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Economia Aziendale Crea, Appunti di Economia Aziendale

riassunto degli argomenti del corso opzionale di economia aziendale

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 07/07/2025

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matilde-massone 🇮🇹

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Economia aziendale
L’economia aziendale fa parte del vasto campo delle scienze economiche; questa disciplina studia i processi
sottostanti l’attività economica, posti in essere da gruppi organizzati denominati ‘aziende’ (processi aziendali).
I processi aziendali oltre a rappresentare l’attività economica sotto il profilo operativo, forniscono informazioni sulle
condizioni di esistenza e di evoluzione dell’azienda alla luce delle problematiche che si presentano nei diversi
momenti della sua vita.
L’economia aziendale offre agli studiosi di psicologia del lavoro e delle organizzazioni una una diversa chiave di
lettura per comprendere le dinamiche interne all’organizzazione.
Tale diversa chiave di lettura si riferisce a categorie proprie dell’economia aziendale: ruoli e relative posizioni
lavorative (job description), vincoli gerarchici, capacità individuali, analisi dei processi, strumenti di gestione (budget,
bilancio).
L’azienda come istituto sociale
Le attività umane si svolgono tendenzialmente nell’ambito di gruppi, la cui costituzione risponde a esigenze
relazionali (networking) legate alla possibilità di perseguire obiettivi non realizzabili individualmente (reti
collaborative).
Questi gruppi sono definiti in letteratura “istituti sociali”, e si caratterizzano come forme di collaborazione aventi
regole di comportamento necessarie a conferire al gruppo caratteristiche di stabilità (reti di comportamento).
Gli istituti sociali possono essere di diversa specie e possono avere differenti scopi e mezzi disponibili.
L’azienda è anch’essa un istituto sociale la cui costituzione risponde a esigenze di aggregazione legate alla possibilità
di perseguire obiettivi economici (profitto).
Contesto di riferimento dell’attività di un’azienda
L’azienda è un’entità che agisce in un ambiente complesso in cui, cioè, si osservano dinamiche e cambiamenti di
scenario che lo rendono imprevedibile, non immediatamente comprensibile e dunque non controllabile. Meccanismi
darwiniani di selezione della specie (le aziende). Lotta per la sopravvivenza.
Ambiente di mercato e ambiente istituzionale
Nell’ambiente di mercato l’azienda svolge un’attività di intermediazione tra la domanda, proveniente da altre aziende
o dai consumatori, ed i prodotti e servizi che questi richiedono. Per svolgere questo ruolo, l’impresa impiega capitale
e lavoro, tratta materie prime ed elabora dati in misura crescente (data economy, big data).
L’ambiente istituzionale si caratterizza principalmente per la presenza (e l’influenza) dei governi, locale e nazionale.
Fanno parte di questo contesto anche il mercato finanziario, il sistema educativo, il sistema legislativo, le autorità di
regolamentazione (es., Autorità garante della concorrenza e del mercato). L’ambiente istituzionale, dunque, è
composto da norme e valori propri della società che riflettono modi corretti di organizzarsi e comportarsi.
Non sempre le organizzazioni adottano strutture e processi per adeguarsi all’ambiente istituzionale.
Fattori dell’attività economica e aspetti organizzativi
Fattori dell’attività economica:
-lavoro: persone che prestano i loro servizi all’impresa (manager, impiegati, operai);
-beni capitali materiali: edifici, macchinari, elaboratori, automezzi, infrastrutture;
-beni capitali immateriali: investimenti in pubblicità, marchi.
Aspetti organizzativi:
-governance: azionisti, proprietari, i quali contribuiscono all’impresa con l’apporto di capitale proprio (c.d. capitale
di rischio);
-Organizzazione del lavoro (divisione del lavoro): regole e processi in base ai quali deve svolgersi il lavoro
all’interno dell’impresa allo scopo di raggiungere gli obiettivi programmati.
Obiettivi dell’organizzazione
Sopravvivenza e adattamento in un ambiente caratterizzato da crescente complessità (instabilità geopolitiche, nuovi
paradigmi, evoluzione tecnologica, crisi economica);
Controllo dell’ambiente (potere di mercato, influenza sulle autorità di controllo c.d. regulatory capture).
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Economia aziendale

L’ economia aziendale fa parte del vasto campo delle scienze economiche; questa disciplina studia i processi sottostanti l’attività economica, posti in essere da gruppi organizzati denominati ‘aziende’ (processi aziendali). I processi aziendali oltre a rappresentare l’attività economica sotto il profilo operativo, forniscono informazioni sulle condizioni di esistenza e di evoluzione dell’azienda alla luce delle problematiche che si presentano nei diversi momenti della sua vita. L’economia aziendale offre agli studiosi di psicologia del lavoro e delle organizzazioni una una diversa chiave di lettura per comprendere le dinamiche interne all’organizzazione. Tale diversa chiave di lettura si riferisce a categorie proprie dell’economia aziendale: ruoli e relative posizioni lavorative (job description), vincoli gerarchici, capacità individuali, analisi dei processi, strumenti di gestione (budget, bilancio). L’azienda come istituto sociale Le attività umane si svolgono tendenzialmente nell’ambito di gruppi, la cui costituzione risponde a esigenze relazionali (networking) legate alla possibilità di perseguire obiettivi non realizzabili individualmente (reti collaborative). Questi gruppi sono definiti in letteratura “istituti sociali”, e si caratterizzano come forme di collaborazione aventi regole di comportamento necessarie a conferire al gruppo caratteristiche di stabilità (reti di comportamento). Gli istituti sociali possono essere di diversa specie e possono avere differenti scopi e mezzi disponibili. L’azienda è anch’essa un istituto sociale la cui costituzione risponde a esigenze di aggregazione legate alla possibilità di perseguire obiettivi economici (profitto). Contesto di riferimento dell’attività di un’azienda L’azienda è un’entità che agisce in un ambiente complesso in cui, cioè, si osservano dinamiche e cambiamenti di scenario che lo rendono imprevedibile, non immediatamente comprensibile e dunque non controllabile. Meccanismi darwiniani di selezione della specie (le aziende). Lotta per la sopravvivenza. Ambiente di mercato e ambiente istituzionale Nell’ambiente di mercato l’azienda svolge un’attività di intermediazione tra la domanda, proveniente da altre aziende o dai consumatori, ed i prodotti e servizi che questi richiedono. Per svolgere questo ruolo, l’impresa impiega capitale e lavoro, tratta materie prime ed elabora dati in misura crescente (data economy, big data). L’ambiente istituzionale si caratterizza principalmente per la presenza (e l’influenza) dei governi, locale e nazionale. Fanno parte di questo contesto anche il mercato finanziario, il sistema educativo, il sistema legislativo, le autorità di regolamentazione (es., Autorità garante della concorrenza e del mercato). L’ambiente istituzionale, dunque, è composto da norme e valori propri della società che riflettono modi corretti di organizzarsi e comportarsi. Non sempre le organizzazioni adottano strutture e processi per adeguarsi all’ambiente istituzionale. Fattori dell’attività economica e aspetti organizzativi Fattori dell’attività economica:

- lavoro: persone che prestano i loro servizi all’impresa (manager, impiegati, operai);

- beni capitali materiali: edifici, macchinari, elaboratori, automezzi, infrastrutture;

- beni capitali immateriali: investimenti in pubblicità, marchi.

Aspetti organizzativi:

- governance: azionisti, proprietari, i quali contribuiscono all’impresa con l’apporto di capitale proprio (c.d. capitale

di rischio);

- Organizzazione del lavoro (divisione del lavoro): regole e processi in base ai quali deve svolgersi il lavoro

all’interno dell’impresa allo scopo di raggiungere gli obiettivi programmati. Obiettivi dell’organizzazione Sopravvivenza e adattamento in un ambiente caratterizzato da crescente complessità (instabilità geopolitiche, nuovi paradigmi, evoluzione tecnologica, crisi economica); Controllo dell’ambiente (potere di mercato, influenza sulle autorità di controllo c.d. regulatory capture).

Questi obiettivi si realizzano attraverso la creazione di un valore destinato a remunerare i fattori della produzione (capitale e lavoro); in altre parole, a remunerare tutte le parti, interne ed esterne, che hanno contribuito al risultato aziendale: dipendenti, consulenti, prestatori di capitale (azionisti/capitale di rischio, esterni). Valore => lavoro (stipendi), finanziatori esterni (rate del capitale di debito), azionisti (profitto, valore residuo).

I bisogni umani

L’uomo è soggetto a provare impulsi e appetiti che lo spingono a procurarsi i mezzi di soddisfazione; i bisogni sono tutte quelle manifestazioni biologiche o psicologiche che descrivono uno stato di insoddisfazione. Bisogni e soddisfazione I bisogni naturali discendono dalla nostra conformazione, sono legati alla natura umana, I bisogni artificiali sono una conseguenza delle nostre abitudini. La soddisfazione dei bisogni e la ricerca dei mezzi più idonei a conseguire tale condizione hanno rappresentato lo scopo della scienza economica fin dalla seconda metà del settecento, periodo in cui essa si costituiva come disciplina scientifica autonoma. Dimensione sociale dei bisogni: i bisogni sono socialmente determinati; l’appartenenza a un gruppo potrebbe essere determinata dalla condivisione di un bene o di una marca. Le aziende hanno compreso la mutazione dell’utilità dei beni in senso sociale e l’opportunità di creare community attorno ai loro beni o alla loro marca. Principio della crescita dei bisogni: la soddisfazione permanente dei bisogni preesistenti determina la nascita di nuovi bisogni (scala di Maslow). Il principio della crescita dei bisogni è alla base della crescita economica. La conoscenza delle cause di generazione di nuovi bisogni è essenziale per l’innovazione di prodotto e l’attività di marketing. La crescita dei bisogni è legata anche alla possibilità di percepirli (C. Menger): le condizioni soggettive dell’individuo, in primo luogo i suoi mezzi (reddito, informazioni), influenzano la sua percezione dei bisogni.

Il problema economico

Rapporto tra bisogni e risorse I bisogni sono innumerevoli, mentre le risorse necessarie per soddisfarli sono, nella gran parte dei casi, limitate. La tesi dell’economista e demografo Thomas Robert Malthus, che nel suo saggio an essay on the principle of population (1798) sosteneva che il tasso di crescita della popolazione era superiore a quello delle risorse necessarie alla sopravvivenza. Dall’esame di molti dati statistici, Malthus ricavò che l’incremento della popolazione era superiore a quello dei mezzi di sussistenza. Secondo i suoi calcoli, la popolazione raddoppiava ogni 25 anni, seguendo una progressione geometrica , mentre le risorse alimentari aumentavano molto più lentamente, seguendo una progressione aritmetica (lineare e uniforme). L’analisi di Malthus ha posto la questione della soddisfazione di una molteplicità di bisogni dell’uomo con risorse limitate, ovvero ciò che si definisce “ problema economico ”. Il problema economico implica una gestione efficiente delle risorse. È necessario porre in esame in una serie di attività-aziende di intermediazione (attività economica, si frappongono tra beni\risorse e gli individui che ne necessitano) per rendere disponibili le risorse per il soddisfacimento dei bisogni umani evitando sprechi. L’obiettivo del soddisfacimento del maggior numero di bisogni attraverso un utilizzo ottimale delle risorse disponibili.

L’attività economica

Ruolo dell’azienda L’azienda rappresenta lo strumento di cui l’uomo si serve per svolgere l’attività economica. Le aziende sono organizzazioni di individui che si formano perché esistono fabbisogni umani che devono essere soddisfatti con risorse scarse. L ’attività economica : si esplica nella produzione di beni, raccolta (Wholesale), distribuzione, degli stessi e nel loro consumo. Si svolge con l’impiego sia di fattori, rappresentati dal capitale (denaro, o mezzo di produzione) e dal lavoro, sia di risorse di input materiali e immateriali (materie prime, dati); L’attività economica deve svolgersi seguendo criteri di efficienza (non possiamo permetterci sprechi, dobbiamo produrre in modo efficiente): obiettivo di produttività.

Classificazione delle aziende

Produzione e consumo Nel corso della suo esistenza, l’uomo avverte bisogni di vario genere, per il cui soddisfacimento, egli deve consumare risorse chiamate beni. Alcuni beni sono largamente e immediatamente disponibili (beni non economici); altri, per essere disponibili, devono essere prodotti, ma possono non essere largamente disponibili (scarsità). Nell’accezione dell’economia aziendale, il consumo è anch’esso una funzione (un’attività) economica, descritta dall’utilizzo dei beni economici per soddisfare determinati bisogni. La produzione e il consumo di beni sono attività economiche distinte ma tra loro collegate per il soddisfacimento dei bisogni umani. Su tale distinzione si fonda una delle principali classificazioni delle aziende: aziende di consumo o aziende di produzione Questa classificazione si basa sul criterio della funzione economica, ovvero del fine perseguito. Le aziende di consumo Nelle aziende di consumo (associazione non profit\terzo settore, fondazioni, famiglie) l’atto principale che qualifica l’attività economica è il consumo. Anche il consumo si svolge attraverso un processo che richiede l’impiego di capitale per il soddisfacimento dei bisogni delle persone che fanno parte di questa categoria di aziende. Nel caso in cui l’azienda si trovi nella temporanea situazione di non poter soddisfare i propri bisogni con le risorse a sua disposizione, si può verificare il ricorso all’indebitamento. I temporanei squilibri tra necessità di consumo e risorse disponibili pertanto deve essere gestito attraverso un finanziamento (credito al consumo) che produce una passività e che deve essere rimborsato con risorse economiche disponibili in tempi successivi. Aziende di produzione (imprese) Trasformazione fisica : l’attività economica (la produzione di beni) si realizza attraverso un processo di trasformazione degli input con l’impiego dei fattori della produzione. Gli input dei processi di trasformazione fisica sono rappresentati da materie prime offerte dal settore primario (le cui attività contemplano lo sfruttamento delle risorse naturali); da questi processi, pertanto, si ricavano beni finali di consumo o beni intermedi ossia prodotti destinati a successive trasformazioni (da albero a tavole\legno a sedia). L’attività di trasformazione fisica si svolge nei settori dell’energia dell’industria (chimica, tessile, meccanica, alimentare), delle costruzioni. Trasformazione economica : descrive un’attività economica intermedia che aumenta il valore dei beni prodotti dalla trasformazione fisico-tecnica; questi acquisiscono un valore superiore rispetto al loro specifico contenuto in quanto sono resi disponibili in tempi e luoghi funzionali alle esigenze dei potenziali acquirenti (supermercato). Le attività connesse alla trasformazione economica sono rappresentate:

  • (^) Dalla raccolta e trasferimento dei beni nel tempo e nello spazio,
  • (^) Dalla distribuzione e commercializzazione dei beni. Tali attività sono normalmente svolte da imprese specializzate (che svolgono attività all’ingrosso, imprese commerciali). I concetti di trasformazione fisica ed economica sono alla base della distinzione tra imprese di produzione diretta e di produzione indiretta. Nella categoria di aziende di produzione (ossia delle imprese) l’attività economica può assumere specifici profili. In tale contesto, si distinguono aziende di produzione diretta e aziende di produzione indiretta. Nelle aziende di produzione diretta l’attività economica è data da un processo di trasformazione fisico-tecnica di beni input per ottenere un altro bene, output (la fabbrica di scarpe trasforma il cuoio in calzature). Nelle aziende di produzione indiretta l’attività economica non comporta una trasformazione fisica dei beni ma è data dalla produzione di un’utilità, trasformazione economica (azienda di commercio di prodotti agricoli all’ingrosso acquista grandi quantità per rivenderle ai punti vendita al dettaglio. L’utilità consiste nel trasferire nel tempo e nello spazio la frutta, rendendola disponibile per la vendita al dettaglio). Una terza categoria è rappresentata dalle aziende di erogazione di servizi. Nelle aziende di servizi l’attività economica è data dalla prestazione di un’utilità destinata sia a un utilizzo finale (da parte dei consumatori) sia a facilitare lo svolgimento di altre attività economiche, in qualità di input (servizi energetici, telecomunicazioni).

Fattori dell’attività economica

Fattori dell’attività economica e risorse di input Il capitale è un complesso di beni ottenuti con l’investimento del capitale monetario.

  • (^) Beni capitali materiali : terra (aziende agricole), impianti e macchinari, mezzi di trasporto, reti (idriche, energetiche).
  • (^) Beni capitali immateriali : certificazioni di qualità, software, investimenti pubblicitari, segni distintivi-marchi. Il lavoro si identifica con le persone fisiche (risorse umane) che partecipano all’attività economica prestando i loro servizi e le loro competenze (rappresenta un input).
  • (^) Lavoro fisico : trasporto merci, collocazione di beni nei magazzini o negli scaffali dei punti vendita);
  • (^) Lavoro cognitivo : innovazione di prodotto, strategie di marketing, analisi di mercato. Le risorse di input sono rappresentate da materie prime (risorse estratte dall’ambiente naturale), prodotti lavorati (o semilavorati), servizi e dati.
  • (^) Materie prime: minerali, pinte e petrolio;
  • (^) Prodotti semilavorati: materie prime che sono già state sottoposte a una fase di lavorazione del processo di trasformazione fisica e dovranno attraversare altre fasi per poi divenire beni finali di consumo o beni intermedi destinati ad altri processi produttivi;
  • (^) Servizi: beni intangibili che l’azienda acquista da altre unità economiche o dalla pubblica amministrazione per svolgere la propria attività (energia elettrica, telecomunicazioni, trasporti, consulenze);
  • (^) Dati: risorse acquisite attraverso attività di raccolta prevalentemente con mezzi digitali. Qual è la differenza? I fattori dell’attività economica trasformano le risorse di input (trasformatore e trasformato).

La prospettiva giuridica

L’azienda e l’impresa Articolo 2555 c.c.: “l’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa”. La prospettiva giuridica identifica l’azienda con l’apparato strumentale (impianti, macchine, materie prime) di cui si avvale l’imprenditore per lo svolgimento dell’attività economica. L’azienda viene, in questo caso, identificata sotto il profilo patrimoniale. La definizione giuridica di “azienda” presuppone la conoscenza della mozione di imprenditore; quest’ultima viene enunciata nell’articolo 2082 c.c.: “è imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi”. Dalla combinazione dei due articoli si può desumere il concetto di impresa che pertanto, nella prospettiva giuridica, descrive l’attività economica di produzione o di scambio (vendita) di beni o servizi che si avvale della struttura aziendale. L’impresa (attività economica) è dunque svolta dall’imprenditore attraverso lo ‘strumento’ dell’azienda, ossia il complesso di beni di cui dispone. Nella prospettiva giuridica, azienda e impresa sono concetti distinti ma collegati; l’azienda (complesso di beni) è strumentale all’impresa (l’attività economica). Modificazioni dei beni aziendali L’azienda deve anche concepirsi come un insieme di beni eterogenei (beni mobili, immobili, materiali e non) suscettibili di subire modificazioni qualitative e quantitative nel corso dell’attività. Obsolescenza (fisica e commerciale) dei beni, piano di ammortamento, sostituzione dei beni (investimenti). I beni dell’azienda non devono essere necessariamente di proprietà dell’imprenditore; devono, tuttavia, essere destinati all’attività economica. La qualifica di bene aziendale deriva pertanto dalla distinzione d’uso che deve essere prevista nell’ambito di un’attività economica.

Classificazione dei beni

Beni economici e non economici I beni materiali e immateriali costituiscono, secondo la loro destinazione d’uso, i mezzi atti a svolgere l’attività economica o ad appagare i bisogni dei consumatori finali.

Prospettiva utilitaristica (Jeremy Bentham) Hedonic utility è una dottrina filosofica di cui J. Bentham fu uno dei massimi esponenti, secondo la quale l’utilità descrive una condizione di felicità dell’individuo. In questa prospettiva, l’utilità di un bene misura la sua capacità di procurare al consumatore una condizione di piacere, felicità. Altri economisti hanno intuito questo profilo “psicologico” dell’utilità: tra questi W. Stanley Jevons nella sua opera The theory of political economy definisce l’utilità come una “qualità astratta, per cui un soggetto giova ai nostri fini e può perciò, a buon diritto assurgere alla dignità di merce”; lo stesso autore aggiunge che “meglio è considerarla una circostanza delle cose che deriva dal loro rapporto con le esigenze dell’uomo”.

Bisogni, scopi, attività economiche, beni, utilità, efficienza

Riflessioni sintetiche Gli individui manifestano bisogni sia di natura fisiologica sia in virtù del rapporto che instaurano con l’ambiente. Insorgenza dei bisogni determina negli individui lo scopo del loro soddisfacimento; per conseguire tale scopo, gli individui si organizzano in istituti sociali chiamati aziende per svolgere le attività economiche che vanno, secondo i casi, dalla produzione al consumo. L’ attività economica è la funzione aziendale attraverso la quale, secondo i casi, i beni sono creati, trasferiti nel tempo e nello spazio, distribuiti, consumati. I beni rappresentano i mezzi attraverso i quali bisogni possono essere soddisfatti; i beni integrano una funzione di utilità , ossia una capacità di soddisfare i bisogni. L’utilità mediata dai beni può non coincidere con l’utilità attesa dei consumatori. Le imprese devono svolgere la loro attività sulla base del criterio dell’ efficenza : come responsabilità nei contorni della collettività; per essere competitive; come condizione necessaria per remunerare il lavoro e il capitale (di debito e di rischio).

Evoluzione del fenomeno aziendale

Prospettiva relazionale Il fenomeno aziendale si è evoluto nel tempo; la sua connotazione, esclusivamente economica dei primi decenni del secolo scorso, ha progressivamente integrato un profilo relazionale che esalta il rapporto dell’azienda con l’ambiente circostante => modello della rete. La prospettiva relazionale descrive l’azienda come un ente che interagisce con l’ambiente di cui è parte: l’azienda influenza l’ambiente e da questo resta influenzata. L’azienda realizza una trama di relazioni con altri interlocutori sociali, in tal modo rappresentando la sua apertura verso l’ambiente. La prospettiva relazionale con l’analisi delle forze ambientali, si rivela utile per le strategie di un’azienda. Es: nei casi di progetti di delocalizzazione può rivelarsi utile conoscere il sistema competitivo locale, la sua legislazione, l’economia locale, altri vincoli. L’azienda e il ruolo di operatore relazionale Le dinamiche ambientali e i rischi connessi inducono nell’azienda un ruolo di operatore relazionale che, agendo nell’interesse dei portatori di capitale di rischio, non può non tener conto della presenza nell’ambiente di altri sistemi con obiettivi analoghi o contrapposti. L’analisi dell’azienda sotto il profilo relazionale pone dunque l’enfasi sulla sua evoluzione nelle relazioni interne ed esterne all’ambiente. In un sistema economico sempre più globale i flussi relazionali si moltiplicano prospettando un’opportunità per la creazione di ricchezza ma anche un vincolo che impone alle imprese comportamenti virtuosi nei riguardi degli interlocutori interessati (consumatori, lavoratori, portatori di capitali, istituzioni).

Ambiente di riferimento dell’azienda

Caratteristiche dell’ambiente in cui opera un’azienda Il mercato descrive una forma di regolamentazione naturale dei comportamenti dell’azienda

  • (^) Concorrenza effettiva , sostituibilità dal lato della domanda, sotto i profili del prodotto e geografico;
  • (^) Concorrenza potenziale di breve periodo (sostituibilità dal lato dell’offerta nel breve periodo), indicatore della minaccia proveniente da potenziali concorrenti capaci di rispondere, nel breve periodo, a ipotetici aumenti di prezzo con l’ingresso sul mercato, modificando rapidamente la loro linea produttiva (varietà del prodotto) senza sostenere sforzi economici significativi.
  • (^) Concorrenza potenziale di medio - lungo periodo (sostituibilità dal lato dell’offerta nel medio-lungo periodo): indicatore la cui efficacia va messa in relazione a fattori che, se pure non immediatamente, favoriscono l’ingresso nel mercato di nuovi player (es: processi di innovazione tecnologica che possono ridurre le barriere tecniche ed economiche all’accesso al mercato). Intervento pubblico in economia: tale intervento si esplica con l’introduzione di norme giuridiche comportamentali per la tutela di diversi “beni giuridici”; la concorrenza (la dove il mercato fallisce), gli interessi dei consumatori, lo sviluppo psico-fisico dei minori, il territorio. Altre forme di pressione ambientale sono i movimenti rappresentativi degli interessi della società civile (consumatori, ambientalisti, difesa dei diritti civili). Caratteristiche dell’ambiente in cui opera l’azienda Lo spazio di riferimento dell’impresa è dunque l’ambiente, ossia un sistema più ampio e complesso in cui l’impresa deve necessariamente porsi in relazione con altri enti che vi fanno parte. Nel quadro dell’analisi del fenomeno aziendale, all’ attività economica va dunque aggiunto il complesso di relazioni con l’ambiente , che non si limitano al puro scambio tra flussi reali (beni, servizi, lavoro) e flussi finanziari (moneta o crediti) ma si concretizzano anche per il confronto dell’impresa con gruppi variamente interessati al suo comportamento. Relazioni pubbliche L’importanza delle relazioni esterne spiega come le aziende - specie quelle di medie e grandi dimensioni - prevedano nella loro organizzazione strutture dedicate alle relazioni esterne (area “relazioni pubbliche”). Le relazioni pubbliche (PR, public relation) sono un insieme di attività finalizzate a valorizzare un’organizzazione, sostenere la credibilità - immagine e reputazione -presso i pubblici di riferimento (stakeholder, interlocutori). Opportunità, rischi e vincoli L’ambiente può generare opportunità, rischi e vincoli per l’azienda, in relazione ai quali quest’ultima seleziona - o, quantomeno valuta - gli input e definisce il suo output. L’ambiente fisico-naturale offre opportunità, ad esempio, rendendo disponibili risorse naturali del territorio. Circa 10.000 anni fa, l’uomo ha iniziato a sfruttare le risorse presenti sulla superficie dell’ambiente; da 200 anni a questa parte, ha scoperto e utilizzato anche le risorse del sottosuolo. L’ambiente fisico-naturale viene sfruttato per la creazione di infrastrutture di comunicazione e trasporto (reti autostradali, ferrovie, telecomunicazioni). Peraltro, lo stesso ambiente può imporre anche alcuni vincoli alle imprese. Vincoli dell’accesso al mercato per ragioni di incompatibilità con gli insediamenti umani, la salute, la natura:
  • (^) Ostacoli che il territorio frappone alla costruzione di infrastrutture di trasporto alternative a quelle presenti; in tali casi si determinano situazioni di monopolio o di oligopolio.
  • (^) Esigenze di protezione della salute delle persone che condizionano la realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti.
  • (^) Esigenze di protezione della natura che condizionano la produzione e elevato impatto ambientale. L’ambiente presenta anche dei rischi che possono compromettere la sopravvivenza di un’azienda (es. aumento del prezzo delle risorse energetiche, concorrenza, emergenze epidemiologiche, conflitti).

Sopravvivenza dell’azienda

Equilibrio economico dell’azienda e generazione di valore Il fine della sopravvivenza implica il perseguimento di un equilibrio economico , che viene descritto dalla condizione in cui i ricavi di un’azienda sono di un ammontare tale da remunerare sia i fattori impiegati per l’attività economica, vale a dire il lavoro e il capitale di debito, sia, in via residuale, il capitale di rischio.

  • (^) La remunerazione del lavoro si esplica nel designare ad esso una determinata quota dei ricavi (stipendio).
  • (^) La remunerazione del capitale prestato (capitale di debito, ossia il capitale prestato da fonti esterne all’azienda, ad es. istituti di credito, fondi di investimento, altri finanziatori).

Nell’attuale fase storica, caratterizzata dalla “ trasformazione digitale ”, maggiori tassi di sviluppo del fatturato sono attesi proprio dalle imprese che hanno deciso di investire nella c.d “industria 4.0” (un paradigma che vuole mettere in luce il fatto che gli investimenti, nell’industria odierna, avvengono in ambito digitale; si fa riferimento ad una quarta rivoluzione industriale). Il loro percorso privilegiato di crescita punta, cioè, all’ integrazione delle ICT nei processi ( automazione e connessione dei processi ) e all’innovazione di prodotto e di processo. Mission La mission aziendale è il punto di partenza del piano strategico:

  • (^) Presentazione dell’azienda;
  • (^) prodotto\servizio, caratteristiche distintive;
  • (^) Clienti cui ci si rivolge. Obiettivi Indicazioni degli obiettivi che l’azienda vuole raggiungere nel breve, medio e lungo periodo:
  • (^) Ingresso in un nuovo mercato o creazione di un nuovo mercato (strategia blue ocean);
  • (^) Incremento quota di mercato;
  • (^) Incremento fatturato. L’aumento del fatturato non implica necessariamente un amento della quota di mercato. Un’azienda che aumenta il prezzo di un prodotto potrebbe aumentare il fatturato ma perdere clienti; e questi ultimi potrebbero migrare verso i prodotti di altre imprese concorrenti che non hanno aumentato i prezzi e che, in tale evenienza, aumenterebbero il loro fatturato. L’aumento di fatturato può essere conseguito anche con l’aumento del prezzo, purché non si verifichi un sensibile calo della domanda tale da determinare una diminuzione del fatturato. Nel caso in cui il prezzo resta costante, l’eventuale aumento del fatturato è dovuto all’incremento della domanda. Strategie: analisi dell’ambiente esterno
  • (^) Concorrenti diretti (che offrono lo stesso prodotto\servizio);
  • (^) Fornitori;
  • (^) clienti\utilizzatori (v. Analisi della domanda);
  • (^) Movimenti d’opinione che possono influenzare positivamente o negativamente l’acquisto;
  • (^) Imprese che offrono servizi complementari (che possono abbinarsi alla vendita del servizio);
  • (^) Imprese che offrono servizi sostitutivi (che possono sostituire l’acquisto del nostro prodotto\servizio);
  • (^) Potenziali entranti (concorrenti che potrebbero entrare nello stesso mercato nel periodo del piano strategico). Strategie: analisi della domanda
  • (^) Elasticità della domanda (quanto varia la domanda al variare del prezzo?);
  • (^) Dimensione e trend della domanda di mercato;
  • (^) Stagionalità della domanda (c’è un picco\flessione della domanda in un dato periodo?);
  • (^) Fattori ambientali (territorio);
  • (^) Altri fattori: tendenze demografiche, evoluzione tecnologica, nuovi modelli economici, mutamenti geo-politici, nuovi paradigmi. Strategie: analisi della domanda e segmentazione Chi sono i clienti potenzialmente interessati al prodotto? Quali sono i bisogni da soddisfare? Quali sono le tecnologie esistenti in grado di produrre il prodotto? Variabili più utilizzate su cui operare la segmentazione:
  • (^) Variabili geografiche (regione, dimensione del centro urbano);
  • (^) Variabili socio-economiche (classe sociale, reddito e professione);
  • (^) Variabili demografiche (classi di età, genere, stato civile);
  • (^) Variabili psicografiche (opinioni, valori, stili di vita, interessi);
  • (^) Variabili del comportamento d’acquisto (frequenza, uso finale, quantità, stagionalità). Strategie: analisi S.W.O.T Relativamente all’ambienti interno all’azienda:
  • (^) Strenghts (punti di forza): relativi al prodotto\servizio dell’azienda, es. rapporto qualità prezzo, brand riconoscibile e consolidato;
  • (^) Weakness (punti di debolezza): relativi al prodotto\servizio dell’azienda, al customer one (assistenza post-vendita insoddisfacente)

Relativamente all’ambiente esterno:

  • (^) Opportunities (opportunità): nuove risorse a disposizione dell’azienda, caratteristiche della domanda, facilitazioni legislative;
  • (^) Treaths (minacce): legislazione non favorevole, movimenti di opinione, concorrenti attuali, nuovi concorrenti, situazione geopolitica. Analisi del portafoglio delle attività Il portafoglio delle attività è rappresentato dall’insieme delle attività riferite alle aree strategiche d’affari (processi, prodotti, mercati geografici, segmenti di clientela) su cui l’impresa ha deciso di concentrarsi nel periodo di riferimento del piano strategico. Il portafoglio delle attività, oggetto del piano strategico, può riguardare:
  • (^) Attività concorrenti da incrementare (es., incremento della produzione di un bene appartenente alla fama produttiva dell’azienda);
  • (^) Attività da eliminare;
  • (^) Nuove attività legate a nuovi paradigmi e modelli aziendali (es., industria 4.0, intelligenza artificiale). Questa analisi ha lo scopo di supportare un’impresa con produzione diversificata nel distribuire opportunamente le risorse umane, materiali e monetarie tra le diverse aree strategiche rilevanti ai fini del piano strategico. L’area strategica è l’ambito in cui l’azienda vuole raggiungere un determinato obiettivo dichiarato nel piano strategico. La strategia descrive le azioni da intraprendere ed i mezzi da impiegare per conseguire quell’ obiettivo , e dunque ci indica come conseguirlo. I fattori chiavi di successo dell’area strategica sono alla base dell’individuazione degli obiettivi al suo interno: - (^) Quali sono i fattori chiave di successo dell’area strategica su cui si vuole operare ai fini del piano strategico? - (^) Quali sono i punti di forza o debolezza dell’azienda in rapporto a tali fattori chiave? - (^) Quali sono i punti di forza o debolezza dei concorrenti più pericolosi in rapporto agli stessi fattori chiave? Il piano strategico 2018-2020 della società TIM: esempi-esercizi Processi aziendali (area strategica). Il piano prevede la digitalizzazione di tutti i processi (strategia) e punta (obiettivo) a rinnovare il rapporto con il cliente coinvolgendolo in una vera e propria “ esperienza digitale ” (digital customer experience). L’obiettivo nell’arco di piano è dunque quello del coinvolgimento del cliente nella dimena sino digitale (engagement, in inglese fidanzamento; creare relazioni solide e durature tra marchio e cliente), aumentando l’utilizzo della app di self care all’85% e riducendo del 30% l’interazione con gli addetti al call center. - (^) Area strategica: processi per la gestione del cliente. - (^) Obiettivo: aumentare il coinvolgimento del cliente nella dimensione digitale, aumentare l’utilizzo dell’app self care e ridurre l’interazione con gli addetti al call center. - (^) Strategia: digitalizzazione dei processi. Segmento consumer. La società prefigura una nuova strategia che nell’arco di piano permetterà di raggiungere nel segmento consumer oltre 5 milioni di nuovi clienti dotati di collegamento in fibra ottica. Tale strategia consiste nello sfruttamento di contenuti video, musica, gaming attraverso accordi di partnership con i fornitori di contenuti. - (^) Area strategica: segmento consumer. - (^) Obiettivo: fornire un collegamento in fibra a oltre 5 milioni di nuovi clienti. - (^) Strategia: sfruttamento di contenuti video, musica e gaming attraverso accordi di partnership con i fornitori di contenuti. Lte e Timvision (tv on demand). Sul mobile (as), la penetrazione LTE (ovvero di una tecnologia legata ai servizi mobili) salirà dall’attuale 76% a oltre il 95% (o) nell’arco di piano. TIM punta, inoltre, (o) a triplicare i clienti Timvision (1,3 milioni nel comparti fisso a fine 2017) e (o) a raddoppiare la clientela convergente fisso\mobile. Tali obiettivi fanno leva su contenuti di intrattenimento disponibili attraverso (s) importanti accordi di partnership con player nazionali e internazionali e produzioni e coproduzioni di opere inedite. Segmento business. Nel segmento business (as) la convergenza fisso\mobile\IT, UBB e brand heritage (s) faranno evolvere il gruppo vero una vera e propria ICT company con un posizionamento distintivo nei servizi IT e

Finanziamento con capitale di debito Il finanziamento con capitale di debito è quello che l’azienda ottiene da parti esterne (banche e altri finanziatori) che hanno fiducia nella capacità di rimborso e di pagamento dell’azienda. Il capitale di debito, dunque, non è una componente del capitale proprio dell’azienda, perché esso appartiene a un’altra società. Debiti di finanziamento : sono i prestiti con cui i finanziatori forniscono all’azienda i mezzi monetari di cui questa necessita. Il capitale esterno non partecipa al rischio d’impresa alla stregua del capitale proprio; i finanziatori esterni non ricevono gli utili dell’azienda che ha chiesto il prestito. Il finanziamento con capitale di debito (in particolare il debito di finanziamento ) implica il pagamento, da parte dell’azienda, di un interesse , che può essere esplicito (evidenziato con un tasso percentuale) o implicito (compreso nella somma da restituire alla scadenza). Il capitale di debito deve essere restituito ad una scadenza prefissata. L’eventuale insolvenza di un’azienda dovrà essere sanata con azioni di recupero crediti previste nel contratto di finanziamento.

Investimento

L’investimento rappresenta l’operazione attraverso cui l’azienda impiega la liquidità, ottenuta attraverso il finanziamento, per acquisire fattori produttivi e altri beni, pluriennali o d’esercizio. L’investimento si esplica nell’acquisto di beni di produzione (impianti, macchinari), materie prime, servizi, con l’impiego di mezzi ottenuti nella fase del finanziamento. L’investimento è la spesa del finanziamento ottenuto. L’investimento implicando l’acquisizione di un complesso di beni, concorre alla formazione del patrimonio di un’azienda. L’investimento è un’operazione che:

- (^) Implica esborsi finanziari iniziali (anticipati rispetto al risultato economico); - (^) Nel caso di finanziamento esterno (debito) l’investimento implica un costo del capitale avuto in prestito (interesse); - (^) Ha una prospettiva di ritorno economico. La prospettiva è quella che, nel tempo, i risultati economici cumulati, superino l’ammontare complessivo degli investimenti effettuati. Classificazione degli investimenti secondo il criterio della liquidità Gli investimento sono impieghi del capitale di finanziamento che possono essere suddivisi in due categorie: - (^) Le immobilizzazioni rappresentano investimenti che partecipano all’attività economica per più periodi amministrativi; essi ritornano nella forma monetaria attraverso i ricavi. - (^) Il capitale circolante è rappresentato da investimenti (in particolare indicati con il termine di attività) che producono ricavi monetari in un arco di tempo breve, comunque non superiore all’anno ( attività a breve termine o attività correnti ). La definizione di capitale circolante si riferisce più propriamente a un indicatore lordo che non tiene conto delle passività correnti (debiti a breve termine). La differenza tra capitale circolante lordo (attività correnti) e passività correnti fornisce il capitale circolante netto. Nella classe delle immobilizzazioni si possono distinguere le immobilizzazioni tecniche ( materiali : immobili, fabbricati, impianti, macchinari; e immateriali : brevetti, marchi, licenze, costi di ampliamento) e quelle finanziarie (partecipazioni in altre imprese, titoli e crediti di finanziamento a medio-lungo termine). Nella classe del capitale circolante sono comprese le liquidità immediate (cassa, disponibilità sui conti correnti bancari o postali), le liquidità differite (crediti verso clienti, prestiti di prossima riscossione, titoli acquisiti per investimenti) e le rimanenze (scorte di beni per la produzione o la vendita).

Produzione

La produzione si identifica come una particolare attività economica che impiega i fattori produttivi per la trasformazione di beni di input e l’ottenimento di prodotti e servizi (output) da collocare sui mercati di sbocco. Il processo di trasformazione impiega risorse materiali (macchine e materie prime) e immateriali (energia e lavoro umano). La produzione denota burla particolare attività economica che si esplica nella trasformazione fisico-tecnica della materia prima. In senso più ampio, si può far riferimento all’ attività economica che può essere riguardata come un processo volto alla creazione di un’utilità ( prodotto nel caso della produzione).

Gli aspetti economici della produzione riguardano la valutazione dei costi legati alle risorse che concorrono alla produzione e la relazione con i ricavi che possono derivare dalla vendita dei beni di output. L’azienda, oltre ad acquistare i fattori della produzione, le materie prime e i servizi, sostiene determinati costi di produzione (costi operativi) in relazione a un determinato volume di produzione.

- (^) Costi di impiego del lavoro per un determinato volume di produzione (manodopera); - (^) Costi di consumo di servizi per un determinato volume di produzione (energia elettrica, acqua e gas); - (^) Costi delle materie prima impiegate per un determinato volume di produzione; - (^) Costi di impiego degli impianti e macchinati per un determinato volume di produzione; Nella break-even analysis il costo dei macchinari non viene valutato nella forma di un costo variabile, bensì è trattato come costo fisso.

Vendita (disinvestimento)

La vendita è l’operazione che un’azienda svolge sui mercati di sbocco con riguardo a beni ottenuto dall’attività di produzione (e, più in generale, dell’attività economica). Nelle economie moderne, la vendita presuppone la fissazione di un prezzo da parte dell’azienda nella prospettiva di realizzare ricavi (il ricavo coincide con il prezzo del singolo prodotto) in misura tale da coprire il costo del lavoro, pagare l’interesse sul capitale ottenuto in prestito dagli enti esterni e remunerare il capitale di rischio (restituire ai soci una parte della somma che hanno investito nella propria attività). I ricavi rappresentano la grandezza economica associata all’operazione di vendita; tale grandezza descrive un movimento di liquidità in ingresso all’impresa con cui questa può reintegrare la propria disponibilità monetaria in precedenza ridotta con l’investimento;

  • (^) La produzione viene ceduta sul mercato a un determinato prezzo;
  • (^) Si generano ricavi di cessione della produzione (vendita) che nel conto economico indicano valori positivi
  • (^) R= p x q, in cui p (prezzo di vendita per unità di bene) e q (quantità venduta)

Parametri della gestione operativa dell’azienda

Capacità, costi fissi, costi operativi, ricavi, utile operativo La gestione operativa richiede investimenti iniziali che conferiscono all’azienda una capacità ( dimensione ) della propria attività (capacità produttiva, distributiva, di intermediazione). Le spese di investimento per la dotazione della predetta capacità rappresentano costi fissi (anticipati). Tali costi variano solo in funzioni dell’esigenza dell’azienda di ampliare la capacità della propria attività economica. La gestione operativa, da un lato, implica costi operativi , diversi dagli investimenti; dall’altro lato è suscettibile di produrre ricavi. L’ utile dell’azienda si ottiene dalla differenza tra ricavi e costi totali.

Break-even analysis

Determinazione del punto di pareggio L’analisi del punto di pareggio è una tecnica utilizzata per stimare i risultati economici in corrispondenza dei diversi volumi di produzione realizzabili all’interno della capacità produttiva prestabilita dagli investimenti. L’analisi permette anche di valutare in anticipo le conseguenze sul risultato economico (differenza tra ricevi e costi) di modifiche ipotizzate sulle variabili interessate: costi fissi, costi variabili e prezzi di vendita. Il break-even point è il punto in cui i ricavi totali e i costi totali sono uguali tra loro (e dunque il profitto dell’azienda è pari a 0). La break-even analysis fornisce la risposta alla seguente domanda: qual è la quantità da produrre e vendere per realizzare un ammontare di ricavi tale da ricoprire tutti i costi? L’analisi del punto di pareggio richiede la conoscenza dei costi e dei ricavi riferiti alle diverse quantità. Se la quantità di produzione venduta è superiore al punto di pareggio ( volume di equilibrio ), l’azienda ottiene dei ricavi totali superiori ai costi totali, e dunque degli utili. Se la quantità prodotta e venduta si colloca al di sotto del volume di equilibro, l’azienda si trova in una condizione di perdita.

Le passività correnti sono debiti che diventano esigibili nel breve periodo. Sono finanziamenti attinti da fonti esterne, vale a dire crediti che l’azienda ottiene da soggetti terzi. Le passività correnti, dunque, rientrano tra i capitali di terzi. Il margine di tesoreria dovrebbe presentare valori positivi (o, il quoziente di tesoreria dovrebbe essere superiore all’unità); se tale esito non si verifica, l’azienda si trova in una condizione di rischio finanziario , in ragione del fatto che, in relazione a una richiesta di rimborso immediato dei debiti potrebbe non disporre dei mezzi finanziari per farvi fronte. Flussi di cassa della gestione aziendale Le operazioni che caratterizzano la gestione di un’azienda danno luogo a flussi di cassa. Le entrate (E) e le uscite (U) descrivono i movimenti (flussi) finanziari che si verificano nel tempo. La differenza tra le entrate e le uscite misura l’equilibrio finanziario dell’azienda: Eqf = E - U La differenza tra i ricavi (R) e i costi totali (Ct) misura l’equilibrio economico dell’azienda: Eqe = R - Ct L’azienda puoi trovarsi in una condizione di equilibrio economico che tuttavia non implica un equilibrio finanziario (es., i ricavi possono non essere un entrata immediata sul piano temporale, dunque in questa circostanza non vi è equilibrio).

Bilancio d’esercizio aziendale

Il bilancio è un documento giuridico-contabile attraverso cui un’azienda fornisce un rendiconto della propria attività economica e della propria situazione patrimoniale e finanziaria; È un importante strumento per tutti coloro che hanno un interesse per l’andamento economico, finanziario e patrimoniale dell’azienda (si pensi a tutti coloro che sono interessati all’acquisto di azioni). Il bilancio si compone di tre rappresentazioni: stato patrimoniale, stato economico, allegato al bilancio (nota integrativa, contenente informazioni complementari). Il patrimonio aziendale Il patrimonio (o capitale) si può definire come l’insieme dei beni (economici, proprietà intellettuale/industriale, disponibilità monetarie) a disposizione del soggetto aziendale in un determinato momento per lo svolgimento dell’attività economica. Può essere descritto secondo il profilo qualitativo e il profilo quantitativo:

  • (^) Aspetto qualitativo del patrimonio aziendale, evidenza dell’origine delle risorse finanziarie, di cui l’azienda ha avuto la disponibilità per la propria attività economica ( fonti del finanziamento); evidenza delle diverse destinazioni di tali risorse ( impieghi : investimenti, liquidità, rimanenze di magazzino).
  • (^) Aspetto quantitativo del patrimonio aziendale, evidenzia il valore degli impieghi e delle fonti di finanziamento; attribuisce valore monetario al patrimonio.

L’ammortamento

Obsolescenza dei beni di produzione I beni di produzioni ad uso pluriennale sono soggetti a processi di obsolescenza, e dunque a una perdita di valore.

  • (^) Obsolescenza fisica (usura): con il trascorrere del tempo i beni possono non essere più in grado di fornire le prestazioni originarie.
  • (^) Obsolescenza tecnologica : i beni di produzione pluriennali possono risultare tecnologicamente meno efficaci o efficienti di beni analoghi più moderni (processi produttivi che sfruttavano l’energia a vapore, o l’energia elettrica). La c.d quarta rivoluzione industriale è un esempio di innovazione tecnologica dei processi produttivi che utilizza soluzioni internet of things, cloud computing, machine learning, e che prefigura il superamento dei processi basati su tecnologie tradizionali.
  • (^) Obsolescenza commerciale (o di prodotto): i beni di produzione possono non essere più utilizzabili dall’impresa se sono specificatamente funzionali alla produzione di beni divenuti difficilmente collocabili sul mercato. L’ ammortamento è l’operazione di riparazione nel tempo del costo di beni acquistati e utilizzati in più anni di attività. La quota annuale di costo (quota di ammortamento) va valutata in relazione al “consumo di beni di produzione” da attribuire ai processi produttivi che si svolgono in un determinato intervallo di tempo, generalmente

l’anno. Le quote annuali di ammortamento rappresentano le risorse che vengono accantonate per la sostituzione futura del bene: previsione di un fondo di accantonamento (di ammortamento). Costituzione del fondo di ammortamento Nello stato patrimoniale dell’azienda è opportuno prevedere un fondo di ammortamento in cui accantonare le quote di ammortamento annuali; la detrazione dell’ammortamento dal costo storico dei beni fornisce una valutazione del loro valore commerciale corrente. Il fondo di ammortamento viene spesso classificato, nello stato patrimoniale, tra le fonti del finanziamento, in tal modo rappresentando una risorsa monetaria destinata a controbilanciare, all’interno del patrimonio complessivo dell’impresa, la perdita di valore di alcuni beni;

Il fondo imposte

Accantonamento di capitale per oneri fiscali L’utile realizzato da una società è soggetto a una tassazione dello stato con l’applicazione di un’aliquota sul suo ammontare. L’azienda deve pertanto prevedere un versamento di imposte sull’utile realizzato in un esercizio (anno) di attività economica. Il versamento delle imposte dell’esercizio corrente avviene solo in parte nello stesso esercizio, in forma di anticipo. Il resto del versamento avviene nell’anno successivo in concomitanza con la dichiarazione del reddito ai fini fiscali. La previsione di versamenti fiscali differiti ha implicazioni sul bilancio d’esercizio. A tal riguardo, nello stato patrimoniale dell’azienda è opportuno prevedere, nel lato delle fonti di finanziamento (ovvero della passività), un “fondo imposte” per l’accantonamento di capitale da corrispondere al fisco nel successivo esercizio. L’ammontare del fondo imposte rappresenta un debito verso il fisco. L’ammontare del capitale messo a disposizione dalle fonti di finanziamento ( capitale proprio , capitale di debito , accantonamenti ) deve coincidere sempre con l’ammontare degli impieghi. Le fonti di finanziamento si caratterizzano anche come accantonamenti a vario titolo previsti. La quota di capitale monetario non impiegata rimarrà disponibile per l’impresa nella forma di liquidità corrente. Uguaglianza tra impieghi e finanziamenti Nel prospetto di rappresentazione dello stato patrimoniale la liquidità trova collocazione nella parte degli impieghi. Invero, il capitale monetario non investito non può essere tecnicamente considerato alla stregua di un impiego. Tuttavia, tale quantità viene classificata negli impieghi come categoria residuale, per ottenere la logica uguaglianza tra finanziamento e impieghi.

Finanziamenti e impieghi

Attività e passività Lo stato patrimoniale è suddiviso in due sezioni, spesso presentate una di fianco all’altra; a sinistra sono mostrate le “ attività ” (impieghi), a destra la “ passività ” e il capitale netto ; le categorie inserite nella sezione di destra, talvolta, sono sinteticamente indicate come passività. Nella colonna della attività sono elencati gli investimenti effettuati nell’attività economica (beni e proprietà posseduti dall’azienda), i crediti verso terzi non ancora riscossi, il valore delle rimanenze finali (stock di magazzino) e il residuo di liquidità. Nella colonna delle passività sono elencati tutti i debiti contratti con operatori esterni all’azienda (fornitori, istituti di credito, altri operatori) e i fondi di accantonamento. Nella stessa colonna delle passività viene riportato convenzionalmente il capitale proprio; esso indica l’ammontare che verrebbe distribuito tra i proprietari/soci dell’azienda se questa venisse liquidata e, per questo, viene indicato anche come capitale netto o patrimonio netto. Sotto il profilo dell’analisi di bilancio il capitale (patrimonio) netto è dato dalla differenza tra patrimonio lordo (attività) e debiti verso terzi (passività). Attività correnti ( breve periodo ) Fanno parte delle attività correnti quelle destinare a ritornare in forma liquida nel breve periodo, normalmente entro 12 mesi. Le attività correnti sono normalmente distinte in: liquidità immediate, liquidità differite, rimanenze. Le liquidità immediate sono rappresentate dai mezzi finanziari che si presentano già in forma liquida (denaro).

Il risultato economico della gestione del periodo considerato misura la variazione (incremento o decremento) che lo stato patrimoniale dell’azienda subisce per effetto della gestione dell’esercizio. Nel caso in cui i ricavi sono maggiori dei costi (utile), il risultato economico descrive un rendimento del capitale investito dall’azienda. Nel caso in cui i ricavi sono inferiori ai costi, il risultato economico indica la quota di perdita del capitale investito dall’azienda. Il risultato economico è dunque un elemento che collega il conto economico e lo stato patrimoniale; tale elemento va inserito nello stato patrimoniale sul lato delle fonti di finanziamento e dovrà avere un corrispondente impiego sul lato delle attività (inizialmente nella cassa per poi essere destinato a investimenti o pagamento di debiti). Rimanenze finali Nell’ambito dell’attività produttiva di un’azienda può accadere che una parte dell’input (materie prime, componenti) destinato al processo produttivo non venga interamente utilizzato nello stesso. Al termine del periodo contabile, si può, altresì, registrare una quota di prodotti in corso di lavorazione (semilavorati); o anche prodotti finiti non venduti o che, per qualche ragione, non sono stati immessi nei mercati di sbocco. Insieme di questi beni forma uno stock (rimanenze) che viene collocato in un magazzino. Dal punto di vista della valutazione patrimoniale le rimanenze sono classificate come attività correnti perché possono generare liquidita in un periodo non particolarmente lungo. L’inserimento nel conto economico delle rimanenze dell’esercizio produttivo trova una sua giustificazione sia sotto il profilo del costo (costo di immobilizzo di beni) sia come elemento di ricavo (ricavo atteso). La prassi contabile si è orientata verso una soluzione che comporta l’inserimento del valore delle rimanenze finali sul lato dei ricavi del conto economico del periodo. La valorizzazione viene effettuata in accordo con il principio della prudenza , assegnando alle rimanenze il valore minimo, coincidente con il costo. Rimanenze finali e costo netto Il valore dello stock in magazzino concorre alla valutazione del costo sostenuto per la produzione effettivamente venduta (costo netto); in altre parole, il costo netto è il costo delle materie prime, del lavoro e dei servizi relativi alla quota parte di produzione venduta e trasformata in ricavi. Il costo dell’attività economica è il costo totale sostenuto per l’output vendibile; ne consegue che: Costo netto = costo dell’attività economica – valore rimanenze Il costo netto, ossia la quota di costo conteggiata limitatamente alla produzione venduta, è il parametro di costo che va effettivamente confrontato con i ricavi reali ai fini della valutazione del risultato economico: Risultato economico (RE) = Ricavi (R) - Costo netto (Costo del venduto)