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Riassunto per esame di “Elementi e didattica della Fisica” (II anno SFP - Università Europea di Roma) della Prof.ssa Parisi Paola Testo di riferimento: James S. Walker – Fondamenti di Fisica Contenuti principali: Grandezze fisiche e unità di misura Cinematica Leggi di Newton per il moto Lavoro ed energia cinetica Energia potenziale e conservazione dell’energia Legge di gravitazione universale Le tre leggi di Keplero Oscillazioni intorno all’equilibrio Onde e le onde sonore Fluidi: densità, pressione, principio di Archimede Ottica: riflessione, rifrazione, dispersione e diffrazione Temperatura e calore Macchine termiche: Teorema di Carnot I principi della termodinamica: zero, primo, secondo e terzo Elettrostatica: le cariche elettriche Corrente elettrica Magnetismo
Tipologia: Appunti
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Capitolo 1: Introduzione alla fisica La fisica è la scienza che studia le leggi fondamentali della natura , descrivendo il comportamento della materia e dell’energia nello spazio e nel tempo. La fisica analizza fenomeni naturali come:
Capitolo 2: Cinematica unidimensionale Per descrivere correttamente il moto di una particella , è necessario seguire un percorso logico che parte dalla definizione del sistema di riferimento e delle grandezze che caratterizzano il movimento. Il primo passo consiste nello stabilire un sistema di coordinate , anche in una sola dimensione , per poter indicare con precisione la posizione di un oggetto in ogni istante. Nel parlare del movimento, è fondamentale distinguere tra posizione , distanza e spostamento. La posizione è il luogo occupato da un oggetto in un certo momento ; la distanza è una grandezza scalare che indica quanto percorso è stato compiuto , indipendentemente dalla direzione , mentre lo spostamento è una grandezza vettoriale che rappresenta la variazione di posizione , tenendo conto della direzione. Per comprendere quanto rapidamente si muove un oggetto , si introducono i concetti di velocità scalare media e velocità media. La velocità scalare media è definita come il rapporto tra la distanza percorsa e l’intervallo di tempo impiegato , mentre la velocità media , essendo una grandezza vettoriale, si ottiene dividendo lo spostamento per il tempo. Se un oggetto si muove avanti e indietro, la velocità scalare media sarà comunque positiva, ma la velocità media potrebbe anche essere zero, se il punto di partenza e quello di arrivo coincidono. Un’altra nozione importante è quella di velocità istantanea , che rappresenta la velocità in un determinato istante di tempo. Mentre la velocità media riguarda un intervallo di tempo , quella istantanea si riferisce a un solo momento. La velocità scalare istantanea è il valore assoluto di quella velocità, cioè non tiene conto della direzione. Per descrivere come varia la velocità nel tempo si usa il concetto di accelerazione. Anche in questo caso si distinguono accelerazione media e accelerazione istantanea. L’ accelerazione media è data dal rapporto tra la variazione di velocità e l’intervallo di tempo in cui avviene tale variazione. L’ accelerazione istantanea , invece, rappresenta quanto velocemente cambia la velocità in un preciso istante. Tra i diversi tipi di moto, vi è il moto rettilineo , che avviene lungo una linea retta. In questo contesto, si distinguono due casi fondamentali. Il primo è il moto rettilineo uniforme , in cui la velocità è costante : l’ oggetto percorre spazi uguali in tempi uguali e non è soggetto ad accelerazione. In questo caso, la legge oraria del moto , cioè l’equazione che descrive la posizione in funzione del tempo, è lineare. Il secondo caso è il moto rettilineo uniformemente accelerato , in cui l’accelerazione è costante e diversa da zero. In questo tipo di moto, la velocità cambia in modo regolare nel tempo, e la posizione varia secondo una legge quadratica. È il caso, ad esempio, di un oggetto che cade liberamente sotto l’effetto della gravità (trascurando l’attrito dell’aria). In tale situazione, la velocità aumenta o diminuisce costantemente, e le distanze percorse in intervalli di tempo uguali crescono in modo progressivo.
Capitolo 3: I vettori in fisica Per descrivere le grandezze che intervengono nei fenomeni naturali, è fondamentale distinguere tra grandezze scalari e grandezze vettoriali.
direzione opposta. Poiché queste due forze si annullano, la forza risultante è nulla, e quindi l’oggetto rimane fermo. In questo caso, la seconda legge di Newton spiega che, non essendoci accelerazione, la somma delle forze è zero. Se all’improvviso allentiamo la presa, la mano non esercita più forza sufficiente a bilanciare il peso. La forza risultante non è più nulla: resta solo la forza peso, diretta verso il basso. L’oggetto inizia quindi ad accelerare verso il basso.
Un esempio tipico è un mattone appoggiato su un tavolo. Se su di esso non è applicata alcuna forza orizzontale, il mattone resta fermo, e in tal caso la forza di attrito statico è nulla, perché non è necessaria alcuna forza per mantenerlo in quiete. Se si comincia ad applicare una forza orizzontale, anche molto piccola, l’attrito statico interviene per opporsi alla spinta e impedire il movimento. In questa fase, l’attrito statico non ha un valore fisso, ma si adatta alla forza applicata, assumendo qualunque valore compreso tra zero e un valore massimo detto forza massima di attrito statico. Quando la forza applicata supera questo limite, l’attrito statico non è più sufficiente a trattenere il corpo, che inizia a muoversi. Una volta che il corpo entra in movimento, subentra l’attrito dinamico. → Si passa dunque da attrito statico ad attrito dinamico.
variazione continua della direzione della velocità genera l’accelerazione centripeta, la quale è sempre diretta verso il centro della circonferenza cioè verso il Sole. Per produrre questa accelerazione, è necessaria la forza di gravità esercitata dal Sole che permette alla Terra di mantenere la sua orbita e di muoversi lungo la circonferenza. Capitolo 7: Lavoro ed energia cinetica Il lavoro: Il lavoro è una grandezza scalare che misura quanta energia viene trasferita da una forza* a un corpo, quando questa forza provoca uno spostamento. Il lavoro dipende non solo dall’intensità della forza e dalla distanza percorsa , ma anche dalla direzione in cui la forza è applicata rispetto allo spostamento. Se una forza agisce nella stessa direzione dello spostamento , il lavoro si calcola semplicemente moltiplicando la forza per lo spostamento. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, la forza non è perfettamente allineata con lo spostamento e dunque il lavoro si calcola considerando solo la componente della forza lungo la direzione dello spostamento , cioè quella parte della forza che effettivamente “contribuisce” a muovere il corpo. Matematicamente, il lavoro si calcola attraverso il prodotto scalare tra il vettore forza e il vettore spostamento :
Energia cinetica: L’ energia cinetica è una forma di energia che possiede un corpo in movimento. Essa dipende dalla massa del corpo e dalla velocità con cui si muove. Si calcola con la formula: Più un oggetto è pesante e più velocemente si muove, maggiore è la sua energia cinetica. → L’energia cinetica è sempre positiva e un corpo fermo ha energia cinetica nulla. → Il legame tra lavoro ed energia cinetica è espresso dal teorema dell’energia cinetica , noto anche come teorema delle forze vive. Questo principio afferma che il lavoro totale compiuto da tutte le forze agenti su un corpo è uguale alla variazione della sua energia cinetica. In altre parole, se su un corpo viene compiuto un lavoro positivo, esso acquista energia cinetica e accelera. Se il lavoro totale è negativo, l’energia cinetica diminuisce e il corpo rallenta. → Questo teorema è fondamentale perché ci permette di calcolare la velocità finale di un corpo conoscendo solo le forze che agiscono su di esso e lo spostamento. Nel caso di una molla , il lavoro compiuto per allungarla o comprimerla dipende dalla sua costante elastica e dall’estensione o compressione rispetto alla posizione di riposo. Quando si esercita una forza per deformare la molla, questa forza compie un lavoro che si accumula sotto forma di energia potenziale elastica nella molla stessa. Il lavoro per allungare o comprimere una molla si calcola con la formula: Se la molla viene compressa o allungata da una forza esterna, quest’ultima compie lavoro positivo, trasferendo energia alla molla. Se invece è la molla a spingere o tirare un corpo verso la sua posizione di equilibrio, allora la molla compie lavoro negativo, cioè restituisce l’energia accumulata. → In sintesi, se sono io a tirare la molla, sto facendo lavoro positivo, perché sto dando energia alla molla. Se invece è la molla a spingere o tirare un oggetto, allora è la molla a fare lavoro negativo, perché sta restituendo l’energia che aveva accumulato. Potenza: La potenza è una grandezza che misura quanto velocemente viene compiuto un lavoro. Si calcola con la formula: L’ unità di misura della potenza è il watt ( W ), che equivale a un joule al secondo. → Quindi, la potenza indica non solo quanta energia viene trasferita, ma anche quanto rapidamente ciò avviene.
Ad esempio, se un oggetto cade da una certa altezza, la sua energia potenziale diminuisce, ma la sua energia cinetica aumenta in modo esattamente corrispondente: l’oggetto accelera mentre scende, ma l’energia totale resta la stessa. Capitolo 12: La gravitazione La legge della gravitazione universale di Newton (1687): La legge della gravitazione universale di Newton afferma che ogni corpo nell’Universo attrae ogni altro corpo con una forza che è proporzionale al prodotto delle masse dei due corpi e inversamente proporzionale al quadrato della distanza che li separa. Questa forza è detta forza gravitazionale , ed è sempre attrattiva. La formula che la descrive è: È chiamata “ universale ” perché vale ovunque nell’Universo e per qualsiasi coppia di corpi. Quando i corpi coinvolti sono sferici , come i pianeti o le stelle, si può considerare che tutta la loro massa sia concentrata nel centro , purché li si tratti come oggetti puntiformi (cioè piccoli rispetto alla distanza che li separa). Le leggi di Keplero : (prima e seconda legge 1609 - terza legge 1619): Le leggi di Keplero , che descrivono il moto dei pianeti attorno al Sole , sono tre osservazioni empiriche formulate prima di Newton, ma che trovano una spiegazione completa proprio nella legge gravitazionale.
Dopo anni di osservazioni, Keplero scoprì che i pianeti si muovono seguendo orbite ellittiche, con il Sole che occupa uno dei due fuochi. Successivamente, egli formulò le tre leggi del moto planetario. Capitolo 13: Oscillazioni intorno all’equilibrio Il moto oscillatorio è un tipo di movimento che si verifica quando un corpo oscilla intorno a una posizione di equilibrio , cioè si muove avanti e indietro ripetutamente. Questo tipo di moto è detto periodico quando si ripete regolarmente nel tempo , cioè il corpo torna alla stessa posizione dopo intervalli di tempo uguali. Ad esempio, un pendolo che oscilla da un lato all’altro. Il moto armonico semplice e la sua descrizione qualitativa: Il moto armonico semplice è un tipo di moto periodico , cioè un movimento che si ripete regolarmente nel tempo. Esso si verifica quando un corpo si muove avanti e indietro attorno a una posizione di equilibrio , spinto da una forza che è proporzionale allo spostamento e che agisce sempre in direzione opposta a quello spostamento. In altre parole, più il corpo si allontana dalla posizione centrale, più la forza lo "spinge" a tornare indietro. Quando si avvicina all’equilibrio, la forza diminuisce, ma il corpo è ormai in movimento, e continua per inerzia fino ad andare oltre, creando così un’oscillazione. Ad esempio, se tiro una massa attaccata a una molla e poi la lascio andare, la molla esercita una forza elastica che la riporta indietro. La massa allora oscilla avanti e indietro in modo regolare. Lo stesso avviene, per piccoli spostamenti, con un pendolo. Il moto armonico semplice è un moto periodico descritto da una curva regolare , detta sinusoide. In questo tipo di moto, la posizione , la velocità e l’ accelerazione del corpo variano nel tempo in modo regolare e ripetitivo. L’oggetto accelera mentre si allontana dalla posizione di equilibrio, raggiunge la velocità massima passando per il punto centrale, poi rallenta fino a fermarsi nell’estremo opposto, dove inverte la direzione del moto. Questo ciclo si ripete continuamente, creando un’oscillazione regolare attorno alla posizione di equilibrio. Periodo di una massa collegata a una molla: Un esempio è una massa collegata a una molla. Se si tira la massa e poi la si lascia andare, essa inizia a oscillare avanti e indietro. Il periodo di questa oscillazione, cioè il tempo impiegato per compiere un’oscillazione completa, dipende dalla massa e dalla costante elastica della molla, secondo la formula: Il pendolo semplice: Un altro esempio di moto periodico è il pendolo semplice , che consiste in una massa, detta " massa pendolare ", appesa a un filo. Se spostiamo il pendolo da una posizione di equilibrio e poi lo lasciamo andare, esso oscillerà. Per piccoli angoli, il suo moto si avvicina al moto armonico. → Il periodo del pendolo dipende dunque dalla lunghezza del filo e dalla gravità. Oscillazioni smorzate e forzate: In situazioni reali però l’ oscillazione non continua all’infinito. A causa dell’attrito con l’aria o della resistenza interna del materiale , l’ energia del sistema si perde nel tempo , e le oscillazioni diventano sempre più deboli fino a fermarsi. → Questo fenomeno si chiama oscillazione smorzata. Quando a un sistema oscillante viene fornita una forza esterna periodica , si ha un’ oscillazione forzata. Se la frequenza della forza esterna è vicina a quella naturale del sistema , si verifica un fenomeno detto risonanza : in questo caso, l’ ampiezza delle oscillazioni aumenta notevolmente. È lo stesso principio per cui un’altalena spinta con il giusto ritmo (cioè alla sua frequenza naturale) oscilla sempre più in alto.
● frequenza : noi percepiamo la frequenza come altezza del suono. I suoni con frequenza superiore sono detti ultrasuoni e quelli con frequenza inferiore sono detti infrasuoni. Quando parliamo di frequenza, la velocità di propagazione resta sempre la stessa. ● intensità : l’intensità del suono misura la quantità di energia trasportata dall’onda sonora per unità di tempo e per unità di superficie. Se il suono proviene da una sorgente puntiforme , l’intensità diminuisce con la distanza : più ci si allontana, più l’energia si distribuisce su una superficie ampia, quindi l’intensità si riduce. ● velocità di propagazione : la velocità di propagazione dipende dal mezzo. Nell’aria a temperatura ambiente, il suono si propaga a circa 343 m/s. → In genere, più è rigido il materiale, più è veloce l’onda sonora. Inoltre, essa è strettamente collegata alla velocità delle molecole. Se l’aria si riscalda, le molecole si muovono più rapidamente e dunque la velocità di propagazione del suono aumenta con la temperatura. Effetto doppler: L’ effetto Doppler si verifica quando una sorgente di onde (ad esempio, un suono o un’onda luminosa) e un osservatore si muovono l’uno rispetto all’altro. → In pratica, la frequenza dell’onda che l’osservatore percepisce cambia a causa del movimento relativo. Se la sorgente di onde si avvicina all’osservatore , le onde sembrano arrivare più frequentemente e dunque la frequenza percepita è più alta. Se la sorgente di onde si allontana , le onde arrivano più distanziate nel tempo e dunque la frequenza percepita è più bassa. Ad esempio, immaginiamo un ambulanza che si avvicina a noi con la sirena accesa. La sorgente del suono cioè la sirena si muove verso di noi, quindi le onde sonore vengono "compresse": questo significa che le onde arrivano più frequentemente, e noi percepiamo un suono più acuto, cioè con frequenza più alta rispetto a quella reale emessa dalla sirena. Quando l’ambulanza comincia ad allontanarsi, le onde sonore vengono "allungate": arrivano meno frequentemente, quindi il suono ci appare più grave, cioè con frequenza più bassa. → Questo cambiamento di frequenza percepita è proprio l’effetto Doppler. Sovrapposizione, inferenza e onda stazionaria: Il principio di sovrapposizione afferma che quando due o più onde si incontrano nello stesso punto nello spazio , esse si combinano sommando i loro valori istantaei. Se le onde sono in fase ovvero le creste si sovrappongono alle creste e le valli alle valli), si rinforzano a vicenda , producendo un’ interferenza costruttiva. Se invece sono sfasate di mezzo periodo (le creste si sovrappongono alle valli), si annullano parzialmente o completamente , producendo un’ interferenza distruttiva. → L’interferenza è dunque il risultato della sovrapposizione di onde con caratteristiche diverse e può produrre modelli complessi di onde risultanti. Un’ onda stazionaria nasce quando due onde identiche viaggiano in direzioni opposte e si sovrappongono. L’onda sembra “ferma” nello spazio, da qui il nome “stazionaria”. Questo succede, per esempio, in una corda fissata alle due estremità.
Capitolo 15: I fluidi La densità: La densità è una grandezza scalare che indica quanta massa è contenuta in un certo volume. Essa si calcola con la formula: La pressione: La pressione è una grandezza scalare che indica quanto una forza è distribuita su una superficie. L' unità di misura è il Pascal (Pa): Si calcola con la formula: Il principio di Pascal afferma che in un fluido fermo , la variazione di pressione applicata in un punto di un fluido si trasmette in modo uniforme a tutto il fluido. Di conseguenza, la pressione agisce in tutte le direzioni e sempre perpendicolarmente alla superficie sulla quale si esercita. La Legge di Stevino afferma che in un fluido fermo , la pressione aumenta con la profondità a causa del peso del fluido. La differenza di pressione tra due punti è proporzionale alla densità del fluido , alla gravità e alla differenza di altezza.
● la scala Kelvin : la scala Kelvin è usata principalmente in ambito scientifico perché è una scala assoluta : parte dallo zero assoluto , cioè la temperatura teorica più bassa possibile , in cui le particelle di un corpo cessano ogni movimento. Lo zero assoluto corrisponde a -273,15 °C. Per questo motivo, ogni valore in gradi Celsius può essere convertito in Kelvin semplicemente aggiungendo 273,. La scala Kelvin non prevede temperature negative , proprio perché rappresenta una misura assoluta dell’energia termica. ● la scala Fahrenheit : nella scala Fahrenheit, meno usata in Europa ma molto diffusa negli USA, l’ acqua congela a 32 gradi Fahrenheit e bolle a 212. La conversione tra gradi Celsius e Fahrenheit richiede una formula più complessa , perché i due sistemi si basano su intervalli e punti di partenza diversi. La dilatazione termica: La dilatazione termica è un fenomeno fisico per cui i corpi , quando vengono riscaldati , tendono ad aumentare le proprie dimensioni. Questo accade perché le particelle che li compongono , assorbendo energia termica , iniziano a muoversi più rapidamente e ad occupare più spazio. Esistono tre principali tipi di dilatazione termica : lineare , superficiale e cubica , a seconda che l’aumento riguardi una, due o tre dimensioni. ● dilatazione lineare : la dilatazione lineare è il fenomeno per cui un corpo solido , come ad esempio una barra metallica, si allunga quando viene riscaldato. Questo avviene perché le particelle che lo compongono , ricevendo energia sotto forma di calore , si muovono di più e tendono ad allontanarsi leggermente le une dalle altre e di conseguenza, il corpo aumenta di lunghezza. L’ aumento di lunghezza dipende da tre fattori:
Nei liquidi , la dilatazione è quasi sempre considerata cubica , perché non avendo forma propria , i liquidi assumono la forma del recipiente e dunque hanno solo volume , ed è proprio il volume che cambia quando vengono riscaldati. Il comportamento anomalo dell’acqua: Un caso particolare è rappresentato dal comportamento dell’acqua: quando si riscalda da 0 a 4 gradi Celsius , invece di espandersi , si contrae. In questo intervallo, la densità dell’acqua aumenta e raggiunge il suo valore massimo proprio a 4 °C. Dopo questo punto, l’ acqua torna a comportarsi normalmente : con l’aumento della temperatura, il volume cresce e la densità diminuisce. Questo comportamento è fondamentale per l’equilibrio della vita negli ambienti acquatici, perché fa sì che l’acqua a 4 gradi, più densa, tenda a scendere verso il fondo dei laghi, mentre quella più fredda resta in superficie, proteggendo gli organismi viventi durante l’inverno. Come funziona il termometro: Per misurare la temperatura , si utilizza il termometro. Il principio di funzionamento dei termometri si basa proprio sulla dilatazione termica cubica : quando il liquido si riscalda , le sue particelle si muovono di più e il volume del liquido aumenta. Non potendo espandersi in larghezza o in profondità, il liquido sale lungo un sottile tubo di vetro. L’altezza raggiunta dal liquido all’interno del tubo è proporzionale alla temperatura. Calore e lavoro meccanico: Il concetto di calore come forma di energia è stato chiarito grazie agli esperimenti del fisico James Joule. Fino ad allora si pensava che il calore fosse una sostanza invisibile, chiamata “calorico”, che si trasferiva tra i corpi. J. dimostrò invece che il calore può essere prodotto anche dal lavoro meccanico, cioè da un movimento fisico che compie una forza. In uno dei suoi esperimenti più famosi, fece cadere dei pesi collegati a delle pale immerse in acqua. Quando i pesi scendevano, mettevano in rotazione le pale, che agitavano l’acqua. Joule osservò che, dopo un certo tempo, la temperatura dell’acqua aumentava. Non c’era stato alcun contatto con fonti di calore esterne: l’aumento di temperatura era dovuto al lavoro meccanico compiuto dai pesi. In questo modo, Joule scopri’ l’ equivalente meccanico del calore , ovvero la quantità di energia meccanica necessaria per produrre una certa quantità di calore. Il valore che trovò è: 1 caloria = 4,18 joule. La capacità termica e il calore specifico: La capacità termica di un corpo indica la quantita di energia termica necessaria per aumentare di un grado Celsius o di un grado Kelvin la temperatura di un corpo intero. Essa dipende dalla massa e dal materiale di cui il corpo è fatto. Il calore specifico , invece, è una proprietà intensiva del materiale (indipendente dalla massa) e indica la quantità di energia termica necessaria per aumentare di un grado Celsius o di un grado Kelvin la temperatura di un chilogrammo di materiale. Ad esempio, l’acqua ha un calore specifico molto alto: questo significa che serve molta energia per riscaldarla. In sintesi, la capacità termica si riferisce al corpo intero mentre il calore specifico si riferisce a una quantità unitaria di massa di materiale. I tre meccanismi di trasmissione del calore: conduzione, convenzione e irraggiamento Il calore può essere trasferito da un corpo all’altro in tre modi diversi: ● la conduzione : la conduzione avviene nei solidi , quando il calore si trasmette da una parte all’altra di un corpo senza che ci sia movimento di materia. Ad esempio, se lasciamo un cucchiaio di metallo in una tazza di tè caldo, dopo un po’, anche l'estremità fuori dal liquido diventa calda. Questo accade perché le particelle del metallo, riscaldandosi, trasmettono energia alle particelle vicine. Non tutti i materiali conducono il calore allo stesso modo: i metalli sono ottimi conduttori di calore, mentre materiali come il legno e la plastica sono cattivi conduttori, detti anche isolanti termici poiché ostacolano il passaggio di calore o meglio, lo rallentano. ● la convezione : la convezione, invece, riguarda i liquidi e i gas. In questo caso, il calore si trasmette grazie al movimento delle particelle del fluido. Quando una parte di un liquido si riscalda diventa