee avrebbero potuto generare: ma il fatto che a Paestum sia così pronunciata fa pensare che in origine non si trattasse di una correzione ottica ma di una soluzione estetica, godibile come espressione dell’enorme effetto del carico sull’elemento portante. È un tardo esempio di tempio dorico arcaico. Ha sei colonne sul prospetto (tempio esastilo) ed è un prostilo (peristasi completa). In questo tempio le colonne in profondità sono il doppio di quelle in prospetto (6x12 colonne), anche se più frequentemente sono il doppio più una. Le proporzioni del tempio sono raffinatissime: a parte il tempio di Atena a Paestum, questo è il primo in cui tutte le colonne sono inclinate verso l’interno e quelle d’angolo sono leggermente inspessite. Le colonne sono anche dotate di entasi, mentre lo stilobate presenta un andamento convesso al centro e il naos offre un precoce esempio di colonnato a doppio ordine, che preannuncia il Partenone.
Paestum era una città della Magna Grecia, ordinata per assi ortogonali, con una grande attenzione alla topografia. (Gli assi ortogonali erano già stati usati per la costruzione di città in Egitto e in Mesopotamia) La Basilica di Paestum, costruita tra il 540 e il 530 a.C. è un tempio dorico arcaico prostilo ennastilo nel prospetto (9 colonne). Un tempio con un numero di colonne dispari in prospetto è molto raro. Le colonne si restringono molto e sono molto rigonfie, secondo l’accorgimento dell’entasi molto pronunciata a 1/ 3 dell’altezza della colonna. l capitelli sono estremamente svasati, come è tipico dello stile dorico arcaico. I capitelli sono simili a quelli del tempio di Olimpia Heraion, costruita nella metà del VII secolo, rispetto a quello di Atena Aphaia, costruito solo 20 anni dopo la Basilica, che quindi ha una foggia molto arcaica rispetto al periodo in cui è stata costruita. La cella ha una fila di 8 colonne centrali che riprende i lunghi corridoi templari (tempio di 100 piedi) e l’asse di simmetria del tempio è giocato su di esse. Gli ingressi al naos sono due e non uno perché altrimenti questo si troverebbe dietro ad una colonna, essendo queste dispari. Anche nel pronao le colonne sono dispari, 3, e la centrale è sullo stesso asse della colonna centrale esterna e della fila di colonne centrale all’interno del naos.
I fori imperiali erano composti da: Basilica Ulpia, Foro di Traiano Foro di Nerva trabeazione tripartita, fregio continuo e ordine corinzio Foro di Augustoin cui si trova il tempio di Marte Ultore, tempio italico con colossali colonne corinzie in travertino e marmo, posto su un podio. Progettato da Apollodoro di Damasco, il Foro e i Mercati di Traiano ampliava la zona dei Fori. Il Foro di Traiano era costituito da una grande piazza alla quale si accedeva attraverso un arco trionfale a una sola fornice, che inquadrava la statua equestre dell’imperatore. I due lati lunghi erano fiancheggiati da portici, alle cui spalle si aprivano due grandiose esedre. Il lato occidentale, che equilibrava l’impianto, era coperto dall’enorme BASILICA ULPIA , che introduceva nel foro un asse trasversale di grande effetto. La Basilica Ulpia Ulpia, con tegole in bronzo dorato, ha funzionamento diverso rispetto alla Basilica di Massenzio. Prendeva il nome dalla gens Ulpia,a cui apparteneva Traiano. La basilica occupava interamente i 122 metri di uno dei lati. È composta da un’aula di grandi dimensioni ma l’aula libera è più piccola ed è sostenuta da capriate lignee rette da grandi file di colonne su tre livelli. L’edificio era diviso in cinque navate da quattro file di colone di marmo pregiato. Le navate laterali erano probabilmente sovrastate da gallerie. Ha due absidi murarie circolari sui lati brevi, dotate di nicchie su cui probabilmente si collocava il seggio dell’imperatore o di chi parlava; infatti la Basilica poteva avere funzione di tribunale. Le nicchie erano coperte da quarti di spera. A ridosso del lato occidentale della basilica Ulpia si trovavano due biblioteche, una greca e una romana con pianta rettangolare e copertura a volta, e, tra queste, uno spazio chiuso da un colonnato da cui tuttora sorge la colonna traiana, sotto la quale si trovava la sua tomba. I tetti delle biblioteche erano usati anche come passaggi coperti, per ammirare le scene scolpite sulla colonna di Traiano. I MERCATI DI TRAIANO , aventi una struttura semicircolare, sono composti da sale e sopra di esse si trova un ballatoio con altre sale più piccole. Si trattava di sale di rappresentanza di grandi compagnie, non erano mercati comuni. Era come se fosse una grande fiera moderna. Il complesso dei mercati era attraversato da una strada, la Via Biberatica, sulla quale si aprivano le botteghe dove si vendeva vino e olio. Ventiquattro botteghe, su due livelli, si aprono al pianoterra su uno spazio atto ad accogliere i compratori, mentre quelle al piano superiore danno su una galleria rinforzata da archi traversi che si affaccia sul piano inferiore.
Chiamato anche Tempio Adrianeo e che nel 609 d.C. venne nominata S. Maria Rotonda da papa Bonifacio IV, che ne fece una chiesa cattolica. Fu costruito tra il 115 e 127 d.C. durante gli imperatori Traiano e Adriano, da Apollodoro di Damasco. Pantheon, significa “tutti gli Dei” ed era dedicato alle sette divinità planetarie romane. La rotondità in genere è associata alla divinità perché non ha corruzioni, non ha spigoli. La sfera rappresenta dio, mentre il quadrato è collegato a un pensiero legato alla forma terrena delle cose, all’uomo (usato nell’arte bizantina). La CELLA ha una base circolare e in altezza è un cilindro in mattoni di 43m di diametro. C’è una logica ferrea che gestisce le absidi che si aprono sulla pianta: due absidi circolari sono poste ortogonalmente all’asse principale e una terza è posta dal lato opposto all’ingresso 4 absidi rettangolari in corrispondenza di altre due diagonali poste a 45° rispetto all’asse principale I frammenti del calcestruzzo usato per la costruzione della cupola sono pezzi di pietra sempre più leggeri man mano che si sale in altezza, a partire dal travertino, poi tufo, laterizi, fino ad arrivare alla pietra pomice sulla sommità. Lo spessore della cupola parte all’imposta con circa 6m e raggiunge in chiave lo spessore minimo di 1,5m. Il Pantheon è diviso in due parti: un pronao ottastilo e una cella circolare. L’ingresso è realizzato in assialità, che va dall’ingresso fino all’abside circolare opposta all’ingresso. In antichità lo spazio antistante il tempio era ad un livello più basso e delimitato da portici, facendo così apparire molto più imponente la facciata del pronao e allontanando invece la rotonda, che non era libera, bensì inserita in altri edifici. Il PRONAO è tripartito da 4 file di colonne, due nella parte esterna e due nella parte centrale del pronao e ha un timpano in facciata. Esso si divide quindi in una parte centrale molto larga, che rappresenta il pronao vero e proprio, e due zone laterali rettangolari con una loro autonomia, più strette, ognuna delle quali presenta una nicchia circolare che probabilmente conteneva delle statue Il portone, inserito all’interno di una grande nicchia rettangolare nella zona centrale, è in bronzo e a destra e a sinistra di esso ci sono fasce murarie decorate. Il pantheon si chiude con una CUPOLA. Si tratta di una semisfera che termina su una cornice che si innesta sul cilindro, elemento de marcatore che gestisce la separazione volumetrica fra cilindro e sfera. La cupola è cassettonata con 5 anelli e 28 radiali, e i cassettoni, di dimensioni decrescenti, sono concepiti per configurare una falsa prospettiva. Sulla sommità presenta un’apertura circolare di 9m di diametro, detta oculo. Esso è il punto di contatto tra edificio e cielo. In sezione l’altezza del cilindro fino all’oculo è uguale al diametro della cupola; questo vuol dire che dentro il Pantheon potrebbe starci una sfera di diametro uguale a quello della cupola.
La Domus aurea era la villa di Nerone, iniziata dopo l’incendio del 64 d.C. Il complesso era organizzato con giardini, campi, foreste e stagni. L’edificio principale è formato da una serie di ambienti posti su tre lati di uno spazio trapezoidale, che si apre su una vallata, inserito fra due ali rettilinee. Gli ambienti erano coperti da volte, decorate con stucchi e dipinti raffiguranti bizzarre volute e arabeschi Attualmente si trova 10m sotto terra e i suoi corridoi sono stati riempiti di terra: fu un provvedimento attuato per dimenticare Nerone. Sopra la Villa sono stati costruiti i Bagni di Traiano, un edificio termale, mentre il lago artificiale all’interno del complesso venne colmato e sopra venne costruito il Colosseo All’interno della Domus Aurea, al centro dell’ala orientale, si trova la SALA OTTAGONA. Le pareti della sala erano adorne di pilastri di marmo, di stucchi o anche “incrostate d’oro e rese scintillanti da gemme e madreperla” La bravura costruttiva si manifesta con l’apertura di grandi fornici rettangolari nelle pareti dell’ottagono, tali da far sembrare che tutta la volta sia solo poggiata sui pilastri angolari, mentre in realtà gli elementi di sostegno sono costituiti dalle pareti radiali a “v”, che proseguono lungo gli spigoli della volta, formando così uno scheletro strutturale sul quale insistono gli otto spicchi del padiglione. Quindi gli ambienti minori fungono da contrafforte. Ci sono archi di mattoni costruiti sopra piattabande di mattoni nelle aperture delle salette. La pianta, un ottagono regolare, è circondata, su cinque lati da ambienti disposti a raggiera e, su tre lati, si affaccia sul portico antistante. I cinque ambienti sono delle sale voltate a pianta rettangolare, illuminate dall’alto mediante pozzi di luce nascosti intorno al bordo esterno della cupola, non visibili dalla sala ottagona. Sui lati di ogni sala si apre una coppia di ambienti, voltati a botte e a crociera. La sala ottagona è coperta con una volta a padiglione e, come il Pantheon, è aperta sulla sommità con un oculo. L’impiego del calcestruzzo consente alla volta ottagonale di trasformarsi impercettibilmente, salendo, in una cupola circolare. La cupola aperta era forse sormontata da una calotta sferica che si diceva ruotasse a comando.
Il complesso si articola in quattro gruppi di edifici realizzati in varie fasi, dal 118 al 138 d.C., ciascuno avente un proprio orientamento, e si adagia a varie quote, per una lunghezza di circa un chilometro. Criptoporticiportici sottoterra che l’imperatore percorreva per spostarsi da un edificio all’altro. Pecileporticato racchiuso tra muri altissimi. Ha una grande piscina lunga 100m protetta su tutti e quattro i lati Canopoc’è un altro lago lungo che termina con il Padiglione del Canopo, circondato da statue, archi e architravi alternati, che ricordava il ramo fluviale del Nilo, il Canopo, caro ad Adriano, in cui Antino, il suo spasimante, era morto. Teatro marittimo Piazza d’oro in cui un ottagono sovraintende tutta la struttura, creata da otto archi concavi e convessi. La pianta quadrilobata è coperta da una cupola a spicchi impostata sull’ottagono di base. Il teatro marittimo è costituito da un cilindro di pietra esterno con pochi accessi collegati ad altri edifici, da un anello pavimentato porticato e da un piccolo laghetto nella parte interna del sistema. All’interno di questo laghetto si trova un altro anello pavimentato. La struttura è giocata sul quadrato, usato come riferimento per una serie di esedre a cui si accede con dei ponticelli. Tra il cilindro esterno e il porticato che si affaccia sull’acqua c’è una volta a botte anulare (a toro)
Tempio di Licinio, aula decagona degli Horti Liciniani Il nome tecnico è Padiglione degli Horti Liciniani; Marco Licinio Crasso era un “multimiliardario” romano. Era un edificio di ritrovo più che un tempio. Questa architettura permette di descrivere due concetti importanti: Uno relativo alla sua distanza temporale dal Pantheon, ci sono circa 200 anni di distanza Forma particolarmente complessa, che si comprende in pieno se ne si apprezza il senso geometrico Il discorso della struttura di questo edificio porta a immaginare un’aula non tanto per uso statale ma privato. Giunge allo stato di rudere. L’edificio principale, quindi la sala, ha delle dimensioni abbastanza grandi, con diametro di 25m, 32 di altezza. I gusci della volta, fatta a vele, che spicca sono molto sottili, rispetto alle moli del pantheon. La cupola non ha cassettoni veri e propri ma delle costole realizzate per irrobustire la struttura in corrispondenza degli spigoli del poligono di base, che è un decagono. Le costole fanno capire come l’edificio sia rinforzato da esse, come le stecche rinforzano un ombrello, che tendono la tela. La forza delle costole e il rapporto di tensione costruttivo tra le parti crea un irrobustimento della struttura. È un edificio a cupola. Lo spazio sotto la cupola è una tipologia molto amata dai romani, usata soprattutto per coprire ambienti termali. Rispetto al pantheon Ha tanti contrafforti ma l’edificio ha molta più leggerezza rispetto al pantheon. Questo è dovuto anche al fatto che, mentre il Pantheon è un edificio cupo, il padiglione è molto più luminoso. Ha molte finestre sia al primo che al secondo ordine. Le finestre fanno capire che l’edificio è nato per essere leggero, avvolto dalla luce. Gli architetti romani volevano distinguersi molto dal progetto del pantheon. Quest’ultimo ha uno spessore murario enorme e nessuna bucatura sul cilindro, se non l’oculo sulla cupola. Il tempio di minerva medica invece è abbondantemente traforato con finestre e portali di vario ordine. Per essere traforato in questo modo dà meno importanza alle pareti, che quasi non ci sono e sono sostituite da piccole colonne o pilastri. Altrove è sostituita da grandi archi che fanno passare luci. È un edificio aperto verso l’esterno, verso la luce, che per essere così aperto ha ovviamente bisogno di contrafforti per reggersi. Alcuni vengono aggiunti successivamente. Ha dei problemi statici, forse dei cedimenti strutturali,e quindi viene completato in una seconda fase costruttiva, mirata a incatenarlo in tutte le direzioni (pare più celestina).
La cupola crea delle spinte verso fuori e verso il basso, e facendo ciò tende a buttare fuori, a spingere lateralmente una struttura di arco. Si sa che i piedritti dell’arco tendono ad aprirsi e crollare se non hanno una struttura come il contrafforte, che viene costruito in seguito. Prima che venissero costruiti, l’edificio bastava a se stesso. Per renderlo sufficientemente resistente, avendo una grande cupola, si poteva fare in due modi: o creare un muro molto spesso, pieno di murature, oppure concentrarsi su un piccolo dado murario, che è lo spigolo del decagono, che sembrano pilastri più che muri e sono collegati fra loro con absidi che li incatenano gli uni con gli altri e aiutandoli a costruire il gioco delle controspinte. I romani scelgono la seconda opzione, più moderna e lo fanno talmente bene da poter sostituire al guscio del semicilindro che forma l’abside un sistema di colonne e archi. Più che una soluzione estetica si tratta di un esperimento di assoluta avanguardia strutturale del 400dC, i romani puntano ad alleggerire i muri all’inverosimile, per vedere fino a quanto è possibile andare oltre. Sopra gli absidi ci sono semicupole Chi entrava qua, abituato ad entrare nel pantheon, vuol dire entrare in un luogo in cui la luce diventa elemento di formazione della struttura, la leggerezza diventa elemento di stupore, poetica di un’architettura realizzata con il minimo dei materiali possibili. I romani sperimentano negli ultimi secoli, nella fase tardo imperiale, la LEGGEREZZA con questo edificio. I romani, che costruivano con strutture massive per durare in eterno, qua intendono sfidare le leggi della statica, la possibilità strutturale di una costruzione cupolata riducendola a un guscio sottile sorretto da costole e forando l’apparato murario con moltissime aperture, archi e finestre che si riconoscono in un elemento abbastanza importante, ovvero…
Si colloca a Roma esattamente nello stesso punto in cui si trova quella attuale, ma ha una forma completamente diversa. La costruzione inizia nel 333 d. C. Ha 5 navate in cui ci sono archi e non architravi, coperte da capriate lignee. Era un edificio di enormi dimensioni che viene demolito alla fine del 1400 per creare una nuova costruzione. San Pietro viene sepolto vicino al cimitero di Nerone. Ha un quadriportico davanti, che diventa elemento importante per la formulazione dell’intero edificio. Qui ci si prepara spiritualmente prima di entrare in chiesa. È una piazza porticata quadrangolare con una fontana al centro e introduce allo spazio semiaperto coperto, con colonne da un lato, del nartece. Le 5 navate terminano col transetto che sporge dalla forma dell’aula, simmetrico rispetto all’altare, con altri due altari nei bracci. Sotto l’altare, sulla stessa verticale, si trova la tomba dell’apostolo Pietro, facendo così della Basilica un luogo sacrissimo. Su questa verticale sulla tomba viene mantenuta anche con la ricostruzione della nuova Basilica. La basilica viene costruita sopra il circo di Nerone, per giochi pagani, che viene dismesso. Qui vicino, essendo i circhi di proprietà dell’imperatore, si installano comunità cristiane delle origini
La basilica di Sant’Agnese stava vicino a un circo, che aveva funzioni di carattere funerario: sepolcrale, celebrativo, di riunione. Sotto di essa ci sono le catacombe. Le catacombe venivano nominate con i nomi dei santi. Durante il IV secolo il cristianesimo viene legalizzato e istituzionalizzato e la basilica cristiana è un ri-uso di un modello tipicamente romano imperiale. Nel sarcofago di Costantino, in porfido, si trovano scene celebrative con girali, trecce vegetali, foglie, fiori decorativi. Ci sono pavoni, pecore, agnelli, angioletti/amorini, che schiacciano l’uva (simbologia cristiana) All’interno del complesso di Sant’Agnese si trova il Mausoleo di Santa Costanza, costruito intorno alla metà del IV secolo per conservare le spoglie della figlia di Costantino, Costanza, contenute in un sarcofago in porfido rosso. Quando, più tardi, l’edificio assunse la funzione di battistero, il sarcofago, che si trovava al centro della costruzione, fu sostituito da una vasca battesimale. L’edificio, a pianta centrale, è costituito dall’anello del deambulatorio voltato a botte. Questo tipo particolare di volte a botte, che copre uno spazio anulare, è detto volta a toro. Nella parte a destra del deambulatorio, nella muratura perimetrale, si trovano delle piccole nicchie semicircolari e quadrate, non allineate alle colonne binate e architravate che si trovano sul lato sinistro, disposte in modo radiale verso l’ampio vano centrale. Il numero 12 è importante perché ricorda gli apostoli. Sulle colonne si impostano i grandi archi che sorreggono il tamburo su cui si innalza la cupola. Le pareti del tamburo accolgono le finestre, dalle quali penetra una luce intensa che illumina il vano centrale, mentre il deambulatorio è più buio, creando un’azione mistica di cammino in un circuito e di passaggio lento e graduale, attraverso le colonne, dalla zona di luce a quella d’ombra. La cupola sul vano centrale diventa invece uno spazio vuoto, enorme e luminoso e gli archi di sostegno sembrano liberarsi di ogni sforzo statico, mentre la luce scivola sulle colonne levigate. L’effetto è quello di uno spazio dilatato ed elastico, che da ogni punto della costruzione riporta l’occhio dello spettatore verso il centro. Il teatro marittimo è organizzato nello stesso modo
Il supporto per la cupola: Le spinte della cupola sono contrastate dal catino absidale contenente le tre absidi che poggiano su colonnine su due lati del quadrato, nella stessa direzione dell’assialità. Su gli altri due lati ci sono due giganteschi apparati murari con delle colonne. La cupola poggia su quattro archi e ogni pennacchio e ogni arco non si ribalta perché ci sono o una serie di absidi o dei contrafforti . Sulla cupola si aprono tante finestrelle (forse 32). Il catino absidale è sormontato da una semicupola sotto il quale si sviluppano altre tre absidi più piccole e anche questi sono ambienti particolarmente finestrati. A Santa Sofia la luce assume un ruolo mistico, di immaterialità e di trascendenza. Negli altri lati della pianta si sviluppano delle gallerie su due piani. L’esterno di Santa Sofia si presenza come un insieme di massicci volumi di mattoni intonacati, privi di elementi decorativi, sormontati da cupole di piombo grigio scuro. C’è stata un’aggiunta graduale di contrafforti e, dopo la sua trasformazione in moschea nel 1453, di quattro giganteschi minareti
San Vitale è una chiesa fondata nel 532 e completata nel 546-48. Nel VI secolo ci si concentra nella costruzione di edifici che rinnovano il panorama culturale verso la cultura bizantina. Il suo nuovo ruolo di chiesa di corte era sottolineato dai mosaici del presbiterio, raffiguranti Giustiniano aureolato, accompagnato dall’imperatrice Teodora. È un edificio ottagonale a corpo centrale con una cupola ottagonale di copertura. È composto da due ottagoni uno dentro l’altro e l’esterno dell’edificio è in mattoni lunghi e sottili rossi, mattoni cotti. L’edificio era preceduto da un quadriportico di cui oggi resta solo il nartece. Si entra dal nartece, che tocca in tangenza uno spigolo dell’ottagono, creando due spazi triangolari da cui si sviluppano delle scale che portano al piano superiore. Inoltre i due elementi triangolari sono i due ingressi, e, una volta all’interno, ci si muove attorno al perimetro dell’edificio, ovvero il deambulatorio (l’ottagono più esterno). Entrando da uno o dall’altro accesso si percepisce lo spazio in modo differente: l’ingresso posto di fronte all’abside mantiene fermo il rapporto di assialità tra ingresso e altare tipico degli edifici cristiani, mentre l’accesso laterale lascia il visitatore nello spazio del deambulatorio senza offrirgli punti di riferimento precisi Dal lato opposto all’ingresso si trova un terminale absidato, poligonale all’esterno, circolare all’interno e affiancato da due cappelle. Nella parte centrale ci sono otto pilastri, i cui spigoli interni sono i vertici dell’ottagono centrale. I pilastri sono raccordati da absidi rette da due colonne ciascuna e si sviluppano su due livelli di trifori (quindi in totale ogni abside ha 4 colonne, due per piano). Il primo livello costituisce il deambulatorio, il secondo il matroneo. Sopra i due livelli si trova la cupola a otto spicchi, di 16m di diametro, esternamente racchiusa dal tiburio ottagonale, il quale presenta su ogni lato una finestra, affiancata da due colonnine. La cupola è costituita da tubi fittili di terracotta innestati l’uno nell’altro che riescono a curvarsi; sopra di essi viene fatta colare una malta. Questa volta era estremamente leggera e permetteva di evitare la costruzione di contrafforti. La luce si concentra nel vano centrale e si attenua nella zona del deambulatorio, accentuando la sensazione del moto centrifugo. I pavimenti sono fatti di marmi intarsiati di diversi colori, che decorano anche le pareti del primo livello; il secondo livello è decorato da mosaici scintillanti, per lo più sul verde, bianco, azzurro e oro.