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L’osservazione di un aspetto dello sviluppo infantile o di caratteristiche riguardo alle relazioni con gli allievi richiede una precisa progettazione del contesto in cui si svolge; inoltre, l’osservatore decide se effettuare l’osservazione dal vivo oppure se scegliere le videoregistrazioni.
Tipologia: Schemi e mappe concettuali
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L’osservazione di un aspetto dello sviluppo infantile o di caratteristiche riguardo alle relazioni con gli allievi richiede una precisa progettazione del contesto in cui si svolge; inoltre, l’osservatore decide se effettuare l’osservazione dal vivo oppure se scegliere le videoregistrazioni. Prima cosa che l’osservatore deve fare è quella di scegliere il contesto in cui è più facile che si verifichino i comportamenti che si vogliono studiare. Per osservare i comportamenti di un bambino sarebbe importante osservarlo nel corso di una giornata e creare situazioni in cui possono emergere i vari umori tenendo sempre conto, però, che per il bambino tutto deve sembrare “naturale”. Dato che un bambino può cambiare umore nel corso di una giornata o, addirittura, nel corso di una settimana è necessario che le osservazioni siano di breve durata e dislocate in momenti diversi della giornata o della settimana. In un contesto sociale, l’osservatore deve decidere su chi porre la sua attenzione. La scelta è tra: Rilevare i comportamenti di un soggetto precedentemente individuato (essa potrebbe essere più dettagliata ma richiede tempi più lunghi); Rilevare, attraverso una veloce scansione i comportamenti di TUTTI gli individui nella situazione osservata (essa è utile quando si pensa che i comportamenti da analizzare siano frequenti); Focalizzare l’attenzione su UN SOLO individuo che di volta in volta manifesterà il comportamento di interesse (essa è adatta quando si parla di comportamenti a frequenza irregolare come lo scambio di battute tra compagni durante la spiegazione di un ‘insegnate). Le osservazioni effettuate tramite videoregistrazioni presentano sia vantaggi che svantaggi. Vantaggi perché i comportamenti possono essere osservati anche in un momento successivo, si può rivedere più volte il comportamento da codificare e, infine, si dà la possibilità a più osservatori di accedere allo stesso materiale. Per quanto riguarda gli svantaggi, invece, c’è da dire che l’occhio umano è più veloce ed efficace della videocamera ed inoltre la videocamera può condizionare fortemente la spontaneità dei soggetti.
Anche la presenza di un osservatore può alterare la naturalezza, pertanto è consigliabile stare un po' in disparte e se si usa la videocamera la si deve nascondere in una posizione strategica. CAPITOLO 2- LA COSTRUZIONE DI UNA GRIGLIA DI OSSERVAZIONE L’utilizzo di una griglia di osservazione permette all’educatore o al ricercatore di sapere su quali molteplici comportamenti che si verificano in una data situazione dovrà soffermarsi poiché non tutto ciò che accade può essere registrato. È utilissima affinché l’educatore si concentri sui comportamenti che catturano IN UN PRECISO MOMENTO la sua curiosità e interesse. Cosa fare come prima cosa nella costruzione di una griglia di osservazione? Esplicitare i comportamenti da osservare: è utile in questa fase ricorrere alla DESCRIZIONE NARRATIVA, cioè descrivere ciò che viene osservato utilizzando un linguaggio quotidiano. Il secondo passo consiste nel decidere il livello di analisi a cui si devono collocare le categorie comportamentali che compongono la griglia. Si definisce un codice che può riferirsi o a comportamenti semplici (E PARLIAMO DI DECRIZIONE MOLECOLARE) o a comportamenti più complessi che richiedono un’interpretazione soggettiva (DESCRIZIONE MOLARE). Qualunque sia il livello di analisi scelto, è necessario definire le categorie in modo chiaro e univoco per ridurre le ambiguità di significato delle categorie e gli errori che l’osservatore compie nella fase di codifica. Definire in modo chiaro e univoco i comportamenti da osservare; conoscere le linee generali di sviluppo del fenomeno da analizzare e consultare gli schemi di codifica già utilizzati da altri ricercatori sono aspetti utili da tener presente ancor prima di iniziare a costruire LO SCHEMA DI CODIFICA. Le categorie che lo compongono sono: Riferirsi ad aspetti diversi della stessa variabile sottostante; Collocarsi tutte allo stesso livello di ampiezza; Essere preferibilmente mutualmente esclusive. Uno schema di codifica si definisce ESAUSTIVO quando e se prevede tutte le possibili espressioni del comportamento oggetti di osservazione.
COMPORTAMETO consente di ottenere informazioni complete sui comportamenti osservati. È una strategia difficile da applicare “dal vivo”, ma è utile e semplice nel caso di videoregistrazioni. L’osservatore deve rilevare il tempo in cui inizia e quello in cui finisce un determinato comportamento e se lo schema di codifica è composta da categorie esaustive, basterà rilevare solo il tempo in cui il comportamento inizia. Per quanto riguarda la strategia di “ CODIFICA CONTUNUA DI INTERVALLI TEMPORALI” è necessario suddividere il periodo di osservazione in brevi intervalli di tempo (5-10-15 secondi) e l’osservatore deve annotare se il comportamento da rilevare si è manifestato oppure no in ciascun intervallo di tempo. Se in un intervallo di tempo vi sono più comportamenti allora si può decidere di annotare il comportamento che ha occupato la maggior parte di tempo dell’intervallo oppure annotare il comportamento in corso alla fine dell’intervallo considerato. MISURE RICAVABILI PER CIASCUNA CATEGORIA COMPORTAMENTALE:
Nel caso dell’accordo nella codifica continua di intervalli temporali si useranno indici diversi a seconda che sia stata rilevata la sola comparsa di uno specifico comportamento, sia che sia stato applicato uno schema di codifica composto da più categorie. Pertanto, l’accordo sulla rilevazione della comparsa del comportamento avviene nel caso in cui gli osservatori hanno solo il compito di rilevare la comparsa o meno di uno specifico comportamento. I dati ottenuti possono essere organizzati in una tavola 2X2 a partire dalla quale si ricavano gli indici di accordo differenti: INDICE S-I ( SCORED INTERVALS ) -> innanzitutto è necessaria la rilevazione del comportamento da parte di almeno uno degli osservatori e si calcola facendo il rapporto tra il numero degli accordi e la somma degli accordi più i disaccordi. INDICE U-I ( UNCORED INTERVALS ) -> quando almeno uno dei due osservatori non ha registrato la comparsa del comportamento. Anche in questo caso l’indice verrà calcolato dividendo il numero degli accordi per la somma degl accordi più i disaccordi. INDICE I x I (INTERVAL BY INTERVAL ) -> si devono considerare come caso di accordo sia il numero totale degli intervalli in cui ENTRAMBI gli osservatori hanno rilevato il comportamento in esame, sia il totale degli intervalli in cui gli osservatori, in accordo, non hanno rilevato il comportamento in esame. Si calcola dividendo il numero di accordi per il numero totale degli intervalli. INDICE DI ACCORDO SULLE FREQUENZE TOTALI -> è rappresentato dal rapporto tra le comparse del comportamento rilevate dal primo osservatore e quelle registrate dal secondo. Invece, l’accordo sull’applicazione di uno schema di codifica negli intervalli , si attua nel caso in cui il compito degli osservatori consista nel classificare il comportamento da verificare sulla base di uno schema di codifica esaustiva. Si costruisce una tabella a doppia entrata in cui sono indicate tutte le categorie incluse nello schema di codifica; da tale tabella si ricava una “matrice di confusione” in cui lungo la diagonale sono riportate le frequenze relative al numero di intervalli classificati allo stesso modo dagli osservatori mentre, nelle caselle rimanenti vengono indicate le frequenze relative a tutti i possibili casi di disaccordo. Dalla MATRICE DI CONFUSIONE è possibile calcolare l’accordo percentuale facendo il rapporto (divisione) tra il numero di accordi e la somma degli accordi e disaccordi, moltiplicato per 100.