Docsity
Docsity

Prepare for your exams
Prepare for your exams

Study with the several resources on Docsity


Earn points to download
Earn points to download

Earn points by helping other students or get them with a premium plan


Guidelines and tips
Guidelines and tips

Summary, Evolution of Roman Temple Architecture: Etruscan and Greek Influences, Summaries of Archeology

This overview traces roman temple architecture from the archaic period through the republic, emphasizing etruscan and greek influences. It covers the transition from open to closed frontons, the corinthian order's adoption, and the pseudo-peripteros's emergence. Material usage, like cement and pozzolana, is discussed alongside the cultural context of temple construction during roman expansion and hellenization. It offers insights into architectural and cultural shifts shaping roman religious structures, useful for students and researchers in roman archaeology and architectural history. The fusion of etruscan, italic, and greek traditions is highlighted, showcasing roman architectural innovation and the socio-political factors influencing design choices.

Typology: Summaries

2024/2025

Uploaded on 06/09/2025

giulia-marini-46
giulia-marini-46 🇬🇧

1 document

1 / 21

Toggle sidebar

This page cannot be seen from the preview

Don't miss anything!

bg1
Archeologia e storia dell'arte
romana: dalle fondazioni
protostoriche all'ellenismo
Fondazioni Protostoriche e Tardo-Arcaiche
L'interesse per il materiale archeologico romano cresce a partire dal
Rinascimento, superando l'interesse erudito-antiquario. Si assiste a una
storicizzazione della cultura antica romana. Roma integra le altre civiltà
italiche, in particolare Etruschi e Latini, creando una cultura dinamica che
acquisisce e rielabora elementi esterni. La cultura greca è riconosciuta
come un modello avanzato, influenzando la civiltà romana fin
dall'Orientalizzante. Questo legame si consolida, diventando un filo
conduttore nello sviluppo culturale romano, con una continua aspirazione al
mondo greco-orientale. Questa ambiguità è intrinseca alla natura stessa
della cultura romana, che costituisce la base della cultura occidentale.
Roma è al centro di un sistema etnico-culturale complesso, con il Tevere
come elemento distintivo e via di penetrazione nella penisola. Roma è
l'unica città antica sorta direttamente sul fiume. Il Tevere separa l'area
etrusca e umbra dalle culture meridionali (Latini). Roma ingloba
popolazioni come Falisci, Sabini, Equi ed Ernici. Roma fa parte del nomen
latinum, una confederazione con regole politiche e sociali definite tramite
leghe, con il santuario di Giove sul colle albano come punto di riferimento.
Roma ambisce al primato fin dall'età monarchica, dissolvendo la lega latina
nel 338 a.C.
Roma primeggia per dimensioni grazie alla sua posizione geografica sul
guado del Tevere, diventando la città più importante del sistema nel IV
secolo a.C. La posizione è influenzata dall'orografia: il Tevere esonda
frequentemente. Roma ha un porto fluviale vicino all'isola Tiberina. Le
prime occupazioni si attestano sul Campidoglio, Palatino e nella valle del
Velabro, zone che controllano il fiume. Dalla metà del '900 si è tentata una
seriazione dell'enclave latina, culminando negli anni '80 con la
classificazione della cultura laziale, definita soprattutto dalle abitudini
funerarie. La cronologia assoluta si basa su confronti con materiali greci,
egiziani e micenei, e sullo sviluppo della dendrocronologia. L'etnogenesi dei
Latini, a cui appartiene Roma, si colloca tra il 1100 e il 1000 a.C. Nel X-IX
secolo a.C., l'insediamento protostorico di Roma distingue lo spazio dei vivi
da quello dei morti, poco prima della fondazione tradizionale a metà
dell'VIII secolo a.C. Si pone il problema del rapporto tra archeologia e fonti
letterarie, complicato dalla mancanza di scrittura a Roma in epoca antica.
All'inizio del primo millennio, la popolazione ha metabolizzato il concetto
della dimensione della morte, miniaturizzando gli oggetti. Le fosse possono
essere semplici o rivestite in tufo cappellaccio. La tradizione colloca la
fondazione di Romolo sul Palatino, ma i dati archeologici più antichi
pf3
pf4
pf5
pf8
pf9
pfa
pfd
pfe
pff
pf12
pf13
pf14
pf15

Partial preview of the text

Download Summary, Evolution of Roman Temple Architecture: Etruscan and Greek Influences and more Summaries Archeology in PDF only on Docsity!

Archeologia e storia dell'arte

romana: dalle fondazioni

protostoriche all'ellenismo

Fondazioni Protostoriche e Tardo-Arcaiche

L'interesse per il materiale archeologico romano cresce a partire dal Rinascimento, superando l'interesse erudito-antiquario. Si assiste a una storicizzazione della cultura antica romana. Roma integra le altre civiltà italiche, in particolare Etruschi e Latini, creando una cultura dinamica che acquisisce e rielabora elementi esterni. La cultura greca è riconosciuta come un modello avanzato, influenzando la civiltà romana fin dall'Orientalizzante. Questo legame si consolida, diventando un filo conduttore nello sviluppo culturale romano, con una continua aspirazione al mondo greco-orientale. Questa ambiguità è intrinseca alla natura stessa della cultura romana, che costituisce la base della cultura occidentale.

Roma è al centro di un sistema etnico-culturale complesso, con il Tevere come elemento distintivo e via di penetrazione nella penisola. Roma è l'unica città antica sorta direttamente sul fiume. Il Tevere separa l'area etrusca e umbra dalle culture meridionali (Latini). Roma ingloba popolazioni come Falisci, Sabini, Equi ed Ernici. Roma fa parte del nomen latinum, una confederazione con regole politiche e sociali definite tramite leghe, con il santuario di Giove sul colle albano come punto di riferimento. Roma ambisce al primato fin dall'età monarchica, dissolvendo la lega latina nel 338 a.C.

Roma primeggia per dimensioni grazie alla sua posizione geografica sul guado del Tevere, diventando la città più importante del sistema nel IV secolo a.C. La posizione è influenzata dall'orografia: il Tevere esonda frequentemente. Roma ha un porto fluviale vicino all'isola Tiberina. Le prime occupazioni si attestano sul Campidoglio, Palatino e nella valle del Velabro, zone che controllano il fiume. Dalla metà del '900 si è tentata una seriazione dell'enclave latina, culminando negli anni '80 con la classificazione della cultura laziale, definita soprattutto dalle abitudini funerarie. La cronologia assoluta si basa su confronti con materiali greci, egiziani e micenei, e sullo sviluppo della dendrocronologia. L'etnogenesi dei Latini, a cui appartiene Roma, si colloca tra il 1100 e il 1000 a.C. Nel X-IX secolo a.C., l'insediamento protostorico di Roma distingue lo spazio dei vivi da quello dei morti, poco prima della fondazione tradizionale a metà dell'VIII secolo a.C. Si pone il problema del rapporto tra archeologia e fonti letterarie, complicato dalla mancanza di scrittura a Roma in epoca antica.

All'inizio del primo millennio, la popolazione ha metabolizzato il concetto della dimensione della morte, miniaturizzando gli oggetti. Le fosse possono essere semplici o rivestite in tufo cappellaccio. La tradizione colloca la fondazione di Romolo sul Palatino, ma i dati archeologici più antichi

risalgono al Campidoglio, sito di insediamento stabile del bronzo medio- recente. L'espansione del sito va dal bronzo medio-recente alla metà dell'VIII secolo a.C. Un tratto caratteristico della cultura latina è la sepoltura dei bambini sotto i 6 anni vicino alle case, indicando il radicamento dei clan.

Sepolture e Abitazioni

Nel dossier delle sepolture ci sono eccezioni, come adulti sepolti in aree abitate, come quelle trovate da Giacomo Boni nel foro. Potrebbero essere riti specifici per individui o occasioni particolari. La seconda metà del VII secolo a.C. vede la comparsa di case simili al tipo a pastàs greco.

Periodo Etrusco e Sviluppo Urbano

Il VII secolo a.C. è il periodo etrusco in Italia, con la massima espansione della dodecapoli etrusca. A questa fase appartengono gli ultimi re di Roma, documentati archeologicamente e garantiti dalla connessione tra narrazioni storiche etrusco-romano-latine e greche. Le fonti narrano di contatti e connessioni con eventi mediterranei, fornendo una cronologia. La storia di Roma si lega a quella greca. L'anno della caduta della tirannide coincide con la dedicazione del tempio di Giove, con un chiodo piantato per ogni anno dalla fondazione (510), indice di consapevolezza. È il periodo di esplosione della polis, con la delineazione dei luoghi del politico e del sacro, fondanti della civitas. Archeologicamente si vede la nascita dei luoghi di gestione politica e religiosa, con continuità nei secoli. I centri religiosi sono il culto di Vesta e la Regia, ricca di fonti epigrafiche. La Regia è sempre stata ricostruita nello stesso posto, rendendo impossibile l'analisi delle fasi precedenti. È il primo monumento marmoreo datato di Roma.

Decorazioni Architettoniche e Polo Politico

I sistemi di decorazione fittile dei tetti compaiono nella prima metà del VI secolo a.C. Le prime architetture litiche arrivano nel II secolo d.C., mentre legno e terracotta proseguono oltre Augusto. L'ipertrofia di parti in terracotta permette decorazioni con messaggi iconografici coerenti con l'edificio. Si vedono decorazioni in terracotta a stampo con animali, elementi orientalizzanti come leoni e minotauri. Nella fase finale del periodo regio compaiono antefisse a forma di vis e gocciolatoi a protome leonina, come in Grecia e Magna Grecia. Il polo politico è costituito dal comizio.

Curia e Comizio

L'angolo nord-ovest del foro romano ospita la curia (sede del senato) e il comizio (luogo delle assemblee del popolo). Le fonti letterarie attestano strutture politico-amministrative in quest'area. La curia era collegata al comizio, ma archeologicamente si vede poco. A destra e a sinistra di questo luogo sacro c'è una tribuna con andamento circolare (precedentemente rettilinea). La tribuna a sinistra è detta rostra, dal 338 a.C., quando vi furono affissi i rostri delle navi conquistate ai Latini e ai Volsci ad Anzio.

rendendolo un santuario emporico situato fuori dalle mura. La presenza di una grande quantità di ceramica proveniente da tutto il Mediterraneo, insieme a iscrizioni arcaiche, testimonia la sua natura emporica.

Elementi Decorativi e Influenze Artistiche

Sono stati rinvenuti acroteri, sfingi laterali e due corna centrali che ricordano l'incrocio delle travi del tetto delle capanne protostoriche. Sono stati trovati anche due felini, non a tutto tondo, la cui collocazione precisa è incerta. Si ipotizza che potessero decorare il frontone, un'ipotesi rivoluzionaria poiché i frontoni etruschi erano generalmente vuoti, suggerendo un'influenza dell'arte greca.

Produzione Italica ed Etrusca

Questo sistema decorativo fittile si ritrova anche nell'Etruria meridionale, a Veio, Roma e nel Lazio meridionale fino a Velletri, definendo il tipo Veio- Roma-Velletri. Le decorazioni fittili figurate del tempio delle stimmate di Velletri, risalenti al 530 a.C., conservano tracce di policromia. Una decorazione architettonica fittile di un tempio di Cisterna di Latina (Pometia?), dal Caprificio di Torrecchia, datata al 520 a.C., presenta scene di processioni di bighe e trighe con opliti e corse con i carri. Dello stesso tempio provengono frammenti di gocciolatoi a protome leonina e coppi terminanti in teste femminili, oltre a sfingi acroteriali e un naso di figura femminile, forse Atena, simile al gruppo con Eracle del tempio arcaico di Sant'Omobono.

Cambiamenti Politici e Culturali

Questo tipo di decorazione fu prodotto dal 540 al 510 a.C., terminando con la fine della monarchia. Tra il 510 e il 480 a.C. si verificarono eventi significativi come la caduta dei re etruschi a Roma, dei Pisistratidi ad Atene e di Sibari nel 510 a.C., e le guerre persiane. In questo periodo iniziarono i primi contatti diretti tra Atene e Roma. A Roma, questi cambiamenti furono accompagnati dalla serrata del patriziato, che limitò le prerogative popolari, causando conflitti con i plebei. Nel 366 a.C. furono approvate le leges Liciniae-Sextiae, che permisero ai plebei di ricoprire il consolato, e nel 300 a.C. la lex Ogulnia ammise i plebei al pontificato massimo.

Attività Monumentale nel V Secolo a.C.

Nel V secolo a.C., l'attività monumentale si concentrò su fondazioni templari. Nel 496 a.C., la battaglia del lago Regillo tra Romani e la coalizione latino-cumana riaffermò il dominio di Roma sul Lazio. Il tempio di Apollo Medico fu fondato nel 433 a.C., durante la peste di Atene, dedicato al dio greco protettore dalle pestilenze. A Roma esistevano più di sessanta santuari dedicati a piccole divinità proto-storiche indigene, divenute marginali perché non identificate con gli dèi olimpi.

Il Tempio di Saturno

Esistono tre tradizioni diverse sulla fondazione del tempio di Saturno (Chronos), tra il 501 e il 496 a.C. Questa divinità era venerata in quell'area del Foro Romano da tempi remoti. Del tempio arcaico di Saturno non sono rimasti resti, mentre quelli visibili oggi risalgono ad una riedificazione del IV secolo d.C., in piena età cristiana, a seguito di un incendio. Il tempio visibile oggi è un periptero ottastilo di ordine corinzio con unica cella. La struttura precedente, del II secolo a.C., era un periptero sine postico ottastilo con podio a tribuna e scalette laterali. La struttura ancora precedente era un tempio tuscanico del V secolo a.C., votato ai Dioscuri da Aulo Postumio Albino nel 496 a.C. e dedicato dal figlio nel 486 a.C.

Decorazioni e Influenze Campane

Al primo santuario tuscanico tardo-arcaico appartengono frammenti di decorazione fittile ispirata ai templi della Campania settentrionale, caratterizzata dalla presenza del nimbo attorno alle figure. Esempi includono un'antefissa a testa di Iuno Mater Regina Sospes e antefisse figurate con scene tratte dal mito greco.

Funzione del Tempio di Saturno

Il tempio di Saturno divenne la sede dell'erario dello Stato, controllato dal Senato, fino alla fine dell'età repubblicana. La terracotta utilizzata non è romana, ma proviene dall'Italia meridionale o dalla Sicilia, indicando materiali o opere d'arte importate.

Decorazioni Templari e Artisti Magno-Greci

Il livello di conservazione della pittura suggerisce che il gruppo scultoreo non fosse all'esterno del tempio. Per la decorazione del tempio di Cerere, Libero e Libera sull'Aventino, furono chiamati dalla Magna Graecia gli artisti Damophilos e Gorgasos, che firmavano le loro opere. Questo fenomeno culturale si estendeva a tutto il Lazio. Da Signia proviene un frammento di decorazione acroteriale fittile del tempio tuscanico arcaico di Giunone Moneta, raffigurante un guerriero simile all'Amazzone dell'Esquilino. Dal tempio arcaico di Mater Matuta di Satricum provengono frammenti della decorazione acroteriale con Satiro e Menade. Si decorava il columen del tempio con statue più alte del vero raffiguranti scene drammatico-teatrali tratte dal mito greco, come la contesa tra Apollo ed Eracle e Latona con Apollo bambino da Veio, e un episodio della saga dei sette a Tebe dal tempio di Pyrgi.

Lapis Satricanus e Santuario di Diana Aricina

Da Satricum proviene il lapis Satricanus, una base iscritta riusata per la costruzione del tempio tardo-arcaico, con una dedica da parte di un sodalizio militare al proprio capo, Publio Valerio (Massimo). Dal santuario di Diana Aricina ad Ariccia proviene una testa bronzea raffigurante la dea, parte del simulacro di culto del tempio, come mostrato su alcune monete.

concesso ai generali vittoriosi. L'architettura del tempio tuscanico continuò fino al II secolo a.C. I templi di tradizione etrusco-italica condividevano principi rituali di base come l'elevazione su podio, la frontalità e l'assialità. L'introduzione del tempio periptero sine postico, alla fine del IV secolo a.C., rappresentò un tentativo di unire la tradizione greca con quella etrusco- italica. Un esempio è il tempio C di Largo Argentina, forse il tempio di Feronia. La decorazione architettonica di questi templi includeva decorazioni fittili di copertura delle travi del tetto. Intorno al 300 a.C. risale il più antico frontone chiuso di area italica, quello del tempio di Tivoli. Frammenti dal tempio della Vittoria sul Palatino mostrano l'acquisizione di modelli iconografici greci. La decorazione frontonale del tempio dello Scasato di Falerii, della fine del IV - inizi del III secolo a.C., raffigurava Apollo con i tratti di Alessandro Magno.

Eclettismo e Stipi Votive

L'arte romana mostrava una forte tendenza all'eclettismo, utilizzando vari stili dell'arte greca in modo sincronico. Questo eclettismo era un motore dell'arte romana e si manifestava anche all'interno di una stessa opera. Le stipi votive, accumuli di materiale deposto nei santuari, ne sono un esempio. A Lavinium, dal deposito votivo del santuario di Minerva, proviene una riproduzione della statua di culto di Atena Tritonia, databile alla prima metà del V secolo a.C. Le statue votive femminili in terracotta presentavano una variabilità stilistica ed iconografica, raffigurando donne in diversi stadi del loro percorso sociale.

Ritorno del Lusso e Bronzistica Prenestina

Dalla seconda metà del IV - inizi del III secolo a.C., con la risoluzione del conflitto patrizio-plebeo, il lusso ritornò nelle tombe. Dalla tomba di S. Stefano Rotondo provengono applique fittili figurate che riproducono quelle in bronzo. A Praeneste si sviluppò una tradizione bronzistica rilevante, con contatti con l'Etruria meridionale, nel IV secolo a.C. Venivano prodotti specchi, strigili e ciste, contenitori per la parure da toeletta delle signore. Le scene incise sulle ciste e sugli specchi rappresentano il repertorio iconografico più ricco per la cultura romano-latina del IV secolo a.C. La cista Ficoroni, con l'iscrizione "DINDIA MACOLNIA FILEAI DEDIT/ NOVIOS PLAUTIOS MED ROMAI FECID", era un dono nuziale realizzato a Roma da un bronzista campano.

Pittura Funeraria Etrusca e Tomba François

Per avere un'eco della pittura romana del periodo, si fa riferimento alla produzione pittorica funeraria etrusca, come la tomba François di Vulci, del 320-310 a.C. I modelli anatomici e prospettici derivano dalla pittura greca tardo-classica. La cista Ficoroni presenta inserzioni di oggetti romano-latini, mentre le pitture François includono figure della mitologia etrusca.

Sarcofago di Lucio Cornelio Scipione Barbato e Pitture

Funerarie

Il sarcofago monolitico di Lucio Cornelio Scipione Barbato, console nel 298 a.C., presenta un fregio dorico e un coperchio decorato con un elemento vegetale. Dalla tomba proviene anche una testa tufacea identificata con Ennio. Frammenti di pitture di facciata dalla tomba Arieti, della fine del III secolo a.C., raffigurano scene di combattimento e cerimonie politiche. Un altro frammento di pittura funeraria, dalla necropoli dell'Esquilino, mostra scene belliche e un conferimento di un'asta, forse legate alle guerre sannitiche. Nella reinterpretazione romana, i cardini geometrici della prospettiva e della proporzione dei modelli greci potevano non essere rispettati.

Ellenizzazione e Urbanistica

Il III secolo a.C. fu il secolo della conquista romana dell'Italia e delle prime due guerre puniche. Con l'apertura a Roma della prospettiva orientale, si verificò una seconda ellenizzazione, un'acquisizione globale del modello culturale greco strumentale alla visione imperialistica romana. Si sentì l'esigenza di un aggiornamento delle forme urbanistiche e architettoniche dell'Urbe.

Sviluppi Architettonici nel II Secolo a.C. a

Roma

Nel II secolo a.C., Roma assiste a una trasformazione architettonica significativa. Inizialmente, si registra la costruzione di oltre 50 templi, a testimonianza delle conquiste romane. Successivamente, si verifica un calo nella costruzione di templi, indicando una saturazione del sacro, mentre aumentano gli edifici civili e le infrastrutture urbane, elementi caratteristici di una capitale ellenistica.

Influenze Greche e Innovazioni Romane

L'architettura romana si ispira a quella greca, introducendo però innovazioni originali. Vengono create nuove tipologie di edifici e monumenti. Elementi come la stoà e la porticus, di derivazione greca, vengono utilizzati per organizzare lo spazio.

L'Arco Onorario e le Basiliche

L'arco onorario fa la sua comparsa all'inizio del II secolo a.C. Le basiliche, aule colonnate destinate a funzioni pubbliche, rappresentano un'innovazione architettonica romana, pur prendendo il nome dal greco "basiliké aulé" ("sala regia"). Nel Foro Romano, le basiliche come la Porcia (184 a.C.), l'Aemilia (179 a.C.), la Sempronia (169 a.C.) e l'Opimia (121 a.C.) delimitano progressivamente i lati della piazza. La basilica è descritta come un'ampia aula coperta sorretta da colonne, un portico chiuso che amplia lo spazio della piazza rendendolo più confortevole. Un esempio archeologico è

Innovazioni nei Frontoni Templari

La tradizione etrusco-italica del frontone aperto viene abbandonata a metà del II secolo a.C., sostituita da frontoni chiusi con decorazioni fittili.

Rivoluzione degli Ordini di Matrice Greca

Si verifica una rivoluzione degli ordini di matrice greca. In Italia, si utilizza la variante tuscanica. L'architetto greco Pytheos di Priene teorizza il superamento del dorico, proponendo l'uso dello ionico e stabilendo il piede attico come modulo proporzionale. Ermogene di Alabanda supera definitivamente il dorico, sostituendo il piede attico con il diametro della colonna all'imoscapo. Il corinzio si impone a Roma dal 130 a.C.

Spazio Santuariale Ellenistico

Lo spazio santuariale subisce innovazioni a partire da Alessandro Magno, con l'uso di portici quadrangolari chiusi che contengono il tempio centrale.

Il Santuario di Giunone a Gabii

Il santuario di Giunone a Gabii presenta un tempio periptero sine postico e un portico a U, con fosse per alberature (lucus). A Gabii si trova anche un teatro, il primo esempio di connessione santuariale tra tempio e teatro.

Santuari con Terrazze e Teatri

Si creano terrazze su cui si costruiscono architetture, con salti di quota e rampe di accesso. Il santuario di Palestrina è coevo a Gabii.

Ulteriori Novità in Epoca Augustea

In epoca augustea, si introduce l'abside nei templi e gli ordini interni applicati, con pareti articolate e intercolumni che diventano spazi per statue di divinità.

La Rappresentazione Statuaria Romana e

l'Influenza Greca

Assenza di Giunti Materiali Precoce e l'Avvento dei

Simulacri Greci

Nella scultura, la mancanza di giunti materiali attribuibili a statue di culto prima del II secolo è un problema significativo. All'inizio del II secolo, si assiste a una proliferazione di statue di culto in bronzo e marmo, che segna un cambiamento radicale nella percezione e comunicazione del divino. Questi simulacri sono di ispirazione greca, riflettendo una completa assimilazione della mentalità greca da parte dei romani. È difficile

distinguere tra opere realizzate in Grecia e quelle prodotte in Italia da botteghe locali influenzate da artigiani greci.

Trasferimento di Botteghe a Roma e l'Eclettismo Romano

Molte botteghe si trasferirono a Roma quando la città divenne un centro nevralgico del Mediterraneo, spostando la committenza nel Lazio. Gli schiavi deportati a Roma contribuirono con le loro competenze alle botteghe. I romani dimostrarono grande abilità nell'appropriarsi dell'arte greca, ispirandosi liberamente a stili di diverse epoche per trasmettere specifici messaggi attraverso le statue. Questo eclettismo si inserisce in una precisa scelta culturale, con un precedente nel mondo greco.

Roma come Nuova Età dell'Oro e il Rifiuto dell'Ellenismo

Esuberante

I romani aspiravano a rappresentarsi come fautori di una nuova età dell'oro del Mediterraneo, eredi dell'apice della civiltà antica, incarnata dall'Atene di Pericle. Implicitamente, rifiutavano la cultura del primo ellenismo, caratterizzata da esuberanza, polemiche, frammentazione e competizione. Roma si proponeva come un faro unificatore, superando la frammentazione ellenistica e rivitalizzando l'arte.

Classicismo e Tecnica Acrolitica

La tendenza classicista ebbe origine nell'arte greca all'inizio del II secolo. La tecnica acrolitica, che prevede l'uso di materiali diversi, si applicava anche quando si utilizzavano solo marmi differenti. L'eclettismo si manifestava nell'uso simultaneo di modelli arcaici, tardo-classici ed ellenistici, uniti da uno schema classico di base.

Esempi di Classicismo nelle Composizioni Scultoree

Il frontone di via di San Gregorio illustra questo classicismo: le dimensioni delle statue si adattano allo spazio frontonale, con Marte al centro, figure femminili ai lati e togati e victimari che conducono animali al sacrificio. Questa rappresentazione mescola elementi teologici (le divinità centrali) con elementi narrativi umani (magistrati e victimari). Un altro esempio è la decorazione frontonale del tempio di Diana Luna di Luni, con un'impostazione paratattica classica e modelli ellenistici.

Altre Tendenze Eclettiche: La Giunone della Collezione

Cesi-Albani

Un esempio di eclettismo è una Giunone della collezione Cesi-Albani, la cui posa e abbigliamento richiamano le figure femminili pergamene, interpretate in modo statico e classicistico.

Eclettismo e Assenza di Sfondo

Il monumento è narrativo e storico, senza distinzione tra mito e realtà. L'eclettismo si manifesta nell'uso di iconografie greche di periodi diversi. La scena è paratattica e, come nei monumenti precedenti, manca lo sfondo, rendendo il messaggio atemporale.

Il Ritratto Scultoreo: Aspetti Teorici e Pratici

Il ritratto è un patto tra chi lo commissiona, chi lo realizza e chi lo guarda. Deve essere riconoscibile sia per il committente che per gli spettatori. Il ritratto naturalistico si tipizza, soprattutto se utilizza un habitus riconoscibile (magistrato, guerriero). In letteratura si distinguono ritratti veristici e tipizzanti/ideali, ma nessun ritratto è totalmente realistico, poiché l'artista utilizza il proprio repertorio di stilemi. Anche un ritratto tipizzato può avere elementi di caratterizzazione individuale. Il ritratto di ricostruzione evidenzia la contraddizione del fenomeno, poiché non si sottrae mai allo stile dell'epoca.

Il Ritratto nel Contesto Storico: Romani e

Greci

La Concezione Romana del Ritratto

Per i Romani, la rappresentazione dell'individuo assume una dimensione rituale assente nel mondo greco. L'elaborazione e la trasmissione dell'immagine sono strettamente legate ai riti funebri. I Romani praticavano la tradizione delle maschere funebri, realizzate in cera a partire dall'impronta del viso del defunto (appartenente alle classi alte) prima del rigor mortis. Queste maschere, dipinte, venivano conservate negli armaria negli atri delle case e mostrate durante le feste insieme ai documenti relativi al defunto. Gli antenati erano così chiamati a partecipare agli eventi pubblici. La biografia del personaggio si componeva di documenti familiari e immagini dirette dei volti degli antenati.

Questa pratica non si limitava alla sfera familiare, ma assumeva una forte dimensione sociale. Le maschere venivano indossate durante i funerali, permettendo la sfilata degli avi per le strade di Roma, una riattualizzazione della storia con intento etico, materializzando il mos maiorum. Polibio descrive dettagliatamente questa cerimonia, evidenziando l'importanza della rappresentazione dell'individuo. Questa concezione peculiare del mondo romano deve essere considerata quando si parla del ritratto in questo contesto, tenendo presente l'esistenza dello ius imaginum, che regolava l'etica dell'immagine romana.

L'Evoluzione del Ritratto nel Mondo Greco

Nel mondo greco, si assiste a un'evoluzione tra la fine dell'età arcaica e l'inizio dell'età severa, con un passaggio dall'idealizzazione tipizzata al realismo. La rappresentazione individuale seguiva parametri tipici greci,

come la coppia del giovane e dell'uomo maturo, esempi della cittadinanza greca. Questa tipizzazione persiste per tutta l'età classica, dove l'individuo è rappresentato solo nel suo habitus, che lo caratterizzava nella società (strateghi, donne virtuose, filosofi, schiavi...). Dalla fine dell'età classica alla fine del classicismo, prevale la rappresentazione del tipo collettivo, con ritratti idealizzati e tipizzati, con rare eccezioni come Temistocle, raffigurato senza elmo e con un viso caratteristico, un tentativo isolato.

Con Alessandro Magno si verifica una crisi del sistema democratico della polis, che innesca una crisi sociale. L'individuo assume una dimensione unica, e il carisma del sovrano diventa fondamentale. Il leader, legittimato dal suo carisma politico e religioso, dà origine alle monarchie ellenistiche, che esaltano l'eccezionalità dei singoli individui, dai sovrani agli intellettuali, che acquisiscono un ruolo sociale inedito. Questo sistema modifica radicalmente il rapporto tra individuo e rappresentazione.

Alessandro Magno, con la sua forza giovanile, diventa un valore etico di rinnovamento ed energia. I capelli scompigliati diventano uno strumento comunicativo, e le barbe scompaiono dai volti dei potenti. Il ritratto di Alessandro, pur idealizzato, presenta elementi di fisiognomica. I diadochi, per legittimare il loro potere, si ispirano a questo modello: sbarbati, con alta capacità espressiva, anastolè e capelli disordinati, ma non giovani, bensì stabili sui troni. Nasce un'iconografia che si ispira al modello di Alessandro.

Si sviluppa anche la rappresentazione ritrattistica degli intellettuali, che nei contesti monarchici hanno un ruolo importante come portatori dei valori ellenistici. Proliferano i ritratti di poeti, retori, filosofi, medici, che necessitano di un'elaborazione iconografica per essere distinti e identificati. Gli intellettuali diventano un riferimento per la comunità, e i loro ritratti vengono ripresi anche a Roma, come nel caso di Cicerone, il cui tratto si basa su quello di Meandro. I bronzi e gli esempi di pittura sono rari; prevalgono le terrecotte di stipi votive e il marmo.

Per le immagini degli dèi, l'eclettismo permetteva di scegliere tra diverse fonti d'ispirazione, tra cui la ritrattistica dei sovrani ellenistici.

Influenze Ellenistiche e Verismo

La postura della testa, leggermente girata, suggerisce che il ritratto facesse parte di una statua, con una torsione che si accordava al movimento dell'intera figura. Il ritratto tende al verismo, con una ricerca della caratterizzazione del personaggio (naso aquilino, labbra serrate, sguardo intenso). La serietà volitiva e la mancata simmetria del volto lo rendono vivo e penetrante.

Queste caratteristiche si ritrovano anche nei ritratti funerari etruschi, soprattutto sui sarcofagi, come il sarcofago dell'Obeso, che mostra un patetismo accentuato e un riferimento al ritratto di Tolomeo I Sotero. Si oscilla tra rappresentazione idealistica (forte patetico e viso carnoso) e modello ideale (ripresa del ritratto tolemaico). I ritratti femminili tendono a

Pittura Romana: Da Vitruvio a Costantino

L'Interpretazione di Vitruvio e i Primi Stili Pittorici

Vitruvio considerava la pittura come una rappresentazione fedele della realtà, riproducendo edifici, persone e navi in modo veritiero. Egli menziona la presenza di figure mitologiche di grandi dimensioni, come quelle relative alla guerra di Troia e a Ulisse, in alcune statue. Vitruvio notava che, al suo tempo, questo tipo di rappresentazione non era più popolare. Egli descrive tre stili pittorici: uno antico, uno successivo (contemporaneo alla sua giovinezza) e uno augusteo. Quest'ultimo era caratterizzato da decorazioni insolite, con elementi vegetali che sostituivano le colonne e viticci al posto dei frontoni, oltre a candelabri, fiori e statuine. La rappresentazione realistica era stata soppiantata da un'arte immaginifica, con elementi vegetali e decorativi irrazionali, che si affermò negli anni '20. Vitruvio criticava questo stile in termini moralistici.

La classificazione di Vitruvio, insieme alla quarta categoria individuata da Mau, trova riscontro nei ritrovamenti archeologici. Il primo stile, detto strutturale o a incrostazione, imitava lastre di marmo ed è stato rinvenuto in tutto il bacino del Mediterraneo tra il III e il II secolo a.C.

L'Evoluzione degli Stili: Dal Secondo al Quarto

Intorno al 100-90 a.C., la decorazione del primo stile si trasformò, dando origine al secondo stile. Questo stile si caratterizzava per lo "sfondamento" della parete, creando illusionisticamente l'impressione di uno spazio che si estendeva oltre il muro. Il secondo stile, basato sulla prospettiva, ambiva a dilatare gli ambienti attraverso decorazioni pittoriche elaborate. La Casa dei Grifi al Palatino rappresenta un punto di transizione tra il primo e il secondo stile, con finte lastre e pareti immaginate come aperte. L'opus sectile marmoreo, tipico dei pavimenti, veniva riprodotto in pittura con dadi prospettici.

La tendenza allo sfondamento della parete si intensificò intorno al 70- a.C., con la creazione di pareti scenografiche che rappresentavano mondi oltre il muro, con giardini e tholos. Queste pitture alludevano ai palazzi ellenistici e ambientavano scene regali, con un forte impatto illusionistico. Vitruvio definiva le figure di grande formato del secondo stile "megalografie". A Boscoreale si trovano scene storico-ideologiche, come Alessandro Magno osservato dalla personificazione dell'Asia e da un filosofo. Nell'ambito mitologico, frequenti erano le peregrinazioni di Ulisse, come nella casa dell'Esquilino su via Graziosa, dove il pittore copiava da un originale greco, commettendo errori dovuti alla sua scarsa conoscenza della lingua.

Il passaggio tra il secondo e il terzo stile è segnato dalla comparsa di figure fantastiche, in parte antropomorfe e in parte teriomorfe. La Casa di Augusto presenta reminiscenze degli stili precedenti. La Casa di Livia è un esempio di terzo stile, con decorazioni vegetali e figure femminili su candelabri. Il terzo stile valorizzava l'elemento centrale della parete. La Villa della

Farnesina, eclettica, mescolava elementi di epoche diverse, come paesaggi del secondo stile e riprese delle lekythoi su sfondo bianco. Il tema del giardino era importante nel terzo stile, spesso rappresentato in modo fantastico, come nella Casa di Livia, con alberi e frutti che non fioriscono contemporaneamente. Le pareti del terzo stile ospitavano copie di pitture greche, di cui le copie romane rappresentano le uniche testimonianze. L'elemento vegetale ebbe un ruolo significativo per tutta la durata dello stile, con sfondi monocromi su cui risaltavano elementi decorativi. Il terzo stile, caratterizzato dalla chiusura della parete e dalla scomparsa dell'elemento architettonico, durò fino al 50 d.C. circa.

Durante l'impero di Claudio si percepì un cambiamento, che portò al quarto stile, il quale raggiunse la sua massima espressione con Nerone. Questo stile, ispirato al recupero dei valori del secondo stile, si affermò nelle committenze neroniane, in particolare nella Domus Transitoria e nella Domus Aurea. L'iperdecorativismo era una delle caratteristiche fondamentali del quarto stile, che ricordava i ricami e ispirò le grottesche cinquecentesche. Lo stucco tornò in auge, conferendo tridimensionalità ai soffitti, che ospitavano scenette separate da elementi decorativi. Nella Domus Aurea, la pittura parietale era destinata agli ambienti secondari e ai soffitti, mentre le pareti erano decorate con vero marmo. Le pitture parietali degli ambienti di servizio erano semplificate, riprendendo la prospettiva del secondo stile e il gusto per il monocromo del terzo. La presenza di figure sospese sullo sfondo era tipica del quarto stile. Nelle case non aristocratiche di Pompei, il quarto stile era molto popolare, ma l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. impedì l'adozione del marmo. Frequenti erano le rappresentazioni di scene della vita quotidiana, come la vendita del pane nella casa della regio VII. Le nature morte, invenzione del secondo stile, esibivano opulenza e ospitalità, così come la rappresentazione dell'argenteria di famiglia. La borghesia esprimeva le proprie aspirazioni intellettuali attraverso ritratti, come la cosiddetta Saffo. Nella casa del Centauro a Pompei, nel larario comparivano due serpenti, che rappresentavano gli agathodaimones, con il Vesuvio sullo sfondo e un Bacco come personificazione del grappolo d'uva.

Declino e Rinascita della Pittura

Tra il 100 e il 120 d.C., la pittura parietale divenne più semplice, con pareti monocrome scandite da alcune linee, dando origine allo stile lineare. Nelle case degli aristocratici persistevano alcune figure volanti e il gusto per il quadro centrale, ma in forma banalizzata. Le volte, invece, erano decorate con maggiore attenzione, riproducendo le grandi architetture contemporanee, come le volte a spicchi adrianee. I ritratti del Fayyum rappresentano l'unico esempio di pittura antica su tavola di legno, conservatosi grazie alle condizioni delle tombe egiziane. Questi ritratti, usati come maschere funerarie, sembrano essere stati originariamente ritratti da cavalletto. La pittura funeraria a Roma, invece, era più semplice, soprattutto nelle tombe dei colombari.

Alla fine del III secolo d.C., in corrispondenza con Diocleziano, la pittura parietale conobbe una nuova fiammata. Nelle case dei ricchi, la parte bassa delle pareti era ricoperta di marmo, mentre la parte superiore era decorata

La Dinastia Flavia: Realismo e Naturalismo

Vespasiano, della dinastia Flavia, riprende il realismo, rappresentandosi con i segni del tempo per trasmettere il suo cursus e la sua forza. I rilievi della Cancelleria illustrano questo approccio. L'imperatore, vestito con una toga corta da viaggio, è il fulcro dell'attenzione, pronto per la guerra, accolto da Minerva e Marte, con la vittoria assicurata dalla Nike. Un'altra lastra mostra Domiziano ragazzo che accoglie Vespasiano con il Senato e il Popolo, insieme a Roma e alle vestali. I Flavi rivalutano l'espressione naturalistica dell'arte ellenistica.

L'Arco di Tito: Decorazione e Stile

L'arco dedicato a Tito divus, eretto dal Senato, è un arco onorario, non trionfale. La decorazione si divide in repertorio (spicchi con vittorie tropeofere o personificazioni delle stagioni, chiave d'arco con virtù militari, fregio sotto l'attico con corteo) e rilievo storico. Lo stile è un misto di elementi classicistici, ma il rilievo è convesso, con i cavalli in primo piano per creare un senso di atmosfericità.

Il Sepolcro degli Haterii: Classicismo e Ritratti Privati

Un frammento di architrave decorato con ritratti di divinità (Cerere, Proserpina, Mercurio e Plutone) rivela forme in cui si manifestano gli dei Cabiri di Samotracia, legati a culti misterici greci orientali, probabilmente seguiti dagli Haterii. Si tratta di uno degli ultimi esempi di classicismo, reinterpretato in modo più morbido. Rilievi narrativi privati, simili a quelli storici imperiali, celebrano le virtù dei nuovi "borghesi", tradendo le proporzioni greche e esaltando la ricchezza del defunto. Un rilievo esalta l'attività edilizia della famiglia, mostrando il Colosseo senza attico, un arco di Iside e l'arco di Tito.

L'Arte sotto Traiano, Adriano e Marco Aurelio: Realismo e

Variatio

Con Traiano, l'immagine idealizzata viene superata a favore di un ritratto realistico. Il Busto del decennale, tagliato sotto i pettorali, tenta di distinguersi dal ritratto neroniano. La Colonna Traiana, con la sua narrazione continua delle spedizioni daciche, è un esempio di variatio delle scene. Migliaia di figure, con Traiano ripetuto 60 volte, mostrano Roma come civilizzatrice. La colonna fu scolpita da almeno 8 gruppi di persone contemporaneamente. Traiano è sempre predisposto alla clementia, e i Daci sono rappresentati con patetismo. La prima campagna termina con la figura di Decebalo, rappresentato con dignità. L'arco di Traiano ad Ancona segna la partenza per la seconda campagna. Decebalo si suicida, ma la colonna esalta la clementia di Traiano.

L'Arco di Costantino e i Plutei Traianei

Alcune lastre traianee reimpiegate nell'arco di Costantino virano verso stilemi più classici. I Plutei Traianei, balaustre scolpite, mostrano scene di congiarium e i templi di Saturno e Vespasiano e Tito.

L'Arco di Benevento: Virtù Imperiali e Universalità

L'arco di Benevento celebra il restauro della via Appia, mettendo insieme le virtù imperiali in scene paradigmatiche. Le donne con il capo turrito rappresentano le città che hanno ricevuto l'institutio alimentare. L'arte deve essere universale, e l'arte greca diventa l'elemento comune.

Adriano: Idealizzazione e Colorismo

Adriano è l'ultimo imperatore idealizzato, con un'interpretazione coloristica che usa la luce e la drammatizzazione. Il ritratto dell'imperatore è filosofico, con la barba. I rilievi del cosiddetto arco del Portogallo, reimpiegati da monumenti adrianei, mostrano l'apoteosi di un personaggio portato in alto dall'aeternitas. Il colorismo adrianeo è evidente nei giochi di luci e ombre. In un'altra scena, il genio del Senato e del popolo affiancano l'imperatore in una scena di liberalitas.

I Tondi dell'Arco di Costantino e la Colonna di Antonino Pio

I tondi dell'arco di Costantino, di origine sconosciuta, mostrano un modello più naturalistico. Tra i personaggi compare Antinoo, suggerendo un monumento non ufficiale legato a culti orientali o una villa privata. Il tema della caccia, tipico dell'ideologia orientale, diventa un modo per sottolineare il valore del corpo e del coraggio. La base della colonna di Antonino Pio presenta due rappresentazioni: un'apoteosi con personificazioni del Campo Marzio, Roma e Aion, e una decursio, una cavalcata rituale, con prospettiva a volo d'uccello.

I Rilievi dell'Arco di Costantino e l'Era di Marco Aurelio

Rilievi reimpiegati nell'attico dell'arco di Costantino, provenienti da un monumento di 11 pannelli, sono paradigmatici. Costantino li usa in modo analogico, non narrativo. Scene di liberalitas, iustitia, lustratio e adlocutio sono fitte di personaggi e luminose. Nella scena del sacrificio di Marco Aurelio si vede il tempio di Giove Capitolino. Un rilievo di trionfo su carro mostra un vuoto dove era Commodo, poi eraso. Commodo presenta il padre come optimus princeps, riproponendo il modello traianeo. Le vittorie di Marco Aurelio sui Quadi e Marcomanni sono rappresentate in modo esuberante, con una semplificazione delle scene e delle figure.

L'Arco di Settimio Severo e l'Arco degli Argentarii

L'arco di Settimio Severo, grande monumento del III secolo, presenta decorazioni di repertorio classicistiche e rilievi narrativi abbreviati e