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FONDAMENTI DI LOGICA Prof. De Monte (appunti presi a lezione integrati al libro), Sintesi del corso di Logica I

Documento con riassunti del libro di logica e integrazione di appunti presi a lezione (Prof. De Monte)

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 19/12/2022

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fondamenti di logica e laboratorio
Il concetto di logica deve essere compreso dalla spiegazione di LOGICA, LOGICA DEDUTTIVA, LOGICA COME
ARTE e LOGICA COME SCIENZA.
logica può essere definita in due modi, in un significato esteso e uno ristretto:
1) logica come STUDIO dei PROCESSI INFERENZIALI del ragionamento umano, cioè lo studio della struttura e
delle funzioni della ragione, disciplina astratta che si occupa delle leggi del pensiero razionale, in modo generico.
2) logica come STUDIO della VALIDITÀ dei ragionamenti umani, studia cioè le forme corrette della ragione
distinguendole con quelle scorrette, che offre le conoscenze alle altre scienze. (scienza per le altre s.)
La logica è distinta dalle SCIENZE, anche dalla psicologia con cui condivide l’oggetto di studio, ovvero il
ragionamento umano. Mentre la psicologia studia la complessità del ragionamento, la logica considera i soli prodotti
finali del ragionamento, senza considerare i contenuti.
logica deduttiva è la branca della logica che si focalizza sullo studio delle INFERENZE CERTE; la deduzione infatti
procede dal generale (premesse) al particolare (conclusioni): perciò la logica deduttiva studia la VALIDITÀ di forme di
ragionamento e argomentazione ≠ logica induttiva, procede dal particolare (premesse parziali non certe) al generale
(conclusioni incerte e generali).
logica come arte la logica è strumento di ESPRESSIVITÀ RAZIONALE che è impiegata dallo studioso (psicologo)
per spiegare come funziona il mondo.
logica come scienza è la logica concentrata su se stessa, legata alla DIMOSTRAZIONE e al PROGRESSO. Dalla
logica come scienza deriva la logica come arte.
relazione tra psicologia e logica Mentre la logica studia il ragionamento astratto, la psicologia studia l’implicazione
emozionale del pensiero razionale, come psicologi abbiamo a che fare con il ragionamento logico.
Uno strumento usato dallo psi clinico è il LINGUAGGIO.
Se uso il linguaggio con il paziente, è meglio conoscere i limiti del pensiero razionale e gli errori.
La logica studia il ragionamento inferenziale = usa tre inferenze maggiori nell’elaborazione astratta di info:
deduzione - definisce la logica deduttiva
induzione - definisce la logica induttiva
abduzione - definisce la logica abduttiva
DEDUZIONE definita in modo generico, è il passaggio della concretizzazione, cioè ragionamento dall’astratto al
concreto, dal punto di vista logico è il passaggio da premesse CERTE a conclusioni CERTE. (ex. premesse = leggi di
natura). La deduzione ha elementi certi da cui parte (premesse) da cui derivano le conclusione certe. La deduzione è
top-down, è certa per definizione, fondata sulla DIMOSTRAZIONE.
INDUZIONE è bottom-up (dal basso all’alto), è l’inferenza del ragionamento che permette il passaggio da
osservazioni fisiche/naturalistiche a generalizzazioni astratte, parte da osservazioni PARTICOLARI e va a
generalizzare, come per esempio una formula matematica di Einstein. Dal punto di vista logico è l’inferenza del
ragionamento che permette di passare da premesse INCERTE a conclusioni DUBBIE.
È logica dell’INCERTEZZA, studia come formulare generalizzazioni a partire da osservazioni particolari.
ABDUZIONE è l’inferenza ipotetica del soggetto, è la logica della POSSIBILITÀ, sviluppata da Russel, che permette
l’elaborazione di un ragionamento possibile IPOTETICO: quando il ragionamento si apre a ciò che potrebbe essere, sta
abducendo, si poggia su elementi che NON CI SONO e potrebbero esserci. Si passa da premesse di cui almeno una sia
IPOTETICA a conclusioni POSSIBILI. Si dice che la scienza utilizzi un ragionamento ipotetico abduttivo.
TIPI DI LOGICA
logica deduttiva studia l’inferenza deduttiva
1. logica sillogistica - logica di sillogismi
2. logica proposizionale - logica delle proposizioni = alternativa alla sillogistica
3. logica predicativa - logica dei predicati o calcolo dei predicati (la più recente) = unisce le due logiche, è al vertice
della piramide della logica.
sillogismo
definito da Aristotele, è l’elemento della sillogistica che considera i rapporti tra termini del linguaggio. Ogni sillogismo
è composto da proposizioni, e di conseguenza da termini. Le PROPOSIZIONI possono essere categoriche, relazionali o
ipotetiche.
SILLOGISMO → ‘tutti gli uomini sono mortali’ 1
‘Socrate è un uomo’ 2
quindi ‘Socrate è mortale’. 3
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fondamenti di logica e laboratorio

Il concetto di logica deve essere compreso dalla spiegazione di LOGICA, LOGICA DEDUTTIVA, LOGICA COME ARTE e LOGICA COME SCIENZA. logica ➜ può essere definita in due modi, in un significato esteso e uno ristretto:

  1. logica come STUDIO dei PROCESSI INFERENZIALI del ragionamento umano, cioè lo studio della struttura e delle funzioni della ragione, disciplina astratta che si occupa delle leggi del pensiero razionale, in modo generico.
  2. logica come STUDIO della VALIDITÀ dei ragionamenti umani, studia cioè le forme corrette della ragione distinguendole con quelle scorrette, che offre le conoscenze alle altre scienze. (scienza per le altre s.) La logica è distinta dalle SCIENZE, anche dalla psicologia con cui condivide l’oggetto di studio, ovvero il ragionamento umano. Mentre la psicologia studia la complessità del ragionamento, la logica considera i soli prodotti finali del ragionamento, senza considerare i contenuti. logica deduttiva ➜è la branca della logica che si focalizza sullo studio delle INFERENZE CERTE; la deduzione infatti procede dal generale (premesse) al particolare (conclusioni): perciò la logica deduttiva studia la VALIDITÀ di forme di ragionamento e argomentazione ≠ logica induttiva, procede dal particolare (premesse parziali non certe) al generale (conclusioni incerte e generali). logica come arte ➜ la logica è strumento di ESPRESSIVITÀ RAZIONALE che è impiegata dallo studioso (psicologo) per spiegare come funziona il mondo. logica come scienza ➜ è la logica concentrata su se stessa , legata alla DIMOSTRAZIONE e al PROGRESSO. Dalla logica come scienza deriva la logica come arte. relazione tra psicologia e logica Mentre la logica studia il ragionamento astratto, la psicologia studia l’implicazione emozionale del pensiero razionale, come psicologi abbiamo a che fare con il ragionamento logico. Uno strumento usato dallo psi clinico è il LINGUAGGIO. Se uso il linguaggio con il paziente, è meglio conoscere i limiti del pensiero razionale e gli errori. La logica studia il ragionamento inferenziale = usa tre inferenze maggiori nell’elaborazione astratta di info: deduzione - definisce la logica deduttiva induzione - definisce la logica induttiva abduzione - definisce la logica abduttiva DEDUZIONE definita in modo generico, è il passaggio della concretizzazione , cioè ragionamento dall’astratto al concreto, dal punto di vista logico è il passaggio da premesse CERTE a conclusioni CERTE. (ex. premesse = leggi di natura). La deduzione ha elementi certi da cui parte (premesse) da cui derivano le conclusione certe. La deduzione è top-down , è certa per definizione, fondata sulla DIMOSTRAZIONE. INDUZIONE è bottom-up (dal basso all’alto), è l’inferenza del ragionamento che permette il passaggio da osservazioni fisiche/naturalistiche a generalizzazioni astratte, parte da osservazioni PARTICOLARI e va a generalizzare, come per esempio una formula matematica di Einstein. Dal punto di vista logico è l’inferenza del ragionamento che permette di passare da premesse INCERTE a conclusioni DUBBIE. È logica dell’ INCERTEZZA , studia come formulare generalizzazioni a partire da osservazioni particolari. ABDUZIONE è l’inferenza ipotetica del soggetto, è la logica della POSSIBILITÀ , sviluppata da Russel, che permette l’elaborazione di un ragionamento possibile IPOTETICO: quando il ragionamento si apre a ciò che potrebbe essere, sta abducendo, si poggia su elementi che NON CI SONO e potrebbero esserci. Si passa da premesse di cui almeno una sia IPOTETICA a conclusioni POSSIBILI. Si dice che la scienza utilizzi un ragionamento ipotetico abduttivo. TIPI DI LOGICA logica deduttiva studia l’inferenza deduttiva
  1. logica sillogistica - logica di sillogismi
  2. logica proposizionale - logica delle proposizioni = alternativa alla sillogistica
  3. logica predicativa - logica dei predicati o calcolo dei predicati (la più recente) = unisce le due logiche, è al vertice della piramide della logica.

sillogismo

definito da Aristotele, è l’elemento della sillogistica che considera i rapporti tra termini del linguaggio. Ogni sillogismo è composto da proposizioni, e di conseguenza da termini. Le PROPOSIZIONI possono essere categoriche, relazionali o ipotetiche. SILLOGISMO → ‘tutti gli uomini sono mortali’ 1 ‘Socrate è un uomo’ 2 quindi ‘Socrate è mortale’. 3

Un sillogismo è sempre strutturato da DUE PREMESSE e una CONCLUSIONE che deriva dalle premesse. Date quelle premesse, ci può condurre solo a quella conclusione, se il sillogismo è corretto. PROPOSIZIONI CATEGORICHE sono proposizioni che formano il sillogismo categorico. Ogni proposizione categorica ha: un PREDICATO P legato al suo SOGGETTO S per mezzo del verbo essere/copula. Un esempio di proposizione categorica è ‘ la psi è una scienza ’. soggetto = la psi predicato = una scienza copula = È I termini che formano la proposizione possono essere semplici o complessi:

  • semplici sono singoli e unici • complessi composti da più termini semplici Il SINGOLARE/PLURALE non ha rilevanza logica. La proposizione categorica è caratterizzata dalla qualità e dalla quantità: QUALITÀ qualitativamente, la proposizione può essere affermativa o negativa affermativa S è P negativa il ‘non’ si lega alla copula S non è P = modalità DE RE oppure si lega a tutta la proposizione NON S è P o ancora NON si dà il caso che S sia P = modalità DE DICTO QUANTITÀ quantitativamente la proposizione può assumere ESTENSIONI diverse, a seconda dei QUANTIFICATORI: singolare/individuale riferita a un solo individuo specifico (ex. Laura è una studentessa di psi) particolare riferita a un certo numero di individui, una parte di un campione più ampio, (alcuni, qualche, etc.) universale riferita alla totalità del campione analizzato indefinita se non è immediatamente evidente il grado dell’estensione I quantificatori possono essere classificati in:
  • quantificatori universali affermativi = tutti, ogni, qualunque, ciascuno, del tutto, la totalità di, nel 100% dei casi,…
  • quantificatori universali negativi = nessun, tutti..non sono, per niente,…
  • quantificatori particolari affermativi = alcuni, qualche, pochi, in parte, il 25% del campione,…
  • quantificatori particolari negativi = alcuni..non sono, qualche..non è, pochi..non sono, in parte..non sono, non sono del tutto,… Qualità e quantità possono essere unificate nelle FORME(modi) PROPOSIZIONALI CATEGORICHE.
  • A si riferisce alle proposizioni universali affermative (ex. tutti gli studenti di psi sono preparati/Aristotele è un uomo)
  • E si riferisce alle proposizioni universali negative
  • I è la proposizione particolare affermativa (ex. alcune paure sono irrazionali/Tasso è psicotico)
  • O è la proposizione particolare negativa (ex. alcune emozioni non sono equilibrate) INSIEMISTICA Nelle proposizioni categoriche esistono rapporti di INCLUSIONE ed ESCLUSIONE nell’insiemistica, in base alla forma proposizionale categorica:
  • A ‘tutto S è P’ ➪ S è totalmente incluso in P, P è attribuito alla totalità di S
  • E ‘nessun S è P’ ➪ S è totalmente escluso da P, P non è attribuito a S
  • I ‘qualche S è P’ ➪ S è in parte incluso in P, P è attribuito a una parte di S
  • O ‘qualche S non è P’ ➪ S è in parte escluso in P, P non è attribuito a una parte di S
  • CONTRARIETÀ tra A-E, in cui le due forme non possono essere entrambe vere , ma possono essere entrambe false.
  • SUB-CONTRARIETÀ tra I-O, in cui le due forme non possono essere entrambe false , ma possono essere entrambe vere.
  • CONTRADDIZIONE tra A-O / I-E, in cui non possono essere entrambi veri o entrambi falsi , ma possono essere uno vero uno falso.
  • SUBALTERNAZIONE tra A-I / E-O, in cui: se A e E sono veri, devono essere veri anche I e O se I e O sono veri, non si può stabilire la verità/falsità di A e E se A e E sono falsi, allora I e O possono essere sia falsi che veri se I e O sono falsi, devono essere falsi anche A e E Le CONVERSIONI permettono l’INVERSIONE tra termine soggetto e predicato. La proporzione di partenza è detta convertenda , quella conclusiva è detta conversa. Le conversioni possono essere di due tipi: SIMPLICITER per le E e I PER ACCIDENS per le A non comporta cambiamenti qualitativi/quantitativi adotta una doppia inferenza, perché le due convertende non sono vere La conversione per accidens, valida per la forma A, deve RIDURRE LA PROPOSIZIONE UNIVERSALE in PARTICOLARE ( da A a I, poi scambio). Per la forma O non è possibile nessuna conversione.

TERMINE COMPLEMENTO

  • Per introdurre il concetto di obversione, bisogna conoscere il termine complemento , impiegato nello studio dell’obversione. Il termine complemento si riferisce all’insieme delle cose che NON appartengo a esso. Prendendo ’S è P’ il termine complemento è non-|S| e non-|P|. Il termine complemento non solo NEGA i termini S e P, ma NEGA le INFINITE COSE CHE NON SONO S e P. Dal termine complemento, si può originare il termine complemento del termine complemento: avendo il termine complemento non-|S|, il suo rispettivo termine complemento sarà non-non-|S|, ma la doppia negazione AFFERMA , quindi il complemento di non-|S| è proprio S. L’ OBVERSIONE è applicata a tutte e 4 le forme categoriche proposizionali, e prevede la modifica della QUALITÀ (+/-) e della sostituzione del PREDICATO CON IL TERMINE COMPLEMENTO (NON-|X|). Sono applicabili a tutte le proposizioni indistintamente. Per le proposizioni universali: TUTTI ➜ tutti non ➜ NESSUNO..non-|x| / NESSUNO = nessuno non = tutti Per le proposizioni particolari: ALCUNI ➜ alcuni non..non-|x| ( non c’è il doppio passaggio come nelle universali ) Le CONTRAPPOSIZIONI sono inferenze immediate che sostituiscono il S con il termine complemento di P, e P con il termine complemento di S; possono essere:

STRUTTURA LOGICA INTERNA

Il sillogismo categorico è composto da tre proposizioni: la conclusione e 2 premesse; la conclusione è introdotta dal ‘quindi’. termine soggetto (Socrate) contenuta nella P termine predicato P (mortale) che compaiono nella conclusione e nella P1. = premessa maggiore termine medio M (uomo/uomini) compare in entrambe le premesse, nella P1 e P2. Un sillogismo può avere diverse FIGURE a seconda della posizione del termine medio. La figura si indica nella conclusione. FIGURA 1 il termine medio occupa il posto del soggetto di P1 e del predicato di P P1 M è P P2 S è M C S è P FIGURA 2 il termine medio occupa il posto del predicato in entrambe le premesse P1 P è M P2 S è M C S è P FIGURA 3 il termine medio occupa il posto del soggetto in entrambe le premesse P1 M è P P2 M è S C S è P FIGURA 4 il termine medio occupa il posto del predicato in P1, e la posizione del soggetto nella premessa minore P P1 P è M P2 M è S C S è P I modi (AEIO) e le figure possono integrarsi con i rispettivi modi/figure della P1, P2 e C. VALIDAZIONE DEI SILLOGISMI DIAGRAMMA DI VENN Un primo metodo di validazione dei sillogismi categorici è il DIAGRAMMA DI VENN. A E S P S P

I

O

S P S P

Il sillogismo non valido è rappresentato da una TILDE, perché il sillogismo non ha validità logica in quanto non è rappresentato dalle premesse implicitamente. Nelle proposizioni UNIVERSALI si cancella tutto ciò che non è incluso dalle premesse; nelle proposizioni PARTICOLARI si mette la X nella parte da considerare. METODO DELLA DIMOSTRAZIONE PER ASSURDO è l’inferenza immediata che utilizza la CONTRADDIZIONE tra A-O e I-E, basato sulla creazione di un nuovo sillogismo:

  1. P1 rimane lo stesso
  2. P2 è la CONTRADDITTORIA DELLA CONCLUSIONE (quindi se C è A →O / se è I →E, o viceversa)
  3. si formula la NUOVA conclusione dalla P1 e P
  4. la nuova CONCLUSIONE viene confrontata con la P2 del sillogismo originario (P2 originario è stato sostituito con la contraddittoria della conclusione) ➜ Se la due proposizioni sono CONTRADDITTORIE (A-O/I-E), il sillogismo originario è valido. Se le due proposizioni NON SONO CONTRADDITTORIE, il sillogismo non è valido. METODO NORMATIVO è il metodo di validazione dei sillogismi che permette di individuare le fallacie specifiche. Un sillogismo è VALIDO se rispetta tutte le regole; NON è VALIDO se non rispetta anche una sola regola, commettendo una o più fallacie.
  5. Rs1 - REGOLA dei TRE TERMINI il sillogismo deve essere composto da tre termini , altrimenti si commette la fallacia di equivocazione (un termine usato con più sensi) o la fallacia del quarto termine (contiene 4 termini invece di 3).
  6. Rs2 - REGOLA DEL TERMINE MEDIO il termine medio deve essere distribuito almeno in una delle due premesse, altrimenti commette la fallacia di M (se non è distribuito).
  7. Rs3 - REGOLA DEI TERMINI ESTREMI (termini estremi, cioè S e P) - in un sillogismo valido, se uno dei termini S o P è distribuito nella conclusione, di conseguenza lo deve essere anche nella premessa. Se viola la regola, commette la fallacia di S (se il S è distribuito nella P1 ma non nella P2) o la fallacia di P (se P è distribuito nella conclusione ma non in P1). ➪ distribuzione logica - A solo la prima posizione, E entrambi, I nessuno, O solo la seconda posizione.
  8. Rs4 - REGOLA DI ESCLUSIVITÀ in un sillogismo valido le premesse non possono essere entrambe negative , altrimenti commette la fallacia di esclusività delle premesse ➜ Non sono validi sillogismi EO, OO, EE.
  9. Rs5 - REGOLA DI COERENZA in un sillogismo categorico valido, se una premessa è negativa , allora deve esserlo anche la conclusione, altrimenti si commette la fallacia di incoerenza , che si trova nei sillogismi tipo EOI, EII.
  10. Rs6 - REGOLA di GENERALIZZAZIONE DEDUTTIVA in un sillogismo categorico valido, se una premessa è particolare , allora lo deve essere anche la conclusione, altrimenti si commette la fallacia di generalizzazione deduttiva impropria.
  11. Rs7 - regola BOOLEANA un sillogismo non è valido se ha due premesse UNIVERSALI e una conclusione PARTICOLARE.

X X

esiste almeno un elemento X in comune tra i due insiemi e metto una X.

  1. INCOMPLETEZZA → COMPLETAMENTO: l’ entimema è il sillogismo incompleto; nell’entimema di GRADO 1 manca P1, nel GRADO 2 manca P2, nel GRADO 3 manca la C. L’entimema di grado 3 ha una sola soluzione che si deduce dalle due premesse, mentre l’entimema di grado 1 e 2 hanno DUE possibili COSTRUZIONI, perché non è dato sapere l’esatto ordine dei termini S/P; in ogni entimema bisogna stabilire il quantificatore seguendo le regole. I. Se manca P1 si chiama di PRIMO GRADO II. se manca P2 si chiama di SECONDO GRADO III. se manca la conclusione si chiama di TERZO GRADO Ci sono due tipi di INDICATORI linguistici: Con gli indicatori di premessa ci sono l’entimema di 1 o 2 grado. Per l’entimema di 1 e 2 grado ci sono due soluzioni possibili per premessa perché non si può sapere bene la posizione dei termini. regole per la conclusione regole per la premessa (px premessa ignota) una P particolare = C particolare premessa nota - & C - = Px affermativa una P negativa = C negativa premessa nota + & C - = Px negativa le P universali = C universale/ particolare premessa nota + & C + = Px affermativa premessa nota & C PARTIC = Px universale premessa nota UNI & C PART = Px particolare premessa nota & C UNI = Px universale Con gli indicatori di conclusione c’è l’entimema di 3 grado, in cui c’è una sola soluzione per la conclusione.
  2. INVALIDITÀ → RICOSTRUZIONE: permette di modificare la forma logica invalida, lasciando inalterato i contenuti del sillogismo per renderlo valido. Si può applicare in due entità:
  • entità semplici
  • entità composte/complesse = concatenazioni di sillogismi chiamati sorite. Il SORITE è una concatenazione di sillogismi uno dopo l’altro. In un sorite la conclusione corrisponde alla premessa maggiore di un altro sillogismo. È una concatenazione perché si concatenano la conclusione di S1 con la premessa maggiore di S2. = SORITE ELEMENTALE Un sorite è valido se i sillogismi che lo compongono sono VALIDI. Non è valido se anche un solo sillogismo non è valido. Il sorite si rappresenta come concatenazione della P1.2 e C tra parentesi : AA(A)AA-I
    • pertanto
    • insomma
    • per concludere
    • quindi
    • dunque
    • perciò
    • infine
    • si deduce che
    • deriva che
    • tanto che
    • così che
    • allora indicatori di PREMESSA tutto ciò che segue è la premessa nota, tutto ciò che precede è la conclusione. - infatti - stabilito che - dato che - si premette che - innanzitutto - per cominciare - perché - poiché - premetto - com’è noto - siccome indicatori di CONCLUSIONE tutto ciò che segue è la conclusione, quello che sta prima è la premessa.

Ci sono diversi casi di validità :

  1. SORITE V
  2. SORITE ~V a causa di S
  3. SORITE ~V a causa di S
  4. SORITE ~V a causa di S1 e S condizioni di validità CONDIZIONE 1 - se la conclusione è a sua volta una contraddittoria della P2 prima messa da parte, allora l’ASSURDO decade e il sillogismo è valido (quello di partenza) CONDIZIONE 2 - se la conclusione non è a sua volta contraddittoria alla P2 prima messa da parte, allora l’assurdo non decade e il sillogismo risulta invalidabile RIEPILOGO REGOLE DI RICOSTRUZIONE sub. I A-I sub. II E-O conversione semplice I E-E (cambia termini) nessuna A è B = nessuna B è A conversione semplice II I-I (cambia termini) conversione per accidens A-I (inverte termini e converte) e viceversa conversione per MUTATIONEM : vale per le premesse. Inverto le premesse e i termini della premessa stessa. obversione I A-E (con termine complemento) II E-A (con termine complemento) III I-O IV O-I contrapposizione semplice I A-A (inverte i termini interni) II O-O (inverte i termini interni) contrapposizione per accidens III E- O Per la ricostruzione logica, vedo che forma è la premessa che devo ricostruire e applico ogni regola che posso, fino a togliere le fallace e arrivare a trasformare l’errore in un sillogismo valido.

Esistono 3 ALFABETI tipici del linguaggio proposizionale:

  1. alfabeto categorematico (cioè che ha un significato) sono variabili proposizionali che portano un significato. È l’alfabeto che include un GIUDIZIO, i cui simboli sono lettere minuscole che vanno dalla lettera p alla z e, se necessario, z1, sino a zn.
  2. alfabeto sincategorematico (privo di significato specifico) funge solo da LEGAME LOGICO, si riferisce ai CONNETTIVI logici-proposizionali. È costituito da cinque CONNETTIVI LOGICI : ∧/∨/∨∨/ ~ / → / ↔ CONGIUNZIONE • /= E, MA, MENTRE, INOLTRE ex. il sole brilla e il mare è pieno di gente = 2 proposizioni + congiunzione = p e q = pq = CONGIUNZIONE Si indica la congiunzione con • o ∧ DISGIUNZIONE INCLUSIVA ∨ ex. il sole brilla o è nuvoloso = 2 proposizioni + congiunzione = p o q = pq = DISGIUNZIONE INCLUSIVA La disgiunzione inclusiva/esclusiva e la congiunzione sono connettivi binari , perché sono una a sinistra una a destra. DISGIUNZIONE ESCLUSIVA ∨∨ ex. o sono felice o sono triste = o p o q = p o o q (aut aut) = p ∨∨ q = DISGIUNZIONE ESCLUSIVA NEGAZIONE ~ ex. non sono soddisfatto = (non è congiunzione) = ~ p = NEGAZIONE, si lega a una sola variabile = la negazione è connettivo unario. - la doppia negazione equivale a un’affermazione - esistono NEGAZIONI AMPLIATE: non può darsi il caso in cui, è assolutamente falsa l’idea…, IMPLICAZIONE SEMPLICE O MATERIALE → = SE, QUANDO ex. se il tempo passa, allora la vita è in divenire = Se p allora q = p q = è un’IMPLICAZIONE SEMPLICE O MATERIALE. DOPPIA IMPLICAZIONE ex. sono felice = p se e solo = connettivo se sei qui con me = q p se e solo se q = p ↔ q = DOPPIA IMPLICAZIONE, è un connettivo binario

3. alfabeto accessorio caratterizzato da simboli di interpunzione : sono congiunzioni le PARENTESI, VIRGOLE, PUNTI, ecc. (p^q) ⇢r / p ⇔(q^r) Il linguaggio logico segue regole sintattiche precise per formare FORMULE BEN FORMATE (fbf). La formalizzazione è il processi di produzione delle formule che sono sequenze di simboli. Le metavariabili o variabili metalogiche sono simbolizzate da LETTERE GRECHE e sostituiscono simboli o intere sequenze di simboli. Le regole di formazione del linguaggio proposizionale sono: - regola di base = ogni variabile proposizionale è una fbf basilare. (p, q, r, …, zn) - regola del passo = se α è fbf, allora ~α è fbf; se α e β sono fbf, sono fbf anche α∧β, α∨β, ecc. - regola della chiusura = sono fbf solo i composti che si ricavano connettendo le variabili proposizionali tra di loro, tutto ciò al di fuori non è fbf. Le TAVOLE di VERITÀ o matrici sono modalità che esprimono i possibili valori di verità dei diversi connettivi vero- funzionali. TIPI DI CONNETTIVI I connettivi binari sono a ‘DUE POSTI’, lega tra loro due variabili proposizionali alla volta, connettondo le variabili proposizionali una a sx, l’altra a dx. I connettivi unari , come quelli della negazione, si legano a una sola variabile. TAVOLE DI VERITÀ La logica proposizionale è BIVALENTE , cioè stabilisce due possibili validità: FALSA f = 0 VERA v = 1

  • congiunzione valida se le 2 proposizioni sono valide (1) = 1-0/0-1 invalido
  • disgiunzione inclusiva sempre valide, tranne se sono entrambe false = 0-0 invalido
  • disgiunzione esclusiva valida solo se è vera la prima, ma non la seconda, o se è vera la seconda ma non la prima = 1-0 / 0-1 valido
  • implicazione semplice sempre valida, tranne se la p1 è vera (1) e la p2 è falsa (0) = 1 e 0 invalido
  • doppia implicazione valida se sono entrambe vere o entrambe false = 1-1 / 0-0 valido
  • negazione = la negazione inverte il valore di partenza CALCOLO DELLE TAVOLE congiunzione disgiunzione inclusiva disgiunzione esclusiva implicazione p ∧ q p ∨ q p ∨ ∨ q p → q p x q p + q p - q q^p Per implicazione materiale, essa sarà sempre falsa se la sua proposizione antecedente è VERA e la sua proposizione conseguente è FALSA (1 0 è falsa) VALIDAZIONE PER EQUIVALENZA A=B cioè doppia implicazione ↔. Utilizza termini come ‘equivale’, etc. TRE POSSIBILITÀ DI VALIDITÀ tautologia = verità = tutti 1 ➪ faccio il castello contingenza, quando almeno un valore è 0 = ~V contraddizione, quando ho tutti valori 0 = ~V VALIDAZIONE DI ARGOMENTI PROPOSIZIONALI Prevede due metodi possibili
  • calcolo delle TAVOLE PREMESSE = 1 CONCLUSIONE = 0 in una riga qualsiasi 1 1 0 ~V
  1. MP modus PONENS p → q, p⟹ q
  2. MT modus TOLLENS p → q, ~q⟹ ~p
  3. SI SILLOGISMO IPOTETICO p→ q, q→r ⟹ (p→r)
  4. SD SILLOGISMO DISGIUNTIVO p ∨ q, ~p⟹ q
  5. DC DILEMMA COSTRUTTIVO (p→ q)∧(r→s), p∨r ⟹q∨s
  1. REGOLE DI EQUIVALENZA
  1. Dem I DE MORGAN ~(p∧q) ↔ ~p∨~q
  2. Dem II DE MORGAN ~(p∨q) ↔ ~p∧~q
  3. Comm I COMMUTAZIONE I (p∨q) ↔ (q∨p)
  4. Comm II COMMUTAZIONE II (p∧q) ↔ (q∧p)
  5. Ass I ASSOCIAZIONE I p∨(q∨r) ↔ (p∨q)∨r = non refutabile
  6. Ass II ASSOCIAZIONE II p∧(q∧r) ↔ (p∧q)∧r = non refutabile
  7. Dist I DISTRIBUZIONE I p∧(q∨r) ↔ (p∧q)∨(p∧r)
  8. Dist II DISTRIBUZIONE II p∨(q∧r) ↔ (p∨q)∧(p∨r)
  9. DN DOPPIA NEGAZIONE ~~p→ p
  10. Trasp TRASPOSIZIONE (p→q) ↔ (~q→~p)
  11. Cond CONDIZIONALE (p→q) ↔ (~p∨q)
  12. Bicond I BICONDIZIONALE I (p↔q) ↔ (p→q) ∧(q → p)
  13. Bicond II BICONDIZIONALE II (p↔q)↔(p∧q)∨(~p∧~q)
  14. Dis I DISGIUNZIONE I (p∨∨q) ↔ ~(p∧q) ∧ ~(~p∧~q)
  15. Dis II DISGIUNZIONE II (p∨∨q) ↔ (p∧~q) ∨ (~p∧q)
  1. REGOLE INFERENZIALI IPOTETICHE (CONDIZIONALI)
  1. HCond IPOTETICA DELLA CONDIZIONALE si applica quando in conclusione ho un’IMPLICATIVA C (p→q) = metto antecedente della conclusione e cerco di ricavarne il conseguente. C (p→q), porre p per dedurre q
  2. HNeg IPOTETICA DELLA NEGAZIONE negando la C C ~p, assumere p C p, assumere ~ p LOGICA PREDICATIVA sintetizza gli altri tipi di logica.
  • connettivi logici ~, Ù,Ú,ÚÚ, → ,
  • costanti individuali a, b, …, z
  • predicati A, B, …, Z
  • simboli aggiuntivi ( ), [ ],
  • quantificatori: universale ∀ esistenziale ∃ A = ogni S è P = ogni cane è un mammifero E = nessun S è P = nessun cane è un insetto I = qualche S è P = qualche cane è un alano O = qualche S non è P = qualche cane non è a pelo lungo Se il soggetto è NOTO ➪ individuale Con le iniziali (predicato + costante individuale) formo la formula. Nell’individuale posso ricavare l’iniziale, che riscrivo in minuscolo. La formula si scrive mettendo prima il predicato (A, B…), poi la costante individuale (a,b…) ➪ Pa Se il soggetto NON è NOTO: H) per ogni X, se X è un cane, allora X è un mammifero = ogni cane è un mammifero ∀x (Cx → Mx) E) per ogni X, se X è un cane, allora X non è un insetto = nessun cane è un insetto ∀x (Cx → ~ Ix) IX) esiste almeno una X, per cui X è un cane e X è un alano = qualche cane è un alano ∃x (Cx ∧ Ax) O) esiste almeno una X, per cui X è un cane ma X non è un cane a pelo lungo = qualche cane non è un cane a pelo lungo. ∃x (Cx ∧ ~Px)

Per poter fare gli alberi, devo togliere i quantificato e attribuire una variabile arbitraria al posto di X ➪ x = y REGOLE PER QUANTIFICATORI ∀ ∃

  1. eliminazione del quantificatore universale ∀x ➪ E∀x
  2. introduzione del quantificatore universale ∀x ➪ I∀x
  3. eliminazione del quantificatore esistenziale ∃x ➪ E∃x
  4. introduzione del quantificatore esistenziale ∃x ➪ I∃x Si utilizzano per eliminare e reintrodurre la x nell’albero di refutazione una volta finito l’albero.
  1. logica predicativa sillogistica
  2. logica predicativa simil-sillogistica - aggiunge elementi alla struttura fondamentale. Questi elementi sono nelle premesse o nelle conclusioni. Nelle premesse si aggiunge la CONGIUNZIONE, nella conclusione la DISGIUNZIONE.
  3. logica predicativa a-sillogistica - non rientra tra i sillogismi. APPLICAZIONI LOGICA DEDUTTIVA IN PSICOLOGIA
  • psicologia sperimentale a. formulazione ipotesi : se la frustrazione produce aggressività, allora se riproduco uno stimolo in laboratorio, si ricaverà un aumento dell’aggressività del soggetto. b. metodo sperimentale : formulo un’ipotesi, la metto alla prova con la procedura sperimentale e osservo le conclusioni. = R → metto alla prova → procedura sperimentale → osservazione conclusione premessa ipotetica e metodo sperimentale di dimostrazione
  • psicologia applicativa a. psicologia dei test b. psicologia clinica : 1. modello d’uomo
    1. metodo di intervento la logica insegna ad esempio l’attribuzione della particolarità della patologia all’individuo. l’intento del clinico a trattare un paziente è infatti la risoluzione della problematica e l’incremento della qualità di vita del paziente. l’atteggiamento da porre è possedere un’idea di come la persona è nella sofferenza. Fa riferimento a un modello d’uomo, modello teorico che deve fondare sulla COERENZA LOGICA; deve essere coerente e non produrre contraddizioni logiche. Altro elemento è il TRATTAMENTO in cui progetta linee di intervento che devono rispettare la LINEARITÀ LOGICA: conoscenza della persona e cambiamento della persona. (((((vedi schema )))))) Dalle premesse ricavo la conclusione che è ciò che Paolo è oltre alla premessa. Può portare a errori, perché si riferisce a un DOMINIO di Paolo specifico, che disciplina il ragionamento clinico: non si può definire una persona legandolo alla patologia utilizzando una frase UNIVERSALE. La clinica vuole che ci sia altro oltre alla patologia nel paziente. La patologia NON è mai la TOTALITÀ, è sempre UNA PARTE. La logica deduttiva pone premesse e ricava conclusioni.

LOGICA INDUTTIVA Non è una logica della certezza, non parte da principi e concetti ma dall’OSSERVAZIONE e ne ricava le generalizzazioni. Non dà mai certezze ma dà uno spunto è la base della ricerca sperimentale e della psicologia applicata e clinica. Le forme di logica induttiva più importanti sono:

- inferenza induttiva di tipo ANALOGICO o associativo - la base del ragionamento che permette di comparare le cose tra loro. - inferenza induttiva di tipo EMPIRICO o enumerativo - tenta di dare sistemazione che possono emergere dalla realtà - inferenza induttiva di tipo CAUSALE - data una condizione, si implicano le cause possibili o data una causa si implicano gli effetti. INDUZIONI ANALOGICHE ci sono ENTITÀ ANALOGICHE messe in relazione e associazione tra di loro, che si stabiliscono in base all’argomento. Tutte le argomentazioni analogiche presentano anche ASPETTI di SIMILITUDINE stabiliti per certo. Le induzioni analogiche stabiliscono: entità analogiche aspetti di similitudine criterio di analogia Fe / non Fe = condivisione dell’essenza tra entità TAVOLA DI LAVORO PER LOGICA ANALOGICA argomento analogico formalizzazione entità in analogia aspetti di similitudine dissociazione criterio analogico conclusione Le entità sono gli elementi in analogia. Nelle ENTITÀ in analogia inserisco ~ Fe o Fe se gli elementi in analogia CONDIVIDONO L’ ESSENZA. Negli ASPETTI di SIMILITUDINE, cioè tratti non essenziali, inserisci la formula che indica gli aspetti di similitudine (1-n…) in questo modo: Questo verrà poi messo come P1 nella FORMALIZZAZIONE. Nella DISSOCIAZIONE inserisco gli elementi in DISANALOGIA indicandoli con Df e numerandoli. Il CRITERIO ANALOGICO, cioè la proprietà tipica generalizzata tra elementi, si indica con Gx numerandoli per poi CONGIUNGERLI in caso di più criteri in analogia. La CONCLUSIONE si indica con Gy, in caso di più conclusioni le numero e le CONGIUNGO, in cui reinserisco il ‘criterio analogico’ per l’elemento in analogia. Infine, nella FORMALIZZAZIONE inserirò: p1) gli aspetti di similitudine CONGIUNTI all’essenza/non-essenza p2) il criterio analogico (CONGIUNTI se sono più criteri) C) la conclusione (CONGIUNTI se sono più conclusioni)

È possibile VALIDARE l’argomento tramite l’applicazione della formula: Sulla base dei calcoli, si stabilisce la CATEGORIA VALUTATIVA dell’analogia. Nel calcolo di DISANALOGIE, si introduce Df nella formula, per ricavare i valori.