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Economia Aziendale prof. Crea, Appunti di Economia Aziendale

appunti del corso opzionale di psicologia

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 07/07/2025

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matilde-massone 🇮🇹

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Concetti introduttivi dell’economia aziendale CAP I
L’economia aziendale fa parte del vasto campo delle scienze economiche e studia le condizioni e
le modalità di svolgimento dei processi dell’attività economica di un’azienda.
Oltre a descrivere l’attività economica sotto il profilo operativo, i processi aziendali forniscono
informazioni sulle condizioni di esistenza e i evoluzione delle unità aziendali alla luce delle
variegate problematiche che si presentano nei diversi momenti della loro vita.
La conoscenza del contesto in cui opera un’azienda, le sue caratteristiche, i suoi scopi forniscono
agli studiosi di psicologia del lavoro un diverso approccio per la comprensione delle dinamiche di
lavoro,le relazioni tra persone, il contesto organizzativo, i fattori personali, interpersonali
psicosociali che intervengono nella formazione delle condotte individuali e collettive.
AZIENDA
L’azienda è un fenomeno complesso per cui occorre individuare i motivi per i quali essa nasce, si
evolve, quali sono i soggetti che contribuiscono con i loro capitali e che pertanto influenzano le
decisioni, e chi sono i soggetti che hanno la responsabilità delle scelte aziendali.
L’azienda è un esempio di istituto sociale come famiglie,comunità e associazioni che si caratterizza
sotto l’aspetto economico. Gli istituti sociali si caratterizzano da gruppi di collaborazione aventi
delle regole di comportamento per il perseguimento di obiettivi non realizzabili individualmente.
L’azienda agisce all’interno di un ambiente complesso in cui si osservano dinamiche e
cambiamenti di scenario che lo rendono imprevedibile e non controllabile come per esempio:
globalizzazione quindi un allargamento dei mercati, instabilità geopolitica (brexit), evoluzione
tecnologica, crisi economica ecc.
Nell’ambiente economico l’azienda svolge un’attività di intermediazione tra la domanda di mercato,
proveniente da altre aziende o dal consumatore, ed i prodotti e servizi che questi richiedono. Per
svolgere questo ruolo l’impresa impiega i così detti “fattori di produzione”.
I fattori di produzione dell’attività economica sono:
-lavoro= portato avanti da tutti i componenti dell’impresa
-beni capitali materiali= materie prime,edifici,macchinari ecc.
-dati= che rappresentano una risorsa essenziale per l’innovazione e dunque per la crescita
economica
questi fattori vengono regolati dagli aspetti organizzativi aziendali:
-governance= proprietari e azionisti che contribuiscono all’impresa con l’apporto di capitale proprio
-organizzazione del lavoro= regole e processi in base ai quali si deve svolgere il lavoro all’interno
dell’azienda.
Questo meccanismo aziendale lavora per il raggiungimento di obiettivi comuni che possono
essere: la sopravvivenza e l’adattamento all’ambiente in un mercato complesso oppure il controllo
del mercato stesso. Questi obiettivi si realizzano attraverso la creazione di un valore destinato a
remunerare i fattori della produzione cioè i finanziatori esterni(rata del capitale di debito), azionisti
e lavoratori.
Figure partecipanti
Risorse raccolte
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Capitale di rischio
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Istituti di credito
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Concetti introduttivi dell’economia aziendale CAP I

L’economia aziendale fa parte del vasto campo delle scienze economiche e studia le condizioni e le modalità di svolgimento dei processi dell’attività economica di un’azienda. Oltre a descrivere l’attività economica sotto il profilo operativo, i processi aziendali forniscono informazioni sulle condizioni di esistenza e i evoluzione delle unità aziendali alla luce delle variegate problematiche che si presentano nei diversi momenti della loro vita. La conoscenza del contesto in cui opera un’azienda, le sue caratteristiche, i suoi scopi forniscono agli studiosi di psicologia del lavoro un diverso approccio per la comprensione delle dinamiche di lavoro,le relazioni tra persone, il contesto organizzativo, i fattori personali, interpersonali psicosociali che intervengono nella formazione delle condotte individuali e collettive. AZIENDA L’azienda è un fenomeno complesso per cui occorre individuare i motivi per i quali essa nasce, si evolve, quali sono i soggetti che contribuiscono con i loro capitali e che pertanto influenzano le decisioni, e chi sono i soggetti che hanno la responsabilità delle scelte aziendali. L’azienda è un esempio di istituto sociale come famiglie,comunità e associazioni che si caratterizza sotto l’aspetto economico. Gli istituti sociali si caratterizzano da gruppi di collaborazione aventi delle regole di comportamento per il perseguimento di obiettivi non realizzabili individualmente. L’azienda agisce all’interno di un ambiente complesso in cui si osservano dinamiche e cambiamenti di scenario che lo rendono imprevedibile e non controllabile come per esempio: globalizzazione quindi un allargamento dei mercati, instabilità geopolitica (brexit), evoluzione tecnologica, crisi economica ecc. Nell’ambiente economico l’azienda svolge un’attività di intermediazione tra la domanda di mercato, proveniente da altre aziende o dal consumatore, ed i prodotti e servizi che questi richiedono. Per svolgere questo ruolo l’impresa impiega i così detti “fattori di produzione”. I fattori di produzione dell’attività economica sono: -lavoro= portato avanti da tutti i componenti dell’impresa -beni capitali materiali= materie prime,edifici,macchinari ecc. -dati= che rappresentano una risorsa essenziale per l’innovazione e dunque per la crescita economica questi fattori vengono regolati dagli aspetti organizzativi aziendali: -governance= proprietari e azionisti che contribuiscono all’impresa con l’apporto di capitale proprio -organizzazione del lavoro= regole e processi in base ai quali si deve svolgere il lavoro all’interno dell’azienda. Questo meccanismo aziendale lavora per il raggiungimento di obiettivi comuni che possono essere: la sopravvivenza e l’adattamento all’ambiente in un mercato complesso oppure il controllo del mercato stesso. Questi obiettivi si realizzano attraverso la creazione di un valore destinato a remunerare i fattori della produzione cioè i finanziatori esterni(rata del capitale di debito), azionisti e lavoratori.

Figure partecipanti Risorse raccolte Remunerazione

(valore)

Azionisti Capitale di rischio profitto

Istituti di credito Capitale di debito Interesse (costo del capitale)

lavoro competenze Salari/stipendi

BISOGNI UMANI

L’uomo è soggetto a provare impulsi che lo spingono a procurarsi mezzi di soddisfazione. I bisogni sono tutte quelle manifestazioni biologiche o psicologiche che descrivono uno stato di insoddisfazione. Abbiamo i bisogno naturali: che sono legati alla nostra natura umana e i bisogni artificiali: che sono bisogni secondari non legati alla nostra sopravvivenza. La scienza economica si è occupata dello studio dei bisogni e dei mezzi più idonei per conseguirli. I bisogni sono socialmente determinati quindi l’appartenenza a un gruppo per esempio potrebbe essere determinata dalla condivisione di un bene o di una marca.Le aziende hanno compreso l’opportunità di creare una community intorno ai loro beni o alla marca. Alla base della crescita economica abbiamo la nascita di nuovi bisogni nel momento in cui ne abbiamo soddisfatto uno preesistente. Inoltre la crescita dei bisogni da parte del consumatore è legata alla possibilità di percepirli è quindi legata alle condizioni soggettive dell’individuo. Alla luce dell’esistenza di un gran numero di bisogni e considerando che gli individui non sono in grado di procurarsi direttamente tutti i prodotti e servizi idonei al loro soddisfacimento, le organizzazioni svolgono un’attività economica di intermediazione. La condizione di scarsità delle risorse rispetto ai bisogni implica che le attività economiche siano svolte secondo criterio economico cioè utilizzare le materie prime in modo efficiente per conseguire gli obiettivi di equilibrio economico (profitto) e finanziario (cioè far fronte agli impegni di debito con liquidità) Teoria bisogni Thomas Robert Malthus Tesi che sostiene che i bisogno sono innumerevoli mentre le risorse necessarie per soddisfarli sono nella maggior parte dei casi limitate. Malthus vide che l’incremento della popolazione era superiore a quello dei mezzi di sussistenza. Questa analisi mette in evidenza la questione del problema economico cioè di gestione delle risorse. ATTIVITA’ ECONOMICA L’azienda rappresenta lo strumento di cui l’uomo si serve per svolgere l’attività economica cioè Le aziende sono organizzazioni di individui che si formano perché esistono fabbisogni umani che devono essere soddisfatti con risorse scarse. Produzio Distribuzio Ingrosso Consumo fattori dell’attività economica: capitale, lavoro

e da questi processi si ricava beni finali di consumo o altri prodotti destinati a successive trasformazioni cioè beni intermedi. -Azienda di produzione indiretta: l’attività economica non comporta una trasformazione fisica dei beni ma è data dalla produzione di un’utilità. ES. l’azienda di commercio di frutta all’ingrosso acquista grandi quantità per rivenderle ai punti vendita al dettaglio. Questa attività viene definita trasformazione economica che consiste nell’aumento del valore dei beni prodotti. Questi prodotti acquisiscono un valore superiore rispetto al loro specifico contenuto in quanto sono resi disponibili in tempi e luoghi funzionali alle esigenze dei potenziali acquirenti. Risorse di input: sono rappresentate da materie prime, prodotti semilavorati, servizi e dati (=risorse acquisite attraverso attività di raccolta di mezzi digitali) DIFFERENZA AZIENDA/IMPRESA:

  • Azienda=si intende il complesso di beni -Impresa=è l’attività economica Azienda è lo strumento dell’impresa Definizione giuridica dalla quale si evince che l’organizzazione dei beni che costituiscono l’azienda, sono beni eterogenei (beni mobili, immobili, materiali, immateriali)utilizzati per compiere l’attività economica, essi sono suscettibili di subire modificazioni qualitative e quantitative nel corso dell’attività. I beni non devono essere necessariamente di proprietà dell’imprenditore, devono tuttavia essere destinati all’attività economica. La qualifica di bene aziendale deriva pertanto dalla destinazione d’uso che deve essere prevista nell’ambito di un’attività economica. Possiamo fare una distinzione tra beni non economici e economici: Beni non economici= beni disponibili in quantità illimitate e in condizioni tali che gli individui possono procurarseli direttamente, senza ricorrere allo scambio con intermediari (es. beni reperibili in natura come l’aria e la luce del sole). I beni non economici dunque non sono idonei a determinare una condizione di mercato. Beni economici = sono collegati su un mercato a un determinato prezzo di scambio in base alla loro utilità per soddisfare un bisogno, al grado di scarsità dei beni che limita la quantità a cui i consumatori possono accedere e al grado di difficoltà dell’uomo a procurarseli direttamente senza ricorrere all’intermediazione di sistemi organizzativi, produttivi e distributivi. Possiamo distinguere due tipi di beni economici: i beni di consumo e i beni di produzione. -Beni di consumo sono beni finali, destinati cioè a soddisfare i bisogni dei consumatori. Possono essere beni di consumo immediato che si esauriscono con un singolo atto di consumo (carburante,alimenti ecc.) o beni di consumo durevoli che si caratterizzano per uno sfruttamento ripetuto nel tempo, a cui corrisponde un progressivo deterioramento (elettrodomestici,mezzi di trasporto,abbigliamento ecc.) -Beni di produzione hanno una funzione d’uso strumentale alla realizzazione di altri beni,siano essi di consumo o a loro volta, intermedi.I beni di produzione sono impiegati sia fattori produttivi (impianti e macchinari), sia come input dei processi produttivi (la farina ottenuta dalla trasformazione del grano è un input che può essere impomato nella produzione di altri beni alimentari). Possono essere classificati in beni di produzione ad uso immediato cioè beni suscettibili di essere impiegati una sola volta nel processo produttivo (grano,petrolio) o beni di produzione durevoli cioè beni che hanno caratteristiche tali da poter essere impiegati ripetutamente nel tempo, tenendo sempre conto del deterioramento (macchinari fabbrica,trattori in agricoltura).

All’interno della famiglia dei beni economici dobbiamo inserire anche i servizi, i quali presentano requisiti di utilità e scarsità e perché non sono facilmente riproducibili dai singoli individui in ragione dell’indisponibilità delle risorse necessarie L’utilità di un bene chiamato valore d’uso descrive la sua capacità di soddisfare un bisogno per il quale ho comparto il bene stesso. I beni ad uso immediato esauriscono immediatamente l’utilità che possiedono mentre i beni durevoli rilasciano gradualmente la loro utilità. Il valore d’uso di un bene può cambiare tra i consumatori e per uno stesso consumatore può cambiare nel tempo; questo mette in evidenza la valenza soggettiva dell’utilità del bene. I beni esibiscono una propria utilità attraverso le caratteristiche fisiche e simboliche e i consumatori ripongono sui beni le loro aspettative di utilità, di soddisfare un bisogno. Prospettiva utilitaristica—>modello di Jeremy Bentham Secondo l’autore,l’utilità, descrive una condizione di felicità dell’individuo, riesce a procurare piacere. EVOLUZIONE DEL FENOMENO AZIENDALE Il fenomeno aziendale si è evoluto nel tempo, la sua connotazione esclusivamente economica, ha progressivamente integrato un profilo relazionale che esalta il rapporto dell’azienda con l’ambiente circostante.L’azienda realizza la sua apertura verso l’ambiente attraverso delle relazioni con altri interlocutori sociali. Dobbiamo ricordarci che l’azienda influenza l’ambiente ma allo stesso tempo accade anche il processo inverso. Le dinamiche ambientali e i rischi connessi inducono nell’azienda un ruolo di operatore relazionale, che pur agendo nell’interesse dei portatori di capitale di rischio non può non tener conto della presenza nell’ambiente degli altri sistemi con obiettivi analoghi o contrapposti. L’analisi dell’azienda sotto il profilo razionale pone dunque l’enfasi sulla sua evoluzione in rapporto alle relazioni interne e a quelle esterne con l’ambiente. In un sistema economico sempre più globale i flussi relazionali si moltiplicano prospettando un’opportunità per la creazione di ricchezza ma anche un vincolo che impone alle imprese comportamenti virtuosi nei riguardi degli interlocutori interessati caratteristiche dell’ambiente in cui opera un’azienda Il mercato descrive una forma di regolamentazione “naturale” dei comportamenti dell’azienda. All’interno delle dinamiche di mercato si possono verificare 3 situazioni di concorrenza: -concorrenza effettiva= cioè la sostituibilità dal lato della domanda, sotto i profili del prodotto e di altre facilities. -concorrenza potenziale di breve periodo= cioè la sostituibilità dal lato dell’offerta nel breve periodo ed è rappresentata dalla minaccia proveniente da potenziali concorrenti capaci di rispondere a ipotetici aumenti di prezzo con l’ingresso sul mercato, modificando rapidamente la loro linea produttiva senza sostenere sforzi economici significativi -concorrenza potenziale di medio-lungo periodo= cioè la sostituibilità dal lato dell’offerta nel medio- lungo periodo ed è rappresentata dall’efficacia di fattori che favoriscono l’ingresso del mercato di nuovi player (x es. grazie a processi di innovazione tecnologica che possono ridurre le barriere tecniche ed economiche l’accesso del mercato) L’azienda oltre a portare avanti l’attività economica deve aggiungere nel quadro di analisi del fenomeno aziendale il complesso di relazioni con l’ambiente che non si limitano a puro scambio tra flussi reali (beni e lavoro) e flussi finanziari ma anche nel rispetto di regole etiche e giuridiche e dell’influenza di movimenti rappresentativi degli interessi della società civile. Inoltre lo stesso ambiente può imporre alcuni vincoli alle imprese, vincoli nell’accesso al mercato per ragioni di impatto sul territorio o di compatibilità con gli insediamenti umani: ostacoli che il territorio frappone alla costruzione di infrastrutture di trasporto alternative a quelle preesistenti oppure esigenze di protezione della natura che condizionano la realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti o la produzione industriale o la produzione industriale a elevato impatto ambientale. In alcuni casi i vincoli ambientali determinano situazioni di monopolio o di oligopolio.

Nell’attuale fase storica caratterizzata dalla “trasformazione digitale”, i maggiori tassi di sviluppo del fatturato sono atti proprio dalle imprese che hanno deciso di investire nell’industria 4.0. Il loro percorso privilegiato di crescita punta cioè all’integrazione delle ICT nei processi ( automatizzazione e connessione dei processi) e all’innovazione di prodotto e di processo. ESEMPIO DI PIANO DI MARKETING STRATEGICO Mission-> La mission aziendale è il punto di partenza del piano marketing: descrizione azienda-caratteristiche distintive-clienti a cui ci si rivolge Obiettivi-> Indicazione degli obietti che l’azienda intende raggiungere nel breve,medio e lungo periodo: ingresso in un nuovo mercato “blue ocean”-incremento quota di mercato e fatturato Analisi della domanda-> elasticità della domanda (quanto varia al variare del prezzo) dimensione e trend della domanda di mercato stagionalità della domanda altri fattori come: fatt. ambientali, evoluzione tecnologica, nuovi modelli economici ecc. Analisi dell’ambiente esterno-> concorrenti diretti (che offrono lo stesso prodotto/servizio) fornitori clienti movimenti di opinione che possono influenzare neg. o pos. l’acquisto imprese che offrono servizi complementari (che possono abbinarsi alla vendita del nostro servizio) imprese che offrono servizi sostitutivi (che possono sostituire l’acquisto del nostro prodotto/servizio) potenziali concorrenti Analisi S.W.O.T. -> Strenghts: punti di forza relativi all’azienda Weakness: punti di debolezza relativi all’azienda Relativamente all’ambiente esterno: Opportunities: legislative, movimenti di opinione,caratteristica della domanda Treaths: minacce legislazione non favorevole, movimenti di opinione ecc. Segmentazione-> tipo di cliente bisogni da soddisfare tecnologie esistenti per produrre bisogno Analisi portafoglio attività-> ha lo scopo di aiutare un’impresa con produzione diversificata a distribuire opportunamente le risorse umane,materiali e monetarie tra le diverse aree strategiche rilevanti ai fini del piano strategico. L’obiettivo nell’arco di piano è di aumentare significativamente il coinvolgimento (engagement) del cliente nella dimensione digitale, aumentando l’utilizzo della app di self care all’85% e riducendo del 30% l’interazione da parte di addetti al call center. Digitalizzazione dei processi aziendali. Il Piano prevede la digitalizzazione di tutti i processi e punta a rinnovare il rapporto con il cliente coinvolgendolo in una vera e propria ‘esperienza’ digitale (digital customer experience). Segmento Consumer. Un nuovo percorso che nell’arco di Piano permetterà di raggiungere nel segmento consumer oltre 5 milioni di nuovi clienti dotati di collegamento in fibra puntando sull’offerta di nuovi contenuti video, musica e gaming.

  • Il piano strategico 2018-2020 della società TIM (ii.a) L’ engagement denota la capacità di un prodotto (un marchio, un blog, un applicativo) di creare relazioni solide e durature con i clienti.

LA GESTIONE AZIENDALE

L’equilibrio economico, principale obiettivo dell’azienda che permette la permanenza dell’azienda sul mercato, richiede un’attività di gestione dei processi interni. Si possono distinguere quattro operazioni:

  • il finanziamento: ricerca e acquisizione di capitale monetario se ho il finanziamento o prestito posso mettere in atto il processo di investimento
  • investimento: trasformazione del capitale monetario in beni destinati all’attività economica e beni complementari.
  • trasformazione: fisica (produzione) o economica (raccolta e smistamento)
  • vendita (o disinvestimento): immissione del prodotto sul mercato Le operazioni di finanziamento,investimento e vendita descrivono relazioni che l’imprese sviluppa necessariamente con l’ambiente esterno in cui si trova a operare. Si tratta, in particolare, di relazioni di scambio intrattenute nei mercati delle risorse finanziare (mercato del credito) e dei fattori della produzione (es. mercato del lavoro,mercato dei beni intermedi) e nei mercati di sbocco (attività al dettaglio). Mentre la trasformazione fisica (produzione) è una attività interna all’azienda. Queste fasi codificano la gestione dell’azienda Ogni azienda deve disporre con continuità di risorse monetarie per finanziare gli investimenti nell’attività economica. Il finanziamento rappresenta il presupposto dell’investimento. La continuità degli investimenti è legata a fenomeni di obsolescenza dei beni di produzione e alle dinamiche di mercato che richiedono adeguamenti dei processi. Possiamo avere obsolescenza fisica dei beni di produzione o obsolescenza tecnologica cioè impianti funzionanti ma tecnologicamente superati. L’adeguamento dei processi produttivi riguarda l’incremento del volume di produzione, differenziazione del prodotto e cambiamento del mercato. Lte e Timvision (tv on demand). Sul Mobile, la penetrazione LTE salirà dall’attuale 76% a oltre il 95% nell’arco di Piano. TIM punta, inoltre, a triplicare i clienti Timvision (1,3 milioni nel comparto Fisso a fine 2017) e a raddoppiare la clientela convergente Fisso/Mobile. Tali obiettivi fanno leva su contenuti di intrattenimento disponibili attraverso importanti accordi di partnership con player nazionali e internazionali e produzioni e coproduzioni di opere inedite. Segmento Business. Nel segmento Business, il focus su convergenza Fisso/Mobile/IT, UBB e brand heritage farà evolvere il Gruppo verso una vera e propria ICT company con un posizionamento distintivo nei servizi IT e consolidando i ricavi tradizionali. Entro il 2020, i ricavi ICT e Cloud rappresenteranno il 25% del totale dei ricavi del segmento, e il numero di clienti in fibra sarà triplicato.
  • (Segue) : Il piano strategico 2018-2020 della società TIM Tim Brasil. In Brasile, driver sono la migrazione verso Mobile post-paid, oggi 17,8 milioni pari al 30% della clientela totale; la rapida crescita dei clienti residenziali in fibra a circa 1 milione; e il rapido sviluppo della rete 4G, che al 2020 raggiungerà oltre 4.000 città (il 96% dell’intera popolazione urbana). Inwit (Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A.). Rafforzerà la propria leadership attraverso la crescita della base clienti, raggiungendo una tenancy (nel linguaggio informatico, un tenant indica un cliente) di 2,1 x clienti per sito (torre) e la diffusione di infrastrutture di nuova generazione, come i nuovi siti “5G ready”, dotate di backhauling in fibra e migliaia di small cell (celle radio a corto raggio e bassa potenza che consentono di offrire coperture localizzate e concentrate in una determinata area).
  • (Segue) : Il piano strategico 2018-2020 della società TIM

La prospettiva degli investimenti che faccio nel tempo è quella che i rendimenti cumulati superino le spese e cioè le uscite cumulate.. al netto delle uscite entrare superiori cioè degli utili positivi. Gli investimenti sono impieghi del capitale di finanziamento che possono essere suddivisi in due categorie:

  • (^) Le immobilizzazioni -> rappresentano investimenti che partecipano all’attività economica per più periodi amministrativi, essi ritornano nella forma monetaria attraverso i ricavi. Possiamo distinguere le immobilizzazioni tecniche (materiali e immateriali) e quelle finanziarie.
  • (^) Il capitale circolante -> è rappresentato da attività correnti, che cioè producono ricavi monetari in un arco di tempo breve comunque non superiore all’anno.. attività a breve termine. Sono comprese all’interno, le liquidità immediate, le liquidità differite e le rimanenze (scorte di beni per la produzione o per la vendita) La definizione di capitale circolante si riferisce più propriamente a un indicatore lordo che non tiene conto delle passività correnti (debiti a breve termine). La differenza tra capitale circolante lordo (attività correnti) e passività correnti fornisce il capitale circolante netto. Produzione La produzione si identifica con un processo che impiega i fattori produttivi per la trasformazione di beni di input e l’ottenimento di prodotti e servizi (output) da collocare sui mercati di sbocco. I processi di trasformazione impiega risorse materiali ( es. macchine) e immateriali (ad es. energia e lavoro umano) i m m o b i l i , f a b b r i c a t i , impianti, macchinari, attrezzature, mobili e arredi, automezzi; investimenti immobilizzazioni Capitale circolante Immobilizzazioni tecniche Immobilizzazioni finanziarie Immobilizzazioni tecniche materiali Immobilizzazioni tecniche immateriali partecipazioni in altre imprese; titoli e c r e d i t i d i f i n a n z i a m e n t o a medio-lungo termine. Liquidità immediate Liquidità differite Disponibilità (rimanenze) Brevetti, marchi, l i c e n z e , c o s t i d i i m p i a n t o e d i ampliamento, costi per R&S, c a s s a , disponibilità su c o n t i c o r r e n t i bancari e/o postali crediti verso clienti, prestiti di prossima riscossione; titoli a c q u i s i t i p e r t e m p o r a n e o investimento scorte di beni che saranno impiegati a s c o p o p r o d u t t i v o ( m a t e r i e p r i m e , semilavorati); oppure venduti (merci, prodotti finiti) input: materie prime, servizi, … Funzione di produzione output: prodotti, servizi

La produzione denota quella particolare attività economica che si esplica nella trasformazione fisico-tecnica della materia prima. In senso più ampio, si può fare riferimento all’attività economica come un processo volto alla creazione di utilità. L’aspetto economico della produzione-> riguarda la valutazione dei costi legati alle risorse che concorrono alla produzione (es. costo energia per l’utilizzo della macchina in azienda) e la relazione con i ricavi che possono derivare dalla vendita dei beni di output. L’azienda acquista i fattori della produzione, le materie prime e i servizi, e sostiene determinati costi di utilizzo: costi di impiego del lavoro per determinare volume di produzione costi di consumo di servizi per un determinato volume di produzione costi delle materie prime impiegate per un determinato volume di produzione costi di impiego degli impianti e macchinari per un determinato volume di produzione. Riguardo all’ultimo punto nella break-even analysis il costo dei macchinari non viene valutato nella forma di un costo variabile, bensì è trattato come costo fisso. In conclusione l’azienda deve avere a disposizione i costi complessivi della produzione del prodotto (materiale e costi operativi ecc.) per metterli in relazione ai ricavi del prodotto. Vendita La vendita è l’operazione che un’azienda svolge sui mercati di sbocco con riguardo a beni creati dalla fase di produzione. Nelle economie moderne , la vendita presuppone la fissazione di un prezzo da parte dell’azienda in relazione alla disponibilità della domanda di mercato; nella prospettiva di realizzare ricavi in misura tale da coprire il costo del lavoro, pagare l’interesse sul capitale ottenuto in prestito dagli enti esterni e remunerare il capitale di rischio. La grandezza di riferimento nell’attività economica della vendita è data dai ricavi e parliamo di un movimento di liquidità in ingresso all’impresa con cui questa può reintegrare la propria disponibilità monetaria in precedenza ridotta con l’investimento. [esercitazione slide 111-113] PARAMETRI DELLA GESTIONE OPERATIVA DELL’AZIENDA -La gestione operativa richiede investimenti iniziali che conferiscono all’azienda una capacità dimensionale della propria attività (capacità produttiva, distributiva, di intermediazione). -Gli investimento descrivono i costi fissi che conferiscono una capacità dimensionale all’attività economica. Tali costi variano solo in funzione dell’esigenza dell’azienda di ampliare l’attività economica. -La gestione operativa, da un lato, implica costi operativi diversi dagli investimenti, dall’altro lato è suscettibile di produrre ricavi. -L’utile dell’azienda si ottiene dalla differenza tra i ricavi ed i costi totali. BREAK-EVEN ANALYSIS Ovvero determinazione del punto di pareggio. Esso risponde alla domanda “qual è la quantità da produrre e vendere per realizzare un ammontare di ricavi tale da coprire tutti i costi?” L’analisi del punto di pareggio è una tecnica utilizzata per valutare i risultati economici in corrispondenza dei diversi volumi di produzione realizzabili con una data capacità produttiva.

LA LIQUIDITA’ DELL’AZIENDA

La liquidità dell’azienda può essere paragonata alla benzina per una macchina, necessaria per farla funzionare. In un’economia fondata sugli scambi monetari, l’acquisto dei fattori dell’attività economica (attività di produzione, raccolta all’ingrosso, distribuzione e vendita) richiede la disponibilità di mezzi monetari che devono essere ceduti ai fornitori. La vendita del prodotto ottenuto consente il recupero di mezzi monetari. In fase di avvio dell’attività o quando il valore dei recuperi (ricavi) è inferiore a quello degli investimenti (costi), i mezzi monetari necessari per acquistare i fattori dell’attività economica possono essere reperiti nel mercato dei capitali (prestiti esterni) oppure con aumento del capitale sociale (compreso l’ingresso di nuovi soci) ( ricavi mezzo migliore perché mi autogestitsco autonomamente) La liquidità è una variabile della gestione aziendale che descrive la disponibilità monetaria dell’azienda in un determinato istante temporale e con essa la capacità di far fronte alle obbligazioni assunte ( rispondere in tempi brevi a qualsiasi impegno di pagamento,anche imprevisto). E’ il risultato dei movimenti in ingresso e in uscita del capitale monetario. Variabili che descrivono i movimenti di monete in ingresso: capitale proprio, capitale di debito, ricavi, recupero di crediti. Variabili che descrivono movimenti di moneta in uscita: investimenti, remunerazione del fattore lavoro, remunerazione del capiate monetario investito ricevuto in prestito e pagamento dei dividendi ai soci, restituzione del capitale ricevuto in prestito. Tipologie di liquidità: -Liquidità immediata: sono impieghi liquidi d’esercizio, costituiti generalmente da disponibilità monetarie in cassa o nella forma di depositi bancari. -Liquidità differita: sono rappresentate da impieghi non liquidi d’esercizio in attesa di realizzo.Comprendono le attività che presumibilmente saranno trasformate in moneta in breve tempo (es. crediti verso clienti, ratei attivi) ovvero titoli acquisiti in relazione a investimenti di mezzi monetari in eccedenza (es. buoni ordinari del tesoro, altri titoli a breve termine). Fonti di liquidità ricavi Capitale sociale Conferimenti dei soci Reinvestimento utili Ingresso di nuovi soci prestiti

I ratei attivi misurano quote di proventi la cui manifestazione numeraria (estinzione del credito) avverrà in un successivo esercizio (in via posticipata), ma di competenza, per la parte da essi misurata, dell’esercizio a cui si riferisce il bilancio; è una quota di proventi già maturata ma non ancora incassata (entrata monetaria). IL MARGINE DI TESORERIA (MT) è fornito dalla differenza tra la somma della liquidità immediata e differita e le passività correnti, in alternativa al margine di tesoreria si può considerare il quoziente di tesoreria (QT) ossia il rapporto tra liquidità e passività. Le passività correnti sono debiti che diventano esigibili nel breve periodo. Sono finanziamenti attinti da fonti esterne, vale a dire crediti che l’azienda ottiene da soggetti terzi. Le passività correnti dunque rientrano tra i capitali di terzi. Il margine di tesoreria dovrebbe presentare valori positivi (o equivalentemente, il quoziente di tesoreria dovrebbe essere superiore all’unità) se tale esito non si verifica, l’azienda si trova in una condizione di rischio finanziario, in ragione del fatto che, in relazione a una richiesta di rimborso immediato dei debiti potrebbe non disporre dei mezzi finanziari per farvi fronte. Le operazioni che caratterizzano la gestione di un’azienda danno luogo a flussi di cassa: Liquidità immediata Liquidità differita Passività correnti MT > 0 (QT > 1) Liquidità immediata Liquidità differita Passività correnti MT < 0 (QT < 1) Rischio finanziario Entrate Uscite

  • c o n f e r i m e n t i d i capitale da parte degli azionisti;
  • finanziamenti da parte d i s o g g e t t i e s t e r n i (prestiti);
  • ricavi provenienti dalle vendite dei beni prodotti
  • Liquidità differita
    • dividendi destinati agli azionisti (in caso di profitto);
    • interesse sul capitale ricevuto in prestito;
    • restituzione del finanziamento ai prestatori di capitale maggiorato degli interessi;
    • Costi della produzione: costo di acquisizione dei fattori produttivi; costo di utilizzo dei fattori produttivi

AMMORTAMENTO

I beni di produzione ad uso pluriennale sono soggetti a processi di obsolescenza e dunque a una perdita di valore. -Obsolescenza fisica (usura) = con il trascorrere del tempo i beni possono non essere più in grado di fornire le prestazioni originarie -Obsolescenza tecnologica = i beni di produzione pluriennali possono risultare tecnologicamente meno efficaci o efficienti di beni analoghi più moderni. -Obsolescenza commerciale (o di prodotto) = i beni di produzione possono non essere più utilizzabili dall’impresa se sono specificamente funzionali alla produzione di beni divenuti difficilmente collocabili sul mercato. L’ammortamento è l’operazione di ripartizione nel tempo del costo di beni acquistati e utilizzati in più anni di attività. La quota annuale di costo (quota di ammortamento) va valutata in relazione al consumo dei beni di produzione da attribuire ai processi produttivi che si svolgono in un determinato intervallo di tempo, generalmente l’anno. Le quote annuali di ammortamento rappresentano le risorse che vengono accantonate per la sostituzione futura del bene. Nello stato patrimoniale dell’azienda è opportuno prevedere un “ fondo di ammortamento” in cui si riporta la somma delle quote di ammortamento accumulate negli anni. La detrazione dell’ammortamento dal costo storico dei beni fornisce una valutazione del loro valore commerciale corrente. Il fondo di ammortamento viene spesso classificato tra le fonti del finanziamento, in tal modo rappresentando una risorsa monetaria destinata a controbilanciare, all’interno del patrimonio complessivo dell’impresa, la perdita di valori di alcuni beni. IL FONDO IMPOSTE L’utile realizzato da una società viene tassato dallo Stato con l’applicazione di un’aliquota sul suo ammontare. Peraltro, va sottolineato che il bilancio riferito all’attività economica esercitata entro il 31 dicembre di un anno viene generalmente approvato alcuni mesi dopo questa data. (dunque nell’anno successivo). In relazione a questo meccanismo di differimento, il versamento delle imposte nell’esercizio di competenza avviene solo in parte, in forma di anticipo.

Esempio. Ammortamento di un macchinario… (ammortamento a quote costanti)

Valore storico del macchinario (V 0 ) = € 2.

Vita utile (n, numero di anni) = 5

Valore residuo (Vn) = € 150 (al termine della vita utile il macchinario ha un valore di 150 euro)

calcolo della quota costante

q = V 0 - Vn n = 2.550 - 150 5 = 480

Il piano a quote costanti prevede l’accantonamento annuale, in un fondo di ammortamento, di un

importo pari a € 480,00.

Il valore del fondo all’anno sarà dato dalla somma delle quote accantonate fino li.

Il valore storico del macchinario si ridurrà annualmente di una quantità pari a 480 $

Normalmente, il versamento avviene nell’anno successivo in concomitanza con la dichiarazione del reddito ai fini fiscali. Le imposte sul reddito rappresentano un debito verso il fisco. Pertanto nello stato patrimoniale dell’azienda è opportuno prevedere, nel lato delle fonti di finanziamento, un “fondo imposte” per l’accantonamento di capitale da corrispondere al fisco nel successivo esercizio. FINANZIAMENTI E IMPIEGHI L’ammontare del capitale messo a disposizione dalle fonti di finanziamento (capitale proprio, capitale di debito, accantonamenti) deve coincidere sempre con l’ammontare degli impieghi (finanziamenti). I finanziamenti raccolti da un’azienda sono destinati agli investimenti (impieghi prevalenti), la quota di capitale monetario non impiegata rimarrà disponibile per l’impresa nella forma di liquidità corrente.Nel prospetto di rappresentazione dello stato patrimoniale la liquidità trova collocazione nella parte degli impieghi. Il capitale monetario non investito non può essere tecnicamente considerato alla strega di un impiego, tuttavia viene classificato negli impieghi come categoria residuale, per ottenere la logica uguaglianza tra finanziamento e impieghi. Attività correnti (breve periodo) Fanno parte delle attività correnti quelle destinate a ritornare in forma liquida nel breve periodo, normalmente entro i 12 mesi. Le attività correnti sono normalmente distinte in: liquidità immediate, liquidità differite, rimanenze: -Liquidità immediate sono rappresentate dai mezzi finanziari che si presentano già in forma liquida, ad esempio il denaro in cassa, i conti correnti bancari e postali. -Liquidità differite sono costituite da crediti che possono essere riscossi nel breve termine. Si comprendono in questa voce anche i titoli realizzabili a breve, i ratei e i riscontri attivi. Tra le rimanenze, vengono comprese tutte le rimanenze di magazzino (materie prime,materie di consumo, merci, prodotti finiti; beni che si riferiscono a cicli produttivi non conclusi nell’esercizio corrente, ma che termineranno in quelli successivi). Attività immobilizzate (lungo periodo) Le attività immobilizzate sono attività destinate prolungarsi nel tempo, e dunque non torneranno in forma liquida nel breve periodo (entro 12 mesi). Le attività immobilizzate vengono normalmente distinte in immobilizzazioni materiali, immateriali, finanziarie.

  • Le immobilizzazioni materiali : comprendono tutti quei beni materiali che sono destinati a rimanere a lungo nell’impresa in quanto costituiscono il fattore essenziale per l’esercizio dell’attività; comprendono terreni, fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature, automezzi.
  • Le immobilizzazioni immateriali : comprendono tutti quei beni immateriali (diritti di brevetto, d’autore) e quei costi pluriennali (spese di pubblicità, spese di impianto, spese di ricerca e sviluppo) destinati a dare loro utilità all’impresa in un lungo periodo di tempo.
  • Le immobilizzazioni finanziarie : sono costituite da investimenti di natura finanziaria che possono essere riscossi solo nel medio e lungo termine (titoli, partecipazioni, quota parte dei crediti di finanziamento riscuotibile oltre il successivo periodo amministrativo) Le passività correnti includono tutti i debiti verso soggetti esterni che giungono a scadenza o sono esigibili verso l’anno. es. debiti verso fornitori dai quali l’azienda ha acquistato beni che non ha pagato immediatamente, l’azienda ha normalmente 30-60-90 giorni di tempo per pagare. Le passività a medio e lungo termine rappresentano i debiti che scadono oltre l’anno. es. obbligazioni mutui e finanziamenti a lungo termine, trattamento di fine rapporto. Va osservato che tra le passività correnti va inclusa anche la “la parte corrente” dei debiti a medio e lungo termine.

IL CONTO ECONOMICO

Il conto economico rappresenta il rendiconto dell’attività economica svolta nell’ultimo periodo amministrativo (esercizio) normalmente riferito all’anno solare. Sul piano pratico, il conto economico è un documento contabile che illustra il risultato economico della gestione del periodo attraverso il confronto tra i ricavi e i costi di competenza dello stesso periodo. Risultato economico= ricavi - costi ricavi: compensi che l’azienda riceve per la cessione dei beni realizzati o dei servizi prestati costi: spese che l’azienda sostiene per lo svolgimento dell’attività economica (es. stipendi, spese per beni da destinare al processo produttivo, spese di distribuzione dei prodotti) nei costi sono comprese anche le imposte. Il reddito di esercizio non è dunque generato dalla contrapposizione tra incassi (entrate) e rimborsi (uscite), bensì dalla contrapposizione tra ricavi e costi. Il reddito di esercizio misura l’equilibrio economico di un’azienda. Ricavi= costi + risultato economico Il risultato economico della gestione aziendale può esplicarsi nelle modalità di utile, pareggio o di perdita: -utile: risultato economico positivo ricavi > costi -pareggio: risultato economico uguale a zero ricavi = costi -perdita: risultato economico negativo ricavi < costi Il risultato economico della gestione del periodo considerato misura la variazione (incremento o decremento) che lo stato patrimoniale dell’azienda subisce per effetto della gestione di esercizio. Nel caso in cui i ricavi siano maggiori dei costi (utili), il risultato economico descrive un rendimento del capitale investito nell’azienda. Nel caso in cui i ricavi siano inferiori ai costi, il risultato economico indica la quota di perdita del capitale investito nell’azienda. Il risultato economico è dunque un elemento che collega il conto economico e lo stato patrimoniale, tale elemento va inserito nello stato patrimoniale sul lato delle fonti di finanziamento e dovrà avere un corrispondente impiego sul lato delle attività (investimento, liquidità). Nell’ambito dell’attività produttiva di un’azienda può accadere che una parte dell’input (materie prime, componenti) destinato al processo produttivo non venga interamente utilizzato. Di conseguenza al termine del periodo contabile si può altresì registrare una quota di prodotti in corso di lavorazione o anche finiti non venduti o che per qualche ragione non sono stati immessi nel mercato. L’insieme di questi beni forma uno stock (rimanenze) che viene collocato in un magazzino. Da un punto di vista della valutazione patrimoni male le rimanenze sono classificate come attività correnti perché possono generare liquidità in un periodo non particolarmente lungo (liquidità differita). La prassi contabile si è orientata verso una soluzione che comporta l’inserimento del valore delle rimanenze finali sul lato dei ricavi del conto economico del periodo. La valorizzazione viene effettuata in accordo con il principio della prudenza, assegnando alle rimanenze il valore minimo, coincidente con il costo. Il valore dello stock di magazzino concorre alla valutazione del costo sostenuto per la produzione effettivamente venduta (costo netto), in altre parole, il costo netto è il costo delle materie prime, del lavoro e dei servizi relativi alla quota parte di produzione venduta e trasformata in ricavi. [ stock-> liquidità potenziale solo differita nel tempo, è un ricavo figurativo per questo va nei ricavi ] il costo dell’attività economica è il costo totale sostenuto per l’ output vendibile; ne consegue che: Costo netto = costo dell’attività economica – valore rimanenze Conto economico costi ricavi

  • costi dell’attività economica;
  • imposte;
  • utile netto
    • ricavi da vendite;
    • rimanenze finali

ALLEGATO AL BILANCIO (nota integrativa) L’allegato al bilancio contiene una relazione sulla gestione, il cui scopo è quello di rendere noto agli stakeholder la situazione della società, l’andamento degli affari ed i programmi futuri. Tale documento, oltre a illustrare i contenuti dei documenti di bilancio (stato patrimoniale e conto economico) contiene informazioni contabili tecniche (es. criteri di valutazione adottai nella rilevazione contabile ed eventuali variazioni adottate rispetto all’esercizio precedente). In una prospettiva di crescente attenzione all’adozione di comportamenti socialmente responsabili, l’allegato al bilancio spesso integra una parte in cui sono descritte le attività sociali e a carattere etico dell’azienda; allo scopo di accrescere la reputazione aziendale non solo sotto il profilo economico e finanziario. Indici di bilancio Gli indici di bilancio sono rappresentati da rapporti fra le diverse grandezze di bilancio, e sono volti a evidenziare lo stato di salute dell’azienda sotto i profili della redditività, liquidità e solidità. Attraverso il confronto tra gli output conseguiti e gli input investiti è possibile misurare l’allocazione delle risorse e la loro utilizzazione in termini di generazione di output. -Gli indici di redditività: misurano la capacità dell’azienda di produrre reddito e quindi di remunerare tutte le condizioni di produzione utilizzate. -Gli indizi di liquidità: misurano la capacità dell’azienda di far fronte alle proprie obbligazioni di breve termine. -Gli indici solidità: misurano la capacità dell’azienda di far fronte ai suoi impegni di medio e lungo termine. Indici di redditività Tra gli indici di redditività più comuni misurati all’interno delle aziende si distinguono il ROI, ROE E ROS. Il ROI (return on investment) è un indice che misura il ritorno di redditività dell’azienda realizzato con l’impiego del capitale investito. Il ROE (return on equity) è un indice che misura la redditività dell’azienda rappresentata dal reddito netto in rapporto ai mezzi propri (capitale netto).. permette di valutare la convenienza dell’investimento da parte dei finanziatori che apportano capitale proprio. Il ROS (return on sales) è un indice che misura la redditività delle vendite (convenienza economica della vendita) esprimendo quanto reddito operativo è generato da ogni euro di fatturato. Il valore di ROS dipende dai prezzi di vendita applicati alla clientela e dalla struttura dei costi operativi caratteristici dell’azienda Indici di liquidità Le aziende spesso contraggono debiti che comportano la restituzione di quote di liquidità nel breve periodo, normalmente entro un anno dalla data del bilancio. Nel bilancio questi debiti sono classificati tra le passività correnti, la cui fonte di pagamento è rappresentata da attività suscettibili di essere trasformate in risorse monetarie (liquidità) nel breve termine,ossia attività correnti. Gli indici di liquidità più noti sono forniti dal margine e dal quoziente di tesoreria, dall’indice di disponibilità e dal capitale di circolante netto, essi misurano la capacità dell’azienda di far fronte ai suoi impegni di breve termine.