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Documento con riassunti del libro di logica e integrazione di appunti presi a lezione (Prof. De Monte)
Tipologia: Sintesi del corso
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Il concetto di logica deve essere compreso dalla spiegazione di LOGICA, LOGICA DEDUTTIVA, LOGICA COME ARTE e LOGICA COME SCIENZA. logica ➜ può essere definita in due modi, in un significato esteso e uno ristretto:
definito da Aristotele, è l’elemento della sillogistica che considera i rapporti tra termini del linguaggio. Ogni sillogismo è composto da proposizioni, e di conseguenza da termini. Le PROPOSIZIONI possono essere categoriche, relazionali o ipotetiche. SILLOGISMO → ‘tutti gli uomini sono mortali’ 1 ‘Socrate è un uomo’ 2 quindi ‘Socrate è mortale’. 3
Un sillogismo è sempre strutturato da DUE PREMESSE e una CONCLUSIONE che deriva dalle premesse. Date quelle premesse, ci può condurre solo a quella conclusione, se il sillogismo è corretto. PROPOSIZIONI CATEGORICHE sono proposizioni che formano il sillogismo categorico. Ogni proposizione categorica ha: un PREDICATO P legato al suo SOGGETTO S per mezzo del verbo essere/copula. Un esempio di proposizione categorica è ‘ la psi è una scienza ’. soggetto = la psi predicato = una scienza copula = È I termini che formano la proposizione possono essere semplici o complessi:
Il sillogismo categorico è composto da tre proposizioni: la conclusione e 2 premesse; la conclusione è introdotta dal ‘quindi’. termine soggetto (Socrate) contenuta nella P termine predicato P (mortale) che compaiono nella conclusione e nella P1. = premessa maggiore termine medio M (uomo/uomini) compare in entrambe le premesse, nella P1 e P2. Un sillogismo può avere diverse FIGURE a seconda della posizione del termine medio. La figura si indica nella conclusione. FIGURA 1 il termine medio occupa il posto del soggetto di P1 e del predicato di P P1 M è P P2 S è M C S è P FIGURA 2 il termine medio occupa il posto del predicato in entrambe le premesse P1 P è M P2 S è M C S è P FIGURA 3 il termine medio occupa il posto del soggetto in entrambe le premesse P1 M è P P2 M è S C S è P FIGURA 4 il termine medio occupa il posto del predicato in P1, e la posizione del soggetto nella premessa minore P P1 P è M P2 M è S C S è P I modi (AEIO) e le figure possono integrarsi con i rispettivi modi/figure della P1, P2 e C. VALIDAZIONE DEI SILLOGISMI DIAGRAMMA DI VENN Un primo metodo di validazione dei sillogismi categorici è il DIAGRAMMA DI VENN. A E S P S P
Il sillogismo non valido è rappresentato da una TILDE, perché il sillogismo non ha validità logica in quanto non è rappresentato dalle premesse implicitamente. Nelle proposizioni UNIVERSALI si cancella tutto ciò che non è incluso dalle premesse; nelle proposizioni PARTICOLARI si mette la X nella parte da considerare. METODO DELLA DIMOSTRAZIONE PER ASSURDO è l’inferenza immediata che utilizza la CONTRADDIZIONE tra A-O e I-E, basato sulla creazione di un nuovo sillogismo:
esiste almeno un elemento X in comune tra i due insiemi e metto una X.
Ci sono diversi casi di validità :
Esistono 3 ALFABETI tipici del linguaggio proposizionale:
3. alfabeto accessorio caratterizzato da simboli di interpunzione : sono congiunzioni le PARENTESI, VIRGOLE, PUNTI, ecc. (p^q) ⇢r / p ⇔(q^r) Il linguaggio logico segue regole sintattiche precise per formare FORMULE BEN FORMATE (fbf). La formalizzazione è il processi di produzione delle formule che sono sequenze di simboli. Le metavariabili o variabili metalogiche sono simbolizzate da LETTERE GRECHE e sostituiscono simboli o intere sequenze di simboli. Le regole di formazione del linguaggio proposizionale sono: - regola di base = ogni variabile proposizionale è una fbf basilare. (p, q, r, …, zn) - regola del passo = se α è fbf, allora ~α è fbf; se α e β sono fbf, sono fbf anche α∧β, α∨β, ecc. - regola della chiusura = sono fbf solo i composti che si ricavano connettendo le variabili proposizionali tra di loro, tutto ciò al di fuori non è fbf. Le TAVOLE di VERITÀ o matrici sono modalità che esprimono i possibili valori di verità dei diversi connettivi vero- funzionali. TIPI DI CONNETTIVI I connettivi binari sono a ‘DUE POSTI’, lega tra loro due variabili proposizionali alla volta, connettondo le variabili proposizionali una a sx, l’altra a dx. I connettivi unari , come quelli della negazione, si legano a una sola variabile. TAVOLE DI VERITÀ La logica proposizionale è BIVALENTE , cioè stabilisce due possibili validità: FALSA f = 0 VERA v = 1
Per poter fare gli alberi, devo togliere i quantificato e attribuire una variabile arbitraria al posto di X ➪ x = y REGOLE PER QUANTIFICATORI ∀ ∃
LOGICA INDUTTIVA Non è una logica della certezza, non parte da principi e concetti ma dall’OSSERVAZIONE e ne ricava le generalizzazioni. Non dà mai certezze ma dà uno spunto è la base della ricerca sperimentale e della psicologia applicata e clinica. Le forme di logica induttiva più importanti sono:
- inferenza induttiva di tipo ANALOGICO o associativo - la base del ragionamento che permette di comparare le cose tra loro. - inferenza induttiva di tipo EMPIRICO o enumerativo - tenta di dare sistemazione che possono emergere dalla realtà - inferenza induttiva di tipo CAUSALE - data una condizione, si implicano le cause possibili o data una causa si implicano gli effetti. INDUZIONI ANALOGICHE ci sono ENTITÀ ANALOGICHE messe in relazione e associazione tra di loro, che si stabiliscono in base all’argomento. Tutte le argomentazioni analogiche presentano anche ASPETTI di SIMILITUDINE stabiliti per certo. Le induzioni analogiche stabiliscono: entità analogiche aspetti di similitudine criterio di analogia Fe / non Fe = condivisione dell’essenza tra entità TAVOLA DI LAVORO PER LOGICA ANALOGICA argomento analogico formalizzazione entità in analogia aspetti di similitudine dissociazione criterio analogico conclusione Le entità sono gli elementi in analogia. Nelle ENTITÀ in analogia inserisco ~ Fe o Fe se gli elementi in analogia CONDIVIDONO L’ ESSENZA. Negli ASPETTI di SIMILITUDINE, cioè tratti non essenziali, inserisci la formula che indica gli aspetti di similitudine (1-n…) in questo modo: Questo verrà poi messo come P1 nella FORMALIZZAZIONE. Nella DISSOCIAZIONE inserisco gli elementi in DISANALOGIA indicandoli con Df e numerandoli. Il CRITERIO ANALOGICO, cioè la proprietà tipica generalizzata tra elementi, si indica con Gx numerandoli per poi CONGIUNGERLI in caso di più criteri in analogia. La CONCLUSIONE si indica con Gy, in caso di più conclusioni le numero e le CONGIUNGO, in cui reinserisco il ‘criterio analogico’ per l’elemento in analogia. Infine, nella FORMALIZZAZIONE inserirò: p1) gli aspetti di similitudine CONGIUNTI all’essenza/non-essenza p2) il criterio analogico (CONGIUNTI se sono più criteri) C) la conclusione (CONGIUNTI se sono più conclusioni)
È possibile VALIDARE l’argomento tramite l’applicazione della formula: Sulla base dei calcoli, si stabilisce la CATEGORIA VALUTATIVA dell’analogia. Nel calcolo di DISANALOGIE, si introduce Df nella formula, per ricavare i valori.